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Risultati da 151 a 165 di 306

Discussione: Ritorno all'Eden.

  1. #151
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Nel vangelo di Giovanni, infatti, sparisce del tutto il concetto del ritorno imminente di Gesù. Il giudizio finale viene spostato in una imprecisata "fine dei tempi", e il Regno di Dio che Paolo pensava dovesse essere instaurato qui sulla Terra da Gesù-Messia, venne sopsato nel'aldilà dopo la morte.

    Il vangelo di Giovanni racconta una "parola di Dio" ben diversa dagli altri 3 sinottici (che furono scritti quando ancora le idee di Paolo erano ritenute valide). E venne scritto proprio per rispondere alla delusione che nacque nel constatare che il ritorno imminente di Gesù non ci fu. Et voilà. L'autore del vangelo di Giovanni spostò il Regno (che Paolo aveva teorizzato qui sulla Terra con la seconda venuta del Messia) nell'aldilà dopo la morte. Una azione di restyling dovuta al fatto che Gesù non si era fatto vedere come, invece, Paolo aveva promesso .

    Tutto questo senza considerare gli altri 6 vangeli "non canonici" che raccontano "parole di dio" ancora diverse (vedi gnosticismo).

    Vabbè. C'est la vie.
    Siccome pure l'Apocalisse venne scritta da Giovanni, lì si parla del regno millenario di Cristo in Terra e dell'instaurazione del paradiso terrestre e dell'inferno terrestre, dopo un giudizio finale.

    Quanto agli altri Vangeli raccontano altre cose, che non smentiscono i Vangeli canonici, perché sicuramente di cose Gesù ne disse tante.
    L'importante è che non vi sia conflitto tra i Vangeli canonici e quelli "apocrifi". Io il conflitto non l'ho trovato. I primi sono diretti alla massa delle persone, i secondi - alcuni almeno - approfondiscono molto il discorso spirituale e raccontano particolari non presenti nei primi.
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  2. #152
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    Ti rispondo per quello che so... e tu ben sai come, scavando, ti perdi in questo labirinto scritturale.
    Tutto molto interessante. Grazie fratello.

    Più che altro è utile per capire che la cosiddetta "parola di dio" altro non sono che testi umani che risentono del contesto storico e culturale nel quale sono nati.
    Spesso noi, purtroppo, leggiamo la Bibbia come se fosse stata scritta in un giorno e i concetti fossero tutti coerenti tra loro.
    Non è così, ovviamente.
    Esistono profonde contraddizioni tra i vari testi.
    Ciò non deve sorprendere. E' legato al fatto che nel momento storico in cui è stato scritto il testo A si aveva una certa visione del mondo.
    Nel momento storico in cui è stato scritto il testo B, magari 100 o mille anni dopo, le condizioni storiche e culturali in cui viveva il popolo ebraico erano diverse. Nascevano quindi nuove "visioni del mondo", che spesso e volentieri erano in contraddizione con quelle dei testi precedenti o, semplcemente, sposavano altre idee e altri concetti.
    Il risultato fu che nella palestina del I secolo, tutte queste varie credenze che si erano stratificate nel corso dei millenni nella Bibbia, avevano dato orgine a un guazzabuglio di "credenze" nelle quali c'era tutto e il contrario di tutto.

    Dai vangeli emerge chiaramente questo caos dottrinale nel I secolo. C'era chi pensava che il male fosse una punizione per il peccato (cieco nato: chi ha peccato, lui o i suoi genitori?), ma contemporaneamente c'era la credenza che il male fosse opera di Satana (innumerevoli, nei vangeli, i racconti delle guarigioni di indemoniati che a causa dei demoni manifestavano varie patologie...vedi anche le tentazioni di Gesù nel deserto). E poi c'erano i sadducei che non credevano alla resurrezione dei morti e c'erano i farisei che invece ci credevano (e Paolo, come hai giustamente sottolineato, era un fariseo). C'era il messianismo inteso in senso di guerra armata (il Messia avrebbe guidato un esercito contro le forze del male e di Satana, cioè i romani) e c'era un messianismo apocalitticista che pensava che la vittoria sul male sarebbe stata operata direttamente da Dio (col giudizio universale) e che poi sarebbe arrivato il Messia che avrebbe instaurato il nuovo Regno.
    La palestina del I secolo era un guazzabuglio di "fedi" e di sette: sadducei, farisei, zeloti, esseni.
    E c'era una forte attesa messianica (cioè del Messia), poichè israele era sotto il dominio romano e il popolo attendeva un liberatore.

