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Discussione: Piccoli paragrafi di libri amati...

  1. #361
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Faceva la quarta elementare. Era un grazioso fiorentino di dodici anni, nero di capelli e bianco di viso, figliuolo maggiore d�un impiegato delle strade ferrate, il quale, avendo molta famiglia e poco stipendio, viveva nelle strettezze. Suo padre lo amava ed era assai, ed era buono e indulgente con lui: indulgente in tutto fuorch� in quello che toccava la scuola: in questo pretendeva molto e si mostrava severo perch� il figliuolo doveva mettersi in grado di ottener presto un impiego per aiutar la famiglia; e per valer presto qualche cosa [p. 66]gli bisognava faticar molto in poco tempo. E bench� il ragazzo studiasse, il padre lo esortava sempre a studiare. Era gi� avanzato negli anni, il padre, e il troppo lavoro l�aveva anche invecchiato prima del tempo. Non di meno, per provvedere ai bisogni della famiglia, oltre al molto lavoro che gl�imponeva il suo impiego, pigliava ancora qua e l� dei lavori straordinari di copista, e passava una buona parte della notte a tavolino. Da ultimo aveva preso da una Casa editrice, che pubblicava giornali e libri a dispense, l�incarico di scriver sulle fasce il nome e l�indirizzo degli abbonati, e guadagnava tre lire per ogni cinquecento di quelle strisciole di carta, scritte in caratteri grandi e regolari. Ma questo lavoro lo stancava, ed egli se ne lagnava spesso con la famiglia, a desinare. � I miei occhi se ne vanno, � diceva, � questo lavoro di notte mi finisce. � Il figliuolo gli disse un giorno: � Babbo, fammi lavorare in vece tua; tu sai che scrivo come te, tale e quale. � Ma il padre gli rispose: � No figliuolo; tu devi studiare; la tua scuola � una cosa molto pi� importante delle mie fasce; avrei rimorsi di rubarti un�ora; ti ringrazio, ma non voglio, e non parlarmene pi�.

    Il figliuolo sapeva che con suo padre, in quelle cose, era inutile insistere, e non insistette. Ma ecco che cosa fece. Egli sapeva che a mezzanotte in punto suo padre smetteva di scrivere, e usciva [p. 67]dal suo stanzino da lavoro per andare nella camera da letto. Qualche volta l�aveva sentito: scoccati i dodici colpi al pendolo, aveva sentito immediatamente il rumore della seggiola smossa e il passo lento di suo padre. Una notte aspett� ch�egli fosse a letto, si vest� piano piano, and� a tentoni nello stanzino, riaccese il lume a petrolio, sedette alla scrivania, dov�era un mucchio di fasce bianche e l�elenco degli indirizzi, e cominci� a scrivere, rifacendo appuntino la scrittura di suo padre. E scriveva di buona voglia, contento, con un po� di paura, e le fasce s�ammontavano, e tratto tratto egli smetteva la penna per fregarsi le mani, e poi ricominciava con pi� alacrit�, tendendo l�orecchio, e sorrideva. Centosessanta ne scrisse: una lira! Allora si ferm�, rimise la penna dove l�aveva presa, spense il lume, e torn� a letto, in punta di piedi.

    CUORE - DE AMICIS (IL PICCOLO SCRIVANO FIORENTINO)
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  2. #362
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    �Me ne sono accorto da quando sono arrivato a Milano con i tifosi. Quando Massimo Moratti mi ha accolto nel suo ufficio o alla Terrazza Martini in un giorno di temporale; l� mi aspettavano Bergomi e Facchetti. Ho capito che iniziava una nuova vita�.

    JAVIER ZANETTI - GIOCARE DA UOMO
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  3. #363
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    E infine, si sa che sono qui di passaggio, e fra qualche settimana non ne rimarr� che un pugno di cenere in qualche campo non lontano, e su un registro un numero di matricola spuntato. Bench� inglobati e trascinati senza requie dalla folla innumerevole dei loro consimili, essi soffrono e si trascinano in una opaca intima solitudine, e in solitudine muoiono o scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno...

