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Discussione: Io non so parlar d'amore

  1. #106
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Per me "fiction" significa semplicemente finzione, fantasia, immaginazione quindi non è realtà.
    ma i miliardi di lettori e spettatori di Bovary, Karenina, Bel-Ami ed epigoni sono realtà, passata da un'élite del tempo in cui le storie sono state pensate, alla massa;

    Non credo di aver detto che i paesi evoluti non fanno figli in senso assoluto, ma ne fanno molti meno, mi pare dalle statistiche ne nascano sempre meno, dei paesi sottosviluppati.
    La frase in grassetto:
    la realtà dei fatti (per me) è che l'uomo preistorico nonostante non avesse tutele sul lavoro faceva figli,probabilmente più di quelli che si fanno oggi nei paesi evoluti,
    in realtà, l'uomo preistorico, cioè, pre-agricolo, faceva in media due figli, e la popolazione infatti era bene che non crescesse, perché il sostentamento era ad alta intensità di consumo del territorio; cioè, per una comunità di 50 persone servivano spazi enormi di caccia e raccolta; la crescita demografica, assieme alla nozione di proprietà e di famiglia nucleare ha avuto inizio con l'agricoltura;
    per altri motivi certamente. Le generazioni passate, prebelliche, soprattutto povere, addirittura facevano 6-7 figli. Da noi anzi, paese evoluto, spesso le donne devono scegliere se mettere al mondo figli o lavorare. Mi dirai che nei paesi del nord le politiche favorevoli alla famiglia e alla maternità consentono di avere da uno a quattro figli tranquillamente e di questo ne do atto.
    Ma secondo me non dipende dall'evoluzione o meno, ma nella società moderna dalle politiche attente a questo problema sociale.
    e non è evoluzione, questa ? una politica sociale è anche quella che rende sostenibile la vita a famiglie ricomposte, con retribuzioni adeguate, ammortizzatori, edilizia, ecc...
    la stessa questione dell'istruzione, lavoro e remunerazione femminile incide fortemente nell'autodeterminazione e capacità di sottrarsi ad un matrimonio infelice; snza lavoro, casa, soldi, dove vai ?

    Non capisco perchè mescoli un post diretto a Dark con il discorso generalizzato che ho fatto sulla contrapposizione tra culture differenti, civiltà come la nostra che si fa"pippe mentali" inteso come ci facciamo tanti problemi che gli immigrati non si fanno( mi ci sono inclusa anch'io nelle pippe neh, non era intenzione giudicare scelte personali, ma solo di fare un discoso generale contrapposto).
    Non è mia intenzione giudicare le scelte personali,naturalmente ognuno ha le sue ragioni e non è che per forza si debbano mettere al mondo figli per sentirsi realizzati, ma la natura fa comunque il suo corso, cioè quello di perpetrare la specie(umana in questo caso) e bilancia quindi non vedo perchè leghi le due cose insieme.
    perché la definizione di pippe mentali è effettivamente un giudizio, forse dal sen sfuggito; ma piuttosto rivelatore; altri qui hanno parlato di "egoismo" di "rifiuto di combattere", ecc...
    Come già esposto non era mia intenzione giudicare scelte personali ma guardare il fenomeno inquadrato in un contesto più ampio, tu hai legato le due cose che si trovano in due discorsi e contesti separati.
    Se un giudizio generalizzato mi tocca, mi colpisce forse, perchè mi immedesimo, se evito d'immedesimarmi ma lo guardo con distacco in un contesto più ampio fa un effetto diverso, ok probabilmente è sbagliato dire "pippe mentali" , meglio dire "farsi problemi", problemi diversi delle società occidentali, da quelle più povere
    il paragone con le società povere cui si attribuisce la forza della fame, è un filone tradizionale del pensiero, da millenni: i romani erano barbaros, balbuzienti, per i greci, salvo poi grecizzarsi a loro volta e avere vati che rimpiangevano le antiche virtù, ma di seconda mano;

