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Discussione: Mente cosmica (Coscienza cosmica) e teoria del Campo Unificato

  1. #256
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Chiunque non prova lo sgomento di questo momento, chiunque non prova il terrore, lo smarrimento, l'incredulità e la costernazione di questo momento...significa che non si è ancora realmente risvegliato e che ha deciso di "fuggire".
    La "morte dell'ego" è un momento carico di puro terrore e di incredulità. Di totale costernazione e smarrimento.


    Questo coincide con quello cui personalmente sono arrivato dopo decenni di studio, meditazioni, esperienze di vita soprattutto. Il problema è che finché tutto ciò rimane ristretto in un campo MENTALE e non arriva...diciamo, all'intuizione, rimangono anche gli "io", le passioni negative, la sfiducia, lo spaesamento, la sensazione di sentirsi "straniero in terra straniera" (titolo di un famoso romanzo di fantascienza). Come facciamo a parlare di certe cose se non le abbiamo vissute? E anche se le avessimo vissute, trasformarle in PAROLE sarebbe impossibile. Il tao di cui si può parlare non è l'eterno tao. Rimane una ricerca che è ragione di vita ma che reca anche l'angoscia di quel "qualcosa" di essenziale che manca la cui essenza sembra spostarsi più avanti mano a mano che avanzi. E' per questo che a volte mi sembra di invidiare persone come qualcuno qui che la sua ricerca pensa di averla portata a termine. Sarà certo un autoinganno, ma è meglio un autoinganno che dà serenità o una ricerca che porta continua insoddisfazione?
    Caro fratello Turbociclo, comprendo la tua insoddisfazione.
    Ma la tua insoddisfazione nasce dal fatto che tu ti sei costruito una idea mentale di una "mèta da raggiungere".
    Non esiste una "mèta", uno stato di "illuminazione perenne" in cui non ci saranno più "l'io", le "passioni negative", la "sfiducia", lo "spaesamento". E sai perchè? Perchè queste cose nascono dalla nostra natura inferiore....natura inferiore che è codificata negli strati inferiori del nostro cervello e che è sempre attiva e lo sarà sempre finchè sarai vivo. Non puoi spegnerla. Lo puoi fare solo lobotomizzando il cervello...cioè asportando delle parti di cervello. Oppure andando a vivere in una grotta isolandoti dal mondo, quindi eliminando ogni tipo di stimolo o sollecitazione e di conflitto (come fanno i finti "illuminati"). E direi che non mi sembra il caso di farlo.

    Il viaggio è perenne. E "l'illuminazione" non è una mèta raggiungibile in un certo punto nel futuro in cui non ci saranno più conflitti, in cui non ci sarà più "l'io" etc etc. L'illuminazione matura lentamente durante il viaggio. Un viaggio che dura per tutta la vita.

    "Risveglio" e "illuminazione" sono due concetti diversi. Il "risveglio" avviene quando percepisci, intuisci, e maturi la piena consapevolezza che la vera realtà è qualcosa d'altro rispetto a ciò che vediamo. E, questo sì, avviene in un momento preciso nella vita. "L'illuminazione", invece, non è collocata in un punto del futuro...non avviene in un momento preciso della nostra vita. Ma matura lentamente durante il viaggio che si intraprende a partire dal momento del "risveglio"...un viaggio che dura tutta la vita. Per essere più chiari: "l'illuminazione" è il viaggio. Quindi non è un punto preciso nel futuro. Perchè? Perchè noi avremo sempre con noi la nostra natura inferiore. Possiamo acquisire stati sempre maggiori di "consapevolezza", questo sì. Ma non potremo mai annullare o cancellare del tutto la nostra natura inferiore e i conflitti che essa produce. A meno di non lobotomizzare il cervello o di fuggire dal mondo e rinchiuderci in una grotta per eliminare gli stimoli e i conflitti. Ma non è questo il fine o lo scopo del viaggio.
    Il fine o lo scopo del viaggio è vivere nel mondo e vivere i conflitti in modo sempre più consapevole.
    Ultima modifica di xmanx; 13-10-2019 alle 10:04
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  2. #257
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    La mente cosmica prevederebbe uno step in più in quanto parleremo di qualcosa come un'entità intelligente, orientazione dei fenomeni, scopi, finalità. Tutto ciò non è riscontrato per quanto uno voglia insistere (per perculare o quel che è).
    Dimostramelo con prove di laboratorio che non esistono scopi e finalità e che non sono riscontrati scopi e finalità.
    Voglio le prove di laboratorio a sostegno di questa tua teoria.
    Voglio le prove di laboratorio che dimostrino in modo scientifico che l'evoluzione non ha uno scopo e che l'universo non ha uno scopo e che tutto è il risultato del cieco caso.

