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Discussione: Mente cosmica (Coscienza cosmica) e teoria del Campo Unificato

  1. #181
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Ma se i fisici usano due fotoni per gli esperimenti di entanglement e misurati a distanza?
    Fosse tutto un problema di cervello...ci sarebbe tutta la,fisica da rimettere in discussione e anche gli occhiucci belli e sempre la fisica legata all'ottica, alla luce.
    Poi non si capirebbe tutto questo darsi da fare della mente cosmica per creare oggetti materiali ed organismi in un universo, evoluzioni che sembrano tanto impprtanti e poi creare illusioni, percezioni falsate. Misteri dell mente cosmica?
    Sorella, non ti è chiaro il concetto di "livelli di realtà".
    Al nostro livello di realtà le cose appaiono come "oggetti" distinti e separati che si muovono nello spazio-tempo.
    Al nostro livello di realtà la fisica classica, la fisica newtoniana delle mele che cadono dagli alberi e delle palle di cannone va benissimo.

    Ma nel livello di realtà più profondo tutto è UNO. Non esiste separazione e non esiste lo spazio nè il tempo.
    L'UNO prende forma nel nostro livello di realtà e si manifesta nel nostro livello di realtà istante-per-istante come "oggetti" distinti e separati che si muovono nello spazio-tempo nell'ambito di un processo di trasformazione che noi chiamiamo "evoluzione".
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  2. #182
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    "Sorello", realtà profonda di che? Che non vuol dir nulla se non i soliti giochi con le prole uno, tutto, realtà, manifestazioni, evoluzioni.

    Che spazio e tempo sono ancora due bei pipi nelle chiappe per la fisica e per i fisici.
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  3. #183
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    "Sorello", realtà profonda di che?
    Al livello della scala di Planck, sorella.
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  4. #184
    L'avatar di dietrologo
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    la mia mente sta creando questa realtà o sono in una realtà creata dall'Universo ?

  5. #185
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    Citazione Originariamente Scritto da dietrologo Visualizza Messaggio
    la mia mente sta creando questa realtà o sono in una realtà creata dall'Universo ?
    Ottima domanda.
    Davvero interessante.
    Anche se non è corretto dire "o sono in una realtà creata dall'universo?".
    Non è corretto perchè non è l'universo a creare la realtà...poichè l'universo è proprio la realtà creata (che poi non è creata perchè non esiste un creatore separato dall'universo che ha creato l'universo 14miliardi di anni fa).

    Quindi la domanda correttà è: "la mia mente sta creando questa realtà o sono in una realtà oggettiva?"

    Risposta:
    Sono vere entrambe le cose.
    Vediamo perchè.

    Sono in una realtà oggettiva?
    La risposta è sì.
    La risposta è affermativa poichè esiste una realtà oggettiva indipendente dalla mia mente e indipendentemente da come la mia mente la percepisce.
    La realtà oggettiva "emerge" dalla Mente cosmica istante-per-istante e la possiamo descrivere come una immensa Matrix di energia con alcune zone più intense di altre.

    La mia mente sta creando questa realtà?
    La risposta è sì.
    La riposta è affermativa perchè è il nostro cervello che attraverso i sensi "converte" queste zone di energia in "cose" distinte e separate con una loro immagine (la luna, il cane, la pianta, Giorgio e Maria, il vuoto), che si muovono nello spazio-tempo e ci fa percepire le "sensazioni" di caldo, freddo, duro, molle, liquido, il vuoto.

    Quindi sono vere entrambe le cose.
    Esiste una realtà oggettiva.
    Ma come la vediamo e percepiamo è il frutto di una costruzione del nostro cervello.
    Cioè...la realtà oggettiva esiste, ma NON E' come ce la fa percepire il nostro cervello.
    Ultima modifica di xmanx; 09-10-2019 alle 13:39
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  6. #186
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Al livello della scala di Planck, sorella.
    H
    E cosa c'entra che tutto è uno se esiste una scala di grandezze, spazio e tempo?
    Ciò che succede a scale delle particelle o inferiori non è esattamente ciò che succede alla nostra scala.
    Salvo revisioni, abbiamo la lunghezza di Planck 10^-35m ed il tempo di Planck 10^-44s.
    Poi siamo sempre alle solite, conciliare quantistica e relatività. Un tentativo è anche quello della gravità quantistica a loop.
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  7. #187
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    "Natura inferiore" e "Natura superiore" dell'homo.

    Triune Brain ("cervello trino" in inglese) è un modello della struttura e dell'evoluzione del cervello elaborato da Paul Donald MacLean (1º maggio 1913 - 26 dicembre 2007), medico statunitense specializzato nelle neuroscienze, che diede importanti contributi nel campo della psichiatria.