    difficilmente una cultura sociale che vive nel reale riesce ad immaginarsi potente e mitica, perché è la realtà stessa, multiforme, ad evidenziare solo i lati spiacevoli, dando per scontati quelli positivi; di solito, si accorge dell'inghippo solo chi sia abituato a confrontare i dati di realtà; oggi ci lagniamo di una crisi, di un impoverimento, delle invasioni di immigrati; magari tra un secolo gli europei avranno ricominciato a massacrarsi, come nei millenni passati, e questa verrà ricordata come un'età dell'oro di pace e libertà, circolazione di persone, idee: pensa che nella Milano di un secolo fa potevi trovare gente di tutti i tipi, mangiare come in Giappone o Etiopia, trovare prodotti di tutti i tipi, che oggi sono proibiti; le persone vivevano come volevano, senza dover rendere conto a nessuno, purché rispettassero la legge...

    Mi rendo conto che anch'io "non so parlar d'amore" e capace di farmi comprendere, forse meglio che mi taccio.
    no, anzi; sono interessanti tutti i punti di vista;
    certo che se uno se ne uscisse con discorsi tipo: ah, la famiglia tradizionale... quella roba in cui i coniugi a 30, 35, 40 anni sono morti alla passione, trombano, se va bene, una volta al mese e passano la vita a sognare l'avventura col collega d'ufficio; magari qualche volta la vivono pure e più sognano, più evitano l'intimità, che è il momento di verità, in cui ognuno si accorge dei pensieri dell'altro, e li rimuove... poi fanno figli che educano alla stessa morte, che avviene per depressione e somatizzazione di quell'infelicità;

    questa è più o meno l'arrière pensée di una persona da pippe mentali standard, incentrate esattamente su questa percezione, mutuata dalla propria storia famigliare e da ciò che si vede attorno, e che i "tradizionalisti" a loro volta si raccontano come debolezza, egoismo, ecc...

    allora, come sempre, forse sarebbe più utile partire dall'osservazione del dato reale, al netto delle osservazioni e dei commenti di natura valutativa:
    cosa succede nella realtà osservabile, che vediamo tu ed io allo stesso modo, fatti, numeri ? a cosa si può imputare in termini causali ? ecc... e solo dopo esprimere valutazioni, giudizi...
    c'� del lardo in Garfagnana

  2. #107
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    allora, come sempre, forse sarebbe più utile partire dall'osservazione del dato reale, al netto delle osservazioni e dei commenti di natura valutativa:
    cosa succede nella realtà osservabile, che vediamo tu ed io allo stesso modo, fatti, numeri ? a cosa si può imputare in termini causali ? ecc... e solo dopo esprimere valutazioni, giudizi...
    Penso tu abbia ragione. Il thread é scappato da tutte le parti, ormai. Quindi, per ricominciare su basi solide, puoi cominciare tu? Sei molto più esperto di me nell'osservare il dato reale, netto, e nel trarne conclusioni, fatti, numeri etc. Mi sarebbe utilissimo, e se potessi farlo, te ne sarei grata.

  3. #108
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Penso tu abbia ragione. Il thread é scappato da tutte le parti, ormai. Quindi, per ricominciare su basi solide, puoi cominciare tu? Sei molto più esperto di me nell'osservare il dato reale, netto, e nel trarne conclusioni, fatti, numeri etc. Mi sarebbe utilissimo, e se potessi farlo, te ne sarei grata.
    beh, ci sarebbero due filoni entro i quali organizzare il pensiero e la discussione:

    a) uno sociale, e sociologico, dove far confluire osservazioni su ciò che accade nelle famiglie, nei rapporti, nelle consuetudini, ecc...
    b) uno psicologico-individuale, dove c'è oltre un secolo di psicologia e psicanalisi, studio delle pulsioni, desideri, ecc...

