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Discussione: I gesti di Gesù: benedire con il tangere (= toccare)

  1. #1
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    I gesti di Gesù: benedire con il tangere (= toccare)

    Il Cristo evangelico tocca e si lascia toccare.

    C’è nel Vangelo di Marco (1, 40 – 45) un versetto che evidenzia l’originalità di Gesù e la sua discontinuità dal giudaismo nel quale viveva. E’ l’episodio dell’incontro con il lebbroso, un’affezione dai risvolti non solo clinici (era creduta molto infettiva) ma anche etico-religiosi. Infatti per la cosiddetta “teoria della retribuzione”, secondo la quale a ogni delitto corrisponde una punizione, la lebbra veniva considerata anche il castigo per una colpa vergognosa, segreta che rendeva il malato uno “scomunicato”. Perciò il lebbroso veniva relegato nelle periferie degradate, alloggiato in grotte, segregato negli immondezzai, come nel caso di Giobbe, colpito da “piaga maligna”.
    Il libro biblico delle norme sacrali, il Levitico, non aveva esitazioni: “Il lebbroso indosserà stracci, starà a capo scoperto, si velerà la barba e andrà gridando: Impuro, impuro !” (13, 45 – 46).
    Socialmente il lebbroso veniva schivato e allontanato con orrore dai sani, timorosi di essere infettati non solo fisicamente ma anche moralmente e sacralmente.
    Ecco, invece, la scelta scandalosa di Gesù: “Commosso profondamente, tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato !”. Quel gesto di compatimento violava le norme socio-rituali e quella mano di Gesù che tocca, quasi ad assumere su di sé il male, diventa un segno provocatorio e liberatorio.
    Il sintagma evangelico: “tese la mano e lo toccò” si sofferma sul toccare (in greco “hàptomai”, ricorre 39 volte nel Nuovo Testamento), mentre la mano (in greco “chéir”, 177 volte).

    Nei Vangeli c’è il toccare taumaturgico per guarire o benedire, c’è il toccare compassionevole, ma c’è anche la famosa locuzione latina “Noli me tangere” (= non mi toccare) rivolto da Gesù risorto a Maria Maddalena (Gv 20, 17).
    Le contemporanee interpretazioni della Bibbia anziché “non mi toccare” traducono la frase di Gesù con “non mi trattenere”, più aderente al Vangelo secondo Giovanni, originariamente scritto in greco.

    C’è il toccare che guarisce e che si manifesta in forme diverse: l’emorroissa che afferra il lembo del mantello di Gesù, il quale, poco dopo, prende nella sua la mano della figlioletta di Giairo, apparentemente morta (Mc 5, 21 – 43).

    C’è anche il contatto fisico come segno dell’amore di Cristo: è ciò che accade nei confronti del figlio morto della vedova di Nain (Lc 7, 11 – 17).

    E si conclude con la tenerezza della prostituta che bacia, tra le lacrime, i piedi di Gesù, ma sollecita la reazione scandalizzata del fariseo Simone: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice !” (Lc 7, 36 – 50).

    Sono questi alcuni cenni di un atto spontaneo di Gesù che tocca e si lascia toccare.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    In questo caso, non condivido la tua impostazione.

    Non si può partire dall'analisi letterale dei testi per definire il quadro della situazione. E non si può per il semplice motivo che i testi non sono un resoconto storico fedele dei fatti e dei dialoghi.
    I testi sono il frutto della visione teologica degli autori. Gli autori sono, ovviamente, partiti da un preciso substrato storico (tramandato oralmente)...e su questo substrato storico hanno inventato dialoghi ed episodi per veicolare la loro visione teologica.
    Il substrato storico quindi c'è, ma è "nascosto" all'interno dei testi.
    Ad esempio i cosiddetti "miracoli".
    E' abbastanza evidente che i "miracoli" sono stati inseriti nei testi per veicolare una precisa visione teologica, ma non appartengono al substrato storico.