    MacLean ha scoperto che il cervello dell'homo è costituito da tre strati, uno sopra l'altro (a cipolla) che si sono costituiti e integrati nel corso della evoluzione.
    I tre strati sono:

    1- cervello rettiliano o R-complex (lo strato più interno) che deriva dai rettili comparso circa 500 milioni di anni fa;
    2- cervello paleomammaliano o sistema limbico (lo strato intermedio) che deriva dai primi mammiferi comparso circa 200 milioni di anni fa;
    3- cervello neomammaliano o neo-cortex (lo strato più esterno) che è quello che determina le qualità tipiche dell'homo comparso circa 400/200 mila anni fa.

    Questi tre strati del cervello presentano tra loro grandi differenze strutturali e chimiche. Eppure -afferma MacLean- si fondono e funzionano tutti e tre insieme come un cervello “uno e trino”.



    Il cervello rettiliano, così chiamato perché il suo aspetto è simile a quello del cervello di un rettile, rappresenta la parte più antica del cervello, essendosi evoluta più di 500 milioni di anni fa, ed è legata all’aggressività, alla violenza, alla territorialità e a una pulsione distruttiva e autodistruttiva. Il cervello rettiliano, il più antico, è la sede degli istinti primari, delle pulsioni e dei desideri, delle funzioni corporee autonome, del territorio, della conquista e della difesa, dei comportamenti che riguardano l'accoppiamento, la risposta attacco-fuga (aggressività e paura), ed anche quelli che avvengono in un gruppo e che formano le gerarchie sociali. Il cervello rettiliano è sede delle emozioni (paura, terrore, rabbia, tristezza, idee strane, pessimismo, sentimenti paranoidi, vergogna). I rettili, creature a sangue freddo, hanno solo questa parte; negli esseri umani (che conservano le stratificazioni dell’evoluzione) quest'istanza può esser considerata la parte animale e più arcaica, a contatto con gli istinti primordiali e le reazioni autonome di fuga ed attacco, ma anche di quelle più complesse come la competizione, in totale assenza di coscienza morale.

    Il cervello paleomammaliano avrebbe fatto la sua comparsa da 300 a 200 milioni di anni fa. E' l'evoluzione della parte rettiliana e rappresenta un progresso del sistema nervoso, aumentando le capacità di affrontare l'ambiente. Parti di esso sono correlate al nutrimento, altre ai sentimenti e alle emozioni. Essendo la sede delle emozioni è quella parte di cervello che ci permette anche di prenderci cura; non a caso i mammiferi sono gli unici animali che si prendono cura della prole, che si proteggono nel branco con la vicinanza. Questo cervello può essere considerato la nostra parte più calda, quella parte che si emoziona di fronte alle cose, la nostra parte bambina. Con questo cervello si è sviluppato il senso di attaccamento (teoria che è alla base della psicoterapia moderna), che permette la sopravvivenza anche fisica degli esseri viventi attraverso il legame affettivo-emotivo e la coesione sociale.

    Il cervello neomammaliano invece apparve circa 400/200 mila anni fa ed è ciò che ci dà la nostra peculiare qualità umana. Siamo cioè in grado di capire, ricordare, comunicare, creare. Il neocervello serve ad elaborare idee nuove, soluzioni intelligenti e creatività. E’ questo il cervello propriamente umano, mentre gli altri due sono definiti da MacLean cervelli “animali”. Il cervello neomammaliano è la sede della intelligenza, della razionalità (la logica), della creatività, della immaginazione, del libero arbitrio. Della morale e dell'etica nei gruppi sociali. Della compassione.
    Per compassione si intendendono l'altruismo ed empatia che richiedono non solo la capacità di “comprendere” e “partecipare” alla sofferenza altrui, ma anche la capacità di “prevedere” e “organizzare” il benessere, alleviare il dolore e operare per la conservazione dell’individuo e della specie e dell'intero habitat.

    Detto questo, possiamo definire i due concetti di "natura inferiore" e "natura superiore" dell'homo:

    1- "Natura inferiore" dell'homo: sono i comportamenti che nascono dalla nostra parte animale, cioè dagli strati più interni del nostro cervello (quello rettiliano e quello paleomammaliano): aggressività, violenza, egoismo, sopraffazione, paura, attaccamento e chiusura al proprio gruppo, sottomissione al capo, competizione, rivalità.
    2- "Natura superiore" dell'homo: sono i comportamenti che nascono dallo strato più esterno del nostro cervello (quello neomammaliano): intelligenza, razionalità, creatività, immaginazione, libero arbitrio, compassione.

