Da "Tesori delle Testimonianze" (vol. I):

Ci siamo spesso posti delle domande riguardanti l’atteggiamento che si deve avere nei confronti dei poveri che entrano a far parte della nostra comunità. Noi stessi siamo stati a lungo perplessi su come occuparci in modo adeguato delle famiglie povere che osservano il sabato. Mentre ero a Roosevelt (New York), il 3 agosto 1861, ebbi una visione in merito. {TT1 72.1}
Dio non chiede ai nostri fratelli di assumersi la responsabilità di ogni famiglia povera che accetta il messaggio. Se lo facessero, i nostri pastori dovrebbero astenersi dall’entrare in nuovi campi perché i fondi verrebbero a mancare. Molti sono responsabili personalmente della loro povertà: non sono né diligenti né economi e non sanno usare saggiamente il denaro. Aiutandoli non si farebbe altro che danneggiarli. Alcuni saranno sempre poveri; pur godendo di maggiori possibilità, la loro situazione non migliorerebbe, perché non sanno amministrarsi e spenderebbero tutto quello che hanno ricevuto, poco o molto che sia. {TT1 72.2}
Altri non sanno cosa significhi la rinuncia e l’economia necessarie per pagare i debiti e avere una piccola riserva, da cui attingere nei momenti difficili. Se la chiesa li aiutasse, anziché lasciare che si organizzino con i mezzi di cui dispongono, essi finirebbero per trovarsi in maggiori difficoltà, perché si abituerebbero a dipendere dalla chiesa e si aspetterebbero di ricevere costantemente aiuti, senza preoccuparsi affatto di risparmiare, quando le circostanze lo permettono. Inoltre, quando non vengono aiutati, Satana li tenta e li induce a provare gelosia e risentimento nei confronti dei fratelli, che considerano insensibili. Invece sono proprio loro che sbagliano. Si ingannano: essi non sono i poveri del Signore. {TT1 72.3}
Le direttive impartite nella Parola di Dio a proposito degli aiuti nei confronti dei poveri non si riferiscono a casi simili, ma riguardano gli infelici e gli afflitti. Dio, nella sua provvidenza, utilizza certe sofferenze per metterci alla prova. Vedove e invalidi rappresentano nella chiesa una fonte di benedizione. Essi sono uno di quei mezzi, scelti da Dio, per lo sviluppo del carattere dei discepoli del Cristo e per dare loro l’occasione di manifestare i tratti del carattere del nostro Redentore. {TT1 72.4}

Molti, che pur vivendo da soli sono in difficoltà, decidono di sposarsi e formare una famiglia, sapendo che non dispongono del necessario per vivere. Inoltre, essi non sanno affatto organizzare la propria famiglia e il loro comportamento è caratterizzato da negligenza e pigrizia. Non hanno autocontrollo e sono impulsivi, impazienti, precipitosi. Quando queste persone accettano il messaggio della Parola di Dio, pensano di avere diritto all’assistenza da parte dei fratelli più abbienti e, se le loro aspettative non si realizzano, si lamentano della chiesa e la accusano di non vivere secondo la fede. In questo caso chi deve subirne le conseguenze? L’opera di Dio? Le finanze della chiesa devono essere investite per assistere queste famiglie di poveri? No. Sono i genitori che devono assumersi le loro responsabilità. Essi, in genere, non soffrono di maggiori privazioni pur avendo accettato il messaggio della verità. {TT1 72.5}
Nel cuore di alcuni dei nostri poveri è annidata una tendenza al male, che se non sarà vinta, provocherà la loro rovina. Essi hanno accettato la verità, pur conservando le loro aspre e rozze abitudini, ed è necessario che passi del tempo, prima che riescano a rendersi conto dei propri limiti e si convincano che non sono in armonia con il carattere del Cristo. Essi considerano orgogliosi coloro che sono corretti ed educati e dicono: “La verità ci mette tutti sullo stesso piano”. È un vero errore credere che la verità appiattisca coloro che l’accettano. La verità eleva, affina il gusto, santifica le nostre capacità e, se messa in pratica, rende il credente sempre più idoneo alla comunione con gli angeli nella città di Dio. Il messaggio della verità ha il compito di elevarci tutti a un livello più alto. {TT1 73.1}
I più saggi devono comportarsi sempre con nobiltà e generosità nei confronti dei fratelli più poveri e consigliarli, per poi lasciare che affrontino le lotte della vita. Comunque, la chiesa ha un dovere solenne: aver cura delle vedove, degli orfani e degli invalidi che non dispongono di risorse adeguate. {TT1 73.2}