    Quando si leggono i testi bisogna sempre tenere presente che i testi contengono sia il substrato storico che la visione teologica che gli autori volevano veicolare attraverso i testi.
    A questa conclusione si arriva incrociando tra loro tutti i testi.
    Per esempio, dalle lettere di Paolo emerge chiaramente che Pietro non volle sedersi a tavola con gli ex-pagani convertiti per non contaminarsi (come era prescritto dalla Legge ebraica). E questo scatenò l'ira di Paolo.
    Come è possibile questo?
    Se nei vangeli si legge che Gesù invitò i discepoli a convertire i pagani, come mai Pietro si rifiutava di convertire i pagani e addirittura si rifiutava di sedersi allo stesso tavolo dei pagani convertiti da Paolo? Forse Pietro non aveva capito Gesù?
    La risposta è semplice: le parole di Gesù contenute nei vangeli che invitano i discepoli a convertire i pagani sono una invenzione degli evangelisti per veicolare una visione teologica sviluppatasi successivamente alla morte di Gesù. Il Gesù storico non disse mai una cosa del genere. Se l'avesse detta, Pietro non avrebbe avuto tutti i dubbi che ha avuto e che sono testimoniati dalle lettere di Paolo e dagli Atti degli Apostoli.
    Lo stesso vale per i cosiddetti "miracoli". I miracoli sono una invenzione necessaria a veicolare una visione teologica, ma nulla hanno a che vedere col substrato storico (cioè coi fatti storicamente accaduti).

    Qual'è dunque il substrato storico realtivo all'argomento del tuo 3d?
    Gesù era sicuramente un "innovatore" o un "riformatore" (e, anche, se vuoi un "guaritore"...cioè conosceva i metodi in uso all'epoca per curare i malati...ma di certo non compiva "miracoli"). Lui puntava più a sottolineare la "sostanza" della Legge, piuttosto che l'adesione "formale" alla Legge.
    E questo gli causò un sacco di problemi sia nei confronti delle autorità religiose (attaccate alla "forma" della Legge) che nei confronti del "modo comune di pensare" del cosiddetto "popolino".
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  3. #3
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    Buon pomeriggio xmanx.

    Mi domandi
    Qual'è dunque il substrato storico realtivo all'argomento del tuo 3d?
    Quello di Gesù e il suo tempo ! Nella Palestina di quegli anni la popolazione viveva per lo più in piccoli villaggi di campagna, dove l’agricoltura determinava vari aspetti della sua esistenza quotidiana, abitudini e tradizioni, festività religiose e credenze.

    Entrambi sappiamo che i Vangeli, pur narrando la vicenda di Gesù di Nazareth non hanno preoccupazioni storiografiche. Gli autori dei Vangeli non tentarono di essere obiettivi, nel senso che un giornalista moderno vorrebbe. I vangeli sono “documenti” di fede, sorretti dalla convinzione di narrare non fatti di cronaca reale ma di fatti miracolosi che confermano l’intervento diretto di Dio in terra.

    Ieri ho letto un articolo del cardinale Gianfranco Ravasi sull’attività taumaturgica di Jesus ed ho voluto ampliare la lettura sul Cristo evangelico che tocca e si lascia toccare nel compiere alcuni “miracoli”, per conseguenza su questo tema ho scritto il post, pensando che possa interessare.

    Per la Bibbia i miracoli costituiscono un segno dell’attenzione divina verso l’individuo, però si deve tener conto della mentalità del tempo che induceva ad interpretare molti fenomeni naturali in modo soprannaturale e, come affermi tu con competenza, i testi evangelici “sono il frutto della visione teologica degli autori”.

    Xmanx, ma qual è la funzione del miracolo nell’ambito di una religione ? La divinità ha bisogno di mostrare la sua potenza con i miracoli per far credere nella sua esistenza ? In che modo la divinità sceglie i “pazienti” da miracolare ? Perché Dio è selettivo ?

  4. #4
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Per la Bibbia i miracoli costituiscono un segno dell’attenzione divina verso l’individuo, però si deve tener conto della mentalità del tempo che induceva ad interpretare molti fenomeni naturali in modo soprannaturale e, come affermi tu con competenza, i testi evangelici “sono il frutto della visione teologica degli autori”.

