Buonasera, mi rendo conto che cercare di qualcosa nel mondo dei sentimenti è cosa ardua, ma vi propongo ugualmente la mia storia.
Dopo una relazione durata 8 anni mi lascia...premetto molto probabilmente a ragione...gli ultimi anni sono stati per me molto tormentati, problemi a ripetizione sia lavorativi che familiari che personali...ho cercato sempre di esserci ma non riuscivo fisicamente spossato dalle responsabilità ad essere un amante attento con annese sue frustrazioni e insicurezze...così dopo un anno di incomprensioni e litigi mi dice che non si immagina una vita felice con me che ha capito che nella vita potrebbe avere di meglio e che non c'è niente che io possa fare per farle cambiare idea...Io, che già mi sentivo in colpa per quello che non riuscivo a darle e che tenevo alla sua felicità più che alla mia, con la morte nel cuore accetto la sua decisione e cerco di scomparire completamente dalla sua vita.
Dopo circa 4 mesi , in occasione di un esame universitario (cosa che le metteva sempre ansia) mi contatta dicendomi che aveva incontrato un altro ma non era sicura perchè non è facile sostituirmi...al momento sposto il discorso per farla concentrare e tranquillizare...fatto l'esame non riprendiamo più il discorso.
Mi contatta con una cadenza di una volta al mese con cose tipo stavo facendo questo, vedendo questo, parlando di questo mi sei venuto in mente...
Poi passano gli ultimi tre mesi di silenzio e vengo a sapere che ha ufficialmente un altro.
Ora vi chiedo come è possibile che lei non si rendesse conto che ogni volta che si faceva sentire mi riportava indietro mentre io cercavo di andare avanti...cosa le passava per la testa...davvero non riusciva a capire una cosa così elementare...
....scusate lo sproloquio...