    E in questo contesto storico si inserì il Gesù "storico", quello vero. Quello che ha camminato in Palestina, che è stato catturato dai romani ed è stato crocifisso perchè
    si era dichiarato Messia. Del Gesù "storico", quello vero, sappiamo poco o nulla. Non ha lasciato testi scritti. Non sappiamo cosa fece realmente, cosa disse, cosa volesse fare. Sappiamo che si era dichiarato Messia, come altri dopo di lui in quel contesto storico di lotta all'occupazione romana. Ma non conosciamo la sua vera vicenda storica.
    Conosciamo solo ciò che i suoi seguaci hanno scritto di lui...e pure parecchi anni dopo. Le lettere di Paolo vennero scritte dai venti ai trenta anni dopo la morte di Gesù. Il vangelo di Marco, il più antico, venne scritto intorno al 70dc (subito dopo la distruzione di Gerusalemme ad opera di Tito)...circa 40anni dopo la morte di Gesù e dopo che Paolo e Pietro erano morti.
    Il vangelo di Giovanni venne scritto intorno al 100dc.

    E siamo sempre lì. I vangeli sono dei "documenti storici" (abbiamo le copie più antiche che risalgono al II o III secolo), ma non sono dei "resoconti storici".
    Il Gesù presentato nei vangeli e tutti i suoi discorsi contenuti nei testi sono il risultato della visione "teologica" che gli autori avevano elaborato su Gesù e che avevano in testa loro. La frasi messe in bocca a Gesù nei vangeli non sono le esatte parole del Gesù "storico" (non c'erano cronisti o giornalisti all'epoca dei fatti e non esistevano nè televisioni nè registratori portatili), ma sono la trasposizione della visione teologica degli autori che hanno inventato i dialoghi per evidenziare e trasmettere la loro visione teologica...la loro "intepretazione" della vita di Gesù.

    Questo è più o meno il contesto.
    E chi si avvicina alla cosiddetta "parola di dio" dovrebbe sempre tenerne conto.
    Confondere i vangeli con dei "fedeli resoconti storici" è una follia, voluta e avallata dai preti. Che presentano i testi come se fossero dei "resoconti storici", INGANNANDO la gente che a furia di sentirsi ripetere le stesse cose alla fine finisce per crederci davvero.
    Lo stagista.
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  3. #153
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Siccome pure l'Apocalisse venne scritta da Giovanni, lì si parla del regno millenario di Cristo in Terra e dell'instaurazione del paradiso terrestre e dell'inferno terrestre, dopo un giudizio finale.

    Quanto agli altri Vangeli raccontano altre cose, che non smentiscono i Vangeli canonici, perché sicuramente di cose Gesù ne disse tante.
    L'importante è che non vi sia conflitto tra i Vangeli canonici e quelli "apocrifi". Io il conflitto non l'ho trovato. I primi sono diretti alla massa delle persone, i secondi - alcuni almeno - approfondiscono molto il discorso spirituale e raccontano particolari non presenti nei primi.
    Evidentemente non conosci lo gnosticismo. Non conosci il vangelo di Tommaso, per esempio. E ti posso assicurare che nel vangelo di Tommaso ci sono "concetti" assai diversi da quelli contenuti nei 4 vangeli canonici.
    Come pure ci sono differenze enormi e sostanziali tra marco,luca,matteo e giovanni.
    MAI in marco,luca,matteo Gesù dichiara di essere Dio. Anzi, quando lo chiamano "maestro buono" lui risponde: "perchè mi chiami buono, solo Dio è buono".
    Invece in Giovanni, Gesù non fa che ripetere che lui e il Padre sono la stessa cosa...che lui è Dio.

