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Discussione: Itaca

  1. #1
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    Itaca

    Itaca (Ithaki, in lingua greca) è l’isola ellenica nel mar Ionio nota per essere stata la patria del leggendario eroe omerico Ulisse, re dell’isola.

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    Itaca è anche il titolo della poesia scritta da Konstantinos Petrou Kavafis, noto in Italia come Costantino Kavafis. La scrisse nel 1911 pensando al viaggio di Ulisse-Odisseo. Il poeta afferma che non bisogna avere fretta di giungere a destinazione, l’importante è il viaggio non la meta, per vedere, conoscere, apprendere, fare esperienze durante il percorso. E se il punto di arrivo sarà deludente non si dovrà essere tristi, perché la metaforica Itaca ci ha motivati ad intraprendere il viaggio.

    “Itaca”

    Se cerchi la tua strada verso Itaca
    spera in un viaggio lungo,
    avventuroso e pieno di scoperte.
    I Lestrigoni e i Ciclopi non temerli,
    non temere l’ira di Poseidone.
    […]
    Pensa a Itaca, sempre,
    il tuo destino ti ci porterà.
    Non hai bisogno di affrettare il viaggio;
    fa’ che esso duri anni, bellissimi,
    e che tu arrivi all’isola ormai vecchio,
    ricco di insegnamenti appresi in via.
    Non sperare ti giungano ricchezze:
    il regalo di Itaca è il bel viaggio,
    senza di lei non lo avresti intrapreso.

    Di più non ha da darti.
    E se ti appare povera all’arrivo,
    non t’ha ingannato.
    Con la saggezza e l’esperienza
    avrai capito un’Itaca cos’è.
    Ultima modifica di doxa; 23-09-2019 alle 11:50

  2. #2
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    L’Odissea narra il difficile ritorno in patria di Odisseo, dopo la distruzione di Troia. Egli desiderava tornare agli affetti familiari e alla nativa Itaca dopo dieci anni trascorsi nella guerra contro i troiani (suo fu l'espediente del cavallo di legno che permise di sbloccare la situazione), ma l'odio di un dio avverso, Poseidone, gli creò continui problemi.

    Per raggiungere la sua isola navigò dal Mar Egeo verso il mar Ionio. Non è un viaggio lungo, ma tra avventure e disavventure ci mise dieci anni per tornare a casa.

    In totale rimase assente dalla sua isola per 20 anni anni.

    Colpa di Poseidone o scelta dell’infedele Ulisse ?

    Trovò ospitalità per un anno da Circe dalla quale ebbe un figlio, Telegono. Altri sette anni li trascorse ad Ogigia con Calipso. Poi si stancò di stare con lei e preferì partire. Dopo alcuni giorni di navigazione giunse nell’isola dei Feaci, dove soggiornò e fu amato dalla principessa Nausicaa. I giorni trascorsi nel solcare i mari furono pochi, ma leggendo il poema omerico in modo fuggevole sembra che il nostro eroe fedifrago sia sempre stato in viaggio.

    E Penelope ? Per vent’anni rimase senza il marito. La par condicio pretende uguaglianza. Allora mi piace pensare alle cosiddette “scappatelle anche per lei.

    Durante il viaggio di ritorno Ulisse approdò nel paese dei Lestrigoni, identificato poi con la costa nei pressi di Formia e Gaeta. Qui perse tutte le navi tranne la sua, perché i Lestrigoni, divoratori di uomini, inseguirono fino sulla riva del mare i marinai che egli aveva mandato in avanscoperta, lapidarono i Greci e fracassarono le navi, e solo Ulisse riuscì a recidere il cavo che tratteneva la sua nave e a prendere il largo.

    “E arrivammo all'isola Eea: vi abitava / Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana”.

    Omero colloca questa isola ad Oriente, ma la tradizione successiva la identificò con il promontorio del Circeo, in provincia di Latina.

    L'isola, coperta da fitta vegetazione, sembrava disabitata e Ulisse inviò in ricognizione parte del suo equipaggio, comandato da Euriloco. In una vallata gli uomini scoprirono che all'esterno di un palazzo, dal quale proveniva una voce melodiosa, vi erano animali selvatici. Tutti gli uomini, con l'eccezione di Euriloco, entrarono nel palazzo, ben accolti dalla dea-maga Circe, che li invitò a partecipare a un banchetto.Ma dopo li trasformò in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. Poi li spinse verso le stalle e li rinchiuse.
    Questa dea aveva il potere di preparare dei potenti "pharmaka" con i quali trasformava gli uomini in animali, senza far perdere loro il “noos”, la consapevolezza.

