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Discussione: Una conferma sulla saggezza di non sposarsi e non avere figli negli ultimi tempi.

  1. #181
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Non si tratta di pensare solo a se stessi e fregarsene di tutti.
    Per sano ed onesto egoismo s'intende non fare cose che rendono infelici pur di non scontentare l'altro o chi ti circonda.Significa star bene prima di tutto con se stessi, volersi bene solo, solo così si potrà amare anche gli altri.Il sano ed onesto egoismo è espressione di autenticità.
    Se "morire per l'altro" intendi annullarsi totalmente mi spiace ma non condivido, capisco il tuo punto di vista cristiano di credente osservante, ma comunque non lo condivido. Difatti oggi i giovani si sposano sempre meno con rito religioso e chi lo fa spesso è solo per tradizione, per non scontentare i parenti, pochi lo fanno per autentica e sentita fede religiosa, come del resto è sempre stato.
    No, non vuol dire annullarsi. Morire per l'Altro significa mettere il Bene della Persona amata prima del nostro. I suoi desideri prima dei nostri. Rispettarlo per quello che è nel profondo, non per quello che vorremmo che fosse....
    Quel che ha detto Arcobaleno risponde a verità: Se non si è disposti a questo, meglio non sposarsi. Almeno...non sposarsi davanti a Dio.
    Ultima modifica di conogelato; 14-02-2020 alle 02:46
    amate i vostri nemici

  2. #182
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Hai mai chiesto invece ad un bambino cosa prova quando ogni volta che i genitori litigano di brutto, si mette a piangere da solo, nella sua cameretta, perchè magari non ha neanche fratelli con cui condividere il peso di quella situazione? Come si sente? E come cresce?
    Un bambino si sa che vorrebbe vedere i genitori insieme e felici ma se non è possibile meglio si separino, ma non sarà mai il bambino a dirlo e neanche desiderarlo, lo penserà e lo dirà magari quando sarà un adolescente, però intanto i danni questi genitori li hanno già fatti.
    La cosa giusta per i figli è crescere in un ambiente sereno, e i genitori che si separano come quelli che invece decidono di restare insieme dovrebbero tenerne conto.
    La cosa giusta per i figli è crescere in un ambiente dove ci si perdona, Lady. Dove dopo una litigata papà e mamma fanno pace. Questo li educa alla Vita molto più di una casa dove non vola mai una mosca.
    amate i vostri nemici

  3. #183
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Tornando al tema di questo topic, vi faccio leggere sull’argomento cosa ha scritto oggi, 13 febbraio, il giornalista Mattia Feltri sul quotidiano “La Stampa”:

    “Sarà senz’altro vero, e lo scrivono in parecchi, che l’inarrestabile calo della natalità in Italia (1,29 figli per donna in età fertile, l’anno scorso 140 mila nati in meno rispetto al 2018) dipende in buona parte dalla carenza e dall’inadeguatezza di leggi in sostegno alla famiglia. In paesi in cui i genitori vengono ben assistiti, come Francia e Svezia, si sono recuperati quegli zero virgola che alleggeriscono l’allarme.

    Ancora più interessante è un dato diffuso giorni fa dalla Fondazione Agnelli: il contributo alla fertilità da parte delle coppie straniere si riduce progressivamente. Dai 2,69 figli per donna nel 2004 all’1,84 del 2018. E’ un andamento che Torino ha già conosciuto, quando i meridionali attirati dalla grande fabbrica prolificavano molto più dei torinesi, ma presto si adattarono alle medie locali.

    Come si vede, la vita comoda scoraggia dal complicarla coi marmocchi. E’ la tesi del sociologo Giuseppe De Rita: aumentano i depositi bancari, i risparmi nei fondi, l’economia in nero, e a diminuire sono i bambini. Certo, dice De Rita, c’è insicurezza, preoccupazione per la crisi, ma prevalgono il narcisismo di massa, l’indisponibilità al sacrificio, il desiderio di restare giovani, di divertirsi finché possibile. Non si vogliono figli, dice, perché la dittatura dell’Io ha spazzato via il Noi. Mi sembrava convincente, ma forse un po’ severo. Finché non ho visto un sondaggio Ipsos per ‘La 7’ secondo cui il 61% degli italiani (contro il 30,9 che ci deve pensare) rifiuterebbe di restare al lavoro più a lungo per garantire un’adeguata pensione ai figli. A quel punto lì, non farli non è la conseguenza peggiore”.
    Non avevo letto: Ti ringrazio. De Rita non è uno che parla solamente per dare aria alla bocca....
    amate i vostri nemici

