Il ruolo di Prodi nell'affermazione dell'euro per l'Italia? Interessante ed esauriente l'excursus storico di questo sito, piuttosto equilibrato politicamente:
"l’Ulivo fa dell’Europa il tema centrale della propria proposta politica: l’Ue rappresenta, agli occhi della coalizione di centro-sinistra e del suo leader Prodi un interesse nazionale primario. A sostenere questa determinazione europea è il laboratorio intellettuale bolognese del Mulino: la casa editrice pubblica libri dai forti connotati europeisti[15], la rivista in questo periodo esce con un supplemento, dal titolo “il Mulino Europa”, appositamente dedicato all’Europa[16] e organizza il 15 marzo 1996 un convegno di alto profilo dal titolo L’Italia in Europa, sul ruolo italiano all’interno della Ue, in cui autorevoli figure vicine al Professore – a partire dall’allora vicedirettore della Banca d’Italia, Tommaso Padoa-Schioppa – esortano l’Ulivo a investire sulla dimensione europea[17].

Prodi può d’altronde contare su un sostegno ampiamente maggioritario nell’opinione pubblica italiana che, come testimoniano i dati di Eurobarometro, è la più europeista sul Vecchio continente: l’85% degli italiani dichiara di sostenere il processo d’integrazione europeo (i contrari sono l’8%, mentre la media europea è al 69%), mentre il 75% è favorevole all’appartenenza del proprio paese all’Ue (i contrari sono il 4% a fronte di una media europea al 48%)[18]. L’Europa appare ancora in questo frangente come un veicolo di legittimazione politica e di consenso politico e elettorale". E più avanti:
"Su questo terreno la strada pare in salita su tutti i criteri principali: il deficit di bilancio deve essere inferiore al 3% e l’Italia nella primavera del 1996 è al 6,7%, il debito pubblico non deve oltrepassare il 60% del Pil e l’Italia è al 124%; l’inflazione deve essere controllata e invece il tasso è di tre volte superiore a quello dei paesi più virtuosi dell’Ue[21]. Il nostro Paese deve infine essere riammesso nello SME, da cui è escluso dal 1992.

Sul piano interno il governo Prodi è determinato a utilizzare l’europeismo dell’opinione pubblica come leva di condizionamento politico di una coalizione composita ed eterogenea, all’interno della quale Rifondazione comunista, che ha conquistato un ragguardevole 8,6% alle elezioni, non nasconde il proprio scetticismo nei confronti del Trattato e avvia sin dalla primavera del 1996 un atteggiamento di “sostegno critico” al governo. Nonostante queste articolazioni di vedute Prodi riesce a fare dell’adesione all’Unione monetaria il riferimento politico e il cemento identitario di una coalizione altrimenti divisa su questioni di prim’ordine sul terreno istituzionale, sociale e internazionale".
Al di là delle difficoltà dovute all'allora già grave deficit di bilancio, è chiaro il ruolo prioritario di Prodi nell'avvento dell'euro. Ma è necessario andare a vedere a questo punto da cosa fu causato il disastro relativo alla stabilizzazione dell'euro stesso come valore assoluto...tutti i mali derivano da lì. https://www.officinadellastoria.eu/i...pea-1995-1998/