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Discussione: Ex-Ilva di Taranto

  1. #1
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Ex-Ilva di Taranto

    La Arcelor Mittal lascia l'ex Ilva di Taranto. Con una nota, il colosso dell'acciaio ha riferito di aver inviato ai Commissari straordinari dello stabilimento italiano "una comunicazione di recesso dal contratto o risoluzione dello stesso".

    Cosa succede, ad esempio, in Francia?
    L'economia francese è immersa in esempi di Aiuti di Stato - vietati dalla disciplina della Concorrenza della Commissione europea - stranamente passati quasi inosservati davanti alle scure dell'antitrust europeo. L'ultimo esempio più lampante (cfr. Le Monde 4 Maggio 2017) è l'aiuto di Stato al costruttore automobilistico francese PSA di cui il "commissario delle partecipazioni statali" Martin Vial dichiara che l'operazione di cessione a un banca pubblica della partecipazione dello Stato:
    "è un caso esemplare del ruolo dello Stato nelle transizioni delicate. Siamo entrati nel capitale del costruttore nel 2014, quando versava in gravi difficoltà, e adesso ne usciamo con risultati finanziari solidi e quando lancia l'acquisizione del gruppo Opel-Vauxhall. Il tutto con un plus valore del 170%."

    Che strano, pensavo che la disciplina della Concorrenza - interpretata in maniera molto esclusiva e vincolante da Bruxelles per i casi relativi alle nostre aziende pubbliche o semi pubbliche - prevedesse che finanziare e o nazionalizzare un'azienda in dissesto o "in gravi difficoltà" con denari pubblici fosse severamente vietato in quanto "aiuto di Stato". Eppure è esattamente quello che ha fatto lo Stato francese attraverso APE e fondi pubblici.
    Francia e Germania ci hanno imposto di privatizzare l'IRI...mentre le loro aziende strategiche le tengono "al riparo" dal mercato privato.

    E' ora di riprenderci la nostra sovranità.
    E la nostra sovranità passa anche dalla ri-nazionalizzazione di una azienda strategica come l'acciaieria di Taranto.
    Per non parlare di Alitalia, di Autostrade e di altre aziende strategiche.
    Francia e Germania ci hanno imposto - come se fossero padroni a casa nostra - di svendere tutti i nostri settori strategici perchè sono vietati gli "aiuti di Stato".
    Della serie...neo-liberismo per le "colonie" e socialismo per i "padroni".

    La domanda è: come mai l'UE non interviene in Francia per infrazione alla concorrenza e aiuti di Stato?
    Come mai la Francia ha banche completamente pubbliche?
    Come mai mentre noi dovevamo smantellare l'IRI proprio per la scusa di "entrare nell'euro", la Francia creava la sua IRI, nel 2004?
    E a noi che ci avevano raccontato che dovevamo privatizzare e "liberalizzare" proprio per Bruxelles.
    Come mai la Francia può aiutare le sue aziende di Stato? Come mai può avere aziende di Stato?

    E' arrivata l'ora di mettere la parola fine a questa sceneggiata.
    Non siamo una colonia di Francia e Germania.
    Va ripristinato l'intervento pubblico in economia per le aziende strategiche della nostra nazione.

    Questo non significa che il controllo delle aziende va dato ai politici.
    L'obiettivo è uno solo: quando la politica resta fuori dalla gestione allora anche le imprese pubbliche possono essere competitive.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    E' ora di riprenderci la nostra sovranità.
    E la nostra sovranità passa anche dalla ri-nazionalizzazione di una azienda strategica come l'acciaieria di Taranto.
    Per non parlare di Alitalia, di Autostrade e di altre aziende strategiche.
    Francia e Germania ci hanno imposto - come se fossero padroni a casa nostra - di svendere tutti i nostri settori strategici perchè sono vietati gli "aiuti di Stato".
    Della serie...neo-liberismo per le "colonie" e socialismo per i "padroni".
    ennesima turbo-cazzata:
    Francia e Germania non ci hanno imposto una ceppa; ogni stato può decidere di partecipare ai settori definiti strategici, di comune accordo;

    l'Italia, primi anni '90, ha deciso di vendere PER FARE CASSA, e ne hanno approfittato le grandi imprese che volevano scambiare il loro rischio d'impresa d'elezione per dirottare una cospicua porzione di capitale nelle utilities e quote di privatizzate, rendite garantite;

    quello che proponi tu e i cazzo di sovranisti de 'sta ceppa è una partita di giro, ma in perdita; e ti spiego coi numerini il perché:

    se non c'è un investitore che prende ILVA a pattuizioni eque secondo lo standard italiano vigente, vuol dire che l'attività non è profittevole in quella collocazione, con quegli stipendi e quelle regole e giurisdizioni;
    se quella produzione la fa lo stato, vuol dire che la pagano i cittadini;
    ma quanto effettivamente è "strategica" ? non dico che non lo sia, ma che bisogna ragionare, perché stai chiedendo ai cittadini di pagare quell'acciaio più che se lo importassi;
    se la questione è quella degli operai, allora si risparmierebbe molto pagando loro un sussidio, che è solo una frazione di tutto il costo;

    a parte le strutture, nazionalizzare significa pagare una torma di dirigenti e manager, quadri, scelti con quali criteri ? il parastato è la barzelletta d'Italia per raccomandazioni e collocamento di parentame sfaccendato di potenti vari;

