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Discussione: Perché gli animali non devono avere un anima?

  1. #46
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Io vorrei chiedere a Cono se la sua convinzione dell'assenza di anima negli animali sia condivisa dal catechismo cattolico. Io non credo che sia così.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  2. #47
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Non ho capito scusa, decidermi su cosa?
    Vuoi per la presenza di internet, che diffonde e velocizza le informazioni, oggi più di ieri le critiche alla scienza fioriscono come funghi. Come dicevo, se togliamo l'aspetto più ridicolo e grottesco, c'è ogni tanto da parare le chiappe. Non è un'invenzione di prezzemolini titolati in TV il fatto di aver relegato l'evoluzione in un angolo nei programmi della scuola dell'obbligo ( vedi Moratti qualche anno fa) o i risvolti di una deriva sui vaccini, che sfociano nel rifiuto di farli. Poi possiamo passare anche da critiche e cure alternative riguardo i tumori.
    A parte l'evoluzione, che si vede solletica le paturnie per alcuni versi, la medicina, avendo a che fare con la salute e quindi vita e morte, catalizza mitologie a sfare.
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  3. #48
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Io vorrei chiedere a Cono se la sua convinzione dell'assenza di anima negli animali sia condivisa dal catechismo cattolico. Io non credo che sia così.
    365 L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima come la « forma » del corpo; 475 ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura.

    366 La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio 476 – non è « prodotta » dai genitori – ed è immortale: 477 essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.

    368 La tradizione spirituale della Chiesa insiste anche sul cuore, nel senso biblico di « profondità dell'essere » , dove la persona si decide o non si decide per Dio.

    356 Di tutte le creature visibili, soltanto l'uomo è « capace di conoscere e di amare il proprio Creatore »; 459 « è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa »; 460 soltanto l'uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza e nell'amore, la vita di Dio. A questo fine è stato creato ed è questa la ragione fondamentale della sua dignità.

    « Quale fu la ragione che tu ponessi l'uomo in tanta dignità? Certo l'amore inestimabile con il quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei; per amore infatti tu l'hai creata, per amore tu le hai dato un essere capace di gustare il tuo Bene eterno ». 461

    357 Essendo ad immagine di Dio, l'individuo umano ha la dignità di persona; non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno. È capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone; è chiamato, per grazia, ad un'alleanza con il suo Creatore, a dargli una risposta di fede e di amore che nessun altro può dare in sua sostituzione.

    358 Dio ha creato tutto per l'uomo, 462 ma l'uomo è stato creato per servire e amare Dio e per offrirgli tutta la creazione:

    « Qual è dunque l'essere che deve venire all'esistenza circondato di una tale considerazione? È l'uomo, grande e meravigliosa figura vivente, più prezioso agli occhi di Dio dell'intera creazione: è l'uomo, è per lui che esistono il cielo e la terra e il mare e la totalità della creazione, ed è alla sua salvezza che Dio ha dato tanta importanza da non risparmiare, per lui, neppure il suo Figlio unigenito. Dio infatti non ha mai cessato di tutto mettere in atto per far salire l'uomo fino a sé e farlo sedere alla sua destra ».

    http://www.vatican.va/archive/catech...1s2c1p6_it.htm

    I nostri amici animali, non hanno la nozione di Bene e di Male. E dunque non possono decidere. Non hanno coscienza e consapevolezza di sè.
    amate i vostri nemici