  4. #184
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Turbociclo Visualizza Messaggio
    è successo che tra gli anni '60 e tutti gli 80, un trentennio, le generazioni adulte di allora hanno indebitato le attuali per comprare letteralmente un consenso sociale, sollevando la società da conflitti di precariato, con effetti differiti da impegno di spesa

    Fatta questa premessa, sembrerebbe di capire che secondo te il precariato è un destino ineludibile per i nostri giovani, per cui nel trentennio descritto lo abbiamo solo allontanato creandoci un debito che ora è insostenibile. A questo punto mi viene da pensare che se avessimo fatto il passo secondo la gamba, chissà, la denatalità si sarebbe manifestata assai prima. Infatti, come dici tu, non avremmo dovuto "sollevare la società da conflitti di precariato". Ma il precario giustamente decide di non mettere al mondo dei figli, proprio perché è precario. Dovremmo fare più figli per evitare l'estinzione, ma nello stesso tempo non possiamo contare sul lavoro fisso, per cui fare figli non è possibile. Non so nulla di economia ma il circolo vizioso lo vediamo tutti.
    allora, un modo serio per osservare queste cose, senza pregiudizi ideologici, ma con metodo, è quello di comparare situazioni comparabili, paesi di pari industrializzazione, e vedere dove ci sono differenze sostanziali, per stabilire o ipotizzare relazioni di causa-effetto;

    innanzitutto, bisogna ragionare in termini di lungo periodo, perché gli elementi economici strutturali e demografici producono effetti differiti;
    il destino dei giovani non è affatto di precariato, visto che nei prossimi 10/15 anni ci sarà un problema opposto, con le nostre generazioni in pensione e poco ricambio;
    solo che le cose non sempre si aggiustano per automatismi: alcuni ruoli saranno coperti, altri no;
    soprattutto, avrai giovani che lavorano, ma anziani titolari del patrimonio; cioè, tanti settuagenari e ottuagenari proprietari di immobili e titolari di diritti pensionistici, a fronte di una base più ristretta di giovani lavoratori-forse-eredi, ma poveri, tenuti a pagare affitti o mutui, e nel contempo le pensioni a quegli anziani;

    sul tutto, però, hai una capacità di controllo differita di un 30ennio; tanto ti serve per vedere gli effetti demografici ed economici delle scelte, visto che un adulto formato lo devi mettere al mondo 30 anni prima, mandare in buone scuole e richiedergli un contributo professionale ad un progetto; è notizia di oggi che l'80% delle grandi opere previste 20 anni fa non si è compiuto; è ovvio che così non si cresce;
    non si è compiuto perché i soldi non vanno in investimenti, ma nella spesa corrente, che è proprio il risultato dell'auto-attribuzione di privilegi della generazione dei tromboni che fa la morale;
    Berlusconi, oltre 25 anni fa, si era presentato come alfiere di un nord liberale e liberista, ma moderato, che si diramava da quella specie di sincretismo tra un moderatismo ex-DC e modernismo craxiano, che ancora oggi - mutatis mutandis - di fatto si ritrova pari pari in quelle aree; poi ha dovuto venire a patti con aree di consenso al centro-sud, che invece chiedevano spesa, e lì si è arenato, perché il tutto si è tenuto insieme solo continuando a far debiti;
    la sinistra in sostanza ha fatto la stessa cosa, compressa tra modelli dinamici e vecchie clientele; tutti democristiani, perché col conflitto l'Italia si spacca;