    Escludendo le azioni istintive che nascono come reazioni puramente istintive a determinate sollecitazioni o che servono per garantire la nostra sopravvivenza e la sopravvivenza della specie, possiamo fare una schematizzazione di massima e dire che:

    1- tutte le azioni intenzionali che partono dalla Natura inferiore (o che mettono la Natura superiore al servizio della Natura inferiore) sono il "male".
    2- tutte le azioni intenzionali che partono dalla Natura superiore (o che mettono la Natura inferiore al servizio della Natura superiore) sono il "bene".

    Tutto questo, come ho già ampiamente detto più volte, riguarda solo l'homo.
    Ai livelli inferiori della scala evolutiva non si applica questa distinzione.
    Il lupo fa il lupo e uccide l'agnello.
    Il leone fa il leone e uccide la gazzella o uccide altri leoni e i loro cuccioli per il predominio nel branco.
    L'agnello e la gazzella mangiano e uccidono l'erba.
    Il batterio entra nel tuo organismo ti fa ammalare e causa la tua morte.

    Tutto questo va benissimo.
    E va benissimo perchè ai livelli inferiori della scala evolutiva queste dinamiche servono a mantenere l'equilibrio della vita e a perpetuare l'evoluzione.
    Se il lupo non fosse aggressivo e violento e provasse "compassione" per l'agnello, il lupo si estinguerebbe. E non sarebbero mai nati i carnivori. Senza carnivori ci sarebbe una proliferazione degli erbivori con seri rischi per l'habitat.
    Se l'agnello non mangiasse l'erba, non esisterebbero gli erbivori. E quindi non ci sarebbe stata la proliferazione dei carnivori. E non ci sarebbe stata l'evoluzione per come la conosciamo.
    Se i batteri non facessero i batteri, non ci sarebbe stata evoluzione. Perchè l'evoluzione è nata proprio grazie ai batteri.

    E' l'homo che ha questa "doppia natura" e, quindi, vive il dualismo tra il "bene" e il "male".

    Altro concetto fondamentale: il "male" proviene da satana? No. Questa è una sciocchezza. Il "male" fa parte della nostra natura...risiede nella "natura inferiore" del nostro cervello. Satana non esiste e non c'entra un fico secco.
    Siamo noi che in ogni nostra azione scegliamo e decidiamo se fare il "bene" o il "male".
    E solo una nostra responsabilità.

    Il problema vero è che la nostra natura inferiore è fortemente radicata in noi, cioè nel nostro cervello. E' fortemente radicata perchè è il risultato di 500milioni di anni di evoluzione. Un tempo lunghissimo che ha determinato un forte radicamento e un forte sviluppo della natura inferiore (codificata nei due strati più interni del nostro cervello). Ecco perchè siamo più inclini al male che al bene. Ecco perchè siamo più inclini alle guerre che alla pace. Ecco perchè siamo più inclini all'egoismo che all'altruismo.
    La nostra natura inferiore è fortemente collaudata ed assume spesso e volentieri il predominio nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. Che sono fortemente caratterizzate dalla nostra natura inferiore.
    La nostra natura superiore è appena sbocciata, c'è da soli 200mila anni. E' una novità assoluta nel percorso evolutivo. E' il primo abbozzo di qualcosa di nuovo che deve ancora maturare e consolidarsi, che maturerà e si consoliderà nel futuro sviluppo evolutivo del cervello. Ed è qualcosa che dobbiamo coltivare e incoraggiare.

    E ora le domande:

    1- perchè è "bene" ciò che parte dalla nostra natura superiore ed è "male" ciò che parte dalla nostra natura inferiore?
    2- perchè è importante fare il bene e non fare il male? Dobbiamo fare il bene altrimenti verremo puniti e mandati all'inferno? Ovviamente no. Dobbiamo fare il bene altrimenti verremo riciclati in una nuova reincarnazione? Ovviamente no.

    Le risposte alla prossima puntata.
    Ultima modifica di xmanx; 09-10-2019 alle 18:30
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  8. #188
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    "Natura inferiore" e "Natura superiore" dell'homo.

    Triune Brain ("cervello trino" in inglese) è un modello della struttura e dell'evoluzione del cervello elaborato da Paul Donald MacLean (1º maggio 1913 - 26 dicembre 2007), medico statunitense specializzato nelle neuroscienze, che diede importanti contributi nel campo della psichiatria.