    certo, ai sovranisti de sta ceppa non gli par vero di riprendere il giochino di moda fino a tutti gli '80: tu mi voti, io divento il padrone, con lo stipendio da padrone, e poi assumo tuo figlio; il tutto a buffo, che pagheranno i tuoi nipoti;

    ora ci sarà da ridere con la francese PSA che deve fondersi col gruppo FCA, e ha i delegati statali nel cda;

    detto questo, dello stato in economia si può discutere; non è affatto un tabù; il punto è che bisogna sapere bene i costi, chi li paga e perché; e magari capire perché il "sistema Italia" soffre di nanismo d'impresa, e affrontare la questione, che è dolorosa, oltre che costosa pure quella.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
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    Veramente Arcelor-Mittal vuole sganciarsi da Taranto perchè è caduta la depenalizzazione dei reati che gli era sta promessa indovina da chi?
    Forse pensano di essere in Bangladesh, dove se cade una fabbrica o va a fuoco una fabbrica finisce tutto a tarallucci e vino.

    E forse non hai letto un passaggio:
    Questo non significa che il controllo delle aziende va dato ai politici.
    L'obiettivo è uno solo: quando la politica resta fuori dalla gestione allora anche le imprese pubbliche possono essere competitive.


    E poi vogliamo parlare di Autostrade?
    Indovina un po' chi ha regalato Autostrade ai Benetton? Facciamo un nome a caso?
    Dai su...ci puoi arrivare...sono gli stessi che avevano promesso la depenalizzazione dei reati ad Arcelor-Mittal.
    Inizia per PD...e finisce con "ioti": PDioti.

    O vogliamo parlare delle privatizzazioni di Prodi?

    Siete la rovina dell'Italia.
    E siete sempre al potere per un solo motivo: siete gli scendiletto di Francia e Germania.
    E qui ritorna la "perversione".
    C'è un qualcosa di "perverso" nel votare il PD.
    E' più una scelta che attiene alla psichiatria che non al pensiero razionale.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  4. #4
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    Veramente Arcelor-Mittal vuole sganciarsi da Taranto perchè è caduta la depenalizzazione dei reati che gli era sta promessa indovina da chi?
    Forse pensano di essere in Bangladesh, dove se cade una fabbrica o va a fuoco una fabbrica finisce tutto a tarallucci e vino.
    e io che ho scritto ?
    se non c'è un investitore che prende ILVA a pattuizioni eque secondo lo standard italiano vigente...

    E forse non hai letto un passaggio:
    Questo non significa che il controllo delle aziende va dato ai politici.
    L'obiettivo è uno solo: quando la politica resta fuori dalla gestione allora anche le imprese pubbliche possono essere competitive.
    oltre alla storia, hai studiato anche economia e diritto su Topolino:

    se un settore o un'impresa è nazionalizzata, vuol dire che è pubblica, statale; e chi gestisce le cose dello stato ? la politica, chi altrimenti ? chi nomina la dirigenza, i manager, perché perseguano obiettivi pubblici ?

    E poi vogliamo parlare di Autostrade?
    Indovina un po' chi ha regalato Autostrade ai Benetton? Facciamo un nome a caso?
    Dai su...ci puoi arrivare...sono gli stessi che avevano promesso la depenalizzazione dei reati ad Arcelor-Mittal.
    Inizia per PD...e finisce con "ioti": PDioti.

    O vogliamo parlare delle privatizzazioni di Prodi?

    Siete la rovina dell'Italia.
    E siete sempre al potere per un solo motivo: siete gli scendiletto di Francia e Germania.
    E qui ritorna la "perversione".
    C'è un qualcosa di "perverso" nel votare il PD.
    E' più una scelta che attiene alla psichiatria che non al pensiero razionale.
    per me, possiamo parlare di quel che ti pare;

    certo che ti esponi continuamente a figure di palta;
    le privatizzazioni servivano a far risparmiare soldi allo stato, ma tu non sai nulla di come funziona una cosa come autostrade, perciò apri bocca gli dai fiato, pur di trovare nemici;

    le reti, stradali, gli acquedotti, telefoniche, ferroviarie hanno la prerogativa di essere "monopoli naturali";
    ai primi capitoli di qualsiasi manuale di economia è spiegato che un monopolio è un assetto intrinsecamente inefficiente, pochissimo lucroso, che fa pagare agli utenti costi eccessivi per servizi mediocri; hai presente l'Unione Sovietica ?

    le privatizzazioni sono state "regali" obbligati, a causa del debito, visto che quei carrozzoni irizzati erano tutti mangiasoldi - dei cittadini contribuenti - e in perdita;

    la privatizzazione di una rete funziona in questo modo: il concessionario è tenuto a fornire il servizio ad un costo calmierato; ma può lucrare sulle attività di contorno; per esempio, Autostrade non guadagna coi pedaggi, ma con gli autogrill; il risparmio per il contribuente è che tutta l'organizzazione della gestione aziendale è disciplinata dal diritto civile, anziché da quello pubblico, come invece nelle società ex-IRI, ivi incluse assunzioni, retribuzioni, ecc... e soprattutto rischio d'impresa;