    Ciò è comprensibile dal punto di vista storico.
    I vangeli di marco,luca,matteo vennero scritti quando il cristianesimo aveva ancora forti connotati ebraici. Quando ancora era propagandato fondamentalmente da ebrei. E mai un ebreo si sarebbe sognato di affermare che un uomo potesse essere Dio.
    Il vangelo di Giovanni, invece, venne scritto quando ormai il cristianesimo fu contaminato dalla cultura greco-romana. Nell'anno 100, Gerusalemme era distrutta da un pezzo. LA comunità cristiana di Gerusalemme che deteneva il monopolio della dottrina (vedi Giacomo il giusto, fratello di Gesù) era stata cancellata. La culla ebraica dove ancora si manteneva il ricordo storico di Gesù era stata spazzata via dai Romani e le conmuntà cristiane erano in maggior parte fatte da "gentili" (ex-pagani, non ebrei, convertiti) e quindi i testi risentono dell'influsso culturale greco-romano in cui un uomo poteva essere un dio.

    Quando si scava e quando si leggono i testi calati nel loro contesto storico le cose appaiono molto diverse da quelle che vengono raccontate.
    Bisogna scavare...studiare.
    Lo stagista.
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  4. #154
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    Citazione Originariamente Scritto da Turbociclo Visualizza Messaggio
    Grazie per il breve ma estremamente chiaro ed interessante video riguardante Anthony Flew...
    Prego, fratello.
    E' un piccolo contributo che ho scoperto tempo fa estremamente chiaro e direi....incontestabile.
    Lo stagista.
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  5. #155
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Evidentemente non conosci lo gnosticismo. Non conosci il vangelo di Tommaso, per esempio. E ti posso assicurare che nel vangelo di Tommaso ci sono "concetti" assai diversi da quelli contenuti nei 4 vangeli canonici.
    Come pure ci sono differenze enormi e sostanziali tra marco,luca,matteo e giovanni.
    MAI in marco,luca,matteo Gesù dichiara di essere Dio. Anzi, quando lo chiamano "maestro buono" lui risponde: "perchè mi chiami buono, solo Dio è buono".
    Invece in Giovanni, Gesù non fa che ripetere che lui e il Padre sono la stessa cosa...che lui è Dio.

    Ciò è comprensibile dal punto di vista storico.
    I vangeli di marco,luca,matteo vennero scritti quando il cristianesimo aveva ancora forti connotati ebraici. Quando ancora era propagandato fondamentalmente da ebrei. E mai un ebreo si sarebbe sognato di affermare che un uomo potesse essere Dio.
    Il vangelo di Giovanni, invece, venne scritto quando ormai il cristianesimo fu contaminato dalla cultura greco-romana. Nell'anno 100, Gerusalemme era distrutta da un pezzo. LA comunità cristiana di Gerusalemme che deteneva il monopolio della dottrina (vedi Giacomo il giusto, fratello di Gesù) era stata cancellata. La culla ebraica dove ancora si manteneva il ricordo storico di Gesù era stata spazzata via dai Romani e le conmuntà cristiane erano in maggior parte fatte da "gentili" (ex-pagani, non ebrei, convertiti) e quindi i testi risentono dell'influsso culturale greco-romano in cui un uomo poteva essere un dio.

    Quando si scava e quando si leggono i testi calati nel loro contesto storico le cose appaiono molto diverse da quelle che vengono raccontate.
    Bisogna scavare...studiare.
    Non solo ho letto i testi gnostici, ma ho anche cercato di capirli. Il Vangelo di Tomaso l'ho pure interpretato interamente. Fai qualche domanda, se non ci credi.
    Gesù quando parlava alle folle si esprimeva in un modo abbastanza chiaro, nonostante le parabole. Quando parlava personalmente con i discepoli o con ciascuno di essi, approfondiva il discorso e nasceva lo gnosticismo. Questa è la spiegazione dell'esistenza di Vangeli diversi, non l'influsso storico di cui parlate tu e gli pseudostudiosi.
    Poi, se uno vuole trovare conflitti tra i Vangeli a tutti i costi, li troverà. Io sono convinto che si completino a vicenda e non vi sia conflitto tra di essi.
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  6. #156
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    Abbiamo visioni diverse.
    Capita spesso.
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  7. #157
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    Per fortuna, altrimenti saremmo tutti uguali.