    Xmanx, ma qual è la funzione del miracolo nell’ambito di una religione ? La divinità ha bisogno di mostrare la sua potenza con i miracoli per far credere nella sua esistenza ? In che modo la divinità sceglie i “pazienti” da miracolare ? Perché Dio è selettivo ?
    In realtà i miracoli nei vangeli veicolano il concetto teologico che Gesù era il Messia atteso.
    Matteo 11,2
    In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

    Questa frase messa in bocca a Gesù dall'evangelista (ma che in realtà il Gesù storico non ha mai detto) serve all'evangelista a veicolare i concetti del profeta Isaia che, circa l'avvento del Messia, aveva scritto:

    Isaia 35,5
    5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi;
    6 allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia, perché sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine.
    Isaia 29,18
    18 In quel giorno, i sordi udranno le parole del libro, e, liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno;
    19 gli umili avranno abbondanza di gioia nell’Eterno, e i più poveri tra gli uomini esulteranno nel Santo d’Israele.
    Isaia 26,19
    Ma di nuovo vivranno i tuoi morti,
    risorgeranno i loro cadaveri.
    Si sveglieranno ed esulteranno
    quelli che giacciono nella polvere,
    perché la tua rugiada è rugiada luminosa,
    la terra darà alla luce le ombre.

    Gli autori dei vangeli hanno scritto una biografia su Gesù.
    Nella loro visione teologica, Gesù era il Messia atteso dal popolo ebraico. E siccome Isaia aveva definito il profilo che avrebbe dovuto avere il Messia e gli eventi che avrebbero accompagnato la venuta del Messia, gli autori dei vangeli hanno inventato dialoghi, episodi e "miracoli" per far aderire Gesù alle profezie di Isaia.

    Questa "tecnica" è un espediente ampiamente usato dagli autori dei vangeli che volevano comunicare ai propri lettori la visione teologica che Gesù era il Messia atteso e annunciato da Isaia.

    Caso eclatante è la nascita verginale di Gesù che Matteo introdusse (inventò) facendo riferimento a una profezia di Isaia che però era sbagliata.
    Cioè...nella bibbia in greco che lui leggeva si faceva riferimento alla "vergine che partorirà un figlio". Peccato che la bibbia in greco che lui leggeva era stata tradotta erroneamente. Nell'originale aramaico il testo di Isaia diceva "la giovane donna partorirà un figlio".
    Questo ci fa capire che il modo in cui sono stati scritti i vangeli seguiva questo schema:
    1- cosa dicono le profezie sul Messia? (che poi non necessariamente erano profezie specifiche sul Messia...come ad esempio il testo di Isaia appena citato)
    2- in base alle profezie inventiamo dialoghi, episodi e situazioni per presentare un Gesù aderente a quelle profezie.

    Quindi....da un punto di vista storico, Gesù non ha mai compiuto nessun "miracolo". Probabilmente sarà stato un "guaritore" che conosceva alcune tecniche di guarigione usate nell'epoca. Ma non ha mai compiuto nessun miracolo.
    I miracoli sono stati inventati di sana pianta nei testi per far aderire Gesù alla visione teologica che di Gesù avevano gli autori dei vangeli.

    Detto questo....qual è la funzione dei miracoli che sentiamo in giro al giorno d'oggi?
    Francamente non ne ho idea.
    Non possiamo escludere che alcuni miracoli avvengano o siano avvenuti.
    Ma il "miracolo" è un fatto del tutto "normale". Non è chiaro come avvengono....ma è del tutto normale che possano avvenire.
    Probabilmente sono dei "messaggi" che ci provengono dal mondo spirituale.
    Probabilmente sono dei "messaggi" orientati a risvegliare le coscienze.
    Ultima modifica di xmanx; 11-11-2019 alle 16:50
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  5. #5
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    Xmanx ha scritto
    Non possiamo escludere che alcuni miracoli avvengano o siano avvenuti.
    Ma il "miracolo" è un fatto del tutto "normale". Non è chiaro come avvengono....ma è del tutto normale che possano avvenire.
    Probabilmente sono dei "messaggi" che ci provengono dal mondo spirituale.
    Probabilmente sono dei "messaggi" orientati a risvegliare le coscienze.
    Xmanx, mi sorprendi ! Veramente pensi che possano accadere dei miracoli ? Ma allora il tuo ateismo ? E’ un mio fraintendimento ?

    Il tuo razionalismo da cosa viene inficiato ?

    Lo so, la ragione può cercare cammini che possano aprirla alla nozione di Dio e al suo riconoscimento nella natura e nell'esistenza umana.

    Il mio logos m’induce al convinto ateismo, ma tollerante della religiosità altrui.

    Non ho speranze nell’aldilà, perché non credo che esista.

