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Risultati da 31 a 45 di 103

Discussione: Si fa sera...

  1. #31
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    Buongiorno Cono.

    Dici che “La crisi valoriale è incontrovertibile”. Quali valori ? Solo quelli morali ?

    Penso che la paventata crisi dei valori morali è più sfumata di quanto si creda.

    Non nego la presenza di problemi, anche gravi, di natura sociale ed etica in seno alla nostra società. I "mostri" contro cui dobbiamo combattere sono abbastanza conosciuti: l'economicismo, il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.
    La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento inducono anche penosi problemi psicologici: solitudine, noia, insicurezza, vuoto esistenziale, disorientamento morale. Ma tali “problemi” sono leniti dalla libertà dell’individuo contemporaneo, che può scegliere fra più opzioni, anche se di solito si lascia guidare dalla scelta del profitto economico e l’interesse personale.
    Pure il negare o emarginare l’ambito spirituale, come accade più o meno coscientemente in Occidente (ma non solo) acuisce i cosiddetti mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, la cosiddetta "malattia mentale".

    Si, certo, nel passato c’era stabilità (immutabilità ?) nei valori etici e religiosi, ma perché ? La quasi totalità delle persone vivevano nell’ignoranza, credevano ai miracoli straordinari propinati dai preti semi-analfabeti, c’era l’assoggettamento rassegnato all’autorità religiosa e civile. Così volevano e così doveva essere, senza discutere. E quel tempo non era meglio dell’oggi.

    In parte questo è il prezzo che si deve pagare al progresso, alla democrazia, alla libertà ? Forse !

    La “civiltà occidentale” anche se ha molte pecche è forse la migliore fra le civiltà realizzate finora.

    Vivere nei secoli scorsi era più difficile, precario e disumano di oggi. Il passato è una storia di violenze, di fame, di epidemie.

    I valori spirituali, morali ed artistici non sono alla portata di tutti e forse mai lo saranno. Si può sperare in una loro diffusione e già la nostra società ha aumentato il numero di coloro che leggono, provano piacere ad assistere ad un concerto o ad uno spettacolo teatrale, si pongono dei problemi di tipo etico e filosofico.

    Ma è una questione di sensibilità e di intelligenza, caratteristiche in parte innate, solo parzialmente modificabili con l'educazione.

  2. #32
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    Buongiorno auxUgene, sono molto interessanti le tue considerazioni e le condivido.

    La civiltà, nei comportamenti e nelle idee, mi sembra da noi estesa in quantità rassicurante a larga parte della popolazione. Se torme di diseredati si riversano fiduciose in Occidente significa che il nostro tipo di civiltà è attualmente insuperato, è considerato quasi un miraggio, una promessa di benessere cui aspirare.

    E' vero, ci sono problemi di ordine pubblico dovuti all'espansione della criminalità, ma per quelli esistono delle parziali soluzioni tecniche di prevenzione e repressione.

    Il capitalismo e le società democratiche e aperte hanno vinto. Le alternative sperimentate si sono rivelate opprimenti e sanguinarie.

    Si deve trovare la giusta dose di equilibrio nel cambiamento socioeconomico e spirituale, comprese le nuove sfide indotte dalla rivoluzione scientifica e quindi tecnologica.

    La società occidentale ha creato un progresso senza precedenti. Essere occidentali significa essere all’avanguardia nelle scienze, nei cambiamenti sociali, nel benessere collettivo grazie alla medicina. Ovviamente questo stato di cose non è esente da critiche, anche negli stessi Paesi occidentali. Ma, al di là del malcontento ideologico, il predominio dell’Occidente è un dato di fatto ormai così acquisito che quasi non ricordiamo più da cosa ha tratto origine. Anzi, fatichiamo persino a stabilire a chi ci riferiamo esattamente quando parliamo “occidentalizzazione” visto che, nella società contemporanea, la modernità e i benefici che questo comporta non possono più essere considerati una prerogativa esclusiva di una determinata area geografica, l’Europa occidentale, il Nord America.