  8. #158
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    Studio dei gruppi sanguigni di chi? In America ci furono un'infinità di immigrazioni.
    Vedi che sei ignorante? Lo studio dei gruppi sanguigni permette di stabilire la natura delle migrazioni antiche, e gli Ebrei non sono mai stati nelle Americhe prima del XVI secolo. Mi sa che Gesù è sbarcato da qualche altra parte...
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  9. #159
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    Mi stai dicendo che gli ebrei antichi avevano tutti lo stesso gruppo sanguigno? E che quel gruppo sanguigno non è stato trovato in America, se non dopo la spedizione di Colombo?
    Sarebbero queste le certezze che hai? Su queste basi?
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  10. #160
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Mi stai dicendo che gli ebrei antichi avevano tutti lo stesso gruppo sanguigno? E che quel gruppo sanguigno non è stato trovato in America, se non dopo la spedizione di Colombo?
    Sarebbero queste le certezze che hai? Su queste basi?
    No, no, nemmeno dopo la spedizione di Colombo, gruppo sanguigno e DNA delle popolazioni dell'America sono compatibili con gli Ebrei.
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  11. #161
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    No, no, nemmeno dopo la spedizione di Colombo, gruppo sanguigno e DNA delle popolazioni dell'America sono compatibili con gli Ebrei.
    https://itempieleidee.blogspot.com/2...-da-ebreo.html

    domenica, agosto 26, 2007
    Faccia da ebreo

    La prima cosa di cui ci si rende conto quando si sbarca all'aereoporto di Tel Aviv è che non esistono caratteri somatici (o fisici) comuni tra gli ebrei. Per chi abbia dei dubbi, questi sono smentiti dalle (belle) foto di Rachel Papo alle soldatesse di Zahal. Bionde, more, rosse; magre, robuste; chiappone e senza culo; piatte e prosperose; alte e basse; con nasi "alla francese" o con orridi becchi - e tutte ebree. Quando ero studente bisognava aprire le prime pagine di un qualsiasi manuale di antropologia, i volti degli israeliani vi venivano di solito accostati (tipicamente: uno di un kibbutz, un baffuto sefardita, una yemenita -senza baffi- e un haredi) a dimostrare che a "tenere insieme" una cultura non sono certo i tratti somatici degli appartenenti. Adesso ci sono pure le foto a colori.
    Ma la favola dell'esistenza di una "razza ebraica" tenuta assieme da vincoli di sangue, oltre che da qualche ancestrale solidarietà tribale, è talmente forte e radicata che, per smentirla, persino la prima edizione italiana della celebre Storia dell'antisemitismo di Leon Poliakov, portava in appendice delle tabelle comparative. Queste mostravano come il gruppo sanguigno più diffuso tra gli ebrei tedeschi è lo stesso di quello diffuso tra i tedeschi non ebrei e che non è lo stesso di quello più diffuso tra gli ebrei algerini che hanno (guardacaso) la stessa percentuale di gruppi sanguigni degli algerini non ebrei. Che all'indomani della Shoah un grande storico come Poliakov si sia sentito costretto a ricorrere all'anatomia la dice lunga sulla profondità e la persistenza del pregiudizio che lo storico stesso intendeva ridimensionare...
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  12. #162
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Il 2007 è un po' datato...
    Due nuovi studi sulla genetica delle comunità ebraiche, appena pubblicati su “Nature” (il 9 giugno on line, dal gruppo di Doron Behar, del Rambam Health Care Campus di Haifa) e su “The American Journal of Human Genetics” (nella prima settimana di giugno, dal gruppo di Harry Ostrer, della New York University Medical School), hanno fornito elementi di chiarezza sull’origine e sullo svolgersi della storia di quel popolo. Un tema questo che ha diviso, e ancora divide, gli studiosi tra coloro che hanno associato una comune eredità genetica alla comune condivisione culturale e religiosa e coloro che hanno mantenuto decisamente indipendenti i due piani. Quest’ultima posizione è stata riaffermata anche assai recentemente, nel 2008, dallo storico Shlomo Sand nel libro “The Invention of the Jewish People”.