    Vedi quanto sei immatura?
    Chiedi agli altri di dimostrare con prove di laboratorio le loro affermazioni.
    E, invece, assumi come implicitamente vere le tue affermazioni senza che le dimostri con altrettante prove di laboratorio.

    Segno evidente della tua immaturità e incapacità di argomentare in modo logico e razionale (cioè scientifico)...fatto che deriva dalla atrofizzazione della tua natura superiore e della tua prostata (che non hai).
    Ultima modifica di xmanx; 13-10-2019 alle 10:00
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  3. #258
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    Difatti i laboratori pullulano di prove della mente cosmica... ops comica!
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  4. #259
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio


    Difatti i laboratori pullulano di prove della mente cosmica... ops comica!
    Dimostramelo con prove di laboratorio che non esistono scopi e finalità e che non sono riscontrati scopi e finalità.
    Voglio le prove di laboratorio a sostegno di questa tua teoria.
    Voglio le prove di laboratorio che dimostrino in modo scientifico che l'evoluzione non ha uno scopo e che l'universo non ha uno scopo e che tutto è il risultato del cieco caso.

    Ti ho chiesto una cosa specifica.
    Non mi interessano le tue chiacchiere.
    Cerca di usare quel poco di natura superiore che ti è rimasta per rispondere a questa mia specifica richiesta.
    Se ce la fai.....
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  5. #260
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    Le chiacchiere le fai tu. Appiccichi un'entità intelligente, evoluzioni spirituali e non, finalizzate ad un preciso qualcosa da raggiungere e poi pretendi ragione.

    Se guardiamo all'evoluzione, un fenomeno come le mutazioni svantaggiose si spiega male con il fenomeno evolutivo che si vuole orientato ed intelligente. Il gene svantaggioso tende a diminuire, ad essere eliminato anche se è possibile che nel tempo riappaia.

    In alcuni casi è successo che un gene svantaggioso come ad es in individui eterozigoti per l'anemia falciforme, che non presentano i globuli rossi a falce, sopravvivano se il parassita penetra nell'organismo. Questo distrugge i globuli rossi, l'ossigeno diminuisce e i globuli si trasformano in forma di falce, facendo morire anche il parassita.
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  6. #261
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    Natura superiore all'opera


    La coscienza delle proprie responsabilità. (di M. Scott Peck)

    I problemi della vita si risolvono solo affrontandoli, con una strategia intelligente in modo da essere efficace; ma comunque solo dopo che ce ne assumiamo la responsabilità e cioè quando abbiamo capito che “Questo è un problema mio e tocca a me risolverlo”.
    Ma quando un problema è anche un MIO problema?

    Ci sono due modi opposti di impostare i rapporti con il mondo e con i suoi problemi.

    • Il nevrotico tende ad assumersi troppe responsabilità,
    • il caratteropatico tende a sfuggire le responsabilità.

    Il nevrotico, quando è in conflitto con il mondo, ne deduce automaticamente che la colpa è sua.
    Il caratteropatico, al contrario, è convinto che la colpa è sempre del mondo.

    In una certa misura tutti abbiamo nella nostra personalità qualche tratto nevrotico e qualche tratto caratteropatico. Uno dei problemi più grossi dell’esistenza è capire di che cosa siamo o non siamo responsabili nella vita. Dobbiamo continuamente valutare e rivalutare le nostre responsabilità nella vita. Non si finisce mai. E queste operazioni di valutazione non sono mai indolori, e richiedono impegno di volontà e capacità di sottoporsi a continui auto-esami.



    La consacrazione alla verità. (di M. Scott Peck)

    Consacrazione alla verità è consacrazione alla realtà. Infatti la verità è realtà, mentre ciò che è falso è irreale. Quanto più chiaramente riusciamo a vedere la realtà del mondo, tanto più facilmente possiamo affrontarne le difficoltà e le insidie.
    Al contrario, se la nostra mente è offuscata dalla falsità o da una percezione errata del mondo, non saremo in grado di scegliere il giusto cammino, di prendere le decisioni corrette.

    La nostra visione della realtà è come una mappa sulla quale seguiamo il percorso della nostra vita.
    Se la mappa è accurata e fedele, di solito sappiamo dove ci troviamo; e se ci siamo prefissi una meta, di solito sappiamo quale strada seguire per raggiungerla.
    Se la mappa è infedele o poco precisa ci perdiamo.

    Molti nostri problemi nascono a causa del fenomeno per cui si trasferisce nell’età adulta una percezione del mondo sviluppata nell’infanzia, percezione che era perfettamente adeguata ad una condizione infantile, ma che è assolutamente inadeguata alla nostra condizione di adulti.
    Questo trasferimento, questa mappa scaduta, può riguardare qualsiasi aspetto.