    da ragazzi, si leggevano Fromm o Barthes, pensando di trovarci chissà quali indicazioni su come rimorchiare, mentre quelli analizzavano la retorica interiore delle proiezioni amorose; deludentissimo
    in realtà, si tratta di nozioni importanti sul funzionamento degli investimenti libidici, che poi diventano affettivi, secondo percorsi osservabili, discutibili, ma con un senso;
    però, anche nelle persone di una certa cultura, spesso la consapevolezza di certe cose viene respinta, perché contrasta con l'immaginario romantico, e viene dismessa come superflua, contorsione, pippa mentale;

    per la maggior parte delle persone, la sfera dei sentimenti, famiglia, ecc... è l'unica in cui la propria identità si realizza in un quadro di nobiltà morale, con una forte identificazione in certe missioni, di amante, coniuge, genitore, ecc...

    perciò, è facile che spiegazioni che riconducono quelle che si immaginano come virtù a motivazioni di tipo egoistico - il soddisfacimento di propri bisogni, la compensazione di sensi di colpa - magari interpretate in modo raffinato e altruista, virtuoso, siano rigettate o rimosse, perché attentano al castello identitario che ognuno si costruisce;
    esattamente come si rigettano i sentimenti ambivalenti, l'aggressività o la competitività nei confronti di persone care, a volte anche l'odio o il rancore, che restano sottotraccia e generano malessere, o vengono manifestati in modo nevrotico;

    ho già espresso una constatazione su quanto disagio produca la circostanza - abbastanza ovvia nell'esperienza di ognuno - per cui più o meno consapevolmente l'agibilità di un interesse sentimentale passa per un vaglio di economicità della possibile relazione, già a monte;

    cioè, ci si fa piacere chi si ritiene alla portata; ma questa cosa non è priva di conseguenze, perché rimuove tanto delle pulsioni e del soddisfacimento di queste; non fa piacere pensare razionalmente che la persona che si ha accanto è stata scelta, o ci ha scelti come una sorta di ripiego, perché fa cadere certi castelli ideali di romanticismo;
    soprattutto perché poi nella vita di coppia è ovvio che si producano pulsioni centrifughe; solo che la rimozione produce un circolo vizioso, perché questo malessere induce a limitare la comunicazione, perché può generare conflitto, e poi il sesso, perché è la circostanza in cui l'allontanamento diventa spesso più palese, e ci si avvita in meccanismi di negazione; credo sia capitato un po' a tutti, consapevoli o meno;

    non si sa parlare d'amore ? forse bisognerebbe cominciare a parlare con se stessi dei propri desideri, ammetterli e imparare a comunicarli al partner, anche quando sono potenzialmente distruttivi o si teme che generino disagio;
    per farlo, ci vorrebbero una cultura e un'educazione adeguata, non lo spontaneismo romantico, che è solo una resa alle mitologie e retoriche correnti, non qualcosa di neutro.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #109
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, ci sarebbero due filoni entro i quali organizzare il pensiero e la discussione....omissis
    Il fatto che tu risponda alla richiesta della Volante Signora, riprendendo la discussione in maniera organizzata, é semplicemente « geniale » e mi sono precipitato, leccandomi i fluenti (magari!) baffetti. Seguire i tuoi ragionamenti é sempre un piacere. Questo piacere potrebbe essere ancora maggiore se tu , dopo aver fatto trenta, facessi anche trentuno. Per piacere, per chi é ignorante e per di più ha i neuroni , già oziosi per natura,, senescenti : rallenta l'impeto del tuo pensiero, e rendilo un po' più accessibile. E' vero, le cose di valore bisogna conquistarle e pagarle il giusto. Ma, dai, nulla ti vieta di « fare i saldi », e di farmi faticare di meno nel leggerti !
    « retorica interiore delle proiezioni amorose » cosa significa ? Forse « Atteggiamento del pensiero interiore un po' artificioso riguardo le immagini amorose (o affettive o sessuali...e quale la differenza?) »
    « investimento libidico » : cos'é, ? non l'acquisto di pornerie o sextoys, immagino
    .................................................. .................................................. ...........
    ....si, sono un po' (troppo, forse.Mi scuso) provocatorio. Pero'....
    Dai ,hai scritto pagine assolutamente esemplari per consistenza concettuale e chiarezza espositiva.
    Ti costerà un po' di fatica e tempo in più, magari. In cambio ottieni che anche un ignorante sfaticato come me ti seguirà e (sopratutto) imparerà qualche cosa più facilmente.
    Scusa l'ennesima provocazione sull'argomento. Dai, fammi contento: cosi' la pianto

