Ero sull'orlo del suicidio da "sono-single-proprio-il-giorno-di-san-valentino", quando un amico (o angelo consolatore che dir si voglia) mi ha consigliato di leggere questo articolo del Corriere su San Valentino, di Maria Laura Rodotà... e mi è tornato il sorriso!
Lo posto qui, così si ride tutti insieme, single o accoppiati che siate...!
Modesta anzi onesta proposta: chi è in coppia—legalmente, ufficialmente, ufficiosamente, eterosessualmente e non—dovrebbe accettare la realtà ed equiparare San Valentino al Capodanno; e al Natale se non si è cristiani/e. Come le festività di fine dicembre, San Val è una ricorrenza imposta e commercializzata, anzi meglio imposta perché commercialmente fruttuosa; come il Capodanno, è temuta quando non aborrita dai più, e dalle più; ma quando non viene onorata provoca tristezze e arrabbiature; delle più, soprattutto. I più di sesso maschile ne sono imbarazzati, quasi sempre. E credono/fingono di credere alle invettive anti-San Val delle più con cui sono sposati-fidanzati-amanti. Le quali, appena il loro bar di riferimento comincia a riempirsi di cuori con cioccolatini, iniziano a lamentarsi per l’idiozia della pseudofestività; per la zuccherosa falsità dei doni e dei passatempi proposti, per l’affollamento dei ristoranti la sera del 14 febbraio (alcuni obbligano a scegliere il menu San Valentino, poi, gravissimo).
Attenzione: le invettive sono sincere. La maggioranza delle accoppiate detesta San Val quanto i loro compagni (poi ci sono i maschi romantici, generalmente fidanzati per masochismo con donne o uomini che non vogliono festeggiare il 14/2; e anche questo è un problema). Però la stessa maggioranza ha il solito problema che affligge molte donne italiane e non nei loro rapporti col mondo esterno: spiccata capacità di espressione unita a scarsa capacità di comunicazione dei propri veri desideri/aspirazioni/ progetti; per timidezza, insicurezza, mancanza di assertività, quel che è. Il tutto produce un equivoco: la controparte si convince (senza troppo pensarci) che non si debba festeggiare San Val, e si comporta di conseguenza. Questo comportamento può produrre: (a) muta delusione; (b) muta delusione seguita da crisi di nervi dopo una giornata passata ad attendere qualche segnale romantico (la crisi avviene in genere quando alle 23 del 14/2 l’altro sta guardando Porta a Porta); (c) minacce in zona Cesarini la mattina del 14/2, seguite da inutile tentativo di prenotare un ristorante decente, amnesia sul fioraio, patetico acquisto alle 20.48 di un tubo di Baci Perugina nel bar sotto casa.
Le principianti, le finte dure e le Pazienti Griselde passano San Val così. Donne più rompiballe sanno prevenire, invece. Mandano segnali (direttive, in realtàdai primi di gennaio; durante certe cupe serate casalinghe nei giorni della Merla cominciano a suggerire il locale giusto per la serata di San Val, di lì a venti giorni (poi discretamente prenotano). Verso l’otto febbraio tentano un’operazione di distacco ironico e spiegano che i cuori con le praline sono un’imperdibile oggetto kitsch.Aquel punto, se il 13 febbraio colui/lei che ha ricevuto tutti questi messaggio non ha già chiuso la trattativa col fioraio, quel lui/lei è, si direbbe a Roma, di coccio. Ma la rompiballe, se è accorta e/o veterana di molti 14/2, a quel punto può: (a) incassare il successo complessivo e lasciar correre; (b) sfruttare i venditori di rose nei ristoranti puntando alla mezza dozzina. C’è chi si arrabbia per assenza di rose, ma così si litiga e basta.
E in effetti: litigare è una delle principali occupazioni la sera di San Val, così come deprimersi lo è la notte di Capodanno. C’è sempre qualcosa di sbagliato: l’uno non ha fatto abbastanza o non è abbastanza romanticamente motivato, l’altra si innervosisce o non premia lo sforzo compiuto, ecc. Per fortuna, si è appreso, qualche donna si può consolare con i seduttori/profittatori del San Val. Si appostano nei locali, quando esplode una lite e il fidanzato va platealmente via, si avvicinano alla donna abbandonata.Loha raccontato un regolare del forum Avanti Pop del Corriere.it e garantisce buoni risultati. Possono provare anche le donne singole, se trovano la forza interiore di sedersi da sole in ristorante o pub il 14/2, e se riescono a prenotare.
Per cui: facciamoci coraggio.A Natale abbiamo comprato regali per zie antipatiche; a Capodanno ci siamo costretti a mangiare lenticchie con amici nervosi; a San Valentino esorcizziamo la ricorrenza facendo tutto secondo copione american-consumista: fiori, cuori, tubi, bigliettini, menu fregatura. Senza trascurare niente. Se si finisce presto, si riuscirà a tornare a casa in tempo per Porta a Porta. Sarà già scattata la par condicio, però magari si ride lo stesso. Ebuon San Valentino a tutti; chi non lo festeggia perché al momento è solo/a pensi perlomeno che si è risparmiato (risparmiata) la fatica.
Maria Laura Rodotà
http://www.corriere.it/Speciali/Extr...no/index.shtml
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Originariamente Scritto da j4d3