    Euriloco tornò di corsa alla nave e raccontò ad Ulisse quanto accaduto. L'eroe decise di andare da Circe per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontrò il dio Ermes, messaggero degli dèi, con le sembianze di un bambino, che gli svelò il segreto per rimanere immune dagli incantesimi e gli dette un’erba magica, chiamata “moly”, come antidoto da unire nella bevanda che Circe gli avrebbe offerto da bere.

    Ulisse riuscì ad evitare l'insidia e costrinse Circe a restituire ai compagni dell'eroe le sembianze umane.



    C’è da dire che nell'Odissea Circe non è una maga, ma solo “una dea terribile, che trasforma arbitrariamente gli uomini in animali”.

    Il termine e la nozione greca di mágos era sconosciuto all'autore dell'Odissea in quanto introdotto secoli dopo da Erodoto per indicare i sacerdoti persiani.
    Le parole “pharmaka” ed “epodai” collegati da Erodoto ai “magoi” crearono nella cultura greca il malinteso con la nozione "magia".

    Ulisse trascorse un anno con Circe e da lei ebbe un figlio, Telegono. Avrebbe voluto restare con questa donna, ma i suoi compagni di viaggio desideravano tornare a casa.
    Chiese a Circe la rotta migliore per il ritorno. Lei gli consigliò di visitare gli inferi e di consultare l'ombra dell'indovino Tiresia.

    Durante la discesa (catabasi) nel regno dei morti incontrò le figure dei compagni perduti durante la guerra di Troia e la madre. L'indovino Tiresia presagì per Ulisse il ritorno ad Itaca luttuoso e difficile, invitandolo a guardarsi dal toccare le vacche del Sole iperionide.

    Dopo il responso Ulisse ripartì con la nave insieme ai suoi compagni di avventure per far ritorno dall’amata e fedele moglie Penelope. Ma il dio Poseidone gli rese periglioso il viaggio.
    Ultima modifica di doxa; 24-09-2019 alle 09:08

  3. #3
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    Insieme ai suoi compagni Ulisse dovette superare anche il canto tentatore delle Sirene che vivevano sull’isola di Antenoessa, nel Golfo di Salerno.


    John William Waterhouse (1849 – 1917): “Ulisse e le Sirene (1891), London, Royal Academy

    Questo pittore preraffaellita ha immaginato l’imbarcazione di Ulisse sovrastata dalle crudeli sirene, raffigurate col volto di donna ed il corpo di un volatile anziché con la coda di pesce.

    Odisseo è rappresentato legato all’albero maestro con strette funi per poter ascoltare le melodie incantatrici delle sirene, invece i suoi compagni hanno le orecchie otturate della cera e continuano a remare. Da notare in basso al centro dell’imbarcazione una sirena poggiata sulla nave che tenta di sedurre uno dei compagni di Ulisse.

    "...Giungerai per prima cosa dalle Sirene che incantano tutti gli uomini che passano loro vicino. Chi senza saperlo si accosta e ode la voce delle Sirene, non torna più a casa, i figli e la sposa non gli si stringono intorno, festosi: le Sirene lo stregano con il loro canto soave, sedute sul prato; intorno hanno cumuli d’ossa di uomini imputriditi, dalla carne disfatta. Va oltre, dunque, e chiudi le orecchie dei tuoi compagni con della morbida cera, perché nessuno di loro le oda; tu ascolta, se vuoi, ma fatti legare coi piedi e le mani alla base dell’albero, sulla nave veloce – all’albero siano attaccate le funi – perché possa godere ascoltando la voce delle Sirene. E se preghi i compagni, se comandi loro di scioglierti, con funi ancor più numerose ti stringano” (Odissea, canto XII)
    Ultima modifica di doxa; 23-09-2019 alle 13:36

  4. #4
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    Ulisse, l’infedele.

    Dopo essersi salvato dal canto delle sirene giunse naufrago nell’isola di Ogigia: alcuni studiosi la identificano con l’isola di Pantelleria altri con con l’isola di Gozo.

    Ad Ogigia abitava la ninfa marina Calipso: questo nome deriva dal verbo greco “kalupto” , che significa “nascondere”.

    L’eroe venne salvato e curato dalla ninfa, poi tra i due cominciò la relazione amorosa che durò sette anni.

    Calipso per trattenere con sé Ulisse gli offrì la possibilità di diventare immortale. Ma lui rifiutò. Desiderava tornare ad Itaca.

    Odisseo era consapevole che Calipso era più bella di Penelope, nonostante ciò era deciso ad andarsene. Infatti di sera, al tramonto, egli si abbandonava a pianti nostalgici.
    Per questo motivo gli dei dell’Olimpo stabilirono che era giunto per lui il momento di abbandonare Ogigia.



