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Risultati da 226 a 240 di 259

Discussione: Teologia di Paolo vs teologia di Giovanni

  1. #226
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ed i milioni di credenti allora si sono spostati altrove?
    Tu continui con la tiritera su dio, la tua fissazione, come se tutto dipendesse dal credere o no. Se ripensi agli articoli che hai postato non tutto riconduce alle pippe sulla perdita dell'eterno, a dio
    Se certe infelicità ci sono o certe opportunità mancano, come farsi una famiglia, rendersi più indipendente, i fattori sono da ricercare nella situazione specifica del periodo. E fra i fattori ci sono soldi e lavoro.
    Ci sono ANCHE, soldi e lavoro Laura. Il problema esistenziale della Società Occidentale va scandagliato a 360°. Ci sono sicuramente, le problematiche economiche, alle quali la politica non sta rispondendo. Ma a monte di quella economica, la crisi è VALORIALE. Abbiamo perso la bussola etica. Navighiamo a tentoni. Il punto di riferimento non è più Dio, ma l'io.
    amate i vostri nemici

  2. #227
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Al Bene Comune!!!!! Io potrei rimanermene nel mio orticello. Vi ho trovato un Tesoro, potrei tenermelo per me e sotterrarlo, fregandomene degli Altri. Ma così facendo verrei meno alla Missione che Gesù Cristo affida a coloro che credono in Lui....
    Oggi la Chiesa, il Papa, i Missionari, i singoli credenti laici e perfino Personalità che niente hanno a che fare con la Religione, stanno ammonendo l'Italia, l'Europa e l'Occidente in generale. Per Amore. Non per giudicare!
    beh, tu giudichi le motivazioni altrui, diverse dalle tue, come egoismo, edonismo, ecc...
    sembreresti proprio incapace di riconoscere dignità morale a chi ha un'idea diversa di cosa sia Bene comune;
    la tua idea ti autorizza a cazziare crep o Dark per le loro scelte private, che per te diventano opinabili, mentre le tue no;

    la mia idea - confermata dalle leggi che ci siamo date, che sono davvero comuni - è che per il bene comune sia opportuno che ognuno possa scegliere in libertà, tanto te quanto gli altri;
    io posso rammaricarmi quanto te per la denatalità; ma in nessun caso questo rammarico può produrre la tentazione di sostituire il mio modo di vedere a quello altrui;

    il valore primo delle società occidentali - quelle cristianizzate, se ti piace - è la libertà di autodeterminarsi di tutti gli individui, alla pari;

    tu ammetteresti che qualcuno venga a sindacare le tue scelte, come educhi i tuoi figli, come va in giro vestita tua figlia, come contrarie al Bene comune ? non credo;
    quindi, il principio di uguaglianza e rispetto, implica che tu paghi questa tua libertà e pari dignità con l'astensione dal fare altrettanto con le motivazioni altrui;

    se tu ti rammarichi di uno sviluppo sociale, puoi perorare iniziative dirette a rimuovere ostacoli allo sviluppo da te preferito; es.: aiuti alle famiglie, bonus per i figli; io sarei assolutamente favorevole;
    ma se intervieni cassando come immorali, egoiste, ecc... le scelte esistenziali altrui, la fai fuori dal vaso; diventi un elemento perturbatore della convivenza civile, perché l'implicito è che il tuo parere - o quello del papa, di Bauman, ecc... - su ciò che sia morale valga più di quello di crep, Dark o del mio, e questa è un'aggressione, un atto di guerra ideologica, a prescindere dalle tue personali motivazioni;

    solo per fare un esempio pronto, anche se farei volentieri a meno, visto che non amo discutere di cose private: se io non ho avuto figli, questo è accaduto perché, per una mia personale convinzione morale, ho ritenuto inopportuno forzare la volontà e la convinzione della partner, che forse avrebbe assecondato il mio desiderio, ma per motivi impropri, senza una reale convinzione;

    e tu non dovresti permetterti di coinvolgermi esplicitamente o implicitamente in ciò che definisci egoismo di chi non ha figli; perché questa è una mancanza di rispetto, un'aggressione, il disconoscimento della mia capacità morale di determinare cosa sia giusto e sbagliato, che invece rivendichi per te; non è che se tu ci giri attorno e non chiami direttamente in causa me o Dark il senso del giudizio viene meno, eh...