    Tornando ai “miracoli”. A volte mi domando perché Jesus ordinò il silenzio ai suoi discepoli sui suoi miracoli e sulle sue guarigioni.

    Nel Vangelo di Marco ci sono alcuni richiami di Gesù a non dire quel che stava facendo: libera indemoniati tramite esorcismo e dice di non diffonderne notizia (Mc 1, 25; 1, 34; 3, 12). Altre volte guarisce e dice di non parlarne a nessuno (Mc 1, 44; 5, 43; 7, 36; 8, 26). A volte ai discepoli impone di non dire che lui è il Messia (Mc 8, 29 -30). Forse aveva ragione ad essere prudente. Infatti quando venne riconosciuto come messia iniziò il suo viaggio verso Gerusalemme che lo condurrà alla morte.

    La religiosità che trae dai miracoli la sua principale fonte di legittimazione finirebbe con l'abituare il credente a identificare la natura di Dio con le sue miracolistiche manifestazioni sensibili, distorcendo la visione corretta del trascendente, cioè una visione intellettuale e spirituale, adeguata alla natura spirituale dell'Oggetto cioè Dio.

    Il senso stesso del miracolo rischierebbe di venir distorto, non più manifestazione della superiorità di Dio sulle leggi di natura, ma inserimento di Dio stesso nella natura, confuso con uno dei suoi eventi, in quanto l'essenza del suo potere verrebbe identificata con qualcosa di materiale, esteriore, osservabile dai sensi, anziché dall'esperienza interiore di una fede.

  6. #6
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    La preoccupazione di Gesù verteva sul fatto che molti, vedendo i segni che compiva, si potessero ingannare sulla Sua Missione. Che non era terrena, ma Celeste. Più che la guarigione fisica, Dio interviene guarendo PROFONDAMENTE l'uomo. Tocca la nostra materialità per smuovere la nostra spiritualità ("Non sono venuto per i sani, ma per i malati...")
    Molti in quel tempo attendevano un Messìa che liberasse Israele dalla tirannìa romana: Cristo fà molto di più: Libera l'Uomo dalla tirannìa e dalla schiavitù del Peccato!
    amate i vostri nemici

  7. #7
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    Xmanx ha scritto

    Xmanx, mi sorprendi ! Veramente pensi che possano accadere dei miracoli ? Ma allora il tuo ateismo ? E’ un mio fraintendimento ?
    Il tuo razionalismo da cosa viene inficiato ?

    Tornando ai “miracoli”. A volte mi domando perché Jesus ordinò il silenzio ai suoi discepoli sui suoi miracoli e sulle sue guarigioni.

    Nel Vangelo di Marco ci sono alcuni richiami di Gesù a non dire quel che stava facendo: libera indemoniati tramite esorcismo e dice di non diffonderne notizia (Mc 1, 25; 1, 34; 3, 12). Altre volte guarisce e dice di non parlarne a nessuno (Mc 1, 44; 5, 43; 7, 36; 8, 26). A volte ai discepoli impone di non dire che lui è il Messia (Mc 8, 29 -30). Forse aveva ragione ad essere prudente. Infatti quando venne riconosciuto come messia iniziò il suo viaggio verso Gerusalemme che lo condurrà alla morte.

    La religiosità che trae dai miracoli la sua principale fonte di legittimazione finirebbe con l'abituare il credente a identificare la natura di Dio con le sue miracolistiche manifestazioni sensibili, distorcendo la visione corretta del trascendente, cioè una visione intellettuale e spirituale, adeguata alla natura spirituale dell'Oggetto cioè Dio.

