Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Io qui non sto parlando di peccati, ma di colpe commesse contro qualcuno, credente o ateo che sia. Chi ha subito un torto, chiunque esso sia, può perdonare o meno il torto subito.
Mt 18,18 In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
Ti pare che questo versetto sia riferito solo a Pietro? Ti pare che sia riferito solo a ecclesiastici? No, è riferito a tutti, credenti e atei.
Quanto alla confessione, purtroppo sei nuova del forum e non hai letto i miei post precedenti sull'argomento.
Visto che non sei capace di raggiungere le pag. anteriori del forum di "religioni e spiritualità", te le copio e incollo qui, scusandomi con chi ha già letto queste discussioni.
Confessare o non confessare le proprie colpe?
Ellen White ci ricorda tre passi della Bibbia nei suoi manoscritti. Da Messaggi Scelti (vol. I):
Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto per rimetterci i peccati e purgarci da ogni iniquità.
1 Giovanni 1:9 {MS 270.6}
“Chi copre i suoi misfatti non prospererà, ma chi li confessa e li lascia otterrà misericordia”.
Proverbi 28:13 {MS 271.1}
Non nascondete niente a Dio e non trascurate la confessione dei vostri difetti ai vostri fratelli. {MS 271.2}
“Confessate i falli gli uni agli altri ed orate gli uni per gli altri, affinché siate sanati; molto può l’orazione del giusto, fatta con efficacia”.
Giacomo 5:16 {MS 271.3}
Nella discussione “Liete novelle”, testo bahà'ì, pubblicai il seguente testo:
“La nona Lieta Novella
Il peccatore, quando si sente completamente distaccato
e libero da tutto fuorché Dio, deve implorare la Sua
indulgenza e il Suo perdono. La confessione di peccati e
colpe davanti a creature umane non è permessa, perché ciò
non ha mai comportato, né mai comporterà il perdono di
Dio. Inoltre la confessione innanzi a un uomo è motivo di
mortificazione e umiliazione e Dio - sia esaltata la Sua gloria -
non desidera l'umiliazione dei Suoi servi.”
Qui pare sconfessato il precetto cattolico della confessione a sacerdoti dei propri peccati e colpe.
Nel testo è anche presente una preghiera per chiedere perdono a Dio, ma forse, per non ripetere in continuazione le stesse parole, sarebbe meglio che ciascuno si rivolgesse a Dio come è capace. Per conoscere quella preghiera, si può leggere il testo di Liete Novelle nelle Tavole.
Vorrei aggiungere, però, che confessare una colpa a chi ne è stato danneggiato, chiedergli perdono e cercare di rimediare al danno, è ottima cosa. D’altra parte, se il danneggiato scioglie sulla terra, Dio scioglierà in cielo.
Allora, che fare?
Evitare il rito cattolico della confessione a sacerdoti e monaci, riconoscere con Dio i propri errori e procedere come avevo detto subito sopra.
La conferma che è un errore confessarsi con sacerdoti e monaci.
Da "Il Gran Conflitto", testo avventista:
La pretesa della chiesa di avere il diritto di perdonare è per molti un incentivo a peccare. La confessione, senza la quale essa non accorda il perdono, tende ad autorizzare il male. Chi si inginocchia davanti a un uomo peccatore e, mediante la confessione, gli rivela i pensieri e le fantasie del suo cuore, degrada la propria dignità e avvilisce gli impulsi più nobili del proprio spirito. Rivelando i peccati della sua vita al sacerdote, che è un essere mortale fallibile, esposto anch’egli al peccato, forse dedito al vino e alla sregolatezza, l’uomo abdica alla propria dignità morale e si degrada. Poiché il sacerdote è per lui il rappresentante di Dio, egli finisce con l’abbassare il concetto della divinità a quello dell’umanità caduta. Questa confessione degradante da uomo a uomo è la molla segreta che ha provocato gran parte dei mali, che affliggono il mondo e che preparano l’umanità per la sua distruzione finale. Eppure, per chi ama seguire le proprie inclinazioni, è più piacevole confessarsi con un proprio simile piuttosto che aprire il suo animo a Dio. È tipico della natura umana preferire una penitenza piuttosto che abbandonare il peccato; è più facile affliggere il corpo con il cilicio e con altre mortificazioni che “crocifiggere” le proprie passioni. L’uomo carnale preferisce portare gioghi pesanti piuttosto che piegarsi a quello del Cristo. {GC 443.2}
La conferma su come confessare le proprie colpe.
Nella discussione “Confessare o non confessare le proprie colpe?” scrivevo:
Vorrei aggiungere, però, che confessare una colpa a chi ne è stato danneggiato, chiedergli perdono e cercare di rimediare al danno, è ottima cosa. D’altra parte, se il danneggiato scioglie sulla terra, Dio scioglierà in cielo.
Allora, che fare?
Evitare il rito cattolico della confessione a sacerdoti e monaci, riconoscere con Dio i propri errori e procedere come avevo detto subito sopra.
La conferma ne “La via migliore” di sorella White:
Confessate a Dio i vostri peccati, le vostre colpe e i torti commessi nei confronti degli altri, perché solo lui vi può perdonare. Se avete offeso un amico o il vostro prossimo, dovete riconoscere i vostri errori così come, d’altra parte, colui che è stato offeso ha il dovere di perdonarvi con generosità. Soltanto allora potrete cercare il perdono del Signore, perché colui che avete disprezzato è un figlio di Dio e, comportandovi male nei suoi confronti, avete peccato contro il suo Creatore e Redentore. {VM 38.2}
La vera confessione non è mai generica, essa riconosce peccati talmente precisi che in certi casi possono essere presentati solo a Dio. Quegli errori che invece sono stati commessi nei confronti di altri devono essere confessati a coloro che ne hanno subito il danno, e quelli che sono stati commessi verso un gruppo di persone saranno presentati pubblicamente. In ogni caso, la confessione deve essere un preciso riconoscimento dei peccati di cui ci si è resi colpevoli. {VM 39.1}
Ti tapperai anche tu le orecchie come fa Cono?