    questo, peraltro, è esattamente il motivo per cui da secoli le società occidentali hanno dismesso l'idea dello stato etico, visto che per secoli questa idea ha prodotto assai poco etici massacri tra sostenitori di idee diverse di Bene comune.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #228
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    Ci sono ANCHE, soldi e lavoro Laura. Il problema esistenziale della Società Occidentale va scandagliato a 360°. Ci sono sicuramente, le problematiche economiche, alle quali la politica non sta rispondendo. Ma a monte di quella economica, la crisi è VALORIALE. Abbiamo perso la bussola etica. Navighiamo a tentoni. Il punto di riferimento non è più Dio, ma l'io.
    È che tu hai la fissazione di Dio e fai il manicheo, o così o pomì. Ma non è così che è, che funziona. Non accetti nulla che sia diverso dalle tue fissazioni o rigide idee.
    Vedi un po' le tue concezioni di menage coniugale, familiare ed educative. Se ti sente uno psicologo od un'educatore ci sta che i capelli si drizzino date le conoscenze di oggi e la lotta agli stereotipi di genere. Liberi tu e moglie di fare così, ma sappi che non si tratta del massimo sistema del mondo quello che credi giusto.
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  4. #229
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Massimo Recalcati (Milano, 28 novembre 1959) è uno psicoanalista, saggista e accademico italiano.

    Respirare l'amore in famiglia insegna l'amore nella vita

    Lo psicoanalista e scrittore: "Il Vangelo insegna alla psicoanalisi il valore insostituibile della fede. È la fede che salva, nutre la forza del desiderio senza la quale la vita appassisce"

    A febbraio 2019 ha iniziato a condurre su Rai 3, il lunedì sera, Lessico amoroso, viaggio in sette puntate nelle tappe fondamentali del rapporto d’amore. La domanda viene da sé.

    Perché improvvisamente abbiamo bisogno di ricostruire un lessico sull’amore?

    Perché non sappiamo più parlare d’amore. Come se la retorica stile Twitter da una parte e il cinismo materialistico dall’altra avessero spezzato le gambe alla lingua poetica dell’amore. Aggiungiamo la sentenza delle neuroscienze che vorrebbero ridurre l’amore a scosse biochimiche del cervello destinate fatalmente a esaurirsi col passare del tempo. Aggiungiamo anche il neo-libertinismo del nostro tempo che vorrebbe rendere risibile il “per sempre” dell’amore. Abbiamo bisogno di ricostruire un lessico amoroso che ci indichi che le ragioni del cuore hanno un peso senza il quale la vita umana appare mutilata. Il nostro tempo sputa sulla promessa di eternità che si ripete in ogni amore. Preferisce il disincanto che riduce l’amore al sesso o al cosiddetto poliamore. Bisognerebbe rileggere i poeti per ritrovare le parole più profonde dell’amore. Quel «duro desiderio di durare», come diceva Paul Éluard, in cui consiste la promessa coraggiosa degli amanti.

    Lei ha indagato a fondo la dissoluzione della figura del padre nell’era ipermoderna e la ridefinizione della funzione materna. C’è un legame tra l’analfabetismo amoroso e la crisi dei ruoli nella famiglia?

    La famiglia svolge a mio giudizio un ruolo fondamentale e insostituibile nel processo di umanizzazione della vita. Oggi il suo indebolimento non deriva tanto dal superamento in corso di una concezione solo naturale del legame familiare, ma dalla intrusione traumatica dei miraggi del mercato, del mito del successo individuale, del profitto a ogni costo che sembra distruggano alle fondamenta ogni discorso educativo. La famiglia deve fronteggiare una deriva che sembra destituirne ogni ruolo simbolico. Ma la sua funzione resta fondamentale. Pensiamo per esempio all’importanza della testimonianza che un figlio può ricevere dall’amore che unisce i suoi genitori. È quella la prima versione dell’amore che lascia fatalmente delle tracce. Respirare l’amore nel legame familiare prepara all’amore.