    Il senso stesso del miracolo rischierebbe di venir distorto, non più manifestazione della superiorità di Dio sulle leggi di natura, ma inserimento di Dio stesso nella natura, confuso con uno dei suoi eventi, in quanto l'essenza del suo potere verrebbe identificata con qualcosa di materiale, esteriore, osservabile dai sensi, anziché dall'esperienza interiore di una fede.
    Per quanto riguarda Gesù, nei testi abbiamo altre due visioni teologiche diametralmente opposte (oltre a quelle già evidenziate di Paolo e Giacomo).
    E anche questa è una ennesima prova del fatto che i vangeli NON SONO dei resoconti storici, ma sono le idee teologiche degli evangelisti messe in bocca a Gesù.
    Nei vangeli di marco-matteo-luca Gesù impone di tacere sui miracoli e sul fatto che è il Messia.
    Nel vangelo di giovanni c'è una visione totalmente opposta: Gesù compie i miracoli pubblicamente e in modo spettacolare (stile hollywoodiano) e va in giro dicendo pubblicamente che non solo è il Messia, ma che addirittura è dio stesso.
    Cosa è successo in realtà da un punto di vista storico?
    Gesù pensava di essere il Messia (come altri prima di lui e dopo di lui), ovviamente. Ma inizialmente agì con prudenza senza divulgare troppo la notizia. Agì in modo accorto e discreto. Il suo scopo, infatti, era quello di andare a Gerusalemme e farsi riconoscere come Messia dalle gerarchie religiose ebraiche. Lui non voleva uno scontro militare coi romani - era troppo intelligente per mettersi contro la macchina bellica dei romani. Tuttavia, le sue divergenze con le gerarchie religiose ebraiche erano troppo profonde. E finì come sappiamo.

    Per quanto riguarda il mio ateismo... Io non sono affatto ateo.
    Non credo affatto al dio biblico (cioè quello che viene presentato nella bibbia - vecchio e nuovo testamento).
    Anche se penso che Gesù sia stato un grande maestro spirituale e un "riformatore" politico-religioso.
    Sono molto vicino alla religiosità di Einstein...cioè al cosiddetto "Dio degli scienziati":

    Einstein:
    La mia religione consiste in una umile ammirazione dello spirito superiore e infinito, il quale si rivela nei dettagli minuti che riusciamo a percepire con le nostre menti fragili e deboli. Ecco la mia idea di Dio, la convinzione profondamente emotiva della presenza di una razionalità suprema che si rivela nell'universo incomprensibile.

    In considerazione di tale armonia nel cosmo, che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che Dio non esiste. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni.

    L'essere umano è una parte di quel tutto che noi chiamiamo "Universo", una parte limitata nello spazio e nel tempo. L'uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria coscienza. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l'unico scopo di un'autentica religione. Non per alimentare l'illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente.

    Il dio-biblico per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la Bibbia una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, per quanto sottile, può per me cambiare questo fatto. Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnazione delle più infantili superstizioni.

    Qual è il senso della vita, o della vita organica in generale? Rispondere a questa domanda implica comunque una religione. Mi chiederete, allora, ha senso porla? Io rispondo che l'uomo che considera la propria vita e quella delle creature consimili priva di senso non è semplicemente sventurato, ma quasi inidoneo alla vita.

    Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una conoscenza razionale.

    La scienza contrariamente ad un’opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguitare finalità teologiche, poiché deve proporsi non solo di sapere com’è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo.

    La religione del futuro, sarà una religione cosmica. Trascenderà il Dio personale (dio-biblico) e lascerà da parte dogmi e teologia. Abbracciando insieme il naturale e lo spirituale, dovrà essere fondata su un senso religioso che nasce dall’esperienza di tutte le cose, naturali e spirituali come facenti parte di un’unità intelligente.
    Ultima modifica di xmanx; 12-11-2019 alle 12:46
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  8. #8
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Il Cristo evangelico tocca e si lascia toccare.

    C’è nel Vangelo di Marco (1, 40 – 45) un versetto che evidenzia l’originalità di Gesù e la sua discontinuità dal giudaismo nel quale viveva. E’ l’episodio dell’incontro con il lebbroso, un’affezione dai risvolti non solo clinici (era creduta molto infettiva) ma anche etico-religiosi. Infatti per la cosiddetta “teoria della retribuzione”, secondo la quale a ogni delitto corrisponde una punizione, la lebbra veniva considerata anche il castigo per una colpa vergognosa, segreta che rendeva il malato uno “scomunicato”. Perciò il lebbroso veniva relegato nelle periferie degradate, alloggiato in grotte, segregato negli immondezzai, come nel caso di Giobbe, colpito da “piaga maligna”.
    Il libro biblico delle norme sacrali, il Levitico, non aveva esitazioni: “Il lebbroso indosserà stracci, starà a capo scoperto, si velerà la barba e andrà gridando: Impuro, impuro !” (13, 45 – 46).
    Socialmente il lebbroso veniva schivato e allontanato con orrore dai sani, timorosi di essere infettati non solo fisicamente ma anche moralmente e sacralmente.
    Ecco, invece, la scelta scandalosa di Gesù: “Commosso profondamente, tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato !”. Quel gesto di compatimento violava le norme socio-rituali e quella mano di Gesù che tocca, quasi ad assumere su di sé il male, diventa un segno provocatorio e liberatorio.
    Il sintagma evangelico: “tese la mano e lo toccò” si sofferma sul toccare (in greco “hàptomai”, ricorre 39 volte nel Nuovo Testamento), mentre la mano (in greco “chéir”, 177 volte).