  4. #49
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio
    No, non ce n'è bisogno. Infatti non credo che nessuno qui sul forum non si renda conto della straordinaria esistenza della propria vita. Solo che non prendono quei due puntini luminosi che ci fanno porre domande sul mondo e le riempiono di mille falsi corollari facendo diventare due domande una risposta articolata con dio, angeli, inferno eccetera. Non è che puoi dire siamo unici= l'anima esiste. Dal primo al secondo addendo ci sono tante cose che metti per fretta di avere un'immagine del mondo che ti piace.
    L'uomo è guidato dall'istinto molto più della ragione e la seconda non l'ascolta quasi mai in quei pochi momenti della giornata in cui stacca il pilota automatico. Nemmeno la coscienza del bene e del male c'èntra nulla con la ragione. Parti da assunti vaghi e molto filosofici e pretendi che per la sola presenza di certe domande, si debba essere d'accordo sulle risposte che la tua setta multinazionale, che non ha più credenti di nessuna religione dato che la gente che dice di credere si comporta non dico non cristianamente, ma pur credendo, non si pone mai nella vita la domanda "come dovrei comportarmi cristianamente?". In cui bisogna aprire alle filippine perché ci siano ancora suore perché se nessuno prega a tavola prima di mangiare, figuriamoci prendere i voti. Una religione condivisa di persone che non provano e non proveranno mai a essere più cristiani. Una bella suggestione collettiva di una salvezza tan 0 taeg 0.
    Ti ho deluso?
    Un pochino, si. Non volermene, però. Sono deluso più che altro dal fatto che non consideri la cosa più importante di tutte, nel Cristianesimo: Dio và oltre, il peccato degli uomini. Non ha fondato una Chiesa di "perfetti". Ma di peccatori, Jerda. Peccatori che si sentono ogni giorno bisognosi di Lui e della Sua, infinita, Misericordia.
    amate i vostri nemici

  5. #50
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Ma io capisco che si possa pensare se ci sia un motivo a monte di ciò che esiste. Però fra ipotizzare e crederci fermamente, della differenza c'è. Se questo che osservi ti fa credere in un dio, son fatti tuoi.
    Che rubbia poi venga a spararla così grossa...spero non sia il suo vero pensiero, perché accosciarsi su un pensiero del genere, con esseri fantastici ed ultraterreni, non è proprio degno di una persona che si occupa del sapere. Fra un po' i bambini manco credono più a babbo natale.
    "Accorgersi della presenza delle cose è la prima e fondamentale azione dell'uomo che conosce: è da questa strana passività che nasce la curiosità, nascono le domande, il desiderio della ricerca. Forse per questo al fondo di ogni grande scienziato c'è qualcosa che, come in un bambino, mantiene i suoi occhi spalancati e assetati di realtà. L'esistenza delle cose è oggetto di un riconoscimento, non di dimostrazione. E questo può forse spiazzare la nostra mentalità, portata ancora a dare valore solo a ciò che è dimostrabile, come se l'unica conoscenza credibile fosse quella di tipo matematico. Eppure anche un grande logico come Wittgenstein non poteva esimersi dal riconoscere che «una esperienza è tale che quando la provo mi meraviglio dell'esistenza del mondo. E allora sono incline a usare frasi quali "com'è straordinario che esista qualcosa", o "com'è straordinario che il mondo esista"». Questo stupore per l'esistenza è la condizione per un incontro autentico con le cose e spalanca la possibilità della conoscenza. La ragione umana è innanzitutto provocata, commossa dall'esserci della realtà. La prima mossa che la ragione accusa è la pura presenza delle cose («guarda le stelle!»). Ma la capacità di stupore diventa feconda anche dal punto di vista strettamente scientifico. Anzitutto rende lo scienziato più attento, perché tutto spalancato sui dati della realtà, proteso a interagire con essa, a lasciarsi provocare e quindi a rispondere mettendo in campo tutta la propria capacità razionale. È fondamentale per uno scienziato apprezzare la bellezza della natura che sta studiando, essere attratto dal senso di ordine e dalle regolarità che percepisce in essa. Lo scienziato viene così indotto ad accogliere tutto il dato ed è quindi messo in condizione di cogliere la realtà in tutte le sue espressioni, in tutte le sue sfaccettature; fino agli aspetti quantitativi, che aiutano a decifrare i fenomeni e a risalire razionalmente alle cause. E’ interessante sentire cosa dicono tre importanti protagonisti della scienza.

    RICHARD FEYNMAN
    La stessa emozione, la stessa meraviglia e lo stesso mistero, nascono continuamente ogni volta che guardiamo a un problema in modo sufficientemente profondo. A una maggiore conoscenza si accompagna un più insondabile e meraviglioso mistero, che spinge a penetrare ancora più in profondità. Mai preoccupati che la risposta ci possa deludere, con piacere e fiducia solleviamo ogni nuova pietra per trovare stranezze inimmaginabili che ci conducono verso domande e misteri ancora più meravigliosi - certamente una grande avventura!

    Richard Feynman, «The Value of Science», in Frontiers in Science: A Survey, a cura di E. Hutchings, Basic Books, New York 1958.