    https://www.avvenire.it/agora/pagine...sare-le-parole
    amate i vostri nemici

  5. #230
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    beh, tu giudichi le motivazioni altrui, diverse dalle tue, come egoismo, edonismo, ecc...
    sembreresti proprio incapace di riconoscere dignità morale a chi ha un'idea diversa di cosa sia Bene comune;
    la tua idea ti autorizza a cazziare crep o Dark per le loro scelte private, che per te diventano opinabili, mentre le tue no;

    la mia idea - confermata dalle leggi che ci siamo date, che sono davvero comuni - è che per il bene comune sia opportuno che ognuno possa scegliere in libertà, tanto te quanto gli altri;
    io posso rammaricarmi quanto te per la denatalità; ma in nessun caso questo rammarico può produrre la tentazione di sostituire il mio modo di vedere a quello altrui;

    il valore primo delle società occidentali - quelle cristianizzate, se ti piace - è la libertà di autodeterminarsi di tutti gli individui, alla pari;

    tu ammetteresti che qualcuno venga a sindacare le tue scelte, come educhi i tuoi figli, come va in giro vestita tua figlia, come contrarie al Bene comune ? non credo;
    quindi, il principio di uguaglianza e rispetto, implica che tu paghi questa tua libertà e pari dignità con l'astensione dal fare altrettanto con le motivazioni altrui;

    se tu ti rammarichi di uno sviluppo sociale, puoi perorare iniziative dirette a rimuovere ostacoli allo sviluppo da te preferito; es.: aiuti alle famiglie, bonus per i figli; io sarei assolutamente favorevole;
    ma se intervieni cassando come immorali, egoiste, ecc... le scelte esistenziali altrui, la fai fuori dal vaso; diventi un elemento perturbatore della convivenza civile, perché l'implicito è che il tuo parere - o quello del papa, di Bauman, ecc... - su ciò che sia morale valga più di quello di crep, Dark o del mio, e questa è un'aggressione, un atto di guerra ideologica, a prescindere dalle tue personali motivazioni;

    solo per fare un esempio pronto, anche se farei volentieri a meno, visto che non amo discutere di cose private: se io non ho avuto figli, questo è accaduto perché, per una mia personale convinzione morale, ho ritenuto inopportuno forzare la volontà e la convinzione della partner, che forse avrebbe assecondato il mio desiderio, ma per motivi impropri, senza una reale convinzione;

    e tu non dovresti permetterti di coinvolgermi esplicitamente o implicitamente in ciò che definisci egoismo di chi non ha figli; perché questa è una mancanza di rispetto, un'aggressione, il disconoscimento della mia capacità morale di determinare cosa sia giusto e sbagliato, che invece rivendichi per te; non è che se tu ci giri attorno e non chiami direttamente in causa me o Dark il senso del giudizio viene meno, eh...

    questo, peraltro, è esattamente il motivo per cui da secoli le società occidentali hanno dismesso l'idea dello stato etico, visto che per secoli questa idea ha prodotto assai poco etici massacri tra sostenitori di idee diverse di Bene comune.
    Ma santi numi, Axe: Stiamo analizzando e scandagliando un problema. In generale. Nessuno discute le libere scelte di Dark, Gatto, Pazza, Cono o Escolzia. Siamo partiti da una fotografia...da un feedback come si dice oggi, fatto dai dati di molte organizzazioni (laiche e religiose) sulla denatalità. In conseguenza dei quali è stato lanciato un grido d'allarme: Oggi la Società senza figli è più triste e grigia di sempre. Manca di Speranza e di Futuro. Non lo dico io, che sono nessuno.

