Buongiorno Cono.
Dici che “La crisi valoriale è incontrovertibile”. Quali valori ? Solo quelli morali ?
Penso che la paventata crisi dei valori morali è più sfumata di quanto si creda.
Non nego la presenza di problemi, anche gravi, di natura sociale ed etica in seno alla nostra società. I "mostri" contro cui dobbiamo combattere sono abbastanza conosciuti: l'economicismo, il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.
La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento inducono anche penosi problemi psicologici: solitudine, noia, insicurezza, vuoto esistenziale, disorientamento morale. Ma tali “problemi” sono leniti dalla libertà dell’individuo contemporaneo, che può scegliere fra più opzioni, anche se di solito si lascia guidare dalla scelta del profitto economico e l’interesse personale.
Pure il negare o emarginare l’ambito spirituale, come accade più o meno coscientemente in Occidente (ma non solo) acuisce i cosiddetti mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, la cosiddetta "malattia mentale".
Si, certo, nel passato c’era stabilità (immutabilità ?) nei valori etici e religiosi, ma perché ? La quasi totalità delle persone vivevano nell’ignoranza, credevano ai miracoli straordinari propinati dai preti semi-analfabeti, c’era l’assoggettamento rassegnato all’autorità religiosa e civile. Così volevano e così doveva essere, senza discutere. E quel tempo non era meglio dell’oggi.
In parte questo è il prezzo che si deve pagare al progresso, alla democrazia, alla libertà ? Forse !
La “civiltà occidentale” anche se ha molte pecche è forse la migliore fra le civiltà realizzate finora.
Vivere nei secoli scorsi era più difficile, precario e disumano di oggi. Il passato è una storia di violenze, di fame, di epidemie.
I valori spirituali, morali ed artistici non sono alla portata di tutti e forse mai lo saranno. Si può sperare in una loro diffusione e già la nostra società ha aumentato il numero di coloro che leggono, provano piacere ad assistere ad un concerto o ad uno spettacolo teatrale, si pongono dei problemi di tipo etico e filosofico.
Ma è una questione di sensibilità e di intelligenza, caratteristiche in parte innate, solo parzialmente modificabili con l'educazione.