    MacLean ha scoperto che il cervello dell'homo è costituito da tre strati, uno sopra l'altro (a cipolla) che si sono costituiti e integrati nel corso della evoluzione.
    I tre strati sono:

    1- cervello rettiliano o R-complex (lo strato più interno) che deriva dai rettili comparso circa 500 milioni di anni fa;
    2- cervello paleomammaliano o sistema limbico (lo strato intermedio) che deriva dai primi mammiferi comparso circa 200 milioni di anni fa;
    3- cervello neomammaliano o neo-cortex (lo strato più esterno) che è quello che determina le qualità tipiche dell'homo comparso circa 400/200 mila anni fa.

    Questi tre strati del cervello presentano tra loro grandi differenze strutturali e chimiche. Eppure -afferma MacLean- si fondono e funzionano tutti e tre insieme come un cervello “uno e trino”.



    Il cervello rettiliano, così chiamato perché il suo aspetto è simile a quello del cervello di un rettile, rappresenta la parte più antica del cervello, essendosi evoluta più di 500 milioni di anni fa, ed è legata all’aggressività, alla violenza, alla territorialità e a una pulsione distruttiva e autodistruttiva. Il cervello rettiliano, il più antico, è la sede degli istinti primari, delle pulsioni e dei desideri, delle funzioni corporee autonome, del territorio, della conquista e della difesa, dei comportamenti che riguardano l'accoppiamento, la risposta attacco-fuga (aggressività e paura), ed anche quelli che avvengono in un gruppo e che formano le gerarchie sociali. Il cervello rettiliano è sede delle emozioni (paura, terrore, rabbia, tristezza, idee strane, pessimismo, sentimenti paranoidi, vergogna). I rettili, creature a sangue freddo, hanno solo questa parte; negli esseri umani (che conservano le stratificazioni dell’evoluzione) quest'istanza può esser considerata la parte animale e più arcaica, a contatto con gli istinti primordiali e le reazioni autonome di fuga ed attacco, ma anche di quelle più complesse come la competizione, in totale assenza di coscienza morale.

    Il cervello paleomammaliano avrebbe fatto la sua comparsa da 300 a 200 milioni di anni fa. E' l'evoluzione della parte rettiliana e rappresenta un progresso del sistema nervoso, aumentando le capacità di affrontare l'ambiente. Parti di esso sono correlate al nutrimento, altre ai sentimenti e alle emozioni. Essendo la sede delle emozioni è quella parte di cervello che ci permette anche di prenderci cura; non a caso i mammiferi sono gli unici animali che si prendono cura della prole, che si proteggono nel branco con la vicinanza. Questo cervello può essere considerato la nostra parte più calda, quella parte che si emoziona di fronte alle cose, la nostra parte bambina. Con questo cervello si è sviluppato il senso di attaccamento (teoria che è alla base della psicoterapia moderna), che permette la sopravvivenza anche fisica degli esseri viventi attraverso il legame affettivo-emotivo e la coesione sociale.

    Il cervello neomammaliano invece apparve circa 400/200 mila anni fa ed è ciò che ci dà la nostra peculiare qualità umana. Siamo cioè in grado di capire, ricordare, comunicare, creare. Il neocervello serve ad elaborare idee nuove, soluzioni intelligenti e creatività. E’ questo il cervello propriamente umano, mentre gli altri due sono definiti da MacLean cervelli “animali”. Il cervello neomammaliano è la sede della intelligenza, della razionalità (la logica), della creatività, della immaginazione, del libero arbitrio. Della morale e dell'etica nei gruppi sociali. Della compassione.
    Per compassione si intendendono l'altruismo ed empatia che richiedono non solo la capacità di “comprendere” e “partecipare” alla sofferenza altrui, ma anche la capacità di “prevedere” e “organizzare” il benessere, alleviare il dolore e operare per la conservazione dell’individuo e della specie e dell'intero habitat.

    Detto questo, possiamo definire i due concetti di "natura inferiore" e "natura superiore" dell'homo:

    1- "Natura inferiore" dell'homo: sono i comportamenti che nascono dalla nostra parte animale, cioè dagli strati più interni del nostro cervello (quello rettiliano e quello paleomammaliano): aggressività, violenza, egoismo, sopraffazione, paura, attaccamento e chiusura al proprio gruppo, sottomissione al capo, competizione, rivalità.
    2- "Natura superiore" dell'homo: sono i comportamenti che nascono dallo strato più esterno del nostro cervello (quello neomammaliano): intelligenza, razionalità, creatività, immaginazione, libero arbitrio, compassione.