    Entrambe le ricerche hanno utilizzato la tecnica “microarrays” per analizzare il DNA nucleare di gruppi di ebrei delle diverse parti del mondo e di gruppi di popolazioni non-ebraiche di riferimento, e valutarne le differenze. La nuova tecnologia “microarrays” consente di mettere a confronto le sequenze dell’intero genoma di individui diversi e fornisce quindi molte più informazioni rispetto a quelle ricavate finora dagli studi sul DNA mitocondriale e del cromosoma Y.

    A seguito della diaspora ebraica si sono formate tre grandi comunità: quella aschenazita dell’Europa, che costituisce circa il 90% degli ebrei americani e il 50% di quelli israeliani; quella sefardita della Spagna e del Portogallo; e quella del Medio Oriente. A queste vanno poi affiancate le comunità ebraiche dell’Etiopia e dell’India.

    Come si può arguire dai due studi, i gruppi ebraici della diaspora sono risultati geneticamente molto più simili tra loro che non rispetto alle popolazioni non-ebraiche delle stesse aree geografiche. Inoltre, le comunità aschenazite hanno mostrato tra loro una maggiore affinità e con un livello di somiglianza genetica riferibile a quello che caratterizza i cugini di quarto e quinto grado, anche se tra il 30% e il 60% del loro genoma è stato contribuito dal mescolamento con popolazioni europee non-ebraiche. Certamente di notevole interesse è pure il dato che ha evidenziato come siano i popoli non-ebraici del Medio Oriente, e tra essi i drusi e i ciprioti, che più si legano geneticamente alle comunità ebraiche. E ciò significa che l’origine del popolo ebraico debba essere collocata proprio in quella regione.
    Completamente diversi invece sono stati i risultati delle analisi compiute sulle comunità ebraiche dell’Etiopia e dell’India. Esse infatti sono state trovate geneticamente più affini ai popoli non-ebraici delle loro terre d’origine che non a quelli ebraici della diaspora. E ciò sembrerebbe suggerire che nel corso del tempo ci siano state in Etiopia e in India delle conversioni e che poi le nuove comunità si siano anche mescolate, sebbene in piccola parte, con gli ebrei della diaspora.
    A partire dalla metà del secolo scorso, la genetica è divenuta uno strumento assai utile per contribuire alla ricostruzione della storia dei popoli e al suo interno a risalire anche alla verosimile regione geografica della loro genesi. E i due lavori citati hanno collocato l’origine degli ebrei in Medio Oriente, perché prossimi geneticamente alle popolazioni che lì vivono. Ciò tuttavia non significa aver trovato il gene dell’ebraicità, che non esiste così come non esistono quelli dell’italianità e degli altri popoli. Quello che la genetica può fare è solo stabilire come è fatto geneticamente un popolo che ha deciso di essere tale e a quale altro assomigli di più. A questo proposito, ci sembra interessante quanto ha sostenuto Behar a commento della sua ricerca e cioè che non c’è alcuna differenza metafisica tra coloro che sono nati ebrei e coloro che all’ebraismo si sono convertiti.
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  13. #163
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    Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
    Il 2007 è un po' datato...
    Due nuovi studi sulla genetica delle comunità ebraiche, appena pubblicati su “Nature” (il 9 giugno on line, dal gruppo di Doron Behar, del Rambam Health Care Campus di Haifa) e su “The American Journal of Human Genetics” (nella prima settimana di giugno, dal gruppo di Harry Ostrer, della New York University Medical School), hanno fornito elementi di chiarezza sull’origine e sullo svolgersi della storia di quel popolo.
    fai attenzione, perché di questi studi si sostiene che sarebbero stati pilotati dal nazionalismo israeliano, che è proprio quello che sostiene Sand - qualche anno fa, ho tradotto una recensione del suo libro - uno storico dell'antichità, il quale ha denunciato il movente politico di accreditare un diritto sulla Terra dopo 2 millenni e in base ad una discendenza davvero questionabile;

