Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
Io non sto attribuendo a te, leggi bene, l'illogicità, ma alle fedi ed al credere.
E' proprio l'inverso .
La tua disamina, basata sulla razionalità delle idee, perché sono solo idee neanche del tutto incarnate ( cioè rese manifeste attraverso l'applicazione della realtà), non si può razionalizzare l'irrazionale poiché credere è irrazionale, va contro ogni logica e realtà.
Non sto quindi evidenziando la tua illogicità ma sto dicendo che la materia religiosa risulterebbe illogica ed anche non sperimentale dato che nel religioso due cose non si ripetono mai.
Arrivando alla conclusione, mentre tu sei logico razionale, di solito chi crede, quindi me compreso, non è né logico e né razionale, tutt'al più la logica e la razionalità emergono solo nello svolgere le cose di questo mondo.
guarda che non hai capito il senso di quanto avevo scritto, forse perché non hai seguito la discussione e hai immaginato a partire da una suggestione:
Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
A parte che questo lo hai scritto tu:

"però poi, una volta ammessa l'ipotesi della "verità" posso domandare della coerenza dello scritto, e soprattutto se la realtà mi pone di fronte a masse - non individui eccentrici - che interpretano diversamente;"
la contrapposizione masse vs individui si riferiva al fatto che - solo per fare un esempio - a partire dalle stesse scritture un miliardo di fedeli cristiani - non pochi eccentrici - non crede al libero arbitrio; o al matrimonio come sacramento, ecc...

pertanto, al sostenitore di una verità - le Scritture, Gesù, ecc... precettano questo in virtù di un sistema, una cosmogonia, un'idea della creazione, del peccato, ecc... - devo fare presente che quella versione è contestata in modo massiccio da un'altra, che non è la somma di individualismi, ma un pensiero strutturato, esegetico, motivato e argomentato, consapevolmente da grandi masse;

ora, ripeto: la fede è irrazionale; può pure postulare una resurrezione come "verità";

ma il percorso che da uno scritto desume un precetto, o anche solo un atteggiamento esistenziale - perché questo fanno i religiosi, gerarchi e credenti, tutti - deve essere razionale, per forza; non foss'altro perché si avvale del linguaggio, il quale deve necessariamente rispettare i principi aristotelici;

altrimenti saremmo al nonsense, e il Vangelo potrebbe essere una specie di manuale del mago Silvan su come moltiplicare i pesci, oppure un sistema a sei triple per la schedina del Totocalcio;

non capisco proprio le tue osservazioni in relazione alla circostanza - ordinaria, la normalità, quasi esclusiva - per cui un credente postula nozioni morali all'indirizzo del mondo come "giuste"; cioè, le vincola ad un sistema di valori, che non può essere irrazionale, ma, al contrario, implica intrinsecamente un costrutto, che sia attribuito a "Dio" o alla tua sensibilità è irrilevante.