    Per occidentalizzazione di solito si intende il complesso processo socioeconomico e culturale attraverso cui valori, forme politiche, sistemi economici e strutture sociali dell’Occidente si sono diffusi, per imposizione o libera accettazione, tra popolazioni estranee alla tradizione europea. Il processo di occidentalizzazione ha trovato dal 19/esimo secolo una spinta decisiva nella crescita della produzione industriale.

  3. #33
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    Civiltà Occidentale

    C’è collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà ?

    Molti sono convinti che tale “tramonto” dipenda dal crepuscolo religioso e morale. Ma queste crisi in che modo sono misurabili ? E chi sono i giudici ?
    C’è collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà ?
    Per me no.
    Anzi, è vero il contrario.
    Questo se si intende la "globalizzazione" come incontro tra culture diverse e dialogo tra culture diverse.
    Se invece la globalizzazione diventa "colonialismo culturale, politico ed economico" qualche problema c'è.
    Anche la deportazione forzata di centinaia di migliaia di esseri umani usati come schiavi (quella che i buonisti chiamano "migrazione") crea qualche problema.

    E' inevitabile.
    La storia dell'evoluzione umana è fatta dallo scontro/incontro di modi diversi di vedere il mondo.
    Se non avessimo fermato Hitler, l'evoluzione umana sarebbe andata in un'altra direzione.

    Chi sono i giudici?
    Ciascuno di noi lo è. Ciascuno di noi può indirizzare in un modo o nell'altro l'evoluzione umana.
    Tutto dipende dal nostro livello di consapevolezza. Dal nostro livello di crescita.
    E' vero che l'evoluzione segue una sua propria intelligenza. Ma è altrettanto vero che ciascuno di noi può incidere sull'indirizzo evolutivo.
    E' il nostro libero arbitrio.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  4. #34
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    Ciao xmanx: sei d’accordo se dico che l’ideologia che ha promosso e legittimato la globalizzazione, questo processo di incontrollato attraversamento dei confini degli Stati è il neoliberismo ?

    All’affermazione del neoliberismo hanno contribuito i massimi esponenti della finanza e dell’industria mondiali, i quali hanno notevolmente influito sull’insegnamento universitario, sui media, sulle politiche economiche dei governi.

    Questa teoria politica mira a impedire che lo Stato o il governo per esso interferiscano con l’ordine che il neoliberismo intende stabilire. Applicato a una società democraticamente costituita, esso non rappresenta una nuova fase della democrazia liberale, ma la fine della democrazia in quanto tale.

    Il neoliberismo si fonda su alcuni principi fondamentali come l’aumento dei consumi e lo sviluppo continuativo del Pil, ritenuto indispensabile anche per quei paesi che hanno raggiunto un soddisfacente stato di benessere.

    Gli assiomi su cui si fonda la teoria neoliberista sono:mercati in grado di autoregolarsi, capitale da far affluire dove la sua utilità è massima, i rischi del sistema sono integralmente calcolabili (es. caduta prezzi o variazione dei tassi di interesse). I casi ripetuti di recessione e le crisi cicliche non hanno mai intaccato queste credenze tra i fautori del neocapitalismo.

    Ma il ristagno economico, l’aumento delle disuguaglianze e l’esasperazione dei conflitti stanno facendo tramontare la globalizzazione oppure continuerà ancora per secoli ?

    Ormai la globalizzazione ha rimodellato lo stile di vita di milioni di persone. Il neoliberalismo basato sull’assunto che vivere in una grande società globale significa partecipare alla genesi di un ordine spontaneo, chi potrà mai fermarlo ?
    Ultima modifica di doxa; 18-10-2019 alle 12:19

  5. #35
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Ciao xmanx: sei d’accordo se dico che l’ideologia che ha promosso e legittimato la globalizzazione, questo processo di incontrollato attraversamento dei confini degli Stati è il neoliberismo ?
    Si, sono completamente d'accordo con quello che dici.
    Al 100%.
    E qui vorrei chiarire un punto...visto che ho letto alcune affermazioni di Cono.
    A lui hanno insegnato che "bisogna amare i nostri fratelli" e quindi lui dice: spalanchiamo le porte a tutti.
    E non si accorge che in questo modo sta eseguendo come un bravo soldatino i disegni di chi, dei fratelli e delle sorelle, non gli frega nulla.
    Ecco perchè serve la consapevolezza.