    Papa Francesco: “La società che non vuole figli è egoista e depressa”

    “Una società avara di generazione, che non ama circondarsi di figli e li considera un peso, è una società depressa”. Parole di Papa Francesco che ha dedicato la Catechesi di mercoledì 11 febbraio al tema della famiglia e in particolare a quello del rapporto tra genitori e figli. Per farlo, prende spunto dalle parole di Isaia: “I tuoi figli si sono radunati, vengono a te – scrive il profeta (Is 60, 4-5a) –. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore”. Una splendida immagine della felicità che si realizza nel ricongiungimento tra genitori e figli, che camminano insieme verso un futuro di libertà e di pace. Parole che aiutano a comprendere come ci sia uno stretto legame tra la speranza di un popolo e l’armonia tra le generazioni. “I figli sono la gioia della famiglia e della società – ha spiegato il Pontefice -. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi, e tanto meno un possesso dei genitori: i figli sono un dono”. Un dono sempre unico e irripetibile, inconfondibilmente legato alle sue radici, perché “essere figli, secondo il disegno di Dio – ha affermato ancora Bergoglio –, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo”.

    Forte il richiamo del Papa ad amare i figli. E non perché sono belli o perché la pensano come noi o incarnano i nostri desideri. “Un figlio – ha detto Papa Francesco – è una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera”. I figli, ha precisato il Pontefice, si amano prima ancora che arrivino, prima di aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo. A questo proposito, Francesco ricorda le volte che in piazza le future mamme gli mostrano la pancia chiedendo la sua benedizione. “Questa è gratuità, come l’amore di Dio che ci ama sempre prima – spiega Bergoglio –. Essere figli è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio, che è la fonte ultima di questo autentico miracolo. Nell’anima di ogni figlio, Dio pone il sigillo di questo amore”.

    Purtroppo, però, in tante società europee, avere figli è considerato una preoccupazione e un peso. “Ma avere più figli – precisa il Papa – non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile, mentre non averli è una scelta egoistica”. Perché i figli imparano a farsi carico della famiglia, maturano nella condivisione dei suoi sacrifici e crescono nell’apprezzamento dei suoi doni."

    https://www.aibi.it/ita/papa-frances...ta-e-depressa/

    Di fronte a questa analisi le alternative sono due: Farne tesoro o continuare a dire che in fondo la Società và bene così. Che prima era peggio. Che oggi le Persone non sono infelici. Non sono sole. Non sono tristi.
    Io credo che la Realtà invece, i fatti, ci dicano il contrario.
    Ultima modifica di conogelato; 30-01-2020 alle 01:23
    amate i vostri nemici

  6. #231
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    Ma santi numi, Axe: Stiamo analizzando e scandagliando un problema. In generale. Nessuno discute le libere scelte di Dark, Gatto, Pazza, Cono o Escolzia.
    come sarebbe nessuno discute...tu discuti e giudichi proprio, attribuisci sentimenti e propensioni di egoismo, edonismo, ecc...
    Siamo partiti da una fotografia...da un feedback come si dice oggi, fatto dai dati di molte organizzazioni (laiche e religiose) sulla denatalità. In conseguenza dei quali è stato lanciato un grido d'allarme: Oggi la Società senza figli è più triste e grigia di sempre. Manca di Speranza e di Futuro. Non lo dico io, che sono nessuno.

    Papa Francesco: “La società che non vuole figli è egoista e depressa”
    che ti posso dire ? il papa fa il mestiere suo e perora una certa dottrina; peraltro, tu gli dai retta quando ti pare; perché quando dice: paternità responsabile la cosa ti mette parecchio in imbarazzo e svicoli; poi, chi abbia ragione e chi torto sono affari vostri, nei quali non mi intrometto;

    “Una società avara di generazione, che non ama circondarsi di figli e li considera un peso, è una società depressa”....
    ...
    Di fronte a questa analisi le alternative sono due: Farne tesoro o continuare a dire che in fondo la Società và bene così. Che prima era peggio. Che oggi le Persone non sono infelici. Non sono sole. Non sono tristi.
    Io credo che la Realtà invece, i fatti, ci dicano il contrario.
    quello che posso dire, invece, a buona ragione, è che è sbagliata il presupposto che antropormorfizza la società, la quale non è una persona, che si può intristire deprimere; la società è fatta di individui, dotati di una loro sensibilità;
    io potrei pensare che la tua ansia di condizionare le scelte private altrui manifesti a sua volta infelicità e depressione; ma mi astengo, e non solo per una questione di educazione; è che proprio non posso essere in grado di valutare le tue motivazioni;
    mi capita di notare tante famiglie apparentemente felici; ti fai un giro per l'Ikea, spesso con donne incintissime, nel momento in cui pianificano la loro casa e il futuro;