    Per esempio un soggetto può avere avuto da bambino esperienze negative con i genitori, poco solleciti verso di lui, poco affidabili. Delusione dopo delusione può avere maturato la convinzione che non poteva fidarsi dei genitori, l’idea di non potere credere alle loro promesse, dato che non le mantenevano mai.
    Questo bambino giunge alla conclusione non di “Non posso fidarmi dei miei genitori” ma di “Non posso fidarmi di nessuno”.
    Infatti per lui i genitori sono il mondo; non può fare confronti e non sa che esistono genitori migliori. La sfiducia nel prossimo diventa quindi la "fede" con la quale egli entra nell’adolescenza e nell’età adulta. Con questa mappa scaduta e con tutta l’amarezza procuratagli dalle molte delusioni avute è inevitabile che questo soggetto entri in conflitto con qualsiasi figura autoritaria, insegnanti, poliziotti, datori di lavoro.
    Ed ogni volta sarà sempre più forte la sua convinzione che nessuno merita la sua fiducia.

    Aggiornare le proprie mappe è possibile solo se siamo in grado di affrontare la sofferenza.
    E questo è possibile soltanto se ci siamo consacrati alla verità.
    Consacrarsi alla verità significa anzitutto sottoporsi ad un continuo, incessante, severo auto-esame.
    La nostra conoscenza del mondo è frutto della nostra relazione con il mondo.
    Per imparare a conoscere il mondo dobbiamo quindi sia esaminare il mondo sia esaminare noi stessi. Consacrarsi alla verità significa anche essere disposti ad accettare le sfide.
    Infatti l’unico modo per essere sicuri che la nostra mappa della realtà sia valida è quello di sottoporla all’esame e al giudizio degli altri, aprendosi ad essi e alle domande invece di vivere chiusi in se stessi e nella propria "fede".



    La nostra natura inferiore costruisce dei meccanismi di pensiero "automatici" a partire dalle nostre esperienze. Meccanismi di pensiero che diventano il nostro "io" (le nostre mappe) e che scattano automaticamente. Diventano l'abito che indossiamo fin da quando ci svegliamo e che usiamo per interagire con il mondo.
    Solo attraverso la nostra natura superiore possiamo "illuminare" la nostra natura inferiore e non essere schiavi della nostra natura inferiore.

    Se penso che le cose vanno male perchè l'umanità è incline al male, se io, in sostanza, scarico la colpa di ogni cosa sull'umanità cattiva e ignorante sto facendo una lettura corretta della realtà o, invece, sono schiavo di un meccanismo di pensiero che mi porta sempre a scaricare ogni responsabilità sul mondo?
    E se, al contrario, penso che i problemi sono sempre colpa mia, perchè sono un "peccatore" e sbaglio sempre, sto facendo una lettura corretta della realtà o, invece, sono schiavo di un meccanismo di pensiero che mi porta sempre a incolparmi perchè mi reputo inadeguato?

    Se questi modi di pensare sono il vero problema, a cosa mi serviranno mille ore di yoga e di meditazione o mille ore di preghiera?
    Potrò anche raggiungere livelli di meditazione profonda, tanto profonda da sentire le vibrazioni fin nelle viscere. Ma finchè non mi accorgo che questo mio modo di pensare è un meccanismo automatico sviluppato dall' "io" della mia natura inferiore che mi pone in modo sbagliato nei confronti del mondo, tutta la meditazione e tutte le preghiere non contribuiranno per niente a maturare in me una nuova consapevolezza.
    Fino a quando non riuscirò a superare la "schiavitù della mia natura inferiore" che mi pone in modo sbagliato nei confronti del mondo, non potrò mai maturare alcuna consapevolezza.
    Lo stagista.
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  7. #262
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    Si può essere nevrotici e caratteropatici al tempo stesso? (Scusate l'OT)
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  8. #263
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Le chiacchiere le fai tu. Appiccichi un'entità intelligente, evoluzioni spirituali e non, finalizzate ad un preciso qualcosa da raggiungere e poi pretendi ragione.

    Se guardiamo all'evoluzione, un fenomeno come le mutazioni svantaggiose si spiega male con il fenomeno evolutivo che si vuole orientato ed intelligente. Il gene svantaggioso tende a diminuire, ad essere eliminato anche se è possibile che nel tempo riappaia.