    Alitalia è un'altra mangiasoldi - dei cittadino contribuenti, tuoi e miei; è in crisi perché lo è quel mercato e soprattutto perché il "sistema paese" è povero; le tratte lucrose sono quelle intercontinentali, per le quali serve una flotta adeguata, di cui Alitalia non dispone, e che sosterebbe decine di miliardi, che dovresti far pagare a qualcuno - tu, io... - con le tasse, per impiegarli in un rischio d'impresa;
    un rischio, in nome della bandiera; perché può pure andare male... devi calcolare se vale la pena spendere i soldi dei cittadini contribuenti, sottraendoli ad altri impieghi;
    siamo al terzo salvataggio di Alitalia, in nome dell'"italianità"; soldi nostri; destinati al cesso, come quelli già pagati, visto che con quella flotta e in questo mercato l'azienda è in perdita, per forza; si fosse venduta 15 anni fa al gruppo KLM/AF, si sarebbero incassati soldi prima della crisi, il 50 % del personale o più sarebbe stato salvato e avanzavano soldi a iosa per sussidiare gli altri;

    guarda che i francesi stanno belli inguaiati pure loro con queste storie e i gilet gialli non sono spuntati per caso; al contrario di noi, sono meno abituati a flettere e prescindere dallo stato, ma i conti alla fine sono uguali per tutti;

    la politica di potenza, anche economica, la fai se e nella misura in cui sei una potenza, hai ricchezza reale, capacità produttive e competitive;

    oggi, la spesa che uno stato europeo dovrebbe affrontare prioritariamente è quella nella scuola, nell'università e nella ricerca; e poi nelle infrastrutture, strade, comunicazioni, servizi e credito agevolato ai giovani, prestiti d'onore per studiare, per alloggi fuori-sede, queste cose qui...

    solo in Lombardia - dati c.ind - nei prossimi anni verranno a mancare 200mila unità di lavoro; l'industria non le trova;
    Fincantieri, gioiello nazionale che "si permette" di comprare i prestigiosi cantieri francesi S. Nazaire - sì, funziona anche per noi, quando siamo bravi - manca di 5/6mila unità di lavoratori qualificati;

    questo crea la ricchezza nel futuro, ed è strategico; non mettersi a nazionalizzare le acciaierie sovietiche...
    certo, bisogna salvare le chiappe a tutta quella gente che è rimasta intrappolata in settori inefficienti; ma tu davvero pensi sia intelligente farlo mantenendo settori in perdita, gestiti da carrozzoni statali - questo sarebbe - che costano dieci volte il sussidio ?

    se gli operai Fiat degli anni 70/80 si fossero divisi tutti i soldi dei contribuenti regalati agli Agnelli & azionisti per fare auto brutte e mediocri che si comprava solo chi non poteva scegliere, oggi sarebbero tutti milionari, loro, i figli e i nipoti;
    vorresti ricominciare da capo ? ma poi, con quali soldi ?
    quelli che si stampavano allora erano garantiti dalla potenza militare USA, che chiudeva in gabbia 4/5 della popolazione mondiale; oggi, se stampi soldi nell'italietta, sono carta straccia, nelle tasche dei lavoratori; perché chi è ricco non crederai che si tiene quelli...
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
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    Peccato - per te - che con gli introiti di Autostrade i Benetton si siano arricchiti.
    E ci hanno lasciato sul gobbo una cinquantina di cadaveri che volevano solo andare in vacanza.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  6. #6
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    Peccato - per te - che con gli introiti di Autostrade i Benetton si siano arricchiti.
    E ci hanno lasciato sul gobbo una cinquantina di cadaveri che volevano solo andare in vacanza.
    si sono arricchiti con gli autogrill, non col pedaggio; infatti li hanno in tutta Europa; tra una decina di giorni, in viaggio per l'Olanda, mi fermerò al solito, dopo Innsbrueck, sempre loro; non è che gli austriaci sono governati dal PD;

    sul ponte, aspettiamo che la magistratura dica chi è responsabile, perché dopo gli alti lai dei primi giorni, pare che si siano dati una calmata tutti non appena sono cominciate ad arrivare le prime perizie; chissà perché...

    certo che pure tu, dopo aver visto gli amichetti tuoi urlatori alle prese con la realtà, quella vera, che governare è un casino, che non si sistema a urla e giustizia sommaria, che tagliare i vitalizi sono briciole, e che scherzi coi risparmi degli italiani rischi grosso, qualche dubbio potresti fartelo venire;
    sei grandicello, una 50ina d'anni l'avrai...
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
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    L'"errore" sull'Ilva è a monte. "Non so se fu fatto con la privatizzazione. Di certo è accaduto con la vendita agli indiani", sostiene l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in una intervista a La Stampa. Tremonti critica la scelta del governo di centrosinistra di cedere ad ArcelorMittal gli stabilimenti dell'Ilva al termine di una gara persa dalla cordata appoggiata dalla presenza pubblica di Cdp (Cassa Depositi e Prestiti). "Non si è mai vista una operazione in cui la francese Caisse de depot o la tedesca Kfw escano perdenti, la mano pubblica ha perso, quella indiana ha vinto e questo è un aspetto estremamente anomalo e opaco", spiega ribadendo come "la soluzione di mercato non è sufficiente".