    sono le stesse famiglie che vedo spesso qualche anno dopo al supermercato, con questi bambini di 5 o 6 anni, scoglionatissimi o addirittura litigiosi, che si scambiano sguardi di odio per un doppione di minestrone surgelato messo nel carrello; io li osservo, alle 7 di sera, l'ora di punta delle famiglie; il linguaggio del corpo non mente, anche perché ho l'esperienza, che da dentro una coppia non riuscivo o non volevo valutare, ma che dall'esterno spiega facilmente;

    l'errore in cui sei indotto dalla rappresentazione del papa è pensare che la natalità sia influenzata decisivamente da elementi ideologici, sociali; che contano, per motivi economici e di modelli sociali, certamente;
    ma l'elemento primario che condiziona l'istinto alla procreazione è la psicologia personale, non l'ideologia;

    delle mie relazioni stabili, le due donne con minor propensione alla maternità erano proprio di estrazione e pratica cattolica; e non sto affatto dicendo che questa fosse la causa, beninteso;
    solo che queste due donne sono figlie di madri infelici nel matrimonio, amorevoli a modo loro, ma inconsapevolmente evitanti; separazione o meno, quando le persone si scoprono infelici nel matrimonio, i figli prendono l'imprinting di quell'atmosfera; spesso si sentono in colpa, non voluti, frutto di una circostanza sociale di convenienza e conformismo;
    la "malattia" della famiglia, il rifiuto di investire in quella formula, parte proprio da quelle circostanze, la causa, e non dal sintomo che fraintendi come causa, la separazione, l'egoismo, ecc...
    in questo, l'ideologia cattolica della famiglia che esponi, con tutto il corredo di giudizi, non è tanto rilevante; ma, nel caso di forti inibizioni psicologiche offre uno schermo sociale accettabile alla rimozione dei problemi: non ho un problema psicologico di relazione, sto solo cercando una persona conforme alla mia ideologia di famiglia; o alla loro temporanea sublimazione: ho trovato la persona conforme, salvo poi scoprire che quella conformità è una prigionia insostenibile, perché ha rimosso i problemi;

    ho diversi amici in coppia con tre o quattro figli; tutti atei o agnostici; una coppia sola di ferventi cattolici, tre figli oramai 20enni; lei maestra elementare e catechista; da vent'anni a beccarsi, litigare a bassa intensità; una sera a cena, davanti al marito, i figli adolescenti e noi ospiti, lei, tranquillamente: io è da quindici anni che ho messo una spada in mezzo al letto, con un'espressione schifata verso il marito;
    beh, quelli non divorziano, oramai quasi 60enni; ma quei figli, che potranno mai pensare e, soprattutto, sentire della famiglia ?

    tu mi potrai pure dire che ci sono le coppie a posto, che si perdonano, si chiedono scusa, ecc... ma se poi devi constatare la crisi della famiglia devi per forza considerare che quella crisi è esattamente figlia di famiglie "tradizionali" e non del sociale effimero ed edonista;

    sarebbe davvero poca cosa e di poco valore una famiglia tradizionale "buona" il cui modello fallisse solo per il desiderio di una vacanza o di altri consumi effimeri.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #232
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Massimo Recalcati (Milano, 28 novembre 1959) è uno psicoanalista, saggista e accademico italiano.

    Respirare l'amore in famiglia insegna l'amore nella vita

    Lo psicoanalista e scrittore: "Il Vangelo insegna alla psicoanalisi il valore insostituibile della fede. È la fede che salva, nutre la forza del desiderio senza la quale la vita appassisce"

    A febbraio 2019 ha iniziato a condurre su Rai 3, il lunedì sera, Lessico amoroso, viaggio in sette puntate nelle tappe fondamentali del rapporto d’amore. La domanda viene da sé.