    In alcuni casi è successo che un gene svantaggioso come ad es in individui eterozigoti per l'anemia falciforme, che non presentano i globuli rossi a falce, sopravvivano se il parassita penetra nell'organismo. Questo distrugge i globuli rossi, l'ossigeno diminuisce e i globuli si trasformano in forma di falce, facendo morire anche il parassita.
    Tu stai elencando dei semplici "fatti".
    Ma questi "fatti" di per sè non dimostrano nulla.
    Non dimostrano che l'evoluzione è mossa dal cieco caso e che è il risultato del cieco caso.

    Biiiiip. Risposta sbagliata.
    La semplice esposizione di fatti non dimostra che questi fatti siano dovuti al cieco caso.
    SEI TU che affermi che questi fatti sono il risultato del cieco caso. E' una tua deduzione NON PROVATA dai fatti stessi rilevati in laboratorio.
    Mettere insieme i fatti A, B e C rilevati in laboratorio ed affermare che questi fatti siano conseguenza dal cieco caso è una TUA DEDUZIONE che non è ASSOLUTAMENTE PROVATA dalla semplice constatazione in laboratorio che esistono i fatti A, B e C.

    Io non ti ho chiesto di spiegarmi come si verificano certi specifici fenomeni o come avvengono gli specifici fatti A, B e C.
    Ti ho chiesto le prove di laboratorio che dimostrino in modo scientifico la tua DEDUZIONE e cioè che l'evoluzione non ha uno scopo e che l'universo non ha uno scopo e che tutto è il risultato del cieco caso.

    Ti ho chiesto una cosa specifica.
    Non mi interessano le tue chiacchiere.
    Cerca di usare quel poco di natura superiore che ti è rimasta per rispondere a questa mia specifica richiesta.
    Se ce la fai.....
    Ultima modifica di xmanx; 13-10-2019 alle 12:14
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  9. #264
    Eufonista L'avatar di BiO-dEiStA
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    Sì, il problema è che non esiste un modo giusto di vivere: è già tanto se qualcuno ne trova uno adatto a lui, dove adatto significa che lo fa stare bene con se stesso. Ci sono tanti modi di vivere quanti individui sulla terra; a parità di condizioni e processi esteriori qualcuno sarà nevrotico o psicotico, qualcun altro realizzato. Tanti attorno a noi vivono in modi che potrebbero sembrarci inconcepibili, ma che vanno bene a loro, e altrettanto potrebbe valere per loro nei nostri confronti.

    Infatti l’unico modo per essere sicuri che la nostra mappa della realtà sia valida è quello di sottoporla all’esame e al giudizio degli altri, aprendosi ad essi e alle domande invece di vivere chiusi in se stessi e nella propria "fede".
    Questo è un confronto ed è bene che ciascuno ne abbia, ma sottoporre la propria mappa "all’esame e al giudizio degli altri" non è affatto garanzia della sua bontà per noi stessi. Prima di tutto perché l'ottica altrui può essere deformata come e più della nostra, e poi perché le condizioni e i valori da cui scaturisce un modo di vivere non sono uguali per tutti.
    Citazione Originariamente Scritto da Careful with that Visualizza Messaggio
    i miei post in media sono di una dozzina di righe, al più;
    Citazione Originariamente Scritto da Ned Flanders Visualizza Messaggio
    Sono stato tanto...ma tanto Laurina, lontano dal Signore: Ne ho combinate di cotte e di crude. Ti basti sapere soltanto questo....

  10. #265
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Si può essere nevrotici e caratteropatici al tempo stesso? (Scusate l'OT)
    Direi di si.
    Anche se solo tu puoi chiarire in te stesso quando e perchè pensi che ciò che ti capita sia colpa del mondo...e quando e perchè pensi che ciò che ti capita sia colpa tua perchè ti senti inadeguato.
    Lo stagista.
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  11. #266
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    La funzione della sofferenza nella crescita spirituale (M. Scott Peck)

    Il dolore fa parte del nostro essere uomini e donne e lo è sempre stato fin dai tempi dell'Eden. Naturalmente la storia del Giardino dell'Eden è un mito. Ma come altri miti, anche questo è una incarnazione della verità. E tra le molte verità il mito del Giardino dell'Eden ci dice come noi umani abbiamo sviluppato l'autocoscienza.
    Quando abbiamo mangiato il pomo dall'albero della conoscenza del bene e del male siamo diventati coscienti e, in particolare, coscienti di noi stessi.
    Il mito dell'Eden ci racconta il passaggio evolutivo dalla scimmia all'homo sapiens. L'uomo è il primo essere vivente che acquisisce l'autocoscienza; e, con l'autocoscienza, diventa cosciente del proprio dolore.

