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Discussione: Piccoli paragrafi di libri amati...

  1. #346
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Giunto a trent'anni Zarathustra lasci� il suo paese ed il lago natio, e si ritir� sui monti. L�, per dieci anni, senza stancarsi, godette del suo spirito e della sua solitudine. Ma alla fine il suo cuore mut�, e un giorno si alz� con l'aurora, avanz� verso il sole e cos� gli parl�:
    " O astro grande! cosa sarebbe mai la tua gloria se non vi fossero coloro che tu illumini!
    Per dieci anni sei venuto quaggi� nella mia caverna: e certamente ti sarebbero divenuti noiosi la tua luce ed il tuo percorso, senza di me, la mia aquila ed il mio serpente.
    Ma noi ti aspettavamo tutte le mattine, tu ci davi la tua ricchezza e ne ricevevi in cambio le nostre benedizioni!
    Vedi! Sono nauseato della mia saggezza, come l'ape che ha fatto troppa provvista di miele; ho bisogno di mani che si tendano verso di me.
    Io vorrei denaro da elargire, finch� i saggi tra gli uomini si rallegrassero di nuovo della loro follia ed i poveri della loro ricchezza.
    Per giungere a questo debbo discendere: come fai tu quando a sera tramonti dietro il mare e porti la tua luce nel regno dei morti, tu, astro pieno di ricchezza e di vita!
    Io debbo, come te, tramontare, come dicono gli uomini, verso i quali io voglio discendere.
    Perci� benedicimi, occhio tranquillo, che puoi contemplare senza invidia anche una gioia troppo grande!
    Benedici il calice che vuol traboccare, finch� ne scaturisca l'acqua dorata che porti ovunque il riflesso della tua gioia!
    Guarda: il calice vuole di muovo svuotarsi, e Zarathustra vuole di nuovo essere uomo ".
    Cos� cominci� la discesa di Zarathustra.



    Federico Nietzsche............................" Cos� parl� Zarathustra "

  2. #347
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Romeo: "io giuro il mio amore sulla luna." Giulietta: "Non giurare sulla luna, questa incostante che muta di faccia ogni mese, nel suo rotondo andare!"

    William Shakespeare
    dal libro "Romeo e Giulietta"
    amate i vostri nemici

  3. #348
    Opinionista L'avatar di Fleur
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    "Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i pi� saggi possono vedere tutte le conseguenze."

    Da Il Signore degli Anelli, J.R.R.Tolkien

  4. #349
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    Che bello: Finalmente qualcuno che posta in arte, musica, cinema, televisione.....
    Benvenuta Fleur! e grazie.
    amate i vostri nemici

  5. #350
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    Quando il vecchio si fu alquanto ristorato, chiamai Venerd� e gli dimandai se fosse rimasta un po� di acqua; a che avendomi risposto di s�, gli comandai di portarla al povero Spagnuolo, che dovea averne gran bisogno, al pari di suo padre, e recargli anche una delle focacce che mi avea egli stesso portate. Difatti quel malavventurato era in tale stato di debolezza, che erasi gettato sull�erba, all�ombra
    D�un albero, avendo ancora le membra infiammate e dolenti per la ruvida pastoia da cui erano state legate. Quando vidi che all�avvicinarsi di Venerd� ei si era seduto e che avendo bevuto dell�acqua cominciava a mangiar la focaccia, andai a lui per offrirgli un pugno di uva passa. Egli mi guard�, ed il suo sguardo espresse la pi� viva riconoscenza che pu� dipingersi in aspetto umano. Intanto egli era cos� spossato, che non ostante i coraggiosi suoi sforzi, non reggevasi in piedi, quantunque vi si provasse per due o tre volte; ma ci� gli riusciva veramente impossibile per l�enfiagione delle sue gambe. Io l�esortai a starsene riposato, ed ingiunsi a Venerd� di stropicciarlo col rum, nella stessa guisa che avea fatto a suo padre.

    Defoe "Le avventure di Robinson Crusoe"
    amate i vostri nemici

  6. #351
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    IL 24 MAGGIO 1863, una domenica, mio zio, il professor Lidenbrock, rientr� in gran fretta nella sua casetta al N. 19 di Knigstrasse, una delle pi� antiche strade del vecchio quartiere di Amburgo. La brava Marthe dovette credersi molto in ritardo, perch� il pranzo cominciava allora a borbottare sul fornello della cucina. Bene, mi dissi, se lo zio ha fame, si metter� a cacciare urla di disperazione, lui che � sempre cos� impaziente.....