    Ormai la globalizzazione ha rimodellato lo stile di vita di milioni di persone. Il neoliberalismo basato sull’assunto che vivere in una grande società globale significa partecipare alla genesi di un ordine spontaneo, chi potrà mai fermarlo ?

    La globalizzazione è nata da un fatto traumatico e globale: la fine dell'unione sovietica e del blocco comunista.
    E si arriverà a un altro fatto traumatico e globale per arrestarla. Ci vorranno forse 100 anni...o 200 anni.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  6. #36
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    Resta un fatto che non ho capito. Ma una volta i no Global non erano di sinistra?
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  7. #37
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    Ciao Turbo.

    Turbo ha scritto: “Resta un fatto che non ho capito. Ma una volta i no Global non erano di sinistra?”

    Si, di sinistra, di centro (sociale) ma anche di destra. L’importante è la rivolta estemporanea per far vedere che esistono ma non scalfiscono la finanza internazionale, l’economia su scala mondiale.

    Movimento no-global o movimento anti-globalizzazione sono locuzioni nate nella stampa italiana per indicare un insieme internazionale di gruppi, organizzazioni non governative, associazioni e singoli individui relativamente eterogenei dal punto di vista politico e accomunati dalla critica all'attuale sistema economico neoliberista, la cui prima comparsa si ritiene comunemente avvenuta intorno al 1999 in occasione della Conferenza Ministeriale dell'OMC (l'Organizzazione mondiale del commercio) a Seattle negli Stati Uniti.

    Non bastano i neologismi “globalizzazione” e “no global”. Dalla costante interazione tra la dimensione globale e locale è derivato anche il neologismo “glocale”: parola composta da “glo” (bal) + (lo) “cale”, con riferimento alla contemporanea dimensione globale o planetaria e quella locale. Da glocale deriva il sostantivo “glocalità”: significa pensare in modo globale e agire a livello locale, ma anche interesse per gli aspetti della realtà locale, in contrapposizione alle tendenze globalizzanti.

    Lo globalizzazione in termini distributivi ha affrancato una parte, solo una parte, della popolazione mondiale da uno stato endemico di povertà assoluta, ha soprattutto fornito le ali a Cina e India per spiccare il volo verso il rango di nuove grandi potenze emergenti.

    E l’Italia ? Anziché rimpiangere la decadenza dell'Italia da un'epoca all'altra fino alla nostra, è opportuno valutare la posizione dell'Italia su un atlante planetario della cultura profondamente trasformato dai mutamenti "oggettivi" degli ultimi anni, per un insieme di dinamiche geopolitiche oltreché per l'impatto epocale delle nuove tecnologie.

    L'Italia era ed è rimasta “provincia”, l'Italia si affaccia oggi al “balcone” della "glocalizzazione" con la forza di un provincialismo secolare.

  8. #38
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    @doxa

    La globalizzazione in termini distributivi ha affrancato una parte, solo una parte, della popolazione mondiale da uno stato endemico di povertà assoluta, ha soprattutto fornito le ali a Cina e India per spiccare il volo verso il rango di nuove grandi potenze emergenti.

    In realtà non è proprio così.
    La globalizzazione si basa sullo sfruttamento dei nuovi schiavi e serve per arricchire le èlite....e non per affrancare la gente da uno stato endemico di povertà.
    Non c'è nessun affrancamento dalla povertà. Ma c'è la creazione di una nuova povertà e di sacche sempre più vaste di sfruttamento.