    Escludendo le azioni istintive che nascono come reazioni puramente istintive a determinate sollecitazioni o che servono per garantire la nostra sopravvivenza e la sopravvivenza della specie, possiamo fare una schematizzazione di massima e dire che:

    1- tutte le azioni intenzionali che partono dalla Natura inferiore (o che mettono la Natura superiore al servizio della Natura inferiore) sono il "male".
    2- tutte le azioni intenzionali che partono dalla Natura superiore (o che mettono la Natura inferiore al servizio della Natura superiore) sono il "bene".

    Tutto questo, come ho già ampiamente detto più volte, riguarda solo l'homo.
    Ai livelli inferiori della scala evolutiva non si applica questa distinzione.
    Il lupo fa il lupo e uccide l'agnello.
    Il leone fa il leone e uccide la gazzella o uccide altri leoni e i loro cuccioli per il predominio nel branco.
    L'agnello e la gazzella mangiano e uccidono l'erba.
    Il batterio entra nel tuo organismo ti fa ammalare e causa la tua morte.

    Tutto questo va benissimo.
    E va benissimo perchè ai livelli inferiori della scala evolutiva queste dinamiche servono a mantenere l'equilibrio della vita e a perpetuare l'evoluzione.
    Se il lupo non fosse aggressivo e violento e provasse "compassione" per l'agnello, il lupo si estinguerebbe. E non sarebbero mai nati i carnivori. Senza carnivori ci sarebbe una proliferazione degli erbivori con seri rischi per l'habitat.
    Se l'agnello non mangiasse l'erba, non esisterebbero gli erbivori. E quindi non ci sarebbe stata la proliferazione dei carnivori. E non ci sarebbe stata l'evoluzione per come la conosciamo.
    Se i batteri non facessero i batteri, non ci sarebbe stata evoluzione. Perchè l'evoluzione è nata proprio grazie ai batteri.

    E' l'homo che ha questa "doppia natura" e, quindi, vive il dualismo tra il "bene" e il "male".

    Altro concetto fondamentale: il "male" proviene da satana? No. Questa è una sciocchezza. Il "male" fa parte della nostra natura...risiede nella "natura inferiore" del nostro cervello. Satana non esiste e non c'entra un fico secco.
    Siamo noi che in ogni nostra azione scegliamo e decidiamo se fare il "bene" o il "male".
    E solo una nostra responsabilità.

    Il problema vero è che la nostra natura inferiore è fortemente radicata in noi, cioè nel nostro cervello. E' fortemente radicata perchè è il risultato di 500milioni di anni di evoluzione. Un tempo lunghissimo che ha determinato un forte radicamento e un forte sviluppo della natura inferiore (codificata nei due strati più interni del nostro cervello). Ecco perchè siamo più inclini al male che al bene. Ecco perchè siamo più inclini alle guerre che alla pace. Ecco perchè siamo più inclini all'egoismo che all'altruismo.
    La nostra natura inferiore è fortemente collaudata ed assume spesso e volentieri il predominio nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. Che sono fortemente caratterizzate dalla nostra natura inferiore.
    La nostra natura superiore è appena sbocciata, c'è da soli 200mila anni. E' una novità assoluta nel percorso evolutivo. E' il primo abbozzo di qualcosa di nuovo che deve ancora maturare e consolidarsi, che maturerà e si consoliderà nel futuro sviluppo evolutivo del cervello. Ed è qualcosa che dobbiamo coltivare e incoraggiare.

    E ora le domande:

    1- perchè è "bene" ciò che parte dalla nostra natura superiore ed è "male" ciò che parte dalla nostra natura inferiore?
    2- perchè è importante fare il bene e non fare il male? Dobbiamo fare il bene altrimenti verremo puniti e mandati all'inferno? Ovviamente no. Dobbiamo fare il bene altrimenti verremo riciclati in una nuova reincarnazione? Ovviamente no.

    Le risposte alla prossima puntata.
    @ xmanx.

    Perchè scrivi l'homo? Non puoi scrivere articolo italiano e homo latino.
    Puoi farlo se aggiungi la specie, cioè sapiens, l 'homo sapiens.

  9. #189
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Detto questo, possiamo definire i due concetti di "natura inferiore" e "natura superiore" dell'homo:

    1- "Natura inferiore" dell'homo: sono i comportamenti che nascono dalla nostra parte animale, cioè dagli strati più interni del nostro cervello (quello rettiliano e quello paleomammaliano): aggressività, violenza, egoismo, sopraffazione, paura, attaccamento e chiusura al proprio gruppo, sottomissione al capo, competizione, rivalità.
    2- "Natura superiore" dell'homo: sono i comportamenti che nascono dallo strato più esterno del nostro cervello (quello neomammaliano): intelligenza, razionalità, creatività, immaginazione, libero arbitrio, compassione.

