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Discussione: Al di là dell'aldilà

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  1. #1
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    Al di là dell'aldilà

    Cosa ci sia nell’aldilà nessuno lo sa, invece i credenti nelle tre religioni monoteiste abramitiche sono convinti di saperlo, sanno cosa li attende post mortem.

    E i miscredenti cosa si attendono ? Il nulla o la luce eterna ? Il silenzio senza tempo? Una forza misteriosa che attirerà a sé ? L’universo ci risucchierà in un vortice e ci abbandoneremo ai suoi magnetici flussi ? Diventeremo una particella infinitesimale di un cosmo infinito ?

    L’atteggiamento dell’umanità nei confronti della morte oscilla tra il nichilismo e la fiducia in un “oltre”.

    Ci sono momenti cruciali della vita che costringono molte persone a credere in Dio, qualunque cosa esso sia; non credere nella sua esistenza dà angoscia per timore dell'oltre vita, rimette continuamente in discussione la sensatezza della propria fede.

    Immaginare che dopo la morte ci sia il nulla può intimorire, invece è piacevole sperare, illudersi nell’esistenza del Paradiso e della “vita eterna”, perché eternizza il soggetto.

  2. #2
    Opinionista
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    Credenti e non credenti sono accomunati dall’orizzonte ultimo, verso il mistero ed il silenzio della morte.

    Il credente è un ateo che ogni giorno si sforza di credere nel dio giustiziere che grida: “Udite, o cieli, e tu, o Terra, presta ascolto; godete, o voi, abitanti della Terra queste mie parole.
    Io, il Signore, sono misericordioso e pieno di grazia verso coloro che mi temono, e mi diletto ad onorare coloro che mi servono in giustizia e verità”.

    L’ateo, non quello che dice di non credere in Dio, ma l’ateo che pensa alla fede, è un credente che si sforza di non credere.

    L’agnostico, invece, è colui che ritiene di non poter conoscere e di non poter dire nulla sull’aldilà.

    Siamo tutti sulla stessa barca, siamo tutti navigatori verso il mistero.
    Ultima modifica di doxa; 20-11-2019 alle 11:10

  3. #3
    L'avatar di dietrologo
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    Ultima modifica di dietrologo; 21-11-2019 alle 06:10

  4. #4
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    dietrologo:

    d'altra parte anche quello che viviamo, percepiamo e di cui ci sentiamo protagonisti, deriva sempre da una verità intima che proiettiamo all'esterno dandole la concretezza di una realtà oggettiva.
    ----------------------------------------------------------

    Io penso invece ad una continua osmosi, che avvenga tra ciò che noi esseri pensiamo della realtà e la realtà stessa, altrimenti non ci sarebbe adattamento, non riusciremmo a sopravvivere.
    Non è il nostro pensiero a condizionare la realtà ma è il nostro pensiero che si adatta alla realtà del mondo in cui viviamo.
    In termini religiosi si potrebbe dire che non è Dio ad adattarsi a noi ma siamo noi che dobbiamo adattarci a Dio, allora potrà arrivare dall'osmosi qualcosa di buono.

  5. #5
    L'avatar di dietrologo
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    Ultima modifica di dietrologo; 21-11-2019 alle 06:12

  6. #6
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    Ciao Crepuscolo. Si hai ragione, la fede senza dubbi diventa comoda rassicurazione, ostinata ideologia, idem la ragione troppo sicura di sé.

    Fides e ratio sono agoniste nella ricerca della “verità”, nonostante il silenzio di Dio.

    Il sacro postula la trascendenza come difesa psicologica contro l’angoscia dell’evento morte nell’homo religiosus.

    L’Aldilà. Che cosa accade quando si muore? Attorno al pesante interrogativo si è sviluppata una ricerca filosofico-teologico-letteraria che offre risposte destinate a restare in sospeso. E la paura della morte incombe sull’umanità.

    Il filosofo epicureista e poeta Tito Lucrezio Caro (94 a. C. – 50 a. C. circa) nel “De rerum natura” afferma che solo la morte è immortale.