    Quando fummo banditi dal Paradiso, fu per sempre. Non potremo mai tornare nell'Eden. Se ricordate la storia, la strada ci è sbarrata da cherubini e da una spada fiammeggiante.
    Non possiamo tornare indietro. Possiamo solo andare avanti.
    Tornare nell'Eden sarebbe come voler provare a tornare nell'utero materno, all'infanzia. Dato che non possiamo tornare nell'utero o all'infanzia, dobbiamo crescere. Possiamo solo andare avanti attraversando il deserto della vita, percorrendo dolorosamente un terreno arido e spoglio verso livelli di consapevolezza sempre più profondi.
    Si tratta di una verità estremamente importante perchè una gran quantità di psicopatologie umane, tra cui l'abuso di droghe, nasce dal tentativo di tornare nell'Eden.
    Ma non possiamo proprio tornare nell'Eden. Dobbiamo andare avanti attraverso il deserto.
    Ma il viaggio è arduo e l'autocoscienza provoca spesso dolore. E così la maggior parte della gente interrompe il viaggio appena può.
    Trova quel che all'apparenza è un luogo sicuro, si seppellisce nella sabbia e resta lì invece di continuare il viaggio attraverso il deserto impervio, con i suoi cactus, le spine e le rocce taglienti.

    La senilità non è solo una malattia biologica. Può anche essere una manifestazione o un rifiuto a crescere, un disturbo psicologico che può essere prevenuto da chi opta per un modello di vita ispirato a una crescita psicospirituale che abbraccia l'intera esistenza. Chi precocemente smette di imparare e di crescere, chi smette di cambiare e si irrigidisce, spesso scivola in quel che si può definire una "seconda infanzia". Diventa lagnoso, esigente ed egocentrico. Ma non perchè sia entrato in una seconda infanzia. In realtà non ha mai lasciato la prima e il "travestimento" dell'età adulta si assottiglia, rivelando il bimbo emotivo che si nasconde sotto di esso.

    Noi psicoterapeuti sappiamo che la maggior parte delle persone che sembrano adulte sono in realtà bambini che si aggirano travestiti da adulti. E lo sappiamo non perchè chi si rivolge a noi sia più immaturo degli altri. Al contrario, chi si rivolge allo psicoterapeuta con la sincera intenzione di crescere fa parte dei pochi che hanno deciso di uscire dall'immaturità, dei pochi che non sono più disposti a tollerare il proprio infantilismo, sebbene non riescano ancora a individuare come.
    Il resto della popolazione non riesce mai a diventare adulto del tutto, poichè si seppellisce sotto la sabbia delle proprie "fedi" e rimane lì per tutto il corso della propria esistenza.

    Accettare il dolore non significa essere masochisti. Non c'è alcuna virtù nell'accettare la sofferenza che non sia costruttiva. Se viene il mal di testa, la prima cosa che faccio è prendere un paio di cibalgine. Non vedo alcuna virtù nell'accettare un normale mal di testa da tensione.
    Ma esiste anche la sofferenza costruttiva. La sofferenza non costruttiva, come il mal di testa, è qualcosa di cui sbarazzarsi. La sofferenza costruttiva invece è qualcosa che va tollerato ed elaborato.

    Per andare lontano nel deserto, bisogna essere disposti ad affrontare le sofferenze esistenziali e a elaborarle. Per farlo, se si è come la maggior parte della gente, si deve cambiare in una maniera o nell'altra il proprio atteggiamento nei confronti del dolore. E al riguardo c'è qualche buona notizia. Il modo più rapido per cambiare atteggiamento nei confronti del dolore è accettare il fatto che la sofferenza costruttiva la avvertiamo perchè il nostro subconscio ci spinge a crescere spiritualmente. La sofferenza costruttiva è quindi uno stimolo che ci viene fornito per la nostra crescita spirituale.
    Il nostro subconscio ci avverte che qualcosa non va. E per superare quel qualcosa che non va dobbiamo elaborarlo. Attraverso l'elaborazione della sofferenza costruttiva, cresciamo e maturiamo.

    E' l'autocoscienza che ci permette di percepire la sofferenza come una "nostra" sofferenza. Ma sebbene l'autocoscienza sia ciò che ci fa percepire il dolore come un "nostro" dolore, è anche ciò che ci permette di "elaborarlo" e di superarlo. Questo è il processo attraverso il quale si diventa sempre più "consapevoli".
    Diventando sempre più "consapevoli", ci inoltriamo sempre più nel deserto invece di seppellirci in un buco come le persone che scelgono di non crescere.
    Persino un vecchio ateo come Sigmund Freud riconobbe la relazione tra "crescita" e "consapevolezza" quando disse che lo scopo della psicoterapia - la guarigione della psiche - era di rendere conscio l'inconscio; ovvero di aumentare il livello di consapevolezza. Carl Gustav Jung ci aiutò ulteriormente a capire l'inconscio, attribuendo il male al nostro rifiuto di affrontare l'ombra, ovvero quella parte della nostra personalità che ci piace negare, a cui non ci piace pensare, della quale non vogliamo essere coscienti, e che cerchiamo continuamente di infilare sotto il tappeto della nostra parte conscia per mantenerla inconscia.