    SE QUESTO E' UN UOMO - Primo Levi
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  4. #364
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    Ecco che cos'� difficile in quest'epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che gi� vengono colpiti e completamente devastati dalla realt� pi� crudele. E' molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perch� sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perch� credo tuttora alla bont� dell'uomo.
    Mi � proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre pi� forte il rombo che si avvicina, che uccider� anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto torner� a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finir�, e che nel mondo torneranno tranquillit� e pace. Nel frattempo devo conservare i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare!

    ANNA FRANK - DIARIO
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  5. #365
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    �Nel buio totale dietro i miei occhi chiusi, quella piccola pallida luce continu� a vagare molto a lungo, come uno spirito inquieto. In quel buio provai molte volte ad allungare la mano. Le mie dita per� non incontravano niente. Quella piccola luce era sempre un po' pi� avanti delle mie dita�.

    Norwegian Wood
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  6. #366
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    Ormai tutti e due i pneumatici sul lato destro avevano ceduto, e la DS poggiava sui cerchioni. Ducret mormor� all'autista qualche pacata parola di congratulazione, poi s'incarico di provvedere a sgomberare la zona. Mentre i giornalisti di tutto il mondo commentavano l'attentato e, in mancanza di meglio, riempivano di congetture le colonne dei giornali, la polizia francese, con la S�ret� Nationale in testa e l'appoggio del Servizio segreto e della Gendarmerie, iniziava la pi� grande operazione poliziesca della storia di Francia. Ben presto doveva trasformarsi nella pi� colossale caccia all'uomo che il paese avesse mai conosciuto, superata soltanto in seguito dalla caccia a un altro assassino. La storia di quest'ultimo rimane avvolta nel mistero, ma negli archivi della polizia esiste ancora una scheda con il suo nome di battaglia: lo Sciacallo. La prima occasione favorevole si present� il 3 settembre e, come capita spesso durante le operazioni di polizia, fu un banale controllo a dare dei risultati. A un posto di blocco alla periferia di Valence, sulla strada principale da Parigi a Marsiglia, gli agenti fermarono un'automobile privata con quattro uomini a bordo. Quel giorno, di auto ne avevano fermate a centinaia per controllare i documenti, ma in questo caso particolare uno dei quattro passeggeri ne risult� sprovvisto. Disse di averli perduti, e fu portato a Valence con gli altri tre per l'interrogatorio di prammatica. A Valence si pot� stabilire che tra i primi tre passeggeri e il quarto non esistevano rapporti di alcun genere: gli avevano soltanto offerto un passaggio. Vennero quindi rilasciati. Le impronte digitali del quarto uomo furono mandate a Parigi, per verificare che fosse davvero chi diceva di essere. Dodici ore dopo arriv� la risposta: le impronte digitali erano quelle di un disertore della Legione straniera, ventiduenne, e a suo carico c'erano alcune violazioni del codice militare. Tuttavia, il nome che lui aveva dato coincideva: Pierre-Denis Magade. Magade fu condotto alla sede centrale della Police Judiciaire di Lione.

    IL GIORNO DELLO SCIACALLO - F.Forsyte
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  7. #367
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    Mentre questo dicevano tra loro, un cane
    che stava l� disteso, alz� il capo e le orecchie.
    Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
    egli stesso allev� e mai pot� godere nelle cacce,
    perch� assai presto part� l'eroe per la sacra Ilio.
    Gi� contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
    lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
    giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
    che presso le porte della reggia era raccolto,
    fin quando i servi lo portavano sui campi
    a fecondare il vasto podere di Odisseo.
    E l� Argo giaceva tutto pieno di zecche.
    E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agit� la coda
    e lasci� ricadere la orecchie; ma ora non poteva
    accostarsi di pi� al suo padrone. E Odisseo
    volse altrove lo sguardo e s'asciug� una lacrima
    senza farsi vedere da Eum�o; e poi cos� diceva:
    " Certo � strano , Eum�o, che un cane come questo
    si lasci abbandonato sul letame. Bello � di forme;
    ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce
    nella corsa, o non era che un cane da convito,
    di quelli che i padroni allevano solo per il fasto ".
    E a lui, cos� rispondevi, Eum�o, guardiano di porci:
    " Questo � il cane d'un uomo che mor� lontano.
    Se ora fosse di forme e di bravura
    come, partendo per Troia, lo lasci� Odisseo,
    lo vedresti con meraviglia cos� veloce e forte.
    Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva
    quando la cacciava, seguendone abile le orme.
    Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria
    � morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti,
    non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi
    senza il comando dei padroni, poi che Zeus
    che vede ogni cosa, leva a un uomo met� del suo valore,
    se il giorno della schiavit� lo coglie ".
    Cos� disse, ed entr� nella reggia incontro ai proci.
    E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni,
    ecco, fu preso dal Fato della nera morte.