    Perché improvvisamente abbiamo bisogno di ricostruire un lessico sull’amore?

    Perché non sappiamo più parlare d’amore. Come se la retorica stile Twitter da una parte e il cinismo materialistico dall’altra avessero spezzato le gambe alla lingua poetica dell’amore. Aggiungiamo la sentenza delle neuroscienze che vorrebbero ridurre l’amore a scosse biochimiche del cervello destinate fatalmente a esaurirsi col passare del tempo. Aggiungiamo anche il neo-libertinismo del nostro tempo che vorrebbe rendere risibile il “per sempre” dell’amore. Abbiamo bisogno di ricostruire un lessico amoroso che ci indichi che le ragioni del cuore hanno un peso senza il quale la vita umana appare mutilata. Il nostro tempo sputa sulla promessa di eternità che si ripete in ogni amore. Preferisce il disincanto che riduce l’amore al sesso o al cosiddetto poliamore. Bisognerebbe rileggere i poeti per ritrovare le parole più profonde dell’amore. Quel «duro desiderio di durare», come diceva Paul Éluard, in cui consiste la promessa coraggiosa degli amanti.

    Lei ha indagato a fondo la dissoluzione della figura del padre nell’era ipermoderna e la ridefinizione della funzione materna. C’è un legame tra l’analfabetismo amoroso e la crisi dei ruoli nella famiglia?

    La famiglia svolge a mio giudizio un ruolo fondamentale e insostituibile nel processo di umanizzazione della vita. Oggi il suo indebolimento non deriva tanto dal superamento in corso di una concezione solo naturale del legame familiare, ma dalla intrusione traumatica dei miraggi del mercato, del mito del successo individuale, del profitto a ogni costo che sembra distruggano alle fondamenta ogni discorso educativo. La famiglia deve fronteggiare una deriva che sembra destituirne ogni ruolo simbolico. Ma la sua funzione resta fondamentale. Pensiamo per esempio all’importanza della testimonianza che un figlio può ricevere dall’amore che unisce i suoi genitori. È quella la prima versione dell’amore che lascia fatalmente delle tracce. Respirare l’amore nel legame familiare prepara all’amore.

    https://www.avvenire.it/agora/pagine...sare-le-parole
    Du cojoni!
    Ma chi se ne frega di questa gente che vende discorsi per fare in TV il poeta dell'amore. Siamo seri e coi piedi per terra per piacere, questo è vendere la mente e la complessità dei rapporti umani come qualcosa all'acqua di rose, che con due frasi retoriche e due smancerie pare di risolvere ogni problema.

    La fine di un rapporto è spesso un problema un trauma Ma la possibilità di una fine esiste e per vari motivi.
    La fissazione del per sempre è una fissazione appunto e chi la vende a tutti i costi sta pisciando fuori dal vaso, magari convinto davvero, oppure sa di non raccontarla tutta giusta. E uno psicanalista dovrebbe saperlo.
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  8. #233
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ho difficoltà a capire cosa tu intenda, in assenza di riferimenti;
    se tu mi dessi delle coordinate di un tuo mondo ottimale del passato, tale da rendere questo peggiore, e accettassi le conseguenze di quel modello, potrei capire; così non si capisce nulla.
    Se sapessi come il mondo mentale, che non è popolato da oggetti materiali ma da pensieri i quali non si collocano nello spazio, te le darei pure le coordinate.

  9. #234
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    Nei tuoi neuroni sì.
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  10. #235
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Se sapessi come il mondo mentale, che non è popolato da oggetti materiali ma da pensieri i quali non si collocano nello spazio, te le darei pure le coordinate.
    tu non parli del mondo mentale, ma di quello storico, passato e presente; non barare...
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #236
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Nei tuoi neuroni sì.
    Questo tuo bel pensierino l'ho immagazzinato nella mia mente, ma non so dove si trova ora, non ho le coordinate, altrimenti lo getterei nel cestino

  12. #237
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    tu non parli del mondo mentale, ma di quello storico, passato e presente; non barare...
    Quando dici tu a che cosa ti riferisci, al corpo od alla mente?