    abbiamo perso 30 anni nel tentativo che piovesse dal cielo qualche miracolo, per ritrovarci con gli stessi problemi, aggravati da un contesto internazionale molto diverso e dagli effetti di quell'inazione;
    se vai a vedere la sostanza, siamo di nuovo al primo Berlusconi: un nord che corre e chiede meno tasse, agganciato al resto d'Europa; un sud spopolato che non sa a che santo votarsi, senza leader perché unicamente speranzoso in impossibili miracoli di elargizione, per cui nessuno è disposto a sacrificarsi e una sinistra che si rassegna a fare opposizione, non contendere alla destra i ceti dinamici;
    se ripercorri il decennio passato, il flusso è evidente: l'estremismo di Salvini e dei 5S corrisponde all'ascesa centrista di Renzi; caduto questo, si è tornato ai soliti ruoli; cioè, il PD al suo giardino identitario, ben che vada al 30%, e la destra al moderatismo europeista e atlantico, e sempre con quella "zavorra" di elettorato statalista e "sociale" che in effetti rende poco praticabili politiche di vera destra, perché non ci sono i soldi;
    per questo ogni due per tre negli ultimi 25 anni hai avuto governi tecnici, che tutti votano, salvo poi rinnegarli nelle successive campagne elettorali...
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #185
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    La cosa giusta per i figli è crescere in un ambiente dove ci si perdona, Lady. Dove dopo una litigata papà e mamma fanno pace. Questo li educa alla Vita molto più di una casa dove non vola mai una mosca.
    l'ideale sarebbe anche un mondo senza rapinatori, carabinieri e carceri; ma se uno ti rapina, che fai, perdoni ? e poi quello ti rapina di nuovo... quel perdono tra sperequati è solo la stipulazione e la legittimazione della sperequazione;

    ma li leggi o no i commenti degli utenti ???
    oltre a quello che puoi leggere, io conosco anche le storie di altri, che non raccontano: qua dentro quasi non c'è una famiglia di origine - genitori di 70 - 90 anni, i "tradizionali" - di modica serenità, al punto che devo quasi pensare che la mia famiglia "eccentrica" sia l'esempio più vicino ai tuoi ideali;

    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Non avevo letto: Ti ringrazio. De Rita non è uno che parla solamente per dare aria alla bocca....
    beh, De Rita fa un lavoro interessantissimo, al punto che io sarei stato disposto a collaborare gratis al suo istituto;

    però, è anche il tipico rappresentante di quel ceto di privilegiati che, prima nello Svimez - soldi pubblici, tuoi e miei, stampati a buffo, che paghiamo oggi, tu ed io - poi col Censis, pure committenze, pubbliche e private, da laureato in giurisprudenza a partire dagli anni 50 ha avuto la possibilità di insediarsi a vita in un ruolo di comando nell'Italia gerontocratica;

    un Giuseppe De Rita 30enne di oggi al sud, nella migliore delle ipotesi, starebbe a far praticantato e fotocopie, il galoppa in uno studio legale di Napoli, per risarcimenti di infortunistica o liti condominiali, precario a vita e a casa con papà e mammà...

    rendiamoci conto che con la competenza in contratti e condomini, quello ha potuto fare il ras della sociologia italiana - coi soldi pubblici, rammentiamolo - facendo da "tappo" ai giovani qualificati, mentre oggi una ricercatrice sanitaria 40enne che isola il virus minaccioso ottiene l'agognata stabilizzazione a 1300 euro al mese solo per quella popolarità;
    beh, io direi proprio che certi soloni ottuagenari e privilegiati dovrebbero proprio astenersi da commenti moralisti sulle attitudini di generazioni che quegli stessi vecchi hanno ingolfato di debiti, visto che gli studi e le cariche di De Rita, i libri di Galimberti, il patrimonio della Chiesa, esentasse, sono stati finanziati proprio privando i tuoi figli - e forse persino tu, che devi scrivere alle due di notte mentre lavori, a 60 anni - di quello status che i soloni si sono auto attribuiti a vita;

    quando si scriveranno i libri di storia - anzi, già si scrivono - quella generazione dei De Rita e Galimberti sarà collettivamente raccontata come scellerata, egoista e pusillanime, altroché pistolotti moralisti...
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #186
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    Citazione Originariamente Scritto da Turbociclo Visualizza Messaggio
    è successo che tra gli anni '60 e tutti gli 80, un trentennio, le generazioni adulte di allora hanno indebitato le attuali per comprare letteralmente un consenso sociale, sollevando la società da conflitti di precariato, con effetti differiti da impegno di spesa

    Fatta questa premessa, sembrerebbe di capire che secondo te il precariato è un destino ineludibile per i nostri giovani, per cui nel trentennio descritto lo abbiamo solo allontanato creandoci un debito che ora è insostenibile. A questo punto mi viene da pensare che se avessimo fatto il passo secondo la gamba, chissà, la denatalità si sarebbe manifestata assai prima. Infatti, come dici tu, non avremmo dovuto "sollevare la società da conