A volte sento rivolgermi l'"accusa" di scetticismo, spesso da chi propone una soluzione spirituale propria.
Come se il non voler abbracciare una certa specifica idea comporti la mancanza di spiritualità. Credo che oggi se parliamo di spiritualità, perlomeno l'idea che non debba essere legata a dei personali che stanno in cielo sia passata ampiamente. E' frequente che sia rigido su certe interpretazioni dia di "antispirituale" a chi non abbraccia il proprio credo. Infatti i religiosi sono quelli che hanno più difficoltà a riconoscere un certo tipo di ricerca negli altri che si pongono con lo stesso entusiasmo in una ricerca libera e socratica.

Parlando di Chakra, Karma, Soka Gakkai, appena sollevi dubbi sei "scettico"

La mia risposta è sempre la stessa: in un campo con tante attese e tante interpretazioni, è pieno di persone che in buona o malafede propongono ognuno la propria ricetta. Sono come al mercato, perché dovrei comprare i tappeti te che incontro per primo oppure non essere interessato a cosa si vende nel mercato dello spirituale? Questo svilisce a mio parere la riflessione sulla nostra esistenza. Proprio l'importanza dell'argomento impone rispetto nella scelta, che se arriva arriva e se non deve arrivare, le riflessioni spirituali forgiano sempre il carattere.

Non ho mai parlato delle mie idee spirituali, perché sento che sollevano discorsi poco costruttivi e ciò non mi motiva, ma vorrei sapere la vostra opinione: perché la pretesa di monopolio della verità deve sempre vanificare i discorsi interreligiosi, se siete d'accordo su questa affermazione?