    cioè, in effetti - e su questo sono anche più documentato, perché ci ho lavorato - uno studio serio in questo senso, e non politicamente orientato, dovrebbe fare l'opposto, e cioè:
    prendere un campione "cieco" di individui tra popolazioni diverse e stabilire l'eventuale peculiarità di gruppi di individui più o meno vicini ad un modello di concentrazione standard odierno della regione quanto a distribuzione di caratteri, e farlo in modo inclusivo ed esclusivo; cioè, a partire dal pool di un rumeno alla cieca stabilire il grado di probabilità che quell'individuo faccia parte di una determinata popolazione che risiede in una determinata area;

    il punto è che se un qualsiasi europeo di oggi si sottopone ad un test genetico, sia irlandese, basco, polacco o rumeno, si trova sempre tra un 30 e un 60% di geni "mediorientali" - proprio a causa di un'originaria provenienza; una componente "iberica" - molto più pronunciata in Occidente - una greco-balcanica e una genericamente nordeuropea, meno distinguibile e prevalente tra la Francia del nord e la Polonia, nonché una africana, tra l'1 e il 5%; variano le percentuali; questa roba è fatta "a strati" tipo kebab, dove le variazioni riguardano mutazioni più recenti sulla base comune; ma ognuno di essi potrebbe essere "ebreo", così come "greco", "pugliese" o "ungherese" per distribuzione probabilistica di caratteri;

    ora, se alcune sequenze possono essere tipiche degli ebrei, per ovvii motivi dovuti alle prassi endogamiche, il punto questionabile è proprio quello dell'origine, dato che quelle peculiarità non sono in relazione all'origine mediorientale, ma all'endogamia, come certe malattie autoimmuni, ecc... ma questo non ne fa un ethnos distinguibile, un "popolo"; semmai un gruppo, analogo, che so, a quello delle case regnanti europee di metà Ottocento, più o meno imparentati ad incroci ravvicinati;

    nessun esame genetico può stabilire quell'inferenza nel modo riportato dallo studio che citi, e questo proprio perché il cromosoma Y compatibile e altre sequenze "mediorientali" li avrebbero quasi tutti gli europei in varia misura, in quanto frutto delle migrazioni dei primi agricoltori; mentre il cromosoma materno degli ebrei, immodificabile, pare sia "italiano" per quasi l'80%; cioè, secondo l'ipotesi che alcuni ebrei della diaspora siano emigrati a Roma e abbiano sposato donne del luogo, molto prima delle prassi endogamiche;

    mentre della cuginanza genetica mediorientale si potrebbe dire nella stessa ampia misura di tutti i popoli che si affacciano sul mediterraneo o relativamente vicini; cioè, se i greci i siciliani, i serbi, i rumeni o gli armeni fossero studiati allo stesso modo, potrebbero verosimilmente rivendicare un "diritto etnico su base genetica" ad abitare in Palestina o in Iraq, perché la percentuale di genetica "mediorientale" risulterebbe elevatissima;
    ma solo perché tra 10 e 5mila anni fa - un tempo geneticamente brevissimo - tutti gli europei sono arrivati dalla mezzaluna fertile, e più le regioni sono contigue, maggiore è la percentuale di parentela;

    in Europa, il vero dato genetico eccentrico riguarda un arco grandissimo di influenza di popolazioni orientali e unne, corrispondenti alla distribuzione delle lingue ugro-finniche, con caratteri isolati - perché recenti - che si ritrovano dalla penisola scandinava, via Finlandia e Karelia, Ungheria, Armenia e Turchia; quelli sono caratteri davvero distinti, che si discostano in modo rilevante dalla media e dal gradiente di variabilità che si osserva: cioè, se sali dalla Grecia per i Balcani, Serbia, Romania, ecc... trovi un graduale e uniforme spostamento di percentuali di caratteri; quando arrivi in Transilvania, improvvisamente hai uno "scalino"di differenze di massa, che si interrompe in Polonia, ma si ripete in Karelia e degrada in Scandinavia.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #164
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    -- è esistita una fase dell'ebraismo in cui si riteneva che il male subito sulla Terra fosse una punizione di Dio in conseguenza dei nostri peccati --
    A seguito del post n. 149...


    mi rendo conte che, riportare il lungo processo storico dell' ebraismo (prima) e del giudaismo (poi) riguardante il filone del fenomeno Profetismo.. richiederebbero altre "lenzuolate" _ e dunque cerchero' di essere molto piu' conciso.

