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Discussione: Nuove stragi negli USA

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Nuove stragi negli USA

    Le stragi di El Paso e Dayton sono le ultime di una serie che sembra diventare infinita negli USA. Si parla di pena di morte in tutti gli states, di riduzione della possibilità di procurarsi armi (cosa impossibile con i presidenti democratici, figuriamoci con Trump), si conia la definizione di "terrorismo interno". Razzisti, suprematisti, fanatici religiosi, frustrati vari, un campionario di umanità che se vai a vedere gli identikit farebbe impazzire di gioia Lombroso. Perché ciclicamente, in numero tanto consistente, questi atti di follia si verificano proprio negli USA? E' evidente che un certo clima sociale, in qualche modo, favorisce scoppi di violenza così atroci. Il cosiddetto "gun control" come accennavo, sembra nei fatti impossibile, la lobby dei fabbricanti di armi è troppo potente, al di là delle ipocrite promesse di ogni presidente degli ultimi decenni. Passato il clamore delle stragi recenti, affievolito l'impatto emotivo causato dal senso di orrore, tutto sembra dimenticato, fino allo sconvolgimento di una nuova carneficina. Il cittadino continua a reclamare come un diritto il possesso di un'arma e non accetta difficoltà per ottenerla. La cultura della violenza non si spezzerà, così come quel clima di paura e insicurezza sociale nel quale il popolo americano continuerà a vivere.
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  2. #2
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Si chiamano "Le stragi dell'odio". Amok, in gergo criminologico.
    Non c'entra tanto la liberalizzazione delle armi. O meglio, quella comporta una maggiore accessibilità agli strumenti di distruzione.
    Ma alla base c'è l'odio. Un odio sordo e profondo che viene covato e che scava all'interno.
    Chi commette queste stragi sono normalmente persone che hanno accumulato dolori e fallimenti di cui ritengono responsabili gli altri. Persone che sembrano normali ma che in realtà hanno un equilibrio mentale molto fragile. Che ad un certo punto si infrange. La rabbia che viene covata in silenzio ad un certo punto esplode, e scatena una violenza brutale.
    E ovviamente in posti come gli Usa, dove l'utilizzo delle armi è considerato normale. Ma anche dove la vita è alienante, dove la sanità costa e non tutti possono permettersi un aiuto psicologico.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #3
    Gli statunitensi vivono nella convinzione di essere il popolo più civilizzato del mondo. Superbi, ciccioni e arroganti, non si rendono conto di quanto siano ridicoli.

    Poi, un conto è girare armati di una pistola, un altro conto è comprare fucili d'assalto tipo Ak 47, tanto per citare uno dei piu potenti, con caricatori da 32 colpi ciascuno.

    Tanto peggio per loro.
    Bambol utente of the decade

  4. #4
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    All’origine delle stragi c’è indubbiamente l’odio, ed è un problema che va risolto, ma senza pistole facili non ci sarebbero stragi. Così se c’è la persona su mille che odia al punto di arrivare a voler fare una strage, in Italia resta a sognare di farlo, e deve essere aiutato, ma almeno non ucciderà decine di persone che non c’entrano.
    Poi va detto, se si seguono le regole, tenendo le pistole scariche in una cassaforte, dove sta la protezione dai ladri?
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    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  5. #5
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    allora. non è per farla "difficile", ma a mio parere il problema è sempre a livello "legislativo". cioè un problema antitetico rispetto al nostro, italiano. cioè mentre noi in italia abbiamo un numero di leggi e leggine "quasi" infinito, loro in usa non ne hanno quasi nessuna. ad esempio per quanto riguarda la detenzione e l'uso di armi, che vengono vendute in quasi tutti gli stati federati praticamente a chiunque, anche e soprattutto a coloro che hanno qualche "problema" a livello mentale od emotivo. il meccanismo che ovviamente si vuole "favorire" come in un "far/west" d'altri tempi è la "ricattabilità" di coloro che detengono le armi in questione. cioè a dire che dato che tutti possono comprare una pistola e che ovviamente la propaganda ne parla come di un diritto, allora va da sé che se qualcuno fa una strage, perché è quello che succede in quel tipo di situazione, di miseria e di vuoto morale e spirituale, nonché materiale, allora è passibile di essere inserito in un braccio della morte, e così favorire, morendo, la candidatura di qualche governatore, presentato "eventualmente" come "colui che riporta un poco d'ordine nel caos" generato da quel tipo di situazioni. insomma gli usa saranno anche il paese delle libertà, però sta di fatto che tra libertà e arbitrio/assenza di regole, diciamo che si dovrebbe fare qualche distinguo. ma d'altra parte: ognuno in casa sua fa come gli pare...