    La capacità di stupirsi, di meravigliarsi di fronte alla natura come qualcosa di «dato» e di «misterioso», è identificata da Einstein come «la» caratteristica fondamentale dello scienziato. Caratteristica che lo accomuna all'artista, anch'egli impegnato nel gioco senza calcolo della ricerca del vero e dell'espressività.

    ALBERT EINSTEIN
    La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero. Sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. L'uomo per il quale non è più familiare il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e umiliarsi davanti alla creazione è come un uomo morto, o almeno cieco [...]. Nessuno si può sottrarre a un sentimento di reverente commozione contemplando i misteri dell'eternità e della stupenda struttura della realtà. È sufficiente che l'uomo tenti di comprendere soltanto un po' di questi misteri giorno dopo giorno senza mai demordere, senza mai perdere questa sacra curiosità...

    Denis Brian, Einstein: A Life, Wiley, New York 1996, p. 234.

    La meraviglia non è affatto circoscritta e delimitata dall'avanzare della conoscenza, come comunemente si pensa. Anzi, l'accadere stesso della conoscenza è motivo di una ulteriore meraviglia. È come se il procedere della nostra capacità di descrivere scientificamente la natura accrescesse inesorabilmente la percezione del carattere inesaurìbile del reale.

    CARLO RUBBIA
    Molte volte ho già detto questa cosa ma mi fa molto piacere ripeterla. Quando noi guardiamo un fenomeno fisico particolare, ad esempio una notte piena di stelle, ci sentiamo profondamente commossi, sentiamo dentro di noi un messaggio che ci viene dalla natura, che ci trascende e ci domina. Questa stessa sensazione di stupore, di meraviglia, di rispetto che ciascuno di noi prova di fronte a una manifestazione naturale, lo specialista, il ricercatore che vede l'interno delle cose lo sente ancora più forte, molto più intenso. La bellezza della natura, vista dall'interno e nei suoi termini più essenziali, è ancora più perfetta di quanto appaia esternamente; l'interno delle cose è ancora più bello che l'esterno, quindi io non sento né sgomento né paura. Sento la curiosità e mi sento onorato di poter vedere queste cose, fortunato, perché la natura è effettivamente uno spettacolo che non si esaurisce mai.

    Carlo Rubbia, «Alla ricerca dell'infinitamente piccolo», intervento al Meeting di Rimini, 29 agosto 1987, in II libro del Meeting '87, Meeting per l'amicizia fra i popoli, Roma 1987, pp. 223-228.

    http://www.fisicaedintorni.it/dtml/r...e_scienza.html
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  6. #51
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    356 Di tutte le creature visibili, soltanto l'uomo è « capace di conoscere e di amare il proprio Creatore »; 459 « è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa »; 460 soltanto l'uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza e nell'amore, la vita di Dio. A questo fine è stato creato ed è questa la ragione fondamentale della sua dignità.
    Cosa sia esattamente l'anima al momento non lo sappiamo. Che l'uomo abbia capacità superiori rispetto agli animali è un dato di fatto, ma ciò non significa che gli animali siano privi di anima. Altrimenti potresti togliere l'anima anche a molti malati mentali gravi e a tutti i non autosufficienti per cause mentali. Capisci che il passo successivo sarebbe questo, se identifichi l'anima con capacità superiori.
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  7. #52
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    Non si sa definire l'anima e arcobaleno lo mette bene in evidenza. Tuttavia non possiamo rinunciare a questa idea, dobbiamo adattare il mondo sensibile a questa idea. Aldilà della definizione di spirito, soffio vitale eccetera, su cui siamo tutti d'accordo volendo, è una cosa che abbiamo deciso che c'è, non si sa cos'è ma deve esserci altrimenti entriamo in crisi.

    Ma non so, chiamarla vita e togliere tutte le stronzate su bene, male, coscienza e animali che ne sono privi per rendere meno ridicola un'idea che prometterebbe bene, salvo volerla riempire di attributi prima di avere deciso cos'è in modo unanime no?
    No. Se gli animali non ne sono privi, il vuoto angosciante che picchia da dentro non si placa.

    Sembra che stiamo a parlare della pignatta alla fine dell'arcobaleno, e anche se non siamo sicuri di poterci arrivare e dove sia, già pretendiamo di sapere che rifiniture abbia.
    Ultima modifica di Jerda; 30-10-2019 alle 10:11
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  8. #53
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    L'anima è la Coscienza cosmica che è alla base della materia, di ogni forma di materia: dall'elettrone all'atomo, dalla molecola al DNA, dal sasso al pianeta, dalla galassia all'universo, dalla pianta al cane, dal batterio all'homo.
    Ogni forma di materia è una particolare manifestazione della Coscienza cosmica che è alla base di ogni forma di materia.
    Questa è l'anima.

    E quindi hanno l'anima sia i cani che l'homo. Sia un sasso che una galassia. Sia una pianta che il tavolo e la sedia su cui sei seduto.
    Poichè tutto è UNO. Cioè tutto è manifestazione della Coscienza cosmica che è alla base di tutta la materia.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  9. #54
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    Alla fine l'anima e' funzione della definizione che noi ne diamo e, se la colleghiamo all'unicita' di ogni elemento dell'esistente, ecco che il tutto l'ha sia come parte, che come insieme.
    Resta che, se questa anima non mantiene dopo la distruzione del suo involucro la sua individualita' con mempria progressiva e capacita' di agire, che ci sia o meno e' indiffetente, visto che per chi l'ha sviluppata resta comunque il nulla, non restando niente o trasformandosi in tutt'altro soggetto privo di passato e di azione collegata.

  10. #55
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Alla fine l'anima e' funzione della definizione che noi ne diamo e, se la colleghiamo all'unicita' di ogni elemento dell'esistente, ecco che il tutto l'ha sia come parte, che come insieme.
    Resta che, se questa anima non mantiene dopo la distruzione del suo involucro la sua individualita' con mempria progressiva e capacita' di agire, che ci sia o meno e' indiffetente, visto che per chi l'ha sviluppata resta comunque il nulla, non restando niente o trasformandosi in tutt'altro soggetto privo di passato e di azione collegata.
    Primo principio della termodinamica:
    Il primo principio della termodinamica rappresenta una formulazione del principio di conservazione dell'energia e afferma che l'energia di un sistema termodinamico non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da una forma a un'altra.

    Mi permetto di citarti Robert Lanza.

    Robert Lanza (born 11 February 1956) is an American medical doctor, scientist and philosopher. He is currently Head of Astellas Global Regenerative Medicine,[1] and is Chief Scientific Officer of the Astellas Institute for Regenerative Medicine and Adjunct Professor at Wake Forest University School of Medicine.

    Un famosissimo scienziato Robert Lanza considerato dal “New York Times” uno degli scienziati viventi più illustri, prova a spiegare come la vita va avanti… per sempre! Ma la chiave di volta nella sua teoria sarebbe, niente popo’ di meno che la nostra coscienza.

    È di qualche tempo fa la notizia che nel libro “Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe”, titolone a parte, Robert Lanza afferma che la vita non finisce quando il nostro corpo muore ma continua perché la nostra coscienza continua.

    Il curriculum del Dottor Lanza è di tutto rispetto: è un esperto in medicina rigenerativa e direttore dell’Advanced Cell Technology Company negli Stati Uniti, è conosciuto per la sua approfondita ricerca sulle cellule staminali e per i suoi numerosi tentativi di clonazione di specie in via di estinzione; non pago di tutto ciò ha deciso di dedicarsi anche alla fisica e astrofisica. Tutta questa conoscenza non poteva non sfociare in una nuova “teoria”: il biocentrismo.

    Essa afferma che la vita e la coscienza sono fondamentali per l’universo, e sarebbe la coscienza stessa a creare l’universo materiale in cui viviamo. Certo tutto questo ricorda un pochino l’indovinello sulla primogenitura dell’uovo o della gallina… fatto sta che Lanza ha elaborato delle leggi fisiche ad hoc. Infatti afferma che prendendo la struttura dell’universo, con le sue forze e leggi, queste sembrano essere ottimizzate per la vita, il che implica che l’intelligenza e la coscienza esistevano prima alla materia.

    Lanza sostiene che spazio e tempo non siano oggetti, ma piuttosto strumenti della nostra comprensione: la coscienza è il libretto di istruzioni che accompagna ogni cosa, anche la più ovvia, anzi, è come il filo d’erba che rinasce dalla cenere anche quando il fuoco sembra aver distrutto tutto.