    "Se lo Stato partecipa a una vendita è perché ritiene ci sia un interesse pubblico da difendere, se non l'ha difeso allora vuol dire che si sono accumulati una catena devastante di errori politici", dice ancora. E sottolinea che "l'Ilva fu un'operazione per cessione. Ed è possibile che il prezzo fosse comunque generoso per il compratore, visto che generò consistenti plusvalenze sull'estero. Mi pare che i fatti oggi dicano che fosse più necessario lo Stato che possibile il mercato. E se guardiamo la cartina geografica dell'Europa vediamo che gli spezzatini sono stati fatti sopratutto in Italia. Non in Francia né in Germania".
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  8. #8
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    ics, il punto è che la società italiana non riesce ad esprimere una politica; perché, al contrario di quelle tedesca e francese, è troppo divisa e non ha interessi egemoni, in grado di suggerire politiche condivise, una direzione;
    il problema dell'acciaio si conosce da 30 anni; non c'è bisogno di nazionalizzare e contravvenire a regole comunitarie; una politica forte convince gruppi bancari privati a consorziarsi, rilevare il gruppo, investire in sicurezza ambientale;

    perché non avviene ? perché quei gruppi bancari e imprenditoriali sono interessati ad altro - edilizia, per esempio, oppure utilities che garantiscono rendite; del resto, i loro azionisti di maggioranza sono quelli che finanziano la politica stessa;

    chiediti il perché il problema è a Taranto, inclusi i tumori, e non a Brescia, dove si lavora l'acciaio ovunque;
    perché a Brescia ci sono i soldi dei tondinari, depositati in quelle banche, che hanno potere di imporre alla politica investimenti pubblici; esattamente come quegli investimenti infrastrutturali che si fanno in tutto il nord, ma non a Roma o in Sicilia;
    a Roma non ci sono i termovalorizzatori, e hanno la monnezza per strada, o vecchi impianti; e nella zona est la gente muore; al nord si fanno le metropolitane, a Roma si chiudono e seppelliscono le talpe; è così chiaro il punto; che c'entrano Francia e Germania ?

    quelli ti dicono che non puoi stampare soldi per conto tuo, che è ovvio, perché è come diventare un falsario: stampi dieci milioni e ti compri dieci appartamenti, ma l'inflazione se la beccano tutti;
    ma il tuo problema-nazione non sono quelle regole, ma il debito e relativo credito; se devi chiedere soldi in prestito - e te ne servono tanti per pagare stipendi, pensioni, servizi, ecc... - conta la tua credibilità; vuoi uscire dall'euro e fare default, il gesto dell'ombrello a tutti ? e poi, chi ti presta più un centesimo ?

    posto che metteresti sul lastrico proprio le famiglie italiane del ceto medio, quelli che hanno i bot e i cct, ma non sufficientemente scafati e possidenti da averli all'estero, come quel milione di agiati veri, i quali già da un ventennio si sono attrezzati;

    questa cosa per cui noi saremmo soggetti a diktat franco-tedeschi è una colossale bufala; non solo perché quelli, e tutta l'UE in genere, non hanno alcun vero potere; prima che si arrivi ad una procedura d'infrazione passano decenni, durante i quali è un continuo di blandizie, dilazioni, negoziati; ovvio, non se sei sull'orlo del fallimento, come la Grecia;
    ma, soprattutto perché in termini di reale interesse politico francesi e tedeschi sono i nostri migliori alleati in UE; hanno gli stessi problemi da risolvere, o analoghi, e prospettano soluzioni utili anche a noi: a) devono difendere il welfare, e per fare questo serve un sistema finanziario di debito comune, più robusto e non attaccabile dalla speculazione; ci sono arrivati persino i tedeschi, perché il loro sistema pensionistico a tassi troppo bassi e senza inflazione non ha rendimenti;
    la Lagarde è in continuità con draghi; b) devono combattere il dumping fiscale e retributivo dei paesi piccoli, che attraggono la dislocazione produttiva e creano problemi con l'opinione pubblica interna; devono mettere i puntini sulle "i" con i Visegrad, che non vogliono prendersi le loro quote di immigrati;

    se l'Italia ha degli avversari in UE sono proprio quelli, e il "gruppo dei nove", baltici, scandinavi, Irlanda, Danimarca, Olanda... che spingono per il rigore finanziario massimo e per una maggiore autonomia fiscale e regolamentare - una volta guidati e spalleggiati dai britannici - pur rappresentando una minoranza demografica;

    il raccontino sovranista-nazionale è una bufala, che molti si bevono; messa in giro per convincerci all'isolamento, nel quale i lupi potrebbero finire comodamente di sbranare gli agnellini rimasti, senza lacci e lacciuoli; che è pure il piano di Johnson e Reese-Mogg in UK; non a caso due Tycoon dell'alta finanza, che aspirano al thatcherismo 2.O;

    io, nel dispiacere, alla fine, tifo per loro; così mostrano a noi continentali come funziona la cosa, e chi paga il sovranismo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
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    @axe

    Te l'ho già detto.
    Tu vivi in una "bolla" tutta tua, che ti sei costruito e nella quale regni sovrano.
    Forse, se leggessi i giornali, impareresti qualcosa:

    Ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più, il Professore Prodi si lascia andare a una confessione che non poteva certo passare inosservata.

    Incalzato dalla conduttrice-giornalista, il padre fondatore del Partito Democratico si scopre così: "Le privatizzazioni? Erano obblighi europei…Scusi, a me che ero stato a costruire l'Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale, ndr), a risanarla, a metterla a posto, mi è stato dato il compito da Ciampi – che era un compito obbligatorio per tutti i nostri riferimenti europei – di privatizzare...".