    Calipso per ordine di Zeus, dovette aiutarlo a costruirsi una zattera con cui lasciare l'isola. Lo salutò con benevolenza e gli disse che doveva affrontare ancora altri pericoli prima di giungere alla tanto agognata Itaca.

    “Omero rese gloria alla nostalgia con una corona d’alloro e stabilì in tal modo una gerarchia morale dei sentimenti. Penelope sta in cima, molto al di sopra di Calipso.
    Calipso, oh Calipso! Pensò spesso a lei. Ha amato Ulisse. Hanno vissuto insieme sette anni. Non sappiamo per quanto tempo Ulisse avesse condiviso il letto di Penelope, ma certo non così a lungo. Eppure tutti esaltano il dolore di Penelope e irridono le lacrime di Calipso
    ” (brano tratto da “L’ignoranza” di Milan Kundera).
    Ultima modifica di doxa; 23-09-2019 alle 21:26

  5. #5
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    E' sempre molto interessante ciò che scrivi doxa!
    Però ti faccio presente che Calipso era una grande egoista, e se vogliamo anche un'adultera visto che sapeva che Ulisse era sposato e intrattenne una relazione con lui, non per una notte ma per ben sette anni! Ed era perfettamente inutile che lei gli promise l'immortalità, sapeva bene che magari con il sesso stava con lui ma il suo cuore era per Penelope, è come una bambina che vuole tenere con sè il suo giocattolo preferito, se non è immaturità questa!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  6. #6
    Ad ogni modo... di maghe come Circe, capaci di trasformare gli uomini in porci, ce ne sono tante... specie sulla statale Catania-Siracusa!!!
    Bambol utente of the decade

  7. #7
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    Mia regina “Lo spirito è pronto ma la carne è debole”, disse Gesù.

    La frase matteiana completa è: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (26,41) Queste sono le parole attribuite a Jesus nell’orto del Getsemani e rivolte agli apostoli a Pietro, Giacomo e Giovanni quando li vide sopraffatti dal sonno.

    La sua esortazione alla vigilanza significa non lasciarsi mai vincere dal sonno spirituale. Ma io penso che nella vita sia anche necessaria la cosiddetta “scarica di adrenalina”.

    Mia regina riesci ad immaginare in Ulisse la vigilanza inseparabile dalla preghiera ? La vigilanza in lui c’era sicuramente, ma forse non pregava gli dei. Con Poseidone-Nettuno aveva un “conto aperto” per l’accecamento di Polifemo.

    Ciao Bumble, a volte penso che le “maghe – ammaliatrici” siano delle “benefattrici”, perché compensano a tanti uomini che non hanno un’amante le carenze matrimoniali. Ovviamente sono contrario alla prostituzione en plein air.

    Tornando al tema…, l’ultimo personaggio femminile ammirato e lusingato da Ulisse prima di tornare sotto le grinfie di Penelope fu Nausicaa, la figlia del re dei Feaci, Alcinoo.

    Il dio Poseidone scatenò una tempesta e Odisseo naufragò nell’isola abitata dai Feaci, chiamata anche Scheria, presunta isola di Corfù in Grecia.

    Odisseo sfinito si addormentò.

    La principessa Nausicaa, avvertita in sogno da Minerva, si recò con le amiche e le ancelle sulla riva del fiume. Dopo aver lavato le vesti giocarono a palla. Con le loro grida svegliarono Ulisse, che si coprì il nudo corpo con un folto ramo ed uscì dalla radura. Le ragazze fuggirono, invece Nausicaa, incuriosita, continuò a guardare il naufrago, che le rivolse parole gentili e chiedendo il suo aiuto.



    “Terribile apparve loro, lordato dalla salsedine,
    ed esse fuggivano qua e là lungo le sponde del fiume” (VI, vv.137-138).



    Dopo essersi presentata allo sconosciuto come la figlia di Alcinoo, re dei Feaci, Nausicaa si rivolse alle ancelle ordinando loro di lavare, vestire e dar da mangiare allo straniero.

    In quel frangente ad Ulisse non interessava la bellezza di Nausicaa e la sua giovane età, la possibile “novità” dopo i sette anni trascorsi con Calipso che, seppur bella e immortale, era sempre la stessa ogni notte.

    Odisseo voleva soltanto tornare a Itaca. Basta con le avventure, basta con i viaggi interminabili, basta con i fatali naufragi.