    Escludendo le azioni istintive che nascono come reazioni puramente istintive a determinate sollecitazioni o che servono per garantire la nostra sopravvivenza e la sopravvivenza della specie, possiamo fare una schematizzazione di massima e dire che:

    1- tutte le azioni intenzionali che partono dalla Natura inferiore (o che mettono la Natura superiore al servizio della Natura inferiore) sono il "male".
    2- tutte le azioni intenzionali che partono dalla Natura superiore (o che mettono la Natura inferiore al servizio della Natura superiore) sono il "bene".
    il punto debole di questa categorizzazione, che parte da un'osservazione reale del funzionamento del cervello, è che alcune prerogative che attribuisci al cervello superiore sono in conflitto tra loro, e quindi non risolvono; pensa al "sacro egoismo", di gruppo, di patria, ecc...
    questo è un concetto di compassione, ma limitata, e ideologizzata; quindi non imputabile al cervello inferiore, del quale però si legittima l'imitazione:

    tu sei un soldato occupante e coscritto; ti trovi in terra straniera, un bambino ti si fa incontro con una scatola di cioccolatini; tu lo accogli, e Bum !, sei morto tu e il bambino; razionalmente, un tuo protocollo ti dovrebbe suggerire che se tu gli spari prima che quello si avvicini, ti salvi tu, visto che il bambino sarebbe morto lo stesso; non è un caso estremo, ma una cosa che succedeva spessissimo in Vietnam;

    in questo caso, l'istino primordiale e "inferiore" - l'hanno anche i predatori più feroci, persino con altre specie, e pure prede elettive - di protezione del cucciolo è in conflitto con quello superiore e razionale che, nella tua categorizzazione dovrebbe essere il "bene", cioè tirare una bella raffica al bambino che non si ferma all'intimazione, sempre e comunque;
    si potrebbero fare migliaia di esempi;

    per dire che, come sempre, l'osservazione della natura non suggerisce comportamenti più o meno etici, proprio perché è impossibile individuare una finalità nel mondo fisico, dal quale l'etica è totalmente svincolata;
    quei cervelli si sono adattati; l'evoluzione è un criterio sequenziale, temporale, cui per abitudine culturale attribuiamo un valore etico: più evoluto = migliore;
    ma più evoluto è desiderabile o meno solo una volta posta una finalità ultima, che in natura non c'è, o è diversa per ognuno di noi, soggettivamente.
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #190
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Citazione Originariamente Scritto da Lilia Visualizza Messaggio
    @ xmanx.

    Perchè scrivi l'homo? Non puoi scrivere articolo italiano e homo latino.
    Puoi farlo se aggiungi la specie, cioè sapiens, l 'homo sapiens.
    In effetti uso il termine "homo" come abbreviazione di "homo sapiens", proprio per indicare la specie.
    Non uso il termine "l'uomo" perchè altrimenti risulterebbe discriminatorio nei confronti delle donne.
    Uso il termine "l'homo" come abbreviazione di "l'homo sapiens" per indicare la specie...quindi sia uomini che donne.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  11. #191
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    @axeugene

    pensa al "sacro egoismo", di gruppo, di patria, ecc...
    questo è un concetto di compassione, ma limitata, e ideologizzata; quindi non imputabile al cervello inferiore, del quale però si legittima l'imitazione.


    In realtà non è così.
    La componente di sottomissione alla gerarchia (cervello rettiliano) e il senso di appartenenza chiusa e attaccamento al gruppo sociale di appartenenza e di rivalità nei confronti di altri gruppi (cervello paleomammaliano) fanno parte dei due strati più interni del nostro cervello, cioè della nostra natura inferiore.

    Potrà sembrarti eversivo o stravagante, ma è provato che l'appartenenza, ad esempio, a un gruppo religioso chiuso e integralista (e alla sua dottrina) e la sottomissione alla gerarchia religiosa e al capo e la conseguente rivalità con altri gruppi religiosi è un comportamento che deriva dalla nostra natura inferiore.

    Mica per niente questo comportamento unito all'aggressività nei confronti di altri gruppi determina le guerre, o i roghi o le scomuniche. Massima espressione, nella forma che ho appena descritto, della nostra natura inferiore.


    in questo caso, l'istino primordiale e "inferiore" - l'hanno anche i predatori più feroci, persino con altre specie, e pure prede elettive - di protezione del cucciolo è in conflitto con quello superiore e razionale che, nella tua categorizzazione dovrebbe essere il "bene", cioè tirare una bella raffica al bambino che non si ferma all'intimazione, sempre e comunque;

    Non ti è chiaro il concetto. Entrambi i comportamenti che hai descritto nascono dalla natura inferiore.
    1- l'istinto primordiale e inferiore di protezione del cucciolo
    2- l'istinto primordiale della paura di morire che è più forte di quello di protezione del cucciolo: il bambino non si ferma all'intimazione, io ho paura di morire e gli sparo sempre e comunque una bella raffica...perchè non si sa mai....quello potrebbe avere una bomba e farmi saltare in aria.