    Dunque, l'economista mette altra carne sul fuoco: "Quindi, si immagini se io fossi contento di disfare le cose che avevo costruito…ma bisognava farlo per rispondere alle regole generale di un mercato nel quale eravamo". "Un compito non gradevole, ma andava fatto…", chiosa il Professore.

    Insomma, ecco una conferma – l'ennesima – sul fatto che il mantra "Ce lo chiede l’Europa" debba essere rispettato dai Paesi membri per non indispettire gli alti papaveri dell'Ue.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  10. #10
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    @axe

    Te l'ho già detto.
    Tu vivi in una "bolla" tutta tua, che ti sei costruito e nella quale regni sovrano.
    Forse, se leggessi i giornali, impareresti qualcosa:

    Ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più, il Professore Prodi si lascia andare a una confessione che non poteva certo passare inosservata.

    Incalzato dalla conduttrice-giornalista, il padre fondatore del Partito Democratico si scopre così: "Le privatizzazioni? Erano obblighi europei…Scusi, a me che ero stato a costruire l'Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale, ndr), a risanarla, a metterla a posto, mi è stato dato il compito da Ciampi – che era un compito obbligatorio per tutti i nostri riferimenti europei – di privatizzare...".

    Dunque, l'economista mette altra carne sul fuoco: "Quindi, si immagini se io fossi contento di disfare le cose che avevo costruito…ma bisognava farlo per rispondere alle regole generale di un mercato nel quale eravamo". "Un compito non gradevole, ma andava fatto…", chiosa il Professore.

    Insomma, ecco una conferma – l'ennesima – sul fatto che il mantra "Ce lo chiede l’Europa" debba essere rispettato dai Paesi membri per non indispettire gli alti papaveri dell'Ue.
    beh, è ovvio che le privatizzazioni siano state un obbligo; esattamente come quando esci da un negozio con la merce hai l'obbligo di passare alla cassa e pagare, o quando compri un appartamento in un condominio hai l'obbligo di osservare le regole condominiali;

    ma è un obbligo assunto liberamente, che discende da una valutazione di opportunità, e la cui disciplina vale per tutti allo stesso modo, ivi inclusa la possibilità di dichiarare alcuni settori come "strategici";
    la valutazione di opportunità la fecero i governi di pentapartito tra il 1989 e il '92: la Germania si poté riunificare col beneplacito di Mitterrand, il quale, per neutralizzare la paura di una Germania egemone col marco, chiese in pegno ai tedeschi la rinuncia alla loro moneta - che quelli si sarebbero tenuti volentieri;

    l'Italia, paese fondatore della CE, era già integratissima in tutto il sistema comunitario e, a quella proposta, tutto il sistema aderì al progetto, con grande entusiasmo in tutti i settori; posto che la pattuizione stabiliva: ogni paese ha 10 anni per allinearsi ai vincoli richiesti - di fatto vincoli molto laschi visto che nessuno ci ha imposto diktat durante quel periodo, né dopo, quando, invece di procedere verso il 60% debito/PIL abbiamo continuato ad eludere riforme strutturali;

    questa idea di attribuire a cattivi esterni le incapacità strutturali dovute a conflitti interni è un classico escamotage propagandistico di chi vuole occultare il senso di quei conflitti;
    dunque, c'è un avvocato - uomo di destra - che si chiama Paniz; questo signore, si occupa dei ricorsi dei parlamentari contro i tagli ai vitalizi; con grande candore, spiega che questa battaglia contro l'attacco ai diritti acquisiti serve anche e soprattutto ad evitare un precedente:

    dei 18 milioni di pensionati italiani - la metà del costo del debito pubblico - la metà è di pensioni più o meno "baby"; cioè, gente che non avrebbe maturato il diritto al trattamento, alle regole cui siamo sottoposti noi, oggi, e che di quel diritto beneficia su base retributiva; cioè, prende in base allo stipendio;
    se poi aggiungi che una gran parte di quegli impieghi era drogata in origine - posti creati in cambio di consenso politico, sussidi di stato ad industrie in perdita, tolleranza all'evasione fiscale e contributiva, hai un buco enorme;

    bada, non sto dicendo che quelle persone fossero criminali; hanno vissuto in quella "normalità"; il punto è che la società italiana è talmente frammentata in gruppi di potere da non aver mai espresso una politica capace di riformare con una base di consenso queste storture, né creare gruppi finanziari forti per sostenere politiche analoghe a quelle dei tedeschi e francesi;
    quando, primi 90, Pirelli tentò la scalata alla tedesca Continental, fu il sistema nazionale di supporto a fallire, perché le banche - ancora pubbliche - non hanno trovato i capitali sufficienti, visto che erano esposte massicciamente con altri interessi: grande edilizia, Caltagirone, Ligresti, ecc... piccole imprese, ecc... tutti a tirare per la giacchetta i dirigenti, e i loro referenti politici: noi abbiamo bisogno dei soldi;
    così, la politica ha fatto quello che è stato sempre fatto; per quieto vivere ha continuato ad accontentare tutti, ma lasciato al destino la pianificazione strategica;

    sotto la pressione di Maastricht, però, il mondo dell'impesa si è fatto i conti e ha visto che il costo delle mazzette alla politica non avrebbe più garantito la sopravvivenza; quindi sono partite le prime denunce; non è mica un caso la coincidenza tra Maastricht e Tangentopoli...

    come non è un caso che internamente, da sempre, la tendenza progressiva sia la stessa, coerente e continua: al nord le cose funzionano, si spendono soldi, si fanno cose, si lavora, si vive più o meno come in Germania e Francia; se ti ammali a Bologna o Milano hai servizi efficienti; se ti ammali a Foggia vai a Bologna e Milano, nonostante a Foggia si spenda di più per la sanità; gli ospedali ci sono, hanno speso in macchinari, ma qualcuno blocca tutto; i medici ci sarebbero, ma il sistema locale ti dice: eh, il macchinario TAC c'è, ma non funziona, perché non troviamo il cavo, l'ente locale di certificazione ancora non ha dato il via libera; ma il professor X si appoggia anche nella struttura privata Y - guarda caso di suo fratello o cognato - dove con 300 euro lei può fare la TAC in settimana;

    perché a Brescia le acciaierie lavorano - e i tondinari chiedono immigrati, perché gli italiani non ci vanno - mentre Bagnoli è chiusa e Taranto farà la stessa fine ?
    è colpa dei francesi e dei tedeschi, o del fatto che l'Italia non esiste, che quando operano i rapporti di forza ognuno pensa al suo ?

    è colpa dei francesi e tedeschi se quando prendi una multa o hai un tributo a Piacenza lo paghi al 99%, mentre se ti succede a Napoli il comune non riesce ad incassarlo quasi nel 90% dei casi, quindi mancano i soldi per i servizi ?
    se a Roma, i trasporti e la nettezza urbana occupano il doppio degli addetti pro-capite di Milano per un servizio indecente ?
    è colpa dei francesi e tedeschi se il tesoro delle coste del sud da Terracina fino allo Ionio - ivi incluse perle come Ischia - sia costellato di abusi e privo di strade e servizi ? se in Sicilia gli acquedotti perdono il 50% della già scarsa acqua e non ci sono strade e, quelle poche volte che si fanno, costano il 30% in più che in Germania, dove però gli operai che le fanno sono pagati il doppio ?

    e potrei continuare all'infinito...
    non ti viene il sospetto che quelli che ti rimpinzano con queste turbo-cazzate sovraniste siano i propagandisti amici di quelli che lucrano da sempre su queste storture e cercano alibi per impedire all'opinione pubblica di prendere coscienza ? è come se tu avessi la bronchite e ti affidassi alla diagnosi della Philip Morris, che ti dice che la colpa è dello smog e non dei due pacchetti di sigarette al giorno che quelli ti vendono; e tu ci credi
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Continui a far finta di non capire il nocciolo della questione. Parli...parli...parli...ma EVITI il nocciolo della questione che ho posto nel post iniziale del 3d.

    La domanda è: come mai l'UE non interviene in Francia per infrazione alla concorrenza e aiuti di Stato?
    Come mai la Francia ha banche completamente pubbliche?
    Come mai mentre noi dovevamo smantellare l'IRI proprio per la scusa di "entrare nell'euro", la Francia creava la sua IRI, nel 2004?
    E a noi che ci avevano raccontato che dovevamo privatizzare e "liberalizzare" proprio per Bruxelles.
    Come mai la Francia può aiutare le sue aziende di Stato? Come mai può avere aziende di Stato?

    E' arrivata l'ora di mettere la parola fine a questa sceneggiata.
    Non siamo una colonia di Francia e Germania.
    Va ripristinato l'intervento pubblico in economia per le aziende strategiche della nostra nazione.


    Tu avevi detto:
    l'Italia, primi anni '90, ha deciso di vendere PER FARE CASSA, e ne hanno approfittato le grandi imprese che volevano scambiare il loro rischio d'impresa d'elezione per dirottare una cospicua porzione di capitale nelle utilities e quote di privatizzate, rendite garantite;

    E io ti ho riportato un'intervista di Prodi che ti smentisce su tutta la linea: siamo stati OBBLIGATI a farlo da Francia e Germania.
    Dopodichè....tu continua a vivere nella tua "bolla ideale" dove sei re, papa e dio.
    Io mi occupo di altro.
    Ultima modifica di xmanx; 10-11-2019 alle 11:11
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  12. #12
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    Un’antologia di Spoon River della politica industriale: il paragone tra gli ultimi decenni dell’economia italiana e il celebre “cimitero” letterario rischia di diventare ancora più calzante se alla grande massa di settori strategici, centri produttivi di vitale importanza e campioni nazionali smantellati da scelte politiche scriteriate - specie le privatizzazioni selvagge, carenze nella definizione delle priorità strategiche e disastri dei gestori privati - dovesse aggiungersi l’Ilva.

    La corsa frenetica a demolire l’economia mista imperniata nell’Istituto di Ricostruzione Industriale (Iri) è stata devastante. Lo ha fatto notare con durezza e nitida chiarezza il direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano in un recente editoriale: “La vecchia Stet dell’Iri ha ricostruito l’impero romano regalando all’Italia il primato mondiale delle telecomunicazioni e i segreti dell’industria del futuro globale. (…) La vecchia Italstat dell’Iri regala all’Italia un player globale delle costruzioni e delle grandi opere. Apre e chiude i cantieri, si percepisce il progetto Paese dello Stato imprenditore, le due Italie sono riunificate con la Autostrada del Sole costruita e inaugurata prima della scadenza prevista”. Entrambe finiranno poi per naufragare dopo la fine dell’epoca d’oro dello Stato-imprenditore. Destino analogo a quello dell’acciaio: “La vecchia Finsider dell’Iri ha regalato all’Italia l’impianto che garantiva a tutti i Paesi europei l’indipendenza nella disponibilità di una materia cruciale (l’acciaio) per lo sviluppo industriale. L’uscita dall’orbita pubblica è stata fatale”. Il susseguirsi di caos giudiziari, problematiche amministrative e incertezze politiche, dai Riva a Arcelor Mittal, ha fatto il resto.

    E ora l’Italia rischia di ritrovarsi di fronte a una Caporetto industriale. La chiusura dell’Ilva, la perdita dell’1,5% del Pil legato all’acciaio, la distruzione di 10.700 posti di lavoro diretti e decine di migliaia indiretti per il contenzioso tra il Governo Conte II e Arcelor-Mittal, compratore in ritiro dello stabilimento, per il problema dello “scudo penale” previsto dal piano firmato da Luigi Di Maio e ipotizzato prima di lui da Carlo Calenda, certificherebbe il fallimento della (non) strategia italiana dell’acciaio. Iniziata quando Romano Prodi decise di mettere in liquidazione Italsider e Finsider, nel corso del suo mandato da direttore dell’Iri e presidente del Consiglio, perché…ce lo chiedeva l’Europa. Perché l’Ue chiedeva che l’Italia, svenandosi, pagasse il prezzo dell’entrata nell’euro privandosi dei gioielli di famiglia. E iniziando una spirale decrescente che ha fatto venire meno la compatta integrazione di filiera e portato al degrado delle condizioni ambientali e lavorative in Ilva.

    I lavoratori dell’Ilva di Taranto, per troppo tempo, hanno dovuto scegliere tra due alternative: la trappola della povertà, ovvero l’abbandono di un posto di lavoro che tra standard ambientali insani e tumori dilaganti rappresentava comunque una delle poche opportunità occupazionali dell’area, o l’accettazione di una precarietà di condizioni disarmante e degradante. Un governo desideroso di fare davvero politica industriale dovrebbe in primo luogo vincolare la vendita dell’Ilva alla risoluzione di questa asimmetria.

    Tante sono le questioni su cui ci dovremmo interrogare: perché introdurre lo scudo penale per Arcelor Mittal senza condizionarlo a una sorta di golden power pubblico, ovvero monitorando strettamente il compratore imponendogli il rispetto di un serio piano ambientale, la transizione operativa e la tutela di standard definiti? Perché non proporre altro che un cambio repentino di legislazione che Arcelor ha potuto cogliere come palla al balzo per svincolarsi? Perché non aver fatto chiarezza sui contratti di affitto dell’ex Ilva stipulato anche dai commissari straordinari? Perché il Conte II ha questa smania di smantellare ciò che, pur confusamente, il Conte I aveva concluso senza proporre un piano di lungo periodo alternativo?

    La verità è che manca la politica, la vera visione strategica delle priorità del Paese. Manca la volontà di indirizzare lo sviluppo dello Stato nei settori strategici, di tutelare l’occupazione e il futuro produttivo del Paese. Lo vediamo in questi giorni: Fca e Peugeot vanno verso la conclusione di un’alleanza strategica in cui il governo italiano non ha saputo intervenire con il potere di persuasione morale, pensando che i cambi di residenza fiscale neghino la realtà, che impone di preservare il futuro del settore auto. Lo vediamo sui gasdotti, sulle trivelle, sui porti, su Alitalia, sui cantieri navali, sulle telecomunicazioni. Lo vediamo quando 10.700 persone rischiano il posto di lavoro e un polo tanto importante di evaporare come neve al sole: non sarebbe riduttivo pensare all’ipotesi di dimissioni del governo Conte in caso di chiusura dell’Ilva. È il deserto della politica. Di un sistema Paese che ha smesso di pensarsi tali. E di una politica che pensa alla supremazia dei mercati e non a come intervenire, laddove necessario, per tutelare lavoro e produzione. Il padre della grande stagione dell’acciaio italiano, Oscar Sinigaglia, partì ragionando da un assunto semplice: senza acciaio non c’è industria. Sarebbe meglio che anche a Roma si iniziasse a capire un pensiero tanto basilare quanto vitale per un comparto chiave e, a cascata, per l’economia.
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  13. #13
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    Continui a far finta di non capire il nocciolo della questione. Parli...parli...parli...ma EVITI il nocciolo della questione che ho posto nel post iniziale del 3d.

    La domanda è: come mai l'UE non interviene in Francia per infrazione alla concorrenza e aiuti di Stato?
    Come mai la Francia ha banche completamente pubbliche?
    Come mai mentre noi dovevamo smantellare l'IRI proprio per la scusa di "entrare nell'euro", la Francia creava la sua IRI, nel 2004?
    E a noi che ci avevano raccontato che dovevamo privatizzare e "liberalizzare" proprio per Bruxelles.
    Come mai la Francia può aiutare le sue aziende di Stato? Come mai può avere aziende di Stato?

    io te l'ho appena spiegato, ma tu sei talmente preso dalla vis polemica e dai pregiudizi, non ché privo di conoscenze essenziali da esser incapace di fare 2 + 2;
    le regole sono le stesse per tutti; l'Italia - come in effetti fa in tanti i settori - mantiene partecipazioni statali strategiche;

    ma lo può fare meno dei francesi per il dettaglio - che, evidentemente, ignori - di avere un rapporto debito PIL al 98%, e in calo, mentre il nostro è del 138 e passa, e in crescita, dati del 2018;
    hai presente dell'enormità di esposizione che questo comporta ??? dell'enormità di risorse pubbliche sottratte agli investimenti e alle potenzialità di quelle partecipazioni strategiche ???

    E' arrivata l'ora di mettere la parola fine a questa sceneggiata.
    Non siamo una colonia di Francia e Germania.
    Va ripristinato l'intervento pubblico in economia per le aziende strategiche della nostra nazione.
    quello già c'è, solo che è stato sprecato nei decenni per comprare il consenso di potentati vari; la regione Sicilia ha tanti dirigenti quanto la somma di 15 altre regioni; le regioni spendevano per avere le proprie ambasciate all'estero, in cui mandare amici e parenti dei politici locali; i francesi, gli stessi soldi li hanno spesi per cose più strutturali;
    nei primi anni 80, Francia e Germania hanno alzato la pressione fiscale, dal 30 al 40%; non no, abbiamo continuato l'andazzo, spremendo il reddito fisso e tollerando l'evasione degli autonomi; sono scelte politiche, di classe; infatti, siamo ancora a caro fratello a parlare di contente, quando in Germania si paga il caffè con le carte, a zero costi per l'esercente; in Francia, se evadi, alla seconda volta ti fanno un culo come un paiolo;

    Tu avevi detto:
    l'Italia, primi anni '90, ha deciso di vendere PER FARE CASSA, e ne hanno approfittato le grandi imprese che volevano scambiare il loro rischio d'impresa d'elezione per dirottare una cospicua porzione di capitale nelle utilities e quote di privatizzate, rendite garantite;

    E io ti ho riportato un'intervista di Prodi che ti smentisce su tutta la linea.
    Dopodichè....tu continua a vivere nella tua "bolla ideale" dove sei re, sovrano e dio.
    Io mi occupo di altro.
    ma non mi smentisce affatto; è ovvio - basta leggersi le normative - che quell'obbligo era una questione di sostanza economica, e non di regole, le quali contemplano la possibilità di stabilire settori strategici in cui lo stato partecipa in varia misura e a vario titolo;

    solo tu puoi essere così ingenuo da non pensare che se le politiche francesi configurassero una concorrenza sleale ai sensi delle normative UE nessuno dei 28 paesi dell'Unione avrebbe avuto nulla da eccepire, visto che in quei settori operano tutti.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #14
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    In realtà il rapporto debito/PIL dell'Italia nel 2007-2008 era intorno al 103%-106%.
    Fu grazie al governo Monti - voluto dal PD - e che adottò le ricette europee volute da Francia e Germania, che esplose al 135%.

    E tu vai avanti a dire "più europa e più PD".
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  15. #15
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    In realtà il rapporto debito/PIL dell'Italia nel 2007-2008 era intorno al 103%-106%.
    Fu grazie al governo Monti - voluto dal PD - e che adottò le ricette europee volute da Francia e Germania, che esplose al 135%.

    E tu vai avanti a dire "più europa e più PD".
    infatti; l'unico che ha ridotto il rapporto debito/PIL è stato Prodi; ma a te è sfuggito;
    Monti ha dovuto mettere le pezze sul disastro dell'ultimo Berlusconi, in un periodo di drammatico calo del PIL, avvenuto proprio con la crisi iniziata in quel biennio; col PIL fermo ridurre il rapporto è diventato difficilissimo peer i paesi che non avevano provveduto a riformare prima;

    poi, insisti con "le ricette volute da Francia e Germania"
    prima di tutto, Francia e Germania hanno problemi analoghi, e nell'UE sono i paesi più morbidi nei nostri confronti;
    in secondo luogo, l'UE consiglia; prima di arrivare a procedure di infrazione o avvertimenti seri ce ne vuole; devi essere sull'orlo del default, come i greci;

    quello che non capisci, perché ignori, è che il vero vincolo te lo pone il mercato del debito pubblico: se fai lo stronzo con le finanze, i primi a voltarti le spalle sono gli acquirenti del tuo debito, cioè le famiglie, chi investe i risparmi in buoni del Tesoro e non si fida più; sono quelli che impartiscono eventuali diktat, perché se non comprano ti tocca alzare i tassi e entri in un circolo vizioso:
    a quel punto, la speculazione - che non è una persona, ma l'ordinaria gestione in tutto il mondo, di tutti gli operatori, anche quelli della tua banca - scommette sulle tue difficoltà: se il tuo tasso è salito dal 4 al 5%, quelli vendono lo stesso i titoli, perché contano che in quella situazione dovrai rialzare al 6, 7... e potranno ricomprare ad un tasso più vantaggioso;

    se, al contrario, mostri l'intenzione di praticare politiche di rigore, il mercato sente il rischio che i tassi scendano, e allora si affretta a comprare, e effettivamente questa domanda fa subito scendere i tassi; cioè, fa risparmiare lo stato e libera risorse per altri impieghi.
    c'� del lardo in Garfagnana

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