    Jung attribuiva il male non all'ombra stessa ma al rifiuto di incontrarla. E rifiutare è un verbo molto attivo. I malvagi non sono solo passivamente inconsapevoli o ignoranti; faranno di tutto per conservare la propria ignoranza o inconsapevolezza; uccideranno o scateneranno guerre per questo.
    Lo stagista.
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  12. #267
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Tu stai elencando dei semplici "fatti".
    Ma questi "fatti" di per sè non dimostrano nulla.
    Non dimostrano che l'evoluzione è mossa dal cieco caso e che è il risultato del cieco caso.

    Biiiiip. Risposta sbagliata.
    La semplice esposizione di fatti non dimostra che questi fatti siano dovuti al cieco caso.
    SEI TU che affermi che questi fatti sono il risultato del cieco caso. E' una tua deduzione NON PROVATA dai fatti stessi rilevati in laboratorio.
    Mettere insieme i fatti A, B e C rilevati in laboratorio ed affermare che questi fatti siano conseguenza dal cieco caso è una TUA DEDUZIONE che non è ASSOLUTAMENTE PROVATA dalla semplice constatazione in laboratorio che esistono i fatti A, B e C.

    Io non ti ho chiesto di spiegarmi come si verificano certi specifici fenomeni o come avvengono gli specifici fatti A, B e C.
    Ti ho chiesto le prove di laboratorio che dimostrino in modo scientifico la tua DEDUZIONE e cioè che l'evoluzione non ha uno scopo e che l'universo non ha uno scopo e che tutto è il risultato del cieco caso.

    Ti ho chiesto una cosa specifica.
    Non mi interessano le tue chiacchiere.
    Cerca di usare quel poco di natura superiore che ti è rimasta per rispondere a questa mia specifica richiesta.
    Se ce la fai.....
    Se ti vai a guardare qualcosa di genetica trovi che le frequenze degli alleli è un fenomeno stocastico.
    Deriva genetica ti dice qualcosa?
    In laboratorio c'è chi ha studiato popolazioni e generazioni successive (es. Drosofila) per vederne la modificazione della frequenza, fatto statistiche.
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  13. #268
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    Se ti vai a guardare qualcosa di genetica trovi che le frequenze degli alleli è un fenomeno stocastico.
    Deriva genetica ti dice qualcosa?
    In laboratorio c'è chi ha studiato popolazioni e generazioni successive (es. Drosofila) per vederne la modificazione della frequenza, fatto statistiche.
    Beep...risposta sbagliata!

    Io la genetica l'ho studiata. Tu invece no. E quindi parli a vanvera.
    La deriva genetica non è affatto dovuta a mutazioni casuali senza scopo.
    Ma è dovuta a meccanismi intelligenti di mutazione insiti nelle cellule che usano le "mutazioni random" (cioè "casuali") come strumento per creare una mutazione che possa avere successo nell'adattarsi alle mutate condizioni ambientali.

    I meccanismi individuati sono 4:
    - mutazione globale indotta
    - ipermutazione locale
    - mutazione locale indotta
    - mutazione regionale indotta

    Ah...sorellina cara...queste cose non le trovi su google. Devi STUDIARE...cioè usare la tua atrofizzata natura superiore.
    Queste informazioni che ti do sono frutto di esperimenti di laboratorio e dimostrano che l'evoluzione è il risultato di risposte intelligenti dell'organismo a fronte di mutate condizioni ambientali.
    La deriva genetica basata su modelli matematici probabilistici, invece, è il rifugio degli ignoranti.


    Attenzione. Qui ti sto dimostrando scientificamente che le "mutazioni random" (casuali) esistono davvero e portano alla variazione genetica degli organismi (o deriva genetica). Ma non sono "guidate dal cieco caso e senza scopo". Esse rientrano in meccanismi intelligenti di mutazioni che vengono attivati in modo intelligente dall'organismo, che usa lo strumento delle "mutazioni random" per rispondere a determinate sollecitazioni ambientali.

    Tutte cose che sapresti se tu avessi utilizzato la tua natura superiore invece di lasciarla atrofizzare.