    Avviene in cina, india, bangladesh. Le grandi multinazionali chiudono nei paesi dove esistono garanzie e diritti per i lavoratori e un salario adeguato (vedi paesi dell'europa occidentale) e aprono in cina, india, bangladesh dove fanno lavorare la gente come schiavi.
    Non solo. La globalizzazione (cioè l'èlite finanziaria che comanda e che tiene sotto ricatto i governi) impone la deportazione forzata dall'Africa di centinaia di migliaia di nuovi schiavi al fine di abbattare il sistema di garanzia e diritti che anni di lotte sindacali hanno ottenuto in paesi come l'Italia.
    Questo è l'obiettivo della cosiddetta "migrazione"...che altro non è che un sistema messo in piedi per deportare centinaia di migliaia di nuovi schiavi in Europa.

    IL 24.04.13 A DACCA IN BANGLADESH PERSERO LA VITA ALMENO 1.134 LAVORATORI E PIÙ DI 2.000 RIMASERO FERITI MENTRE CUCIVANO ABITI DESTINATI AI NEGOZI DI TUTTO IL MONDO.
    Poche ore dopo, coraggiosi attivisti e attiviste per i diritti umani scavavano a mani nude sotto le macerie per trovare le prove che collegavano quelle fabbriche a noti marchi occidentali, i veri datori di lavoro di quei lavoratori che non sono più tornati a casa.

    La Campagna Abiti Puliti (membro della Clean Clothes Campaign) ricorda il quinto anniversario del tragico incendio che devastò la fabbrica Ali Enterprises in Pakistan, uccidendo oltre 250 operai e operaie del settore tessile.

    La Campagna Abiti Puliti esprime tristezza e rabbia per la notizia della tragica perdita di vite umane in una fabbrica di scarpe crollata in Cina orientale sabato scorso 5 luglio, e invia le sue sentite condoglianze a tutte le famiglie colpite.
    Gli ultimi rapporti suggeriscono che alla Jieyu Shoe Factory, situata nella provincia orientale di Zhejiang in Cina e crollata lo scorso 5 luglio, hanno perso la vita tra i sei e i 14 operai.
    56 operai erano al lavoro quando l’edificio di quattro piani crollato. Più 30 hanno subito lesioni gravi e le squadre locali antincendio e di soccorso stanno continuando a scavare tra le macerie per recuperare i corpi. La causa del crollo del palazzo non è chiara, ma grandi e pesanti serbatoi d’acqua erano stati installati sul tetto e questo, secondo le ultime fonti, potrebbe aver contribuito.

    Giovedì 3 e venerdì 4 novembre, l’attivista cinese per i diritti dei lavoratori Meng Han sarà processato dalla corte del distretto di Panyu nel sud della Cina. Meng Han è stato preso di mira dalle autorità cinesi dopo che l’uomo si era impegnato per informare dei propri diritti i lavoratori e le lavoratrici di una fabbrica che produceva calzature per marchi come Calvin Klein, Coach e Ralph Lauren. È accusato di “aver raggruppato una folla per disturbare l’ordine sociale” e rischia fino all’ergastolo.
    Il 3 dicembre 2015 la polizia cinese ha eseguito una serie di retate a sorpresa nelle case e negli uffici di circa 50 attivisti e volontari appartenenti a gruppi impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori nella provincia di Guangdong.

    Attivisti chiedono oggi con forza un intervento immediato da parte dei governi e delle aziende per abolire definitivamente la tecnica della sabbiatura e gli altri processi di rifinitura dalla produzione dei jeans. La richiesta è contenuta in un nuovo report sulle condizioni di lavoro in sei fabbriche della provincia cinese di Guangdong, la regione in cui viene prodotta più della metà dei denim commerciati nel mondo.
    L’inchiesta Breathless for Blue Jeans: Health hazards in China’s denim factories ha rivelato una presenza ancora molto diffusa del sandblasting in Cina, nonostante la maggior parte dei brand occidentali avessero dichiarato pubblicamente 3 anni fa di volerla abolire perché causa di silicosi, una lunga malattia respiratoria che ha già prodotto la morte di molti lavoratori del tessile. La tecnica viene utilizzata per fornire ai jeans un aspetto “logoro”.


