Alcuni giorni fa, nella sezione civile del tribunale di Trieste, durante un’udienza per il divorzio, un uomo si è presentato in aula in bermuda e sandali infradito. Il giudice, Arturo Picciotto, lo ha redarguito e lo ha invitato a ripresentarsi in tribunale vestito in modo adeguato all’istituzione.

“L’apparenza è sostanza" –ha commentato il magistrato- è un modo per rispettare il valore dell’istituzione e l’importanza della funzione del giudice “in nome del popolo italiano”.

Cesare Placanica, presidente della Camera penale di Roma, pretende “che gli imputati e gli avvocati siano vestiti in modo sobrio, che non vuol dire elegante”.
Secondo Placanica più che il dress code (letteralmente “codice di abbigliamento” adatto al contesto), che deve essere decoroso, in tribunale è la toga ad avere un alto valore simbolico: “l’avvocato ha l’obbligo della toga perché fa capire che è nell’esercizio della sua funzione a favore del cliente che assiste”.