    Per Seneca, la morte è un dies natalis, una nuova nascita sulla quale si irraggia una lux divina, fermo restando che l’interrogativo “Mors quid est?” (la morte cos’è ?).

    Tutti conveniamo e constatiamo la differenza tra l’aldiquà di una persona (in vita) e il suo aldilà (da morta), ma c’è la zona intermedia. Per esempio in ambito medico la fine delle funzioni cerebrali coincide con la fine dell’io. Ma un corpo non ancora colto dall’aldilà può essere utile come donatore di organi.

  7. #7
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    C'è la paura di perdere tutto, anche la nostra vita.
    Penso che sia la massima espressione di libertà per una creatura, ma il buon Dio, se ci fosse e fosse buono, ci permette, in un angolo del nostro limitato cervelletto il piacere di poter credere in Lui.
    E' proprio vero che star bene è proprio una questione cellulare , ma se le cellule insieme non avessero l'idea della continuità l'impotenza della rassegnazione prenderebbe sempre più spazio: sarebbe una continua ed incosciente clonazione.
    In fondo avere fiducia solleva la mente dall'idea della propria inutilità, e oltrepassa superandoli anche i vari meccanicismi della natura che potrebbero schiacciare la personalità umana.
    In fondo credere in Dio è immaginare un mondo popolato di esseri, che sciolti qualsiasi legami terreni opprimenti, sfocino in una visione dell'al di là dove tutto trovi senso, e quindi abbia infine il suo completamento.
    A che serve essere un particella del tutto se la particella non sa di esserlo?

  8. #8
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Tutto è illusione. Anche la morte. Siamo noi che rendiamo reale l' illusione. Beninteso, anche ciò che dico è illusorio...
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  10. #10
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Tutto è illusione. Anche la morte. Siamo noi che rendiamo reale l' illusione. Beninteso, anche ciò che dico è illusorio...
    ...e allora in quel mondo dov'è la speranza?
    Forse che ci sbagliamo.

  11. #11
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Tutto è illusione. Anche la morte. Siamo noi che rendiamo reale l' illusione. Beninteso, anche ciò che dico è illusorio...
    Non c'è niente di più concreto della Morte, amico Turbociclo. In fondo è l'unica cosa certa della Vita, se ci pensi. A noi fa così impressione e spavento perchè Dio ci ha creati A SUA IMMAGINE: Fatti per la Vita, cioè! E una Vita che non finisce....
    amate i vostri nemici

  12. #12
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Non c'è niente di più concreto della Morte, amico Turbociclo. In fondo è l'unica cosa certa della Vita, se ci pensi. A noi fa così impressione e spavento perchè Dio ci ha creati A SUA IMMAGINE: Fatti per la Vita, cioè! E una Vita che non finisce....
    Cono, anche senza credere ad un aldilà e per forza a un Dio, la morte è l'unica certezza che abbiamo e che accomuna tutti, credenti e non, non è affatto un'illusione, si parla naturalmente della morte fisica, del corpo.

  13. #13
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Cono, anche senza credere ad un aldilà e per forza a un Dio, la morte è l'unica certezza che abbiamo e che accomuna tutti, credenti e non, non è affatto un'illusione, si parla naturalmente della morte fisica, del corpo.
    Chiaro! E può diventare terrore o Sorella. Dipende dalla Fede che abbiamo o che non abbiamo.
    amate i vostri nemici

  14. #14
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Chiaro! E può diventare terrore o Sorella. Dipende dalla Fede che abbiamo o che non abbiamo.
    Diciamo che aiuta nel trapasso e a prepararsi

  15. #15
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    Non c'è niente di più concreto della Morte, amico Turbociclo. In fondo è l'unica cosa certa della Vita, se ci pensi. A noi fa così impressione e spavento perchè Dio ci ha creati A SUA IMMAGINE: Fatti per la Vita, cioè! E una Vita che non finisce....
    Muore e si decompone il corpo. Solo il corpo...
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
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