    Del resto so benissimo che tu BEN conosci l' ingarbugliatissima (e manipolata !) storia che ha portato la setta gesuana ALLA costituzione di quell' imponente apparato dogmatico che è il cristianesimo.
    Ricordo bene della tua conoscenza dei valenti "storici" (ben diverso dai "condizionati" biblisti/teologi) che hanno dedicato i loro studi proprio su questo fenomeno (come il valido Bart Ehrman).
    I riferimenti degli storici, cosi' come altri studiosi, non possono che prendere, come riferimento (e fonte) proprio le sacre scritture ebraiche.. permettendo cosi' anche una conoscenza della religione praticata dal Rabbi storico _ quel suo giudaismo del II Tempio.. e che proprio dopo l' esilio e il RI-entro in patria degli esuli (Non tutti !) quel profetismo si era del tutto esaurito (seppur PRE-visto da Amos).

    Tu sai bene che ci fu una riscossa, una nuova fiammata.. a seguito dell' avvento dei Maccabei e dello (pseudo)Daniele che "Influenzera'" (!) il successivo periodo _ per via del giogo romano (Pompeo...eccc...ecccc.).

    Del resto la stessa santa ekklesia preferisce di gran lunga inculcare, nella mente dei credenti, il suo formidabile strumento: il celeberrimo catechismo (la sua assoluta verita') da recitare a memoria _ come le scimmiette del circo.. (almeno cosi' era quando ero nel collegio-Lager gestito dai preti) non permettendo la "riflessione e/o il ragionamento e tanto meno un' adeguata conoscenza della stessa Origine della religione del divinfiglio.


    E dunque.. accertato che la Ruah (il soffio/spirito divino "vivifivante") era posseduto dagli Eletti _ servi dell' Abba'/i suoi PRE-scelti _ essa doveva essere da loro divulgata-annunciata ai devoti.. l' allora gregge bisognoso della figura del pastore, della guida (che non sempre coincideva con la casta sacerdotal).

    Infatti i sacerdoti fungevano piu' che altro come "gestori" del culto, coloro che attuavano il rito e che consisteva piu' che altro nella macellazione-mattanza dei poveri animali sacrificati all' iddioTribale.
    E dall' alto delle sacre Nubi "egli" assaporava e gustava la Soave Fragranza _ ovvero il succulento "profumo" dei sacrifici (un chiaro antropomorfismo per significare la piena soddisfazione e gradimento della sacra offerta):
    - Es. cap. 28 -- Levitico capitoli 1 + 2 + 8 -- Numeri cap. 29 ...eccc...eccc.....

    Ecco dunque la ripetutissima formulazione:
    - parola dell' Abba' rivolta "a" e/o: Mi fu rivolta la Parola.. / oppure: Udite, ascoltate, cosi' "dice" l' Abba'.. eccc...eccc...
    (Osea 1.1 - Gioele 1.1 - Michea 1.1 - Sofonia 1.1 - Isaia 1.2 - Amos 1.3 ..ecc..ecc...

    Ecco appunto la DAVAR _ la Parola stessa _ e che consisteva in quelle regole Morali atte alla "Santificazione" del popolo Primogenito (Es.4.22) - ovvero Differenziarsi, Separarsi DAL resto degli altri umani (i famosi Cani politeisti) -

    Cosi' facendo, (ovvero praticando la divina volonta' _ la cui estrema sintesi sono le celeberrime 10 Parole del Decalogo) il popolo "santo" fungeva come Sublime modello per Tutti - tanto che lo stesso Isaia lo definiva con quella roboante espressione:
    - Luce delle nazioni e/o Faro delle Genti (Isaia capitoli 42 + 49 + 51 )
    (cosi' anche per l' autore del Deut. cap. 4) -

    Ora QUANDO comparivano questi elargitori-annunciatori della divina Parola ? Quando il "distratto" (anzi peggio: Infedele) popolo, dalla proverbiale e perdurante Dura cervice, trascurava la sublime Torah: la Guida per eccellenza / l' Insegnamento-Istruzione tramite la RI-velazione divina. ( come per esempio Geremia capitoli 7 + 25 )...eccc....