    Omero conferì al personaggio di Nausicaa il significato letterario dell'amore inespresso (uno dei primi esempi in letteratura di amore non corrisposto). Infatti a lei piaceva Ulisse, confidò alle sue ancelle che le sarebbe piaciuto avere un marito simile all'eroe, addirittura il re dei Feaci gli propose la figlia come moglie, ma tra Nausicaa e Ulisse non ci fu l’attrazione fatale. Perciò Alcinoo dopo aver ascoltato le peripezie di Odisseo gli regalò una nave per farlo tornare a Itaca.
    Ultima modifica di doxa; 24-09-2019 alle 09:14

  8. #8
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    Ulisse, l’infedele.

    Dopo essersi salvato dal canto delle sirene giunse naufrago nell’isola di Ogigia: alcuni studiosi la identificano con l’isola di Pantelleria altri con con l’isola di Gozo.

    Ad Ogigia abitava la ninfa marina Calipso: questo nome deriva dal verbo greco “kalupto” , che significa “nascondere”.

    L’eroe venne salvato e curato dalla ninfa, poi tra i due cominciò la relazione amorosa che durò sette anni.

    Calipso per trattenere con sé Ulisse gli offrì la possibilità di diventare immortale. Ma lui rifiutò. Desiderava tornare ad Itaca.

    Odisseo era consapevole che Calipso era più bella di Penelope, nonostante ciò era deciso ad andarsene. Infatti di sera, al tramonto, egli si abbandonava a pianti nostalgici.
    Per questo motivo gli dei dell’Olimpo stabilirono che era giunto per lui il momento di abbandonare Ogigia.



    Calipso per ordine di Zeus, dovette aiutarlo a costruirsi una zattera con cui lasciare l'isola. Lo salutò con benevolenza e gli disse che doveva affrontare ancora altri pericoli prima di giungere alla tanto agognata Itaca.

    “Omero rese gloria alla nostalgia con una corona d’alloro e stabilì in tal modo una gerarchia morale dei sentimenti. Penelope sta in cima, molto al di sopra di Calipso.
    Calipso, oh Calipso! Pensò spesso a lei. Ha amato Ulisse. Hanno vissuto insieme sette anni. Non sappiamo per quanto tempo Ulisse avesse condiviso il letto di Penelope, ma certo non così a lungo. Eppure tutti esaltano il dolore di Penelope e irridono le lacrime di Calipso
    ” (brano tratto da “L’ignoranza” di Milan Kundera).
    @ doxa.

    Anche Milan Kundera può sbagliare, non mi risulta che tutti
    esaltino il dolore di Penelope e irridano le lacrime di Calipso.
    Odisseo è l'eroe più affascinante di Omero, o degli Omeri,
    come si diceva nel Romanticismo, sappiamo che non fu la stessa
    persona a scrivere sia l'Iliade che l'Odissea e c'è una differenza
    dei costumi, nei due poemi, di un secolo circa.
    Calipso è vista ora come una delle figure più grandi, assieme
    a Clitemestra e a Medea, della letteratura mondiale.
    Come saprai non è assolutamente vero che uno come Odisseo,
    nero dal sole, con la faccia ampia e senza barba, abituato a governare
    la nave, gridando gli ordini, verso isole di schiuma, piangesse per sette
    anni nell'isola di
    Ogigia. Questi frammenti tristi e ripetitivi in cui l'eroe piange la sua
    terra e la sua sposa lontane dovevano essere inseriti nel poema da
    aedi e rapsodi perchè così volevano le leggi dell'epica, anzi Calipso
    lo spronò a partire, non ad andare dalla moglie, di cui non gli impor
    tava un bel nulla, e lei lo sapeva, ma a partire per esplorare l'ignoto,
    cosa che Odisseo
    fece sempre.
    Odisseo che conosceva il braciere ardente ma sapeva uscirne.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaAutunno Visualizza Messaggio
    E' sempre molto interessante ciò che scrivi doxa!
    Però ti faccio presente che Calipso era una grande egoista, e se vogliamo anche un'adultera visto che sapeva che Ulisse era sposato e intrattenne una relazione con lui, non per una notte ma per ben sette anni! Ed era perfettamente inutile che lei gli promise l'immortalità, sapeva bene che magari con il sesso stava con lui ma il suo cuore era per Penelope, è come una bambina che vuole tenere con sè il suo giocattolo preferito, se non è immaturità questa!
    @ Regina di Bellezza.

    Ma va', Odisseo pensava a Penelope, ma quando mai, forse cercava il passaggio a nord-ovest-

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Ad ogni modo... di maghe come Circe, capaci di trasformare gli uomini in porci, ce ne sono tante... specie sulla statale Catania-Siracusa!!!
    @bumble-bee.

    Ah, sì? Quindi te ne intendi? Non lasci a secco? Quand'è che ti
    liberi da tutti questi lacci delle tue donne per un pomeriggio?...

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