    Lanza ritiene poi che la coscienza sarebbe energia misurabile in Watt; ma allora se il corpo di un essere vivente genera energia, allora questa non muore quando il corpo muore perché esisterebbe al di fuori del corpo fisico forse in un altro livello di realtà e forse, rivive, in un altro Universo.
    Ultima modifica di xmanx; 30-10-2019 alle 14:44
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  11. #56
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    Una teoria resta cosa teorica e, comunque, una coscienza, ipotetica, priva di continuita' con il pregresso e senza capacita' di agire volontariamente in funzione di pregresso e situazione contingente del momento e' irrilevante per le considerazioni di ora sul dopo.
    Della serie nulla mi cambia se dopo morto ho il nulla, o divento un gatto piuttosto che un pianeta con le rispettive peculiarita' di gatto o pianeta.

  12. #57
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Citazione Originariamente Scritto da meogatto Visualizza Messaggio
    Una teoria resta cosa teorica e, comunque, una coscienza, ipotetica, priva di continuita' con il pregresso e senza capacita' di agire volontariamente in funzione di pregresso e situazione contingente del momento e' irrilevante per le considerazioni di ora sul dopo.
    Della serie nulla mi cambia se dopo morto ho il nulla, o divento un gatto piuttosto che un pianeta con le rispettive peculiarita' di gatto o pianeta.
    In realtà il concetto espresso da Robert Lanza è totalmente diverso da quanto hai detto.
    Ma io non ti voglio convincere di nulla eh.
    Il lavoro di Robert Lanza è lì a disposizione di tutti.
    Se lo vuoi approfondire bene....altrimenti....pillolina blu e "domani ti svegliereai nel tuo letto e crederai a ciò che vuoi".
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  13. #58
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    "Accorgersi della presenza delle cose è la prima e fondamentale azione dell'uomo che conosce: è da questa strana passività che nasce la curiosità, nascono le domande, il desiderio della ricerca. Forse per questo al fondo di ogni grande scienziato c'è qualcosa che, come in un bambino, mantiene i suoi occhi spalancati e assetati di realtà. L'esistenza delle cose è oggetto di un riconoscimento, non di dimostrazione. E questo può forse spiazzare la nostra mentalità, portata ancora a dare valore solo a ciò che è dimostrabile, come se l'unica conoscenza credibile fosse quella di tipo matematico. Eppure anche un grande logico come Wittgenstein non poteva esimersi dal riconoscere che «una esperienza è tale che quando la provo mi meraviglio dell'esistenza del mondo. E allora sono incline a usare frasi quali "com'è straordinario che esista qualcosa", o "com'è straordinario che il mondo esista"». Questo stupore per l'esistenza è la condizione per un incontro autentico con le cose e spalanca la possibilità della conoscenza. La ragione umana è innanzitutto provocata, commossa dall'esserci della realtà. La prima mossa che la ragione accusa è la pura presenza delle cose («guarda le stelle!»). Ma la capacità di stupore diventa feconda anche dal punto di vista strettamente scientifico. Anzitutto rende lo scienziato più attento, perché tutto spalancato sui dati della realtà, proteso a interagire con essa, a lasciarsi provocare e quindi a rispondere mettendo in campo tutta la propria capacità razionale. È fondamentale per uno scienziato apprezzare la bellezza della natura che sta studiando, essere attratto dal senso di ordine e dalle regolarità che percepisce in essa. Lo scienziato viene così indotto ad accogliere tutto il dato ed è quindi messo in condizione di cogliere la realtà in tutte le sue espressioni, in tutte le sue sfaccettature; fino agli aspetti quantitativi, che aiutano a decifrare i fenomeni e a risalire razionalmente alle cause. E’ interessante sentire cosa dicono tre importanti protagonisti della scienza.

    RICHARD FEYNMAN
    La stessa emozione, la stessa meraviglia e lo stesso mistero, nascono continuamente ogni volta che guardiamo a un problema in modo sufficientemente profondo. A una maggiore conoscenza si accompagna un più insondabile e meraviglioso mistero, che spinge a penetrare ancora più in profondità. Mai preoccupati che la risposta ci possa deludere, con piacere e fiducia solleviamo ogni nuova pietra per trovare stranezze inimmaginabili che ci conducono verso domande e misteri ancora più meravigliosi - certamente una grande avventura!