  13. #238
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Quando dici tu a che cosa ti riferisci, al corpo od alla mente?
    mi riferivo al buon senso di un padre, che disprezza il presente e non si pone nella condizione di un se stesso del 1915 che si vede preso un figlio 20enne per farselo scannare all'assalto di una trincea 100 metri più avanti, che il giorno dopo verrà persa in uno speculare massacro;
    quella era una moralità ordinaria del passato.
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  14. #239
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Ancora non rispondi: Il grido d'allarme di quegli studiosi, di quei sociologi, filosofi, scrittori illustri, del Papa, dell'Onu, della UE, dell'Istat e dell'Inps (non di un Conogelato qualsiasi!) ha ragione d'essere o no? Mica mettono in dubbio la democrazia, no? Lanciano semmai un sasso nell'acqua stagnante della Società Occidentale. Te non hai figli e ti importa il giusto del triste mondo che stiamo lasciando in eredità ai nostri giovani. Da quando ti conosco non fai altro che dire "prima si stava peggio, ci son state le guerre, prova ad andare in Cina eccetera": Ti fa un baffo, a te, Ponzio Pilato.

    Dalle pagine del rapporto Istat 2019 viene fuori una vecchia e irrisolta storia: le culle vuote. Nel 2018 sono stati registrati all’anagrafe nemmeno 500 mila bambini - 439 mila per la precisione, ovvero circa 140 mila in meno rispetto al 2008. Ma questa recessione demografica che sta colpendo l’Italia, ormai dal 2015, ha qualcosa di epocale. E’ inevitabile, i figli del «baby boom» hanno dovuto smettere da alcuni lustri di poter aver loro i figli e quindi di qui al 2050 la quota dei 15-64 anni - la cosiddetta popolazione attiva - scenderà drammaticamente. In una stima si calcola che ci si fermerà a poco più del totale della popolazione, ovvero il 52 per cento. Non c’è possibilità di ricambio nella popolazione. Ma a guardare il rapporto Istat del 2019 non c’è nemmeno possibilità di riscatto. Dice Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat che stiamo vivendo un calo demografico di cui «si ha memoria nella storia d’Italia solo risalendo ad un secolo fa, ovvero al lontano biennio 1917-1918, un’epoca segnata dalla Grande Guerra e dai successivi drammatici effetti dell’epidemia di `spagnola». Quello che Blangiardo non esplicita lo si piò leggere nelle pagine del rapporto.

    Si può leggere di un «conflitto» generazionale che si misura in stili e qualità della vita, con i nonni sempre più pimpanti e più ricchi e i giovani e giovanissimi inchiodati ad un ascensore sociale che non accenna a decollare. I ragazzi escono sempre più tardi dalla famiglia di origine e nel 2018 su 9 milioni 630 mila ragazzi tra i 20 e i 34 anni è più della metà - 5,5 milioni - che vive a casa con mamma e papà. Del resto se guardiamo gli indicatori della povertà assoluta che risultano più che raddoppiati negli ultimi dieci anni (dal 3,6 all’8,4%) vediamo che l’indicatore tocca il massimo proprio tra i minorenni e i giovani tra i 18 e i 34 anni per i quali si registra il maggior incremento degli ultimi dieci anni (rispettivamente +8,9 e +6,4 punti percentuali).

    https://www.corriere.it/economia/lav...03df18c5.shtml

    Ahhhhh che bello!
    @ Cono.

    Cono non te la prendere, le culle vuote'? Prendiamoci i bambini turchi o iracheni,
    gurda come sono belli, stessa nostra razza, caucasica, e riempiamo le culle, oh.

  15. #240
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    mi riferivo al buon senso di un padre, che disprezza il presente e non si pone nella condizione di un se stesso del 1915 che si vede preso un figlio 20enne per farselo scannare all'assalto di una trincea 100 metri più avanti, che il giorno dopo verrà persa in uno speculare massacro;
    quella era una moralità ordinaria del passato.
    Quello era, Niente di nuovo sul fronte occidentale.

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