  5. #110
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    « retorica interiore delle proiezioni amorose » cosa significa ? Forse « Atteggiamento del pensiero interiore un po' artificioso riguardo le immagini amorose (o affettive o sessuali...e quale la differenza?) »
    significa: retorica interiore delle proiezioni amorose
    ove per "retorica" - dovevo precisare forse, per i filosofi del linguaggio più esigenti - si intende l'accezione di discorsività tipica, e non il ricorso a codificate formule, litote, iperbole, quella roba lì, insomma;

    il modo consolidato col quale interiormente si articola il pensiero amoroso nella dialettica che investe l'oggetto: io penso a Pizzingrilla e mi raffiguro una relazione nella quale mi investo di un ruolo, e investo lei di un ruolo, corrispondenti ad un modello relazionale pre-esistente, della cui realizzazione coltivo l'aspettativa;

    « investimento libidico » : cos'é, ? non l'acquisto di pornerie o sextoys, immagino
    beh, tirandola per i capelli, pure questo
    in generale, l'oggetto verso il quale viene diretta la libido, in modo diretto e primario, oppure mediato, in misure e forme dirette; es. mi arrapa la biondina altoborghese del primo banco, ma ha troppi corteggiatori di pari ceto e possibilità seduttive, reali o solo da me percepite;
    perciò, abbasso la mira e mi interesso alla moretta del secondo banco, che mi piace meno ma con la quale mi aspetto un maggior successo e, in seguito, minori stress nel trattenerla;
    mi sputa addosso pure quella ? investirò nel ciclomotore dei ragazzi di successo; inizialmente sperando che funzioni da protesi della personalità e mi valga le attenzioni di quelle ragazze;
    poi magari mi appassionerò in modo meno strumentale alla meccanica e coltiverò quello come un interesse primario dove si convoglia una porzione importante della libido, facendo di me un esperto; se non è il ciclomotore, può essere la chitarra; tutte le rockstar hanno iniziato a suonare per rimorchiare, e poi hanno trovato motivi diversi, oltre al successo specifico da protesi
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  6. #111
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Accidenti, Axe, dopo averti letto devo farmi un'analisi alla luce di quello che hai scritto!

    Forse andrò in crisi...

  7. #112
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    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  8. #113
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    il modo consolidato col quale interiormente si articola il pensiero amoroso nella dialettica che investe l'oggetto
    ho letto ed ho detto "Ben mi sta, cosi' un'altra volta imparo a "sfruculiare" axe". Mi stavo per mettere a piangere ed abbandonare. La curiosità ha avuto il sopravvento, ed é stata premiata: un esempio (non proprio di lettura facile facile) ha chiarito (in una nebbiolina/ona, ma accontentiamoci). E poi, avanzando la nebbia si é dissipata, con esempi sempre di più alla mia modesta portata. L'apoteosi!
    Grazie, axe. Continua cosi', su questa strada. Fa ancora un piccolo sforzo di semplicità e chiarezza e riusciro' a comprenderti (ed apprezzarti) alla seconda e (non c'é limite per i sogni),magari,alla prima lettura. Già ti ringrazio!