    Richard Feynman, «The Value of Science», in Frontiers in Science: A Survey, a cura di E. Hutchings, Basic Books, New York 1958.

    La capacità di stupirsi, di meravigliarsi di fronte alla natura come qualcosa di «dato» e di «misterioso», è identificata da Einstein come «la» caratteristica fondamentale dello scienziato. Caratteristica che lo accomuna all'artista, anch'egli impegnato nel gioco senza calcolo della ricerca del vero e dell'espressività.

    ALBERT EINSTEIN
    La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero. Sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. L'uomo per il quale non è più familiare il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e umiliarsi davanti alla creazione è come un uomo morto, o almeno cieco [...]. Nessuno si può sottrarre a un sentimento di reverente commozione contemplando i misteri dell'eternità e della stupenda struttura della realtà. È sufficiente che l'uomo tenti di comprendere soltanto un po' di questi misteri giorno dopo giorno senza mai demordere, senza mai perdere questa sacra curiosità...

    Denis Brian, Einstein: A Life, Wiley, New York 1996, p. 234.

    La meraviglia non è affatto circoscritta e delimitata dall'avanzare della conoscenza, come comunemente si pensa. Anzi, l'accadere stesso della conoscenza è motivo di una ulteriore meraviglia. È come se il procedere della nostra capacità di descrivere scientificamente la natura accrescesse inesorabilmente la percezione del carattere inesaurìbile del reale.

    CARLO RUBBIA
    Molte volte ho già detto questa cosa ma mi fa molto piacere ripeterla. Quando noi guardiamo un fenomeno fisico particolare, ad esempio una notte piena di stelle, ci sentiamo profondamente commossi, sentiamo dentro di noi un messaggio che ci viene dalla natura, che ci trascende e ci domina. Questa stessa sensazione di stupore, di meraviglia, di rispetto che ciascuno di noi prova di fronte a una manifestazione naturale, lo specialista, il ricercatore che vede l'interno delle cose lo sente ancora più forte, molto più intenso. La bellezza della natura, vista dall'interno e nei suoi termini più essenziali, è ancora più perfetta di quanto appaia esternamente; l'interno delle cose è ancora più bello che l'esterno, quindi io non sento né sgomento né paura. Sento la curiosità e mi sento onorato di poter vedere queste cose, fortunato, perché la natura è effettivamente uno spettacolo che non si esaurisce mai.

    Carlo Rubbia, «Alla ricerca dell'infinitamente piccolo», intervento al Meeting di Rimini, 29 agosto 1987, in II libro del Meeting '87, Meeting per l'amicizia fra i popoli, Roma 1987, pp. 223-228.

    http://www.fisicaedintorni.it/dtml/r...e_scienza.html
    Boh cono, se ti critico i riferimenti a dio di rubbia & c., ripiombi sui copia-incolla sul fascino della natura ed il mistero, la conoscenza che avanza, che c'entrano sega con dio e la sua esistenza o dimostrazione. Sei un loop vivente.
    Ultima modifica di Vega; 30-10-2019 alle 21:28
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  14. #59
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    Ma non leggi?
    "questo può forse spiazzare la nostra mentalità, portata ancora a dare valore solo a ciò che è dimostrabile, come se l'unica conoscenza credibile fosse quella di tipo matematico."

    Il concetto di Scienza che hai te, è veramente una cosa piccola piccola, credimi. Puoi criticare e contestare Rubbia, Einstein, Feynman, la Gianotti e le altre migliaia di scienziati credenti che (bontà loro) hanno orizzonti molto più ampi del tuo. Ma ci fai una figura cacina.
    amate i vostri nemici

  15. #60
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Cosa sia esattamente l'anima al momento non lo sappiamo.
    Ma come? Questo può dirlo al limite un ateo, non un fine studioso delle Scritture come te. L'Anima è esattamente ciò che ci distingue dal resto del Creato.

    356 Di tutte le creature visibili, soltanto l'uomo è « capace di conoscere e di amare il proprio Creatore »; 459 « è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa »; 460 soltanto l'uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza e nell'amore, la vita di Dio. A questo fine è stato creato ed è questa la ragione fondamentale della sua dignità.

    Dio infatti si fa Uomo. Non gatto, non quercia, non sasso. Solo noi siamo fatti "A Sua Immagine".
    amate i vostri nemici

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