    Il cane di Odisseo - (Odissea libro XVII, versi 290-329)
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  8. #368
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    Il lupo dimorer� insieme con l'agnello,
    la pantera si sdraier� accanto al capretto;
    il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
    e un fanciullo li guider�.
    La vacca e l'orsa pascoleranno insieme;
    si sdraieranno insieme i loro piccoli.
    Il leone si ciber� di paglia, come il bue.
    Il lattante si trastuller� sulla buca dell'aspide;
    il bambino metter� la mano nel covo di serpenti velenosi.
    Non agiranno pi� iniquamente n� saccheggeranno
    in tutto il mio santo monte,
    perch� la saggezza del Signore riempir� il paese
    come le acque ricoprono il mare.

    PROFETA ISAIA cap. 11
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  9. #369
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    �Come l'esperienza insegna l'assenza del padre provoca squilibri psicologici e morali� soprattutto l� dove le condizioni sociali e culturali spingono facilmente il padre a un certo disimpegno rispetto alla famiglia o comunque a una sua minor presenza nell'opera educativa, � necessario adoperarsi perch� si recuperi socialmente la convinzione che il posto e il compito del padre nella e per la famiglia sono di un'importanza unica e insostituibile�

    GIOVANNI PAOLO II. L'uomo sposo e padre cap. 25
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  10. #370
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    Luned� 9 aprile, giorno nel quale il Carmelo celebrava la festa dell'Annunciazione, rimandata a causa della quaresima, fu scelto come data del mio ingresso. La sera avanti tutta la famiglia era riunita intorno alla tavola alla quale io sedevo per l'ultima volta. Ah, come sono lancinanti quelle riunioni intime! Quando si vorrebbe vedersi dimenticate, ci vengono prodigate le carezze, le parole pi� tenere, che ci fanno sentire il sacrificio della separazione. Pap� non diceva quasi nulla, ma il suo sguardo si fissava su me con amore. La zia piangeva di quando in quando, e lo zio mi usava mille premure affettuose. Giovanna e Maria erano altrettanto piene d� riguardi per me, soprattutto Maria la quale, prendendomi in disparte, mi chiese perdono dei dispiaceri che credeva di avermi dati. E infine la mia cara Leonia, tornata a casa da qualche mese dalla Visitazione, mi colmava pi� ancora di baci e di carezze. Soltanto di Celina non ho parlato, ma lei intuisce, Madre mia cara, in quale modo trascorse l'ultima notte che abbiamo passata insieme...