  9. #114
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    da ragazzi, si leggevano Fromm o Barthes, pensando di trovarci chissà quali indicazioni su come rimorchiare, mentre quelli analizzavano la retorica interiore delle proiezioni amorose; deludentissimo
    in realtà, si tratta di nozioni importanti sul funzionamento degli investimenti libidici, che poi diventano affettivi, secondo percorsi osservabili, discutibili, ma con un senso;
    però, anche nelle persone di una certa cultura, spesso la consapevolezza di certe cose viene respinta, perché contrasta con l'immaginario romantico, e viene dismessa come superflua, contorsione, pippa mentale;
    E io che pensavo che all’epoca i ragazzi leggessero i giornaletti erotici!
    C’è anche chi all’epoca si faceva una “cultura” sulla coppia e la sessualità con le riviste “duepiù”

    cioè, ci si fa piacere chi si ritiene alla portata; ma questa cosa non è priva di conseguenze, perché rimuove tanto delle pulsioni e del soddisfacimento di queste; non fa piacere pensare razionalmente che la persona che si ha accanto è stata scelta, o ci ha scelti come una sorta di ripiego, perché fa cadere certi castelli ideali di romanticismo;
    soprattutto perché poi nella vita di coppia è ovvio che si producano pulsioni centrifughe; solo che la rimozione produce un circolo vizioso, perché questo malessere induce a limitare la comunicazione, perché può generare conflitto, e poi il sesso, perché è la circostanza in cui l'allontanamento diventa spesso più palese, e ci si avvita in meccanismi di negazione; credo sia capitato un po' a tutti, consapevoli o meno;

    non si sa parlare d'amore ? forse bisognerebbe cominciare a parlare con se stessi dei propri desideri, ammetterli e imparare a comunicarli al partner, anche quando sono potenzialmente distruttivi o si teme che generino disagio;
    per farlo, ci vorrebbero una cultura e un'educazione adeguata, non lo spontaneismo romantico, che è solo una resa alle mitologie e retoriche correnti, non qualcosa di neutro.
    Scusa ma che vuol dire che la persona che abbiamo accanto è stata scelta come una sorta di ripiego? Non mi è molto chiara questa cosa del ripiego.
    Solitamente si sceglie di conoscere qualcuno tra le possibilità e le occasioni che si presentano, non la vedo come una sorta di ripiego. È chiaro che possiamo sentirci attratti dall'attore della tv, ma poi non vuol dire che tutti quelli per cui ci sentiamo attratti li si vorrebbe conoscere. Di solito si sceglie la persona con cui condividere un percorso di vita perchè ci piace, stiamo bene insieme e ce ne innamoriamo, per me questo si chiama essere realisti e non sognatori, non considerarlo come un ripiego ma un'occasione.

    Riguardo alla coppia per funzionare, a mio parere, non deve avere tabù, la comunicazione e il sesso sono indispensabili per un’unione,o una relazione, che duri a lungo nel tempo.

    Ti ringrazio, hai chiarito che ci sono due aspetti, uno sociale ed uno individuale, che ci sono anni di studi, ma quali conseguenze concrete sulla vita quotidiana?
    Mi manca il tempo per seguire la discussione, vado in vacanza e con lo smartphone faccio fatica a seguire e replicare a discussioni impegnative e articolate, quindi rimando al rientro. Come Carlino anch'io faccio spesso fatica a comprendere il linguaggio quindi se potresti scrivere in modo più semplice te ne sarei grata.
    Ultima modifica di LadyHawke; 07-08-2019 alle 13:45