    Il PRE-scelto ovviamente poteva essere chiunque.. sempre secondo l' insondabile disegno dell' Abba' - ovvero NON riguardava la condizione:
    - sociale, culturale, di eta' e - udite, udite... anche di "genere" !!

    Infatti era possibile che il divinVasaio scegliesse Anche delle donne-profetesse / come per esempio: Maria (Es. 15.20) - Debora (Giud. 4.4) - Culda (2 Re 22.14 _ sotto re Giosia..
    cosi' come: Isaia (un nobile), Geremia + Ezechiele (sacerdoti), Eliseo (contadino) Amos (pecoraio) ...eccc...eccc...

    Si ritiene che l' istituzione del profetismo sia imputabile a Mose' _ a seguito di quei passi che riguardano la strabiliante "teofania" dell' Oreb (Es. cap. 20 + Deut. cap. 5) -

    Purtuttavia la Prima volta che compare il vocabolo "profeta" lo si riscontra in Gen. (20.3) allorquando l' iddio dei Kahbiru comunica, "in sogno", al re di Gerar Abimelech che il suo servo Abramo è un profeta..
    Tuttavia si ritiene (secondo gli "specialisti") ben poco ha con il ruolo proprio di annunciatore-divulgatore / quanto piuttosto della particolarissima e privilegiata relazione tra il patriarca e l' iddioEtnico.

    E comunque il piu' grande profeta riconosciuto come tale non poteva che essere il mitico Mose' _ come si evince dall' eloquente passo del Deut. 34.10 !


    Il terzo stadio del profetismo ha a che fare con la BERIT / ovvero la stipula della famosissima Alleanza / quella stessa:
    - a ) pre-annunciata (per la Prima volta) a Noe' (Gen. 6.18)...
    - b ) concretizzata con Mose', il Chiamato (Es.3.4) + il Mandato (Es.5.22)
    - c ) sugellata con Giosue' (cap. 24)

    La Berit costituira' infatti il pilastro fondante del monoteismo _ a cui verranno - poi - implementate con quelle regole, norme, prescrizioni, precetti..ecc...eccc. dallo sbalorditivo numero di 613 (!) - che dovrebbe praticare il credente monoteista devoto dell' Abba' !

    Ed eccoci infine alla tua domanda... il fenomeno del messianesimo/messianismo.


    ma sara' per la prossima puntata - - - - - - - - -
    Ultima modifica di esterno; 29-09-2019 alle 20:46

  15. #165
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    A seguito del post n. 149...

    Il terzo stadio del profetismo ha a che fare con la BERIT / ovvero la stipula della famosissima Alleanza / quella stessa:
    - a ) pre-annunciata (per la Prima volta) a Noe' (Gen. 6.18)...
    - b ) concretizzata con Mose', il Chiamato (Es.3.4) + il Mandato (Es.5.22)
    - c ) sugellata con Giosue' (cap. 24)

    La Berit costituira' infatti il pilastro fondante del monoteismo _ a cui verranno - poi - implementate con quelle regole, norme, prescrizioni, precetti..ecc...eccc. dallo sbalorditivo numero di 613 (!) - che dovrebbe praticare il credente monoteista devoto dell' Abba' !

    Ed eccoci infine alla tua domanda... il fenomeno del messianesimo/messianismo.

    ma sara' per la prossima puntata - - - - - - - - -
    Ecco....quello che mi lascia sbalordito sono i 613 precetti.
    E' una regola ricorrente in tutte le religioni quella di imporre "precetti".
    Questo è il motivo per cui le religioni - tutte le religioni - non favoriscono la "crescita spirituale" degli individui. Ma, anzi, ne sono un ostacolo invalicabile.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

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