  6. #6
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Ognuno in casa sua fa come gli pare, il problema nasce quando ci si inserisce con la forza in casa d'altri, fomentando caos, guerre, atti di terrorismo in vista di possibili vantaggi economico-strategici. In questo gli USA non li frega nessuno (ci prova la Francia) fin dai tempi della guerra in Vietnam, quando gridavamo NIXON BOIA! Eh, beata gioventù...
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
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    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
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  7. #7
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    Non confondiamo i governi con i popoli però. A me tra gli Stati Uniti che vanno a fare la guerra a casa altrui e un governo che non riconosce i diritti civili dei propri cittadini non vedo molta differenza e non lascerei che Kim Jong-un facesse “gli affari in casa propria, né credo che John Williamson di Cincinnati abbia responsabilità per quello che fa il suo governo.
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    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Non confondiamo i governi con i popoli però. A me tra gli Stati Uniti che vanno a fare la guerra a casa altrui e un governo che non riconosce i diritti civili dei propri cittadini non vedo molta differenza e non lascerei che Kim Jong-un facesse “gli affari in casa propria, né credo che John Williamson di Cincinnati abbia responsabilità per quello che fa il suo governo.
    Beh, in genere - a parte le dittature- un governo viene scelto dal popolo. E poi certamente Gheddafi (ad esempio) non era uno stinco di santo, ma guarda come hanno ridotto la popolazione USA e francesi per i loro interessi politico-economico-strategici. Gli USA hanno sempre fatto di tutto per intervenire quando gli conveniva, si sono anche inventati le armi chimiche di Saddam...Certamente non hanno fatto un caxxo all'epoca in Ruanda, quando mezza popolazione finì massacrata, ai bambini venivano amputate le mani, ad altri veniva messo il fucile in mano. Lì non c'erano interessi economici in ballo...
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  9. #9
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Ognuno in casa sua fa come gli pare, il problema nasce quando ci si inserisce con la forza in casa d'altri, fomentando caos, guerre, atti di terrorismo in vista di possibili vantaggi economico-strategici. In questo gli USA non li frega nessuno (ci prova la Francia) fin dai tempi della guerra in Vietnam, quando gridavamo NIXON BOIA! Eh, beata gioventù...
    vabbè, noi siamo in Libia con l'ENI e in tanti altri posti; vorremmo di più, ma come colonialisti siamo stati pezzentoni, non più buoni; le presenze francesi e inglesi si avvalgono proprio degli immigrati come ambasciatori, perché in quegli assetti tribali i maggiorenti delle comunità in Francia o UK sono sempre cugini o affini ai capi locali, intermediano contratti, gestiscono la convivenza, a seconda di come funzionano le cose nella nuova patria;

    una cosa che i salvinizzati difficilmente capiscono è questa: una comunità straniera comporta disagi, ma è anche un tramite fondamentale di scambio coi paesi d'origine che, ovviamente, negoziano tutele per la loro gente; altrimenti non si spiegherebbe la persistenza di imprese britanniche e francesi nelle ex-colonie, dove quelli dovrebbero essere solo invisi; al contrario, difficilmente un ras nigeriano potrà non avere un occhio di riguardo per i britannici, con due milioni di compatrioti nell'isola; e così per l'Africa francofona...

    quanto agli USA e le armi, se escludiamo le città molto europeizzate e antropizzate, la mentalità e la psicologia delle province è tradizionalmente condizionata dagli spazi enormi e dall'isolamento; in genere, gli americani non latinos, sono ipersensibili alla questione della distanza sociale, abituati all'estrema diffidenza verso chi si avvicina al loro spazio, il recinto della villetta, il terreno, il territorio;
    il Giappone ha proprio una tradizione opposta, in cui l'estrema densità di popolazione ha limitato la circolazione delle armi da fuoco, e si è prodotto il marzialismo; nel XVII° sec. il Giappone era il produttori di armi da fuoco più sofisticate del mondo; poi, la casta dei samurai ha distrutto l'industria, perché non poteva accettare l'idea che un contadino armato di fucile potesse esercitare un uso della forza pari al loro;

    ma è anche la circostanza di un'altissima densità di popolazione che fa scattare l'inibizione; chi ha a disposizione un'arma, se non è proprio costretto per lavoro - anche qui, non sempre - prima o poi l'occasione per usarla la trova se vive in mezzo a tanta gente, e questo, anche senza statistiche, lo intuiscono un po' tutti.
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #10
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    Ognuno in casa sua fa come gli pare, il problema nasce quando ci si inserisce con la forza in casa d'altri, fomentando caos, guerre, atti di terrorismo in vista di possibili vantaggi economico-strategici. In questo gli USA non li frega nessuno (ci prova la Francia) fin dai tempi della guerra in Vietnam, quando gridavamo NIXON BOIA! Eh, beata gioventù...
    si. allora mi pare che il problema che poni sia "duplice". cioè un problema di denaro e un problema "demografico". il denaro ovviamente, soprattutto se americano, deve avere sempre nuovi mercati a disposizione, se no ne perderebbe l'economia interna. la popolazione poi determina la necessità di eliminare parte delle troppe bocche da sfamare, perché "improduttive". se fai due più due ti rendi conto che la guerra all'estero serve il capitale, perché quest'ultimo per crescere deve avere sempre nuovi mercati da sfruttare, e serve anche a sfoltire la popolazione, per la gran parte della sua componente afroamericana e latina. cioè i non integrati. non da oggi ma da sempre.

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