    THERESE DE LISIEUX - Storia di un'anima
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  11. #371
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    Muhammad Ali � pronto a riscrivere la storia del pugilato.
    Nessuno crede possa farcela. Neppure i Mussulmani Neri. L�America non ama Sonny Liston, ma non pensa che quel giovanotto dalla lingua lunga e dallo sguardo da folle possa spazzarlo via. C�� voglia di normalit� nell�anima tranquilla degli Stati Uniti. I neri stanno svegliandosi, rivogliono quello che � stato loro tolto. I sit-in studenteschi di Nashville, le Freedom Rides, la grande marcia dei duecentomila su Washington, le proteste studentesche in Georgia. E adesso anche lo sport. Un ex carcerato campione dei massimi e un giovane pazzo pronto a sfidarlo. Non c�� pace per l�America.
    Clay ha abbracciato la causa del popolo nero. Ma l�uomo di cui si fida di pi� � un bianco, un oriundo calabrese. Il suo manager � nato a Philadelphia e ha guidato al titolo Carmen Basilio. Angelo Mirena, in arte Dundee, � figlio di emigranti che parlano meglio il dialetto che l�inglese. Il pap� viene dalla Calabria e asfalta le strade, la mamma � casalinga. Lui � nato nel 1923 a South Philadelphia, al numero 829 di Morris Street. Una zona piena di italiani. Sette figli, pi� due morti nell�epidemia di diarrea che nel 1917 ha fatto un�autentica strage. In casa Mirena la tradizione � quella del nostro Paese, scandita dallo stesso men� per tutte le settimane dell�anno.
    Luned�: carne e patate; marted�: spaghetti con rag� di polpette;mercoled�: piselli, riso, verdure; gioved�: pasta; venerd�: pesce; sabato: sandwich; domenica: pranzo pieno con tre portate, pi� la frutta. E per bere, in tavola c�� il vino che il pap� produce in proprio. Ogni pasto � introdotto dallo stesso rito. Il padre dice che i ragazzi devono portare rispetto alla fatica della mamma. In altre parole devono mangiare. �Mange, mange� sono le parole con cui si chiude sempre il piccolo sermone.
    Il manager di Clay ha origini italiane. Il pi� grande amico � un fotografo cristiano, Howard Bingham. Il confidente, giullare, motivatore � un ebreo integrazionista, Bundini Brown. Un clan perfetto.

    MUHAMMAD ALI' - IL PIU' GRANDE
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  12. #372
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    �Come fa un uomo ad affermare il suo potere su un altro uomo, Winston? �
    Winston ci pens� un po� su. � Facendolo soffrire � disse infine.
    � Esattamente. Facendolo soffrire. L�obbedienza non basta. Se non soffre, come si fa a essere sicuri che egli non obbedisca alla sua volont�, anzich� alla tua? Il potere consiste appunto nell�infliggere la sofferenza e la mortificazione. Il potere consiste nel fare a pezzi i cervelli degli uomini e nel ricomporli in nuove forme e combinazioni di nostro gradimento. Riesci a vedere, ora, quale tipo di mondo stiamo creando? Esso � proprio l�esatto opposto di quella stupida utopia edonistica immaginata dai riformatori del passato. Un mondo di paura, di tradimenti e di torture, un mondo di gente che calpesta e di gente che � calpestata, un mondo che diventer� non meno, ma pi� spietato, man mano che si perfezioner�. Il progresso, nel nostro mondo, vorr� dire soltanto il progresso della sofferenza. Le civilt� del passato pretendevano di essere fondate sull�amore e sulla giustizia. La nostra � fondata sull�odio. Nel nostro mondo non vi saranno altri sentimenti oltre la paura, il furore, il trionfo, e l�automortif�cazione. Tutto il resto verr� distrutto, completamente distrutto. Gi� stiamo abbattendo i residui del pensiero che erano sopravvissuti da prima della Rivoluzione. Abbiamo abolito i legami tra figli e genitori, tra uomo e uomo, e tra uomo e donna. Nessuno ha il coraggio di fidarsi pi� della propria moglie, del proprio figlio; nel futuro non ci saranno ne mogli, n� amici. I bambini verranno presi appena nati alle loro madri cos� come le uova vengono sottratte alle galline. L�istinto sessuale verr� sradicato. La procreazione diventer� una formalit� annuale come il rinnovo della tessera annonaria. Noi aboliremo lo stesso piacere sessuale. I nostri neurologi stanno facendo ricerche in proposito. Non esister� pi� il concetto di lealt�, a meno che non si tratti di lealt� verso il Partito. Non ci sar� pi� amore eccetto l�amore per il Gran Fratello. Non ci sar� pi� il riso, eccetto il riso di trionfo su un nemico sconfitto. Non ci sar� pi� arte, pi� letteratura, pi� scienza. Una volta onnipotenti, non avremo pi� alcun bisogno della scienza. Non ci sar� pi� alcuna distinzione tra la bellezza e la bruttezza. Non vi sar� pi� alcun interesse, pi� alcun piacere a condurre l�esistenza. Le soddisfazioni che derivano dallo spirito di emulazione non esisteranno pi�. Ma ci sar� sempre, intendimi bene, Winston, l�ubriacatura del potere, che crescer� e si perfezioner� costantemente e costantemente diverr� pi� raffinata e sottile. Sempre, a ogni momento, ci sar� il brivido della vittoria, la sensazione di vivido piacere che si ha nel calpestare un nemico disarmato. Se vuoi un simbolo figurato del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano� per sempre.�

    -1984-
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  13. #373
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    Agghiacciante. Ed assolutamente profetico.
    amate i vostri nemici

  14. #374
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    La domenica appresso furon celebrate nel maniero di don Rodrigo, adesso appartenente al marchese di Cognac Martell, le nozze di Renzo con Lucia, per le quali tanto inchiostro fu speso, e tanti imbrogli furono architettati, ma che alfin si conclusero in letizia, e tutti ci trovarono il lor tornaconto, tranne i poveri morti, che per� stanno meglio di noi.

    Da quel momento, tutto si mise a filare come sopra due rotaie. Coloro che avevano avuta la peste, ora crepavano di salute; chi n'era uscito immune sperava di procurarsela, poich� la peste, come si � dimostrato, porta fortuna. Ma, passata la festa gabbato lo santo, dice un vecchio proverbio; e la peste quando ha deciso di andarsene, non la si riacchiappa nemmeno ad inseguirla con un motore a valvole in testa. Siccome poi scrittori hanno presa l'abitudine di descriverla, e ci appioppano tante frottole da screditare una delle malattie pi� simpatiche, � bene che la peste si lasci un po' desiderare, e non si faccia descrivere pi� d'una volta per secolo. Quanto a Lucia, con l'andar degli anni divenne un po' troppo rotonda, e non era pi� la forosetta che faceva sdilinquir di madrigali in carta monetata gli amici di donna Prassede, nella casa di via Tadino. Era per� sempre un bel tocco di brianzolarda, e, quando le domandavano se avesse trovata la felicit� vicino al suo Renzo, ella rispondeva con un sospiro: �Ah, mon Dieu!...�.

    Siccome, tra i suoi conoscenti, non v'era nessuno che intendesse le lingue forestiere, Lucia, sempre arrendevole di carattere, si dava a spiegare quel che aveva inteso dire con quella frase in purissimo �argot�.

    E diceva: - Il mio Renzo non � certo uno stinco di santo; ma chi mi dice che un altro non sarebbe ancor peggio? E perch� lamentarsi? perch� arrabbiarsi?... La vita � breve...

    Questa conclusione, bench� trovata da una semplice donna leccobarda, che forse non aveva il cervello di Leonardo da Vinci, a noi � parsa cos� giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia.

    La quale, se non v'� dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, e anche un pochino a chi l'ha raccomodata.

    Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'� fatto apposta.

    PROMESSI SPOSI - MANZONI - capitolo finale
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  15. #375
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    �So che nessuno degli eroi mortali, venendomi innanzi,
    potr� superarmi con la lancia,
    seppure abbia in petto un cuore intrepido,
    o abbia il cuore assai forte o sia fatto di bronzo.
    Sempre di nascosto i vili tendono insidie ai pi� gloriosi.
    Dunque venga innanzi, ancorch� si glori di essere un dio
    Adirato con i Danai, giacch� il cuore mi dice
    che � Apollo costui dalla funesta oscurit� avvolto.
    Cos� infatti mia madre un tempo predisse:
    che perito sarei sotto i suoi dardi
    dinanzi alle porte Scee. Il suo parlare non fu vano�.
    Cos� parl� e con le implacabili mani il funesto dardo
    Estrasse dall�incurabile ferita donde il sangue
    Still�, mentre quello era sfinito e il fato ne domava l�animo.
    Con ira gett� il dardo che, prontamente giungendo,
    le Aure portarono via nell�aere e lo diedero ad Apollo,
    allorch� tornava nella divina piana di Zeus. Non era lecito
    che un dardo immortale scagliato da un dio venisse perduto.
    Dopo averlo ripreso, il dio torn� nel vasto Olimpo,
    al concilio degli altri dei immortali, dove
    insieme si adunavano intenti a rimirare la battaglia dei mortali.�

    Morte di Achille ILIADE - OMERO
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