    Mutazione globale indotta

    Immaginate che alcuni organismi si ritrovino in un ambiente in cui non riescono più a sopravvivere o a riprodursi. La loro unica speranza di salvezza risiede nel manifestarsi di una mutazione fortunata, che permetta di affrontare le circostanze avverse. Se i tassi di mutazione sono bassi, come avviene di solito, le chance che qualcuno di loro riesca a sopravvivere sono scarse. Se, però, sono dotati di meccanismi capaci di mettersi in moto in condizioni stressanti, incrementando il tasso di mutazione in tutto il genoma, le cose possono andare meglio. Anche se molti soggetti sono destinati a perire in fretta (colpiti da mutazioni che peggiorano il quadro), aumentano le probabilità che uno o due di loro vadano incontro a una mutazione liberatoria. E' un po' come chi, nella miseria più nera, si aggrappa alla speranza di vincere alla lotteria: acquistando uno o più biglietti ha una chance di diventare ricco benchè, così facendo, rischia di impoverirsi ulteriormente.

    Si noti che nel tipo di strategia di cui stiamo parlando non si assiste a un incremento della frequenza relativa delle mutazioni specificamente benefiche. ...Grazie agli studi compiuti negli ultimi vent'anni ora sappiamo che nei batteri i tassi di mutazione si innalzano davvero in presenza di un ambiente così ostile da arrestarne completamente la crescita e la riproduzione. In simili frangenti, in tutto il genoma si genera una valanga di nuove mutazioni RANDOM, ciascuna delle quali non è specifica rispetto ad alcuna funzione; la risposta genomica complessiva - ovvero l'incremento del tasso di mutazione - può risultare, però, adattativa. Il fenomeno è stato studiato nei microrganismi, ma qualcosa di simile si verifica anche nelle piante. Molti anni fa Barbara Mc Clintock ha scoperto, fra l'altro, che le condizioni di stress portano a un massiccio spostamento degli elementi mobili all'interno del genoma e ha giudicato il fenomeno una risposta adattativa, fornitrice di una fonte importante di nuova variazione.



    Ipermutazione locale

    L'ipermutazione locale è una mutazione adattativa. In questo caso le mutazioni RANDOM del genoma avvengono nel punto in cui sono utili.
    Queste mutazioni avvengono sempre e sono localizzate in determinate regioni genomiche.
    Certe regioni genomiche sono caratterizzate da un tasso di mutazione centinaia o migliaia di volte superiore alle altre.
    E' il caso del batterio Haemophilus influenzae, un batterio causa della meningite, che induce le mutazioni dei propri geni preposti alla definizione della sua struttura superficiale. Questo al fine di sfuggire agli anticorpi.
    Richard Moxon ha riscontrato che tali mutazioni avvengono sempre e sono scatenate in modo intelligente per presentare il batterio con un volto sempre nuovo agli anticorpi.



    Mutazione locale indotta

    In questo caso, invece, la mutazione si verifica in risposta alle mutate condizioni ambientali e riguarda solo quei geni preposti a creare adeguate contromisure alle specifiche condizioni ambientali mutate.
    Questo meccanismo si basa sulla generazioni di mutazioni RANDOM che si verificano solo all'interno di quei geni che aiutano l'organismo ad affrontare la nuova situazione ambientale che si presenta. Una volta individuata la mutazione che "funziona", l'organismo sostituisce i vecchi geni con i nuovi.
    Barbara Wright (e John Cairns) ha riscontrato mutazioni non casuali di questo tipo nel corso degli studi condotti sul batterio intestinale Escherichia coli.
    Tali mutazioni si verificano quando i batteri stanno per "morire di fame" e riguardano esclusivamente i geni preposti al metabolismo e servono a sviluppare la capacità di metabolizzare il tipo di cibo disponibile.



    Mutazione regionale indotta

    In questo caso la mutazione si verifica in un insieme specifico di geni e deriva da un repentino cambiamento delle condizioni ambientali.
    Quando avviene un cambiamento delle condizioni ambientali, ad esempio un sostanziale incremento a breve termine della temperatura, l'organismo inizia a modificare in modo RANDOM un insieme specifico di geni. Le mutazioni prodotte costituiscono una risposta unica ed estremamente specifica a particolari circostanze ambientali e nessuno può definirle casuali.
    Questo tipo di mutazione regionale transitoria è stata riscontrata nella pianta della senape, la Brassica nigra. Uno shock termico, provocato dall'aumento repentino della temperatura, porta alla mutazione dei geni delle cellule somatiche.
    Questo tipo di mutazioni è stato osservato anche nelle piante di lino sottoposte a mutate condizioni nutritive.


    Ti ho chiesto le prove di laboratorio che dimostrino in modo scientifico la tua DEDUZIONE e cioè che l'evoluzione non ha uno scopo e che l'universo non ha uno scopo e che tutto è il risultato del cieco caso.