    Inizio di VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA - J.VERNE
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  7. #352
    Opinionista L'avatar di Fleur
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Che bello: Finalmente qualcuno che posta in arte, musica, cinema, televisione.....
    Benvenuta Fleur! e grazie.
    Grazie Conogelato, bentrovato a te

  8. #353
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Altro che bentrovato, cara Fleur, da cono bisogna nascondersi

  9. #354
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    Citazione Originariamente Scritto da Fleur Visualizza Messaggio
    Grazie Conogelato, bentrovato a te
    Ti piace l'Odissea, cara?

    Mentre questo dicevano tra loro, un cane
    che stava l� disteso, alz� il capo e le orecchie.
    Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
    egli stesso allev� e mai pot� godere nelle cacce,
    perch� assai presto part� l'eroe per la sacra Ilio.
    Gi� contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
    lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
    giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
    che presso le porte della reggia era raccolto,
    fin quando i servi lo portavano sui campi
    a fecondare il vasto podere di Odisseo.
    E l� Argo giaceva tutto pieno di zecche.
    E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agit� la coda
    e lasci� ricadere la orecchie; ma ora non poteva
    accostarsi di pi� al suo padrone. E Odisseo
    volse altrove lo sguardo e s'asciug� una lacrima
    senza farsi vedere da Eum�o; e poi cos� diceva:
    " Certo � strano , Eum�o, che un cane come questo
    si lasci abbandonato sul letame. Bello � di forme;
    ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce
    nella corsa, o non era che un cane da convito,
    di quelli che i padroni allevano solo per il fasto ".
    E a lui, cos� rispondevi, Eum�o, guardiano di porci:
    " Questo � il cane d'un uomo che mor� lontano.
    Se ora fosse di forme e di bravura
    come, partendo per Troia, lo lasci� Odisseo,
    lo vedresti con meraviglia cos� veloce e forte.
    Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva
    quando la cacciava, seguendone abile le orme.
    Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria
    � morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti,
    non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi
    senza il comando dei padroni, poi che Zeus
    che vede ogni cosa, leva a un uomo met� del suo valore,
    se il giorno della schiavit� lo coglie ".
    Cos� disse, ed entr� nella reggia incontro ai proci.
    E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni,
    ecco, fu preso dal Fato della nera morte.

    INCONTRO DI ULISSE COL CANE ARGO
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  10. #355
    Libra L'avatar di Neliel*
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    �Sei diventata una sorta di categoria filosofica, ti rendi conto? Appena ti penso mi si solleva una tale quantit� d�interrogativi che mi ci vorrebbero un paio di lauree ad hoc solo per cominciare ad approcciarne qualcuno. Per cui faccio quel che posso. Tocco con mano la mia ignoranza. A forza di soffrire per te ho contratto un debito intellettuale nei confronti del tempo che attraverso. Sono un militante del pensiero critico. Mi attirano i libri che fino a poco tempo fa m�innervosivo solo a leggerne il titolo. Sei compatibile con tutto: con il privato, il pubblico, la politica, l�etica, l�estetica, la religione, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, l�informazione, la tecnologia, la pubblicit� dei pannolini e persino quella delle macchine. Ogni cosa � compromessa con te. E io sono obbligato a speculare su tutto, perch� tutto ti riguarda.
    Sei ovunque, tranne dove vorrei che fossi. Indovina dove.�

    Diego De Silva - "Sono contrario alle emozioni"
    ..Spes ultima Dea..

  11. #356
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    �Una sera di settembre l'Agnese tornando a casa dal lavatoio col mucchio dei panni
    bagnati sulla carriola, incontr� un soldato nella cavedagna. Era un soldato giovane,
    piccolo e stracciato. Aveva le scarpe rotte, e si vedevano le dita dei piedi, sporche,
    color di fango. Guardandolo, l'Agnese si sent� stanca. Si ferm�, abbass� le stanghe.
    La carriola era pesante.�

    Renata Vigan� - L'AGNESE VA A MORIRE
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  12. #357
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    Ci portammo oltre, e de� Ciclopi altieri,
    Che vivon senza leggi, a vista fummo.135
    Questi, lasciando ai Numi ogni pensiero,
    N� ramo, o seme por, n� soglion gleba
    Col vomere spezzar: ma il tutto viene
    Non seminato, non piantato, o arato,
    L�orzo, il frumento, e la gioconda vite,140
    Che si carca di grosse uve, e cui Giove
    Con pioggia tempestiva educa, e cresce.
    Leggi non han, non radunanze, in cui
    [p. 237]

    Si consulti tra lor: de� monti eccelsi
    Dimoran per le cime, o in antri cavi,145
    Su la moglie ciascun regna, e su i figli,
    N� l�uno all�altro tanto o quanto guarda.
    Ai Ciclopi di contra, e n� vicino
    Troppo, n� lunge, un�isoletta siede
    Di foreste ombreggiata, ed abitata150
    Da un�infinita naz�on di capre
    Silvestri, onde la pace alcun non turba:
    Ch� il cacciator, che per burroni e boschi
    Si consuma la vita, ivi non entra,
    Non aratore, o mandr�an, v�alberga.

