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gli illeciti vanno provati, su base fattuale, ed il giudice è tenuto ad applicare persino le sanzioni in modo tassonomico, secondo le tabelle; non puoi mai fare "di testa sua";
ma quali tabelle? le sanzioni oscillano tra un minimo e un massimo, che sta proprio al giudice "decidere". ti ripeto che la prova va bene fino a un certo punto ed è sempre nella discrezione del giudice decidere di condannare sulla base delle prove. hai presente quando si dice "assoluzione per insufficienza di prove"? ecco, vuol dire che il giudice ha ritenuto che le prove "dei fatti" non sono sufficienti a condannare l'imputato.


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una volta stabiliti gli assiomi è lo stesso, per chi abbia padronanza della materia, naturalmente; anche l'assimilazione delle calorie non è un fatto scontato; puoi averne 10milaal grammo, ma se le molecole sono inassimilabili non ingrassi;
si. allora io penso che la medicina, per come viene praticata "oggi", è come fare "il macellaio". quando galeno parlava non di "interiora", cioè "organi" umani, ma di "umori", ecco, non è che se li inventava, ma partiva dai dati all'epoca disponibili attraverso la ricerca. se la medicina non riesce a capire che non esiste una morfologia e una fisiologia del corpo umano uguale per tutti, ma che siamo tutti "diversi", allora non si va da nessuna parte. allora mi pare che una buona dose di "fede" comunisteggiante esista anche nella medicina. a prescindere dalla realtà.


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"giustificare" è comunque un'operazione morale, che fa parte delle opinioni; sono assoluti; il problema è la coerenza fattuale; se tu mi dici che vuoi mangiare un kg di nutella al giorno per dimagrire non c'è nulla da "giustificare"; lo fai se ti piace, ma se propagandi l'idea che questo faccia dimagrire, è una cazzata;
giustificare no. "spiegare" o "corroborare" una ipotesi, allora si. se io dò l'assioma "dio c'è", a livello logico posso come dire "proiettare" le caratteristiche di uomo fino a pensare che come l'uomo riesce mettiamo a fabbricare "una sedia", così esiste una scala di complessità in cima alla quale sia qualcuno o qualcosa che - quantitativamente maggiore - è in grado, per induzione, di generare ad es. la "realtà sensibile". ovviamente partendo dall'assioma opposto, si può spiegare anche logicamente che dio non c'è. quindi quale è il criterio dirimente? la statistica. e credo non ci sia niente da fare in proposito.


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non c'è contrasto, perché si occupano di ambiti diversi; la scienza si occupa di ciò che è osservabile; la fede postula cose non osservabili, non dimostrabili, non confutabili; il problema si pone solo quando i credente cerca di asserire che la natura testimoni la verità della fede, e allora si impantana nelle cazzate;
no. come ti dicevo anche la religione parte dalla realtà e risponde alle stesse domande che si pone la scienza, però dà una risposta contraria. e lo fa ugualmente su basi logiche, cioè per induzione, deduzione, analogia, ecc.


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la verità del credente vale solo per lui, non si impone a chi non crede; ma se io ti do come vero che se ti bevi un litro di acido muriatico e tu non mi credi, e lo bevi, muori; la cosa ti si impone come ti si impongono altre verità, tipo che puoi credere quanto ti pare e nuotare nell'artico, ma dopo due o cinque minuti che sei in acqua vai in ipotermia e muori; le verità scientifiche si impongono anche agli scettici, questa è la differenza;
si. la cosa ti si impone ma sempre perché all'inizio c'è qualcuno che non lo sa e beve l'acido e muore. insomma alla scienza serve l'esperienza con cui elaborare ipotesi verificabili. la stessa esperienza serve a chi comincia a ragionare sul concetto di morte fisica. c'è lo scienziato che parla come minimo di "entropia" fisica sull'esempio della entropia come legge verificabile. e c'è il credente che ti dice che la causa della morte fisica è la volontà di dio. quale delle due ipotesi è migliore a livello di verità. se rifiuti quella religiosa perché non è dimostrabile, allora devi rifiutare anche quella entropica, perché nessuno conosce ancora la temperatura "media" di tutto l'universo. o no?

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la differenza è che il dato è affidabile; tu puoi credere che solo pregando arriverai a destinazione facendo 600 km con due litri di benzina; oppure calcolando che ti serve il pieno di 60 lt.; nel secondo caso, arrivi, nel primo, no; questa è la differenza;
si, ma l'esempio non è coerente. tu parli di macchina e ovviamente vale la scienza perché la macchina ne è un prodotto. ma se parli di miracoli, cioè fatti scientificamente "inspiegabili" anche se verificabili, allora devi per forza o credere all'ipotesi religiosa oppure in quanto scienziato dire che il miracolo è qualcosa che prima o poi verrà "spiegato", anche se non lo è ancora. e quindi?


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no, perché in qualche modo l'età di un'auto la dimostri, se hai gli strumenti; l'esistenza di un dio, no, per definizione, in quanto fede;
si. ovviamente l'auto è prodotta dall'uomo, e quindi quest'ultimo la conosce. ma l'uomo stesso può conoscere pienamente "sé stesso"? io se permetti direi "di no" e allora se io conosco quello che faccio ma non conosco me stesso, allora deve esserci qualcuno che conosce me, uomo, meglio di come mi conosco io. insomma eduardo fa dire al bambino "michele m'è padre a me", ma il padre di michele chi è, e il padre del padre? e il padre dei padri? un ominide? si ma il padre dell'ominide chi è? e così via fino ad ipotizzare logicamente un "demiurgo" un "fattore", insomma dio.


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beh, no; lui stabilisce una relazione materiale: lunga vita=divinità; il che implica come divine anche tutte quelle culture e istituzioni altrettanto o più longeve;
il tempo però come certo sai è qualcosa che non è nelle facoltà umane "condizionare", ma solo "misurare". allora chi dispone davvero del tempo, se non qualcuno che tempo non ha?

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posto che un vescovo lo cazzierebbe duramente per questa idea, dato che la conseguenza sarebbe quella di legare la validità del messaggio al suo successo mondano; ed è quello che facevo presente a Cono; non per avversarne la convinzione di cattolico, ma per suggerirgli di abbandonare questa idea ingenua, se non proprio blasfema;
no. vedi supra.

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per favore, smettila di rispondere sugli esempi, invece che sul concetto esemplificato; altrimenti si manda in vacca tutto;
la questione non era certo la natura del tempo, ma la questione che il successo mondano di una fede fosse testimonianza della sua "verità"; nel qual caso dovremmo ritenere vera l'astrologia, o fare le graduatorie di verità tra le religioni in base alla loro anzianità; è ridicolo.
si. allora l'astrologia si fonda come sai sull'assioma che i movimenti degli astri siano causativi di eventi sulla terra. ti faccio un esempio: quando la luna è nel perigeo, le acque dei mari aumentano di volume. e se questo è vero, allora bisogna concludere affermativamente sull'esistenza di certe "corrispondenze", almeno. o no?