  10. #115
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Axe manda tutti in crisi
    ma che crisi... la mia è acqua fresca; tanto nessuno cambia vita se realizza che ognuno segue percorsi egoistici, in cui la paura sopravanza il desiderio; 99% dei casi si acquisisce solo più pietà per le proprie e altrui debolezze;

    io leggo così anche il Grande Amore, e non per questo smette di essere Grande Amore; razionalizzare certi meccanismi non mi dice nulla che non avessi già "sentito" e accettato; se ci fosse un malessere autentico rimosso, importante, si manifesterebbe comunque come rifiuto, di solito somatizzato; ti si ripropone come il rigurgito di qualcosa di indigesto; altrimenti, vuol dire che quel rapporto è funzionale e in fondo va bene, protegge da qualcosa che si teme di più.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #116
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    E io che pensavo che all’epoca i ragazzi leggessero i giornaletti erotici!
    la lettura era formativa, ma certe ellissi ed ermetismi necessitavano di illustrazioni critiche: il secondo canale glielo feci sulle scale avrebbe potuto risultare poco chiaro a chi mancasse di strumenti critici ed esperienza sentimentale

    Scusa ma che vuol dire che la persona che abbiamo accanto è stata scelta come una sorta di ripiego? Non mi è molto chiara questa cosa del ripiego.

    Solitamente si sceglie di conoscere qualcuno tra le possibilità e le occasioni che si presentano, non la vedo come una sorta di ripiego. È chiaro che possiamo sentirci attratti dall'attore della tv, ma poi non vuol dire che tutti quelli per cui ci sentiamo attratti li si vorrebbe conoscere.
    eh... che significa ? il fatto stesso che tu abbia difficoltà a recepire una circostanza del tutto ovvia, è il sintomo di una rimozione, costruita e potentissima, che altera la realtà:
    l'attore può essere un feticcio distante, ma se frequenti una comitiva in cui istintivamente e chimicamente ti piacciono un paio di uomini già impegnati e altri due che hanno propensioni vistose alla farfalloneria, quando "scegli" uno libero in quel pool di opportunità quei desideri non sono finiti nel nulla; anche perché la monogamia e il rispetto degli altrui impegno sono un costrutto sociale, non una circostanza biologica; anzi...

    esattamente 20 anni fa, ho conosciuto quella che sarebbe stata la mia convivente per 5 anni; un bel rapporto, riuscito direi; ma in quel momento provavo un'attrazione mai sperimentata per una sua amica, inizialmente mi pareva ricambiata; poi deve essere andato storto qualcosa, e in effetti la successive notizie mi rivelavano una personalità piuttosto problematica; due anni dopo mi sono messo con l'amica, ma non ho più sperimentato l'attrazione per la prima, non in quel modo immotivato e istintivo; ho avuto un'esperienza simile, ma preceduta da una frequentazione virtuale piuttosto lunga;
    per dire che:

    Di solito si sceglie la persona con cui condividere un percorso di vita perchè ci piace, stiamo bene insieme e ce ne innamoriamo, per me questo si chiama essere realisti e non sognatori, non considerarlo come un ripiego ma un'occasione.
    due facce della stesa medaglia; quello che chiami "realismo" cos'altro è se non una valutazione economica in cui si prende atto del: desidererei questo, ma non potendolo avere mi accontento dell'opportunità di quest'altro ?

    ma questa cosa ce la raccontiamo male, perché cozza con le favole dei sentimenti assoluti, del romanticismo, ecc... rappresenta un opportunismo dove ci serve rappresentare un'idealità, perché a volte il raffronto coi costi non si gestisce facilmente; anche in una guerra in cui monarchi ed élites si contendono dei privilegi si motivano i soldati con "l'Onore" o la "Patria", anche se in effetti ben poco di quelle cose è destinato a gratificare i poveri soldatini;