    Tu hai descritto la paura. Non la razionalità.
    Hai fatto un po' di confusione.

    La natura superiore ti porterebbe a usare l'intelligenza, la creatività e la compassione per fare tutto il possibile per sapere se quel bambino rappresenta realmente o no una minaccia per la tua vita prima di sparare.
    Questo è proprio il dilemma che vivono coloro che agiscono a partire dalla natura superiore e che non sparano a chiunque perchè mossi solo dalla paura. Sono quelli che cercano di fare il "bene" e cercano di agire in modo consapevole e responsabile anche in situazioni estreme e che rischiano di più la pelle.

    Francamente, stai facendo esempi che dimostrano solo la confusione di concetti che hai in testa.
    Ho capito...non sei d'accordo con quello che dico. Va benissimo così. Io non ti devo nè ti voglio convincere di nulla.
    Ma i tuoi tentativi ripetuti di cercare di dimostrare che ho torto a tutti i costi appaiono francamente un po' ridicoli. Ti affanni nel cercare di dimostrare che ho torto e tiri fuori degli esempi che dimostrano solo la confusione che hai in testa.
    Ultima modifica di xmanx; 09-10-2019 alle 20:04
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  12. #192
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    @axeugene
    Ti affanni nel cercare di dimostrare che ho torto e tiri fuori degli esempi che dimostrano solo la confusione che hai in testa.
    peró ,in concreto, ti ha posto un bel dilemma che hai travisato

    ....come sempre, l'osservazione della natura non suggerisce comportamenti più o meno etici, proprio perché è impossibile individuare una finalità nel mondo fisico, dal quale l'etica è totalmente svincolata;
    quei cervelli si sono adattati; l'evoluzione è un criterio sequenziale, temporale, cui per abitudine culturale attribuiamo un valore etico: più evoluto = migliore;
    ma più evoluto è desiderabile o meno solo una volta posta una finalità ultima, che in natura non c'è, o è diversa per ognuno di noi, soggettivamente.
    Insomma xmanx, fratello;
    tutto lo sforzo di questa "natura superiore" a quale finalitá ultima dovrebbe portare?
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  13. #193
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    @axeugene

    pensa al "sacro egoismo", di gruppo, di patria, ecc...
    questo è un concetto di compassione, ma limitata, e ideologizzata; quindi non imputabile al cervello inferiore, del quale però si legittima l'imitazione.


    In realtà non è così.
    La componente di sottomissione alla gerarchia (cervello rettiliano) e il senso di appartenenza chiusa e attaccamento al gruppo sociale di appartenenza e di rivalità nei confronti di altri gruppi (cervello paleomammaliano) fanno parte dei due strati più interni del nostro cervello, cioè della nostra natura inferiore.

    Potrà sembrarti eversivo o stravagante, ma è provato che l'appartenenza, ad esempio, a un gruppo religioso chiuso e integralista (e alla sua dottrina) e la sottomissione alla gerarchia religiosa e al capo e la conseguente rivalità con altri gruppi religiosi è un comportamento che deriva dalla nostra natura inferiore.

    Mica per niente questo comportamento unito all'aggressività nei confronti di altri gruppi determina le guerre. Massima espressione, nella forma che ho appena descritta, della nostra natura inferiore.
    no, non è peregrino quello che dici; ma in questo e in molti altri casi quella che opera è una mediazione razionale, in cui la paura diventa un sentimento auto-indotto, in modo mediato; quindi, appartiene ad un percorso razionale, che determina un protocollo;
    un conto è trovarsi in una rissa tra tifosi, in cui si attivano determinate reazioni primarie; altro è l'elaborazione ideologica dello scontro premeditato, e tutti i protocolli, incluso quello di sparare ai bambini;

    ti potrei fare decine di esempi di mediazione protocollare; per esempio, l'eugenetica, attiva e passiva; si può considerare un'evoluzione, o una manifestazione di pregio evolutivo la manomissione del patrimonio genetico ? alcuni suggeriscono di sì, per avere persone più sane e felici; d'altronde, oggi c'è anche un dibattito bello corposo che contesta ciò che evolutivamente consideriamo un pregio compassionevole, e cioè la cura, la medicalizzazione;