    Questi sono gli effetti della globalizzazione.
    E questi sono i motivi per cui è stata messa in piedi la globalizzazione: abbattere i salari e i diritti per renderci tutti schiavi.
    http://www.abitipuliti.org/

    Come sempre avviene, i popoli acquisiscono consapevolezza molto lentamente. Ci vorranno forse altri 100 anni...ma arriverà il momento in cui la rivolta dei popoli esploderà. E' inevitabile.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  9. #39
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    In un precedente post ho domandato se la crisi della civiltà occidentale è quantificabile o misurabile e chi sono i giudici.

    AxeUgene ha evidenziato che il metodo da seguire per misurare tale crisi è anzitutto è la scelta dei valori da esaminare perché considerati “valori di riferimento di una società”, scegliendoli negli ordinamenti e nelle leggi.

    Però axe ho un dubbio. Sbaglio se penso che i valori della società non devono necessariamente coincidere con le leggi ? La coincidenza avviene nello Stato etico, non in quello liberale.

    Nello Stato etico è l’istituzione statale il fine ultimo a cui devono tendere le azioni dei singoli individui per la realizzazione del bene comune.

    Secondo il filosofo tedesco Fredrich Hegel lo Stato è l’espressione più elevata di eticità, è fonte di libertà e norma etica per il singolo. La condotta dello Stato, quindi, non può essere oggetto di valutazioni morali da parte dell'individuo: lo Stato si pone fine supremo e arbitro assoluto del bene e del male.

    La teoria dello "Stato etico" è in antitesi con lo Stato assoluto e con la teoria liberale dello Stato di diritto, che assicura la salvaguardia e il rispetto dei diritti e delle libertà dell'individuo, insieme con la garanzia dello stato sociale.

    Quello liberale è una forma di Stato che tutela la libertà e i diritti inviolabili dei cittadini.

    @xmanx: mi piace la tua disamina degli effetti della globalizzazione sulla povertà !

    Cono che ne pensi se apro un topic dedicato al pudore considerato come valore ? Mi sembra un buon esempio per esaminarlo e capire meglio se nel nostro tempo è diventato un disvalore o ha subìto un’evoluzione positiva.

  10. #40
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    lo stato liberal-democratico elegge a valore la non intrusività, e quindi non si atteggia a stato etico, pur affermando comunque valori.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #41
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    Nello Stato etico è l’istituzione statale il fine ultimo a cui devono tendere le azioni dei singoli individui per la realizzazione del bene comune.
    .
    Secondo me uno degli aspetti significativi del decadimento è che non esiste più il bene comune.

  12. #42
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    In realtà non è proprio così.
    La globalizzazione si basa sullo sfruttamento dei nuovi schiavi e serve per arricchire le èlite....e non per affrancare la gente da uno stato endemico di povertà.
    Non c'è nessun affrancamento dalla povertà. Ma c'è la creazione di una nuova povertà e di sacche sempre più vaste di sfruttamento.


    Certamente, tutto si basa sulla volontà del grande capitale di sfruttare forza lavoro a costi il più possibile bassi, e poiché esiste una gran massa di affamati disposta a lavorare al minimo sufficiente per non morire di fame, il gioco è fatto. Tutti d'accordo, dal papa alle sinistre, dal capitalista all' UE, ci stanno preparando una società futura da incubo oltretutto con parole d'ordine che significherebbero tutto il contrario, sviluppo, solidarietà, fratellanza, sostenibilità, gretinismo e chi più ne ha più ne metta. Cosa ci vorrebbe? Forse un nuovo Marx che spinga le masse alla ribellione, oggi come ieri solo le catene si hanno da perdere...
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  13. #43
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Secondo me uno degli aspetti significativi del decadimento è che non esiste più il bene comune.
    quando mai è esistito? te lo definivano tale, ma era bene di una parte che si iimponeva come "comune"
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #44
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Nel dopoguerra.

  15. #45
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Nel dopoguerra.
    see... lallero! nel dopoguerra 1/5 della popolazione mondiale sfruttava il restante con la minaccia nucleare
    c'� del lardo in Garfagnana

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