    Nei Vangeli c’è il toccare taumaturgico per guarire o benedire, c’è il toccare compassionevole, ma c’è anche la famosa locuzione latina “Noli me tangere” (= non mi toccare) rivolto da Gesù risorto a Maria Maddalena (Gv 20, 17).
    Le contemporanee interpretazioni della Bibbia anziché “non mi toccare” traducono la frase di Gesù con “non mi trattenere”, più aderente al Vangelo secondo Giovanni, originariamente scritto in greco.

    C’è il toccare che guarisce e che si manifesta in forme diverse: l’emorroissa che afferra il lembo del mantello di Gesù, il quale, poco dopo, prende nella sua la mano della figlioletta di Giairo, apparentemente morta (Mc 5, 21 – 43).

    C’è anche il contatto fisico come segno dell’amore di Cristo: è ciò che accade nei confronti del figlio morto della vedova di Nain (Lc 7, 11 – 17).

    E si conclude con la tenerezza della prostituta che bacia, tra le lacrime, i piedi di Gesù, ma sollecita la reazione scandalizzata del fariseo Simone: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice !” (Lc 7, 36 – 50).

    Sono questi alcuni cenni di un atto spontaneo di Gesù che tocca e si lascia toccare.
    Ti ho letto volentieri perché scrivi bene e mi ha invogliato a scrivere, anche perché, un paio di anni fa ho scritto proprio qui alcuni pensieri.

    Che Gesù fosse un terapeuta è possibile quindi è immaginabile che cosa possa aver provato guarendo, ma il toccare mi sembra più un atto di conforto e disponibilità; anche oggi si usa toccare in certe circostanze, ma senza poter dare nulla di più di un conforto spirituale ed una forte solidarietà, ma niente miracoli. E questo dovrebbe farci riflettere sulla distanza che ci separa da Gesù.
    Per lui non era una trasgressione guarire anche di sabato , ma per gli ipocriti del tempo evidentemente lo era, dato che Gesù "scoglionato" li apostrofò dicendo: "Quando un asinello vi cade nel fosso guardate o no se è sabato per soccorrerlo?"
    E poiché quelli lo facevano se ne andarono in silenzio.
    Evidentemente amavano più gli animali che gli sfigati del tempo.
    Ultima modifica di crepuscolo; 12-11-2019 alle 18:43

  9. #9
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Io mi sono sempre chiesta questo: dopo Risorto perchè Gesù dalla Maddalena non si faceva toccare ma dall'apostolo Tommaso si?
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaD'Autunno Visualizza Messaggio
    Io mi sono sempre chiesta questo: dopo Risorto perchè Gesù dalla Maddalena non si faceva toccare ma dall'apostolo Tommaso si?
    Perché era Tommaso ad avere dubbi. La Maddalena no.
    Fate l'amore, non la guerra.
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  11. #11
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    Per Caravaggio c'è ancora di più! Il Signore risorto non si lascia semplicemente toccare: Afferra la mano dell'Apostolo incredulo e l'immerge nella Sua piaga. Fantastico. Meraviglioso. Sublime!

    santommaso.jpg
    amate i vostri nemici

  12. #12
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    Se l'avessi visto dal vero non avresti potuto avere parole migliori; ma avere una mano dentro il costato non credo sia stato piacevole per Gesù, come d'altronde la mancanza di fede di Tommaso.
    Evidentemente un tipo come il Caravaggio avrà usato dei simboli, e la storia tramandata non la poteva certo raccontare dal punto di vista divino, visto che non c'era.

  13. #13
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Il simbolismo caravaggesco scuote le nostre anime come forse nessun'altro pittore. Parere personale eh....
    amate i vostri nemici

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