    con un ragionamento analogo a quello dell'eugenetica, ma ancora più cruda, si sostiene che la medicalizzazione "eccessiva" - sarebbe il limite, poi ? - produrrà un futuro di generazioni malate, e quindi sarebbe meglio non curare per impedire questa "infelicità" diffusa, a favore di una società senza Leopardi o Hawkings, ma con tanti "felici" guerrieri spartani;

    questi sono fini ideologici, come tutti; la natura non ha fini e nemmeno l'evoluzione può indicarne, perché la stessa nozione di "evoluto" ha la proprietà intrinseca di essere transeunte: un secolo e mezzo fa, un ministro dell'agricoltura, per nulla spaventato o minacciato da lupi o orsi, poteva auspicare come evoluto e desiderabile lo sterminio di quelle specie, in base ad un calcolo razionale di utilità per allevatori e agricoltori, le cui risorse erano talmente limitate da richiedere una tutela esclusiva; oggi la pensiamo diversamente e quella ci sembra una barbarie; domani magari sarà considerata tale ciò che oggi riteniamo il top del pensiero evoluto;

    non si può evincere dalla struttura materiale della natura un fine etico; tre secoli di filosofia hanno prodotto una rinuncia a questa pretesa; prima di tutto perché la stessa cultura umana è un dato "naturale", ivi inclusa l'ideologia che sovverte qualsiasi principio etico di "progresso", vuoi per l'asservimento ambientale, vuoi per il contrario, e cioè il recupero dell'istintualità belluina come "progresso";
    si sostiene che l'essere umano sia progredito, e chi, all'opposto, che sia peggiorato nei suoi sentimenti; dipende dalla cultura e dall'ideologia;

    un tradizionalista mi dice: le donne a casa a guardare i figli; io gli rispondo col calcolo delle utilità attese: se le donne studiano medicina come gli uomini, avrai un pescaggio di competenze su una base doppia e un rendimento atteso migliore del servizio sanitario, in cui il 20% che ce la fa sarà a partire da 200 unità in competizione anziché 100; matematico;
    ma quello mi può anche dire che a lui non importa un fico secco, persino se è suo figlio ad ammalarsi; per lui è più importante una società con le donne a casa, non indipendenti economicamente e con tanti figli; e gli sta pure bene che un giorno ci siano carestie o epidemie;

    non è che io sono più evoluto, in effetti, benché prosaicamente, per i valori occidentali di oggi potrei considerarmi tale; magari, un domani si penserà all'opposto;
    si penserà che la libertà e l'uguaglianza non sono più un valore, e allor pace; saranno affari loro;

    Ho capito...non sei d'accordo con quello che dico. Va benissimo così. Io non ti devo nè ti voglio convincere di nulla.
    Ma i tuoi tentativi ripetuti di cercare di dimostrare che ho torto a tutti i costi appaiono francamente un po' ridicoli. Ti affanni nel cercare di dimostrare che ho torto e tiri fuori degli esempi che dimostrano solo la confusione che hai in testa.
    io ti contesto solo la pretesa di evincere particolari valori morali dalla struttura materiale e fisica dell'universo;
    ma te lo dico così, alla buona; son cose che, volendo, avresti potuto apprendere a scuola;
    io non sono professore di nulla; ho solo un minimo di cultura di base che mi orienta su queste ed altre idee, con la nozione che se ne sono occupati in molti, da secoli, e l'idea che la natura esprima l'etica è stata dismessa da tempo;
    ora tu te ne esci con queste riedizioni che possono pure essere affascinanti, sotto il profilo scientifico in sé;
    ma sul piano para-religioso di indicare un ordine evolutivo teleologico sono parecchio ingenue.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #194
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    trovo molta corrispondenza tra quello che scrive xmanx e le mie ricerche

    sono canali diversi ma portano in un'unica direzione

    forse per chi non ha ancora una apertura spirituale sembrano stupidaggini perciò io suggerirei di non insistere con chi non sente nell'intimo una verità

    siamo lontanissimi e mi spiace leggere contradditori del genere

  15. #195
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    nell’uomo ci sono delle forze straordinarie la cui coordinazione non è nel cervello fisico o in qualche scambio neuronale.

    pretendendo di studiare queste cose col sistema scientifico, è come se si volesse comprendere la complessità di un computer attraverso lo studio dei suoi terminali, o il significato di un racconto analizzando la chimica e la fisica del libro su cui è scritto.

    ecco che, allora, occorre fare una salto di qualità e di sistema di indagine.
    Ultima modifica di dietrologo; 10-10-2019 alle 08:14

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