    Riguardo alla coppia per funzionare, a mio parere, non deve avere tabù, la comunicazione e il sesso sono indispensabili per un’unione,o una relazione, che duri a lungo nel tempo.
    questa, appunto, è una favoletta da Duepiù
    se ci pensi bene e fai mente locale, la verità in una coppia è - sarebbe - più spesso distruttiva, perché rappresenta tutto ciò che si teme nell'altro; io non andavo certo a dire a B che quando mi avvicinavo a meno di un metro da A mi facevano male le palle, e facevo bene

    i tabù sono essenziali in un rapporto normato, come quello di coppia; come le leggi in uno stato; nella realtà, le coppie che durano di più sono proprio quelle nevrotiche, in cui si stabilisce una relazione di reciproca dipendenza di ruolo, possibile proprio perché entrambi accettano tacitamente con se stessi l'ambivalenza e la latenza; es.: una persona può sentirsi "vittima" di comportamenti prevaricatori, ed effettivamente esserlo, ma in questo modo controllare il partner generando un senso di colpa in quest'ultimo, che lo fa sentire in debito e lo trattiene; a sua volta, il partner potrà trovare questo equilibrio soddisfacente, perché teme partner diversi, più competitivi ed autonomi; entrambi hanno una percezione di controllo e sollievo a fronte di un ignoto che spaventa;

    e non è affatto detto che una figurazione del genere sia patologica; cioè, la nevrosi può essere leggera, ci si può convivere con una certa serenità e convenienza reciproca; se due persone riescono a condividere spazi di intimità per più di sei mesi, in genere sono molto compatibili, sono una coppia vera;

    almeno finché il costrutto della propria identità non si modifica: cioè ci si continua a pensare come la persona che interpreta quel ruolo in modo soddisfacente; per questo di solito l'analisi tende a distruggere le coppie, e spesso si sceglie o si evita anche per questa consapevolezza, dato che l'analista o lo psicologo, se intervengono su una sofferenza vera, cambiano la percezione dell'identità del paziente: non sono quella persona che credi, non voglio più esserlo perché questo mi fa soffrire, perciò ti lascio;
    si possono anche verificare eventi importanti che producono un effetto analogo, lutti, questioni di lavoro, cambiamenti importanti, opportunità o incontri che agiscono da rivelazione di un sé diverso;

    Ti ringrazio, hai chiarito che ci sono due aspetti, uno sociale ed uno individuale, che ci sono anni di studi, ma quali conseguenze concrete sulla vita quotidiana?
    [/QUOTE]
    beh, lo studio descrive; poi produce conseguenze nella misura in cui i risultati entrano a far parte della cultura condivisa, che però ha strade sue per metabolizzare il tutto; tu leggevi Duepiù, ma, in effetti, 30 o 40 anni fa penso che una risicatissima minoranza di maschi italici praticasse il sesso orale, e una ancor più risicata frangia di donne non si vergognava a chiederlo; oggi è l'opposto, ma per via del porno-pop;
    esattamente come il gay Mika che piace alle mamme che lo vedono in tv fa molto di più di tutte le campagne anti-omofobia che si vedono in giro.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #117
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    Avete fatto caso che nelle canzoni non si parla più d'amore da tantissimi anni? Una volta le parole echeggiavano amori passionali, eterei, fortunati, sfortunati, gelosie, attaccamenti, perdite, sogni, deliri, baci, abbracci e via dicendo...Pensate ai grandi successi di Battisti ad esempio, non erano un trionfo di situazioni di coppia di tutti i tipi possibili? A volte con incaxxature delle femministe o rimbrotti degli antenati del politically correct? Io sento che tutto questo un significato profondo a livello sociale ce lo deve avere. Certo, se me lo spiega Axe vado nel pallone e non capisco più una sega (scherzo). Certo, non seguo più un granché la musica attuale, non mi sembra ne valga la pena, però che ne pensate?
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  13. #118
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    Citazione Originariamente Scritto da Turbociclo Visualizza Messaggio
    Avete fatto caso che nelle canzoni non si parla più d'amore da tantissimi anni? Una volta le parole echeggiavano amori passionali, eterei, fortunati, sfortunati, gelosie, attaccamenti, perdite, sogni, deliri, baci, abbracci e via dicendo...Pensate ai grandi successi di Battisti ad esempio, non erano un trionfo di situazioni di coppia di tutti i tipi possibili? A volte con incaxxature delle femministe o rimbrotti degli antenati del politically correct? Io sento che tutto questo un significato profondo a livello sociale ce lo deve avere. Certo, se me lo spiega Axe vado nel pallone e non capisco più una sega (scherzo). Certo, non seguo più un granché la musica attuale, non mi sembra ne valga la pena, però che ne pensate?
    povero Battisti - il mio preferito, genio assoluto: quello si ispirava alla musica nera, Otis Redding, per primo, una roba poco comprensibile nel mondo in cui l'omicida di una donna prendeva 4 o 5 anni con l'attenuante del delitto d'onore, abolita solo nell'81 a te pare un fanatismo da politically correct ante litteram ? a me pare ovvio che le femministe fossero un capellino avvelenate...

