Nel vangelo di Giovanni c'è un celebre dialogo: il dialogo tra Gesù e Nicodemo (Gv 3,1-15).

[1]C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. [2]Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». [3]Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». [4]Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». [5]Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. [6]Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. [7]Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. [8]Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». [9]Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». [10]Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? [11]In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. [12]Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? [13]Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. [14]E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, [15]perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Nicodemo, un capo dei Giudei, va da Gesù e gli dice che è un maestro venuto da Dio perchè nessuno può fare i segni che lui fa se Dio non è con lui.
Gesù gli risponde: "Se uno non nasce ànothen, non può vedere il regno di Dio".

Il vangelo di Giovanni è scritto in greco e ho riportato il termine greco originale (ànothen) poichè è la chiave per comprendere questo dialogo.
Il termine greco "ànothen" ha, infatti, due significati e assume l'uno o l'altro a seconda del contesto della frase in cui è inserito.
Può significare "una seconda volta" oppure "dall'alto".
In altri termini, la parola greca "ànothen" ha due significati. Il fatto che la stessa parola greca abbia due significati è rilevante: Nicodèmo, infatti, interpreta la frase di Gesù come se si riferisse al "rinascere un'altra volta", ed è incredulo. Domanda quindi come può una persona rientrare nell'utero materno per essere partorita una seconda volta. Gesù gli risponde che non sta pensando a un parto in senso fisico, ma a una rinascita dal cielo...una rinascita "dall'alto". Cioè Gesù sta usando quella parola nel suo secondo significato.
Quindi Nicodemo interpreta la parola "ànothen" come "rinascere una seconda volta" e Gesù gli dice che l'ha detta facendo riferimento al suo secondo significato e cioè "rinascere dall'alto".

E' possibile comprendere questo dialogo solo se lo si legge nella lingua originale in cui è stato scritto. E cioè il greco. Questo accade poichè il doppio significato della parola greca ànothen non può essere tradotto con una equivalente parola nelle lingue moderne. I traduttori, quindi, in fase di traduzione devono decidere se tradurlo con "di nuovo" o con "dall'alto". Ciascuna delle due opzioni genera un problema nella traduzione, in quanto, affinchè il dialogo abbia senso e lo si possa comprendere, ànothen dovrebbe essere tradotto con una parola che - come per il greco - deve significare entrambe le cose: Nicodemo, infatti, lo intende in un modo, Gesù nell'altro.
Ma una parola così, nelle lingue moderne, non esiste.
E quindi i traduttori, in fase di traduzione, scelgono uno dei due signficati; e in questo modo non si coglie appieno il dialogo e il "fraintendimento" tra Gesù e Nicodemo intorno al quale ruota l'intero dialogo.

Ora, la cosa davvero sorprendente è che Gesù e Nicodemo, in realtà, parlavano ARAMAICO e NON GRECO.
E nemmeno in ARAMAICO esiste una parola equivalente alla parola greca ànothen e che abbia il suo doppio significato.
Cioè, quel dialogo - che ruota attorno al fraintendimento della parola greca ànothen - in ARAMAICO non sarebbe mai potuto accadere.
E', cioè, un dialogo che ha senso solo se fosse stato fatto in greco. Ma Gesù e Nicodemo non parlavano greco. Parlavano ARAMAICO.

Conclusione?
Quel dialogo è una invenzione dell'autore del vangelo, che parlava in greco. E che ha costruito un dialogo intorno al fraintendimento tra Gesù e Nicodemo sul significato da attribuire alla parola greca ànothen.
Nella realtà vera, in cui si parlava ARAMAICO, quel dialogo costruito attorno al fraintendimento di una parola, non sarebbe mai potuto accadere. Per il semplice motivo che in ARAMAICO non esiste una parola che abbia i due significati della parola greca ànothen.

Si tratta con tutta evidenza di un dialogo inventato in greco e che ha senso solo se espresso in greco.
In ARMAICO quel dialogo non sarebbe mai potuto avvenire così come è stato riportato.
In sostanza, quel dialogo NON E' MAI AVVENUTO. E' una invenzione dell'autore che pensava in greco e scriveva in greco e che ha messo in bocca a Gesù e Nicodemo un dialogo che ha senso solo se espresso in greco.
Peccato che Gesù e Nicodemo parlassero l'ARAMAICO e non il greco.