Ricordo una sbornia colossale a base di ouzo qualche anno fa, nell'isola di Samotracia.
Dopo aver cercato invano un campeggio in quell'isola, aspra e selvaggia se mai ve ne furono, avevamo piantato le tende alla fine di una stradina ripidissima che scendeva al mare e moriva inopinatamente sui sassi neri della riva.
Niente acqua, niente luce, niente di niente. Solo una casetta di pescatori che ci assordavano la sera con un generatore a kerosene, e le poche barche che quelli del paesino in cima alla salita si limitavano a tirare in secca sui sassi.
Poich