...sono dato a me stesso: io esisto.
Lo percepisco con vivo realismo sul mio corpo: guardare una mano, muoverla, toccarla. Prendere la testa tra le mani, toccarla. Io vedo, rivivo la capacità di udire, sedere, di muovere le braccia, di respirare...Posso toccare tutto il corpo, esplorarlo.
Io esisto. Anche il mio interno esiste, e lo incontro. Dico: "io penso, sento, aspiro, spero, attendo, mi affido, cerco".
Indubbiamente e irrevocabilmente, esisto. Nessun desiderio o sogno, nessun accadimento può dissolvere questo fatto. Mi percepisco con attenzione: tutto quanto trovo in me: circolazione del sangue, ricambio dell'ossigeno nella meditazione, organi interni ed esterni, loro funzionamento incomprensibile...La capacità interiore di esperienza.
Che cosa è già passato attraverso questa interiorità?
Forse gioia, felicità, illusione, disinganno, amore, abbandono, risentimento, pentimento, impazienza, pazienza...
Tutto questo lo ritrovo in me.
In effetti "io sono irripetibile". Mi ritrovo come questo individuo determinato al cento per cento. Nato in un giorno determinato, con questa faccia, le mie impronte, questo nome. Provengo da una certa famiglia, con questa mia storia, questa educazione. Con queste disposizioni e qualità... queste inibizioni e questi limiti... con tutto ciò che è accaduto sinora nella mia vita e che io ho fatto... in questo posto del mondo, in questo istante della storia. Sono in rapporto con questo mondo, questi uomini, questo tempo... destinato a sviluppare le relazioni con tutta questa realtà che mi circonda. Io sono questo individuo concreto ed irripetibile.
Non ho scelto, però, l'esistenza. Mi è stata data. Da chi? La mia origine ha l'apparenza di un caso: che questi genitori si sono conosciuti, si sono uniti in quest'ora, quelle cellule si sono congiunte... E' questa la ragione per cui io esisto. Ma allora la mia esistenza non è casuale, non è assurda? Molti lo credono, e accettano di vivere con questo senza-ragione, con questa assurdità. Oppure la vera ragione della mia esistenza sta in una profondità che si annida dietro gli avvenimenti constatabili?
Tutto quanto c'è di bello nella mia esistenza finora vissuta non allude a questa realtà profonda? E soprattutto l'anelito a un senso di vita che non mi abbandoni? Allora io esisterei perchè un fondamento ultimo e primordiale sarebbe la vera ragione del mio esistere.
Sono del materiale che è nelle mie mani, può essere ricchezza a mia disposizione. Mi vengono in mente: ciechi, sordi, paralitici, squilibrati, nevrotici, malati nel fisico e nella mente.
Mi rendo conto di quello che ho, tutto ciò che io possiedo. Eppure non mi possiedo interamente.
E' strano, faccio sempre troppa fatica a capirmi... a raggiungermi, a prendermi per mano... a diventare me stesso.
Sono dato a me stesso come un mistero, fatico a convivere con esso eppure sono completamente responsabile di me stesso.
Ecco la posta in gioco: pronunciare un si coraggioso, umile, libero e intero malgrado ogni freno o resistenza, perchè il mio fine ultimo è essere me stesso a lungo e con profondità.
Fino ad immedesimarmene.