    quanto alle canzoni di oggi, sono piene d'amore: metà Sanremo e contest sono un tripudio di promesse: io ci sarò, farò questo e quello, e quando sarai scazzata mi prenderò una scopa nel culo e ti spazzerò la stanza... no, questo è Elio, Servi della gleba
    i maturi, Ramazzotti, Nek, lo stesso Vasco o Ligabue, ognuno a modo proprio, stanno sempre sul pezzo lo stesso; per non parlare delle donne, Paura Lausini per prima; passi una sera con questi in tv e all'indomani devi andare dal dentista per un controllo, che una carie ti è uscita fuori di sicuro

    pure il sei la mia troia del trap, in fondo è canzone d'amore, tradotta e adattata al coronismo tatuato;

    i cantautori più raffinati hanno rimandi più indiretti e delicati, perché ovviamente devono raffrontarsi ad una poetica che chiede un intervento dell'ascoltatore, che elabora, trova il tesoro da sé, tra le righe.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #119
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    Per me il trap è ancora adesso diminutivo di Trapattoni l'allenatore, i trappers compaiono invece nei fumetti di Bleck Macigno, il grande Bleck . Altri non ne voglio conoscere... Battisti cantava "capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi (me fai un po' pena) emozioni... e poi...planando sopra boschi di braccia tese si rischia di essere presi per devoti di Almirante, non sia mai... . Ma insomma, io dagli anni 90 tutto questo amore nelle canzoni italiane non lo vedo più, e se esiste in qualche caso è abbastanza spoetizzante rispetto a prima. Ci siamo inariditi, c'è stata la crisi, la disoccupazione, la svalutazione anche dei sentimenti, se ne è accorto per primo Celentano che appunto non sapeva parlare d'amore. Paura del futuro, rapporti consumati in fretta, falò sui "per sempre" e sui "non lasciarmi solo/a". L'ultima bella canzone d'amore italiana per me risale agli inizi degli anni '90, quando in un Sanremo Aleandro Baldi (cantante privo di vista) e Francesca Alotta cantarono la loro vera storia d'amore in "Non amarmi". Stupendamente vera...
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  15. #120
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    ma che crisi... la mia è acqua fresca; tanto nessuno cambia vita se realizza che ognuno segue percorsi egoistici, in cui la paura sopravanza il desiderio; 99% dei casi si acquisisce solo più pietà per le proprie e altrui debolezze;

    io leggo così anche il Grande Amore, e non per questo smette di essere Grande Amore; razionalizzare certi meccanismi non mi dice nulla che non avessi già "sentito" e accettato; se ci fosse un malessere autentico rimosso, importante, si manifesterebbe comunque come rifiuto, di solito somatizzato; ti si ripropone come il rigurgito di qualcosa di indigesto; altrimenti, vuol dire che quel rapporto è funzionale e in fondo va bene, protegge da qualcosa che si teme di più.
    *

    Vorrei provarla, questa pietà nei confronti di me stessa e degli altri, di cui parli: tu ci riesci? Come l'hai raggiunta? Io credo di no, sono presa da un vortice di analisi e giudizi, quasi sempre negativi.

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