    E tu mi rispondi con un modello matematico probabilistico.

    PROVE DI LABORATORIO, cocca! VOGLIO LE PROVE DI LABORATORIO. NON MODELLI MATEMATICI.
    Ti ho chiesto una cosa specifica.
    Non mi interessano le tue chiacchiere.
    Cerca di usare quel poco di natura superiore che ti è rimasta per rispondere a questa mia specifica richiesta.
    Se ce la fai.....
    Ultima modifica di xmanx; 14-10-2019 alle 11:05
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  14. #269
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Altri studi ed esperimenti di genetica che dimostrano che l'evoluzione non è affatto il risultato del cieco caso e senza scopo.
    E che l'evoluzione non può essere dedotta da modelli matematici probabilistici.

    In particolare, sia John Cairns che Harris hanno scoperto, dimostrato scientificamente e studiato a fondo il meccanismo evolutivo intelligente denominato "mutazione locale indotta".
    Questo meccanismo si basa sulla generazione di mutazioni random (o causali) di specifici geni al fine di individuare una specifica mutazione in grado di rispondere adeguatamente alla particolare situazione ambientale da affrontare.
    Le mutazioni random (casuali), quindi, sono una tecnica particolare usata dall'organismo all'interno di un processo intelligente di adattamento alle mutate condizioni ambientali.
    Ciò che determina l'evoluzione è il processo intelligente...non la tecnica utilizzata per creare le mutazioni e che si basa sulle mutazioni random.

    Nel 1988, il genetista John Cairns ha pubblicato quello che, da allora, è divenuto un articolo rivoluzionario: “The Origin Of Mutants” (Nature 335:142, 1988). Cairns ha osservato sperimentalmente che le mutazioni genetiche non erano unicamente il risultato di eventi chimici casuali come, invece, afferma il "dogma di fede" degli ignoranti. Cairns ha dimostrato che l'organismo genera mutazioni random (casuali) all'interno di un processo intelligente che ha il fine di trovare la mutazione che meglio risponde alla nuova situazione ambientale.
    Alcune di queste mutazioni producono dei "rami morti", cioè dei "mutanti" destinati a perire ed estinguersi perchè la loro mutazione non è adeguata. Questo finchè tra le varie mutazioni random prodotte non ne compare una in grado di rispondere adeguatamente alla situazione ambientale.
    Queste mutazioni sono “risposte adattative” dell’organismo al mutare delle condizioni ambientali. Cairns coniò quindi il termine di "mutazione orientata".

    Ovviamente i risultati di Cairns sono stati veementemente contestati dai tirapiedi e dai lacchè della religione basata sul dogma "delle mutazioni casuali e senza scopo".
    Tuttavia Harris et al. hanno presentato un meccanismo molecolare che rende ragione delle osservazioni di Cairns in un articolo intitolato “Recombination in Adaptive Mutation” (Science 264:258, 1994). Quest’ultima pubblicazione ha rivelato che organismi primitivi come i batteri contengono “geni per l’ingegneria genetica”, i cosiddetti "geni architetti".
    A questa classe di geni di recente individuazione l’organismo può accedere attivamente e intelligentemente allo scopo di mutare selettivamente i geni esistenti. Attraverso efficaci mutazioni “adattative” di geni selezionati (mutazioni basate sulla tecnica delle mutazioni random), gli organismi sono in grado di creare nuove proteine, la cui struttura o funzione alterata può consentire una migliore opportunità di sopravvivenza rispetto agli stress ambientali.
    Una volta individuata la mutazione corretta, i geni architetti sostituiscono i geni difettosi con i nuovi geni.

    Sulla base di questa nuova prospettiva, David Thaler ha pubblicato un importante articolo revisionista dal titolo “The Evolution of Genetic Intelligence” (Science 264:224, 1994). Secondo la sua visione innovativa, Thaler riconosce che l’espressione biologica è attivamente definita dalla percezione che l’individuo ha dell'ambiente in cui vive e della propria esperienza di vita. Egli sottolinea l’importanza della percezione, non solo per la sua capacità di regolare l’espressione dell’organismo commutando dinamicamente i programmi genetici, ma anche per la sua capacità di indurre la “riscrittura” di programmi genetici esistenti in vista di un migliore adattamento agli stress ambientali.
    Ultima modifica di xmanx; 14-10-2019 alle 12:04
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  15. #270
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
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    Peccato che le mutazioni genetiche siano varie, da quelle spontanee a quelle indotte (agenti mutageni). Le puntiformi, le delezioni, duplicazioni, inversioni, traslocazioni...sai quella robetta che si studia?

    Le vuoi lasciare da parte?
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

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