    ODISSEA (Ulisse approda nella terra dei cicl�pi)
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  13. #358
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Cammina, cammina, cammina, alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all'osteria del Gambero Rosso.

    - Fermiamoci un po' qui, - disse la Volpe, - tanto per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora. A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani, all'alba, nel Campo dei miracoli.

    Entrati nell'osteria, si posero tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito.

    Il povero Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco, non pot� mangiare altro che trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana: e perch� la trippa non gli pareva condita abbastanza, si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato!

    La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei: ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta, cos� dov� contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto. Dopo la lepre si fece portare per tornagusto un cibreino di pernici, di starne, di conigli, di ranocchi, di lucertole e d'uva paradisa; e poi non volle altro. Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.

    Quello che mangi� meno di tutti fu Pinocchio. Chiese uno spicchio di noce e un cantuccino di pane, e lasci� nel piatto ogni cosa. Il povero figliuolo col pensiero sempre fisso al Campo dei miracoli, aveva preso un'indigestione anticipata di monete d'oro.

    PINOCCHIO - carlo lorenzini cap. 13
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  14. #359
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    "Ma forse e' proprio questa l'essenza della vera condizione alto- borghese, la capacita' di aver freddo e di essere luridi con totale naturalezza".
    David Nicholls
    Le domande di Brian

    Molto carino, divertente.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  15. #360
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Attraversai tutta Roma per andare a prendere la strada dietro la basilica di San Paolo che � la pi� corta per Anzio. Alla basilica feci il pieno di benzina e poi mi avviai di gran corsa per la strada. Calcolavo che ci fossero una cinquantina di chilometri, erano le nove e mezzo, saremmo arrivati verso le undici, giusto in tempo per un bagno in mare. La ragazza mi era piaciuta e speravo di fare amicizia: non era gente molto in su, i due uomini sembravano, dall'accento, stranieri, forse rifugiati, di quelli che vivono nei campi di concentramento intorno a Roma. La ragazza, lei, era invece italiana, anzi romana, ma, anche lei, roba da poco: mettiamo che fosse cameriera o stiratrice o qualche cosa di simile. Pensando queste cose, tendevo l'orecchio e udivo, dentro la macchina, la ragazza e il bruno chiacchierare e ridere. Soprattutto la ragazza rideva, perch�, come avevo gi? notato, era alquanto sguaiatella e scivolosa, proprio come una serpicciola ubriaca. Il biondo, a quelle risate, raggrinzava il naso sotto gli occhiali neri da sole, ma non diceva nulla, neppure si voltava. Ma � vero che gli bastava alzare gli occhi verso lo specchietto, sopra il parabrise, per vedere benissimo che cosa succedeva dietro di lui. Passammo i Trappisti, l'E 42, tirammo tutto di un fiato fino al bivio di Anzio. Qui rallentai e domandai al biondo vicino a me dove precisamente volessero essere portati. Lui rispose: "Un luogo tranquillo dove non ci sia nessuno... vogliamo star soli." Io dissi: "Qui ci sono trenta chilometri di spiaggia deserta... siete voi che dovete decidere." La ragazza, da dentro la macchina, grid�: "Lasciamo decidere a lui." Risposi: "Io che c'entro?" Ma la ragazza continuava a gridare: "Lasciamo decidere a lui." e rideva come se la frase fosse stata molto comica. Io allora dissi: "Il Lido di Lavinio � molto frequentato... ma io vi porter� in un posto non lontano dove non c'� anima viva." Queste mie parole fecero ridere di nuovo la ragazza che, da dietro, mi batt� la mano sulla spalla dicendo: "Bravo... sei intelligente... hai capito quello che volevamo." Io non sapevo che cosa pensare di queste maniere, un po' mi seccavano, un po' mi facevano sperare. Il biondo taceva, fosco, e alla fine disse: "Pina, mi sembra che non ci sia niente da ridere." Cos� riprendemmo la corsa.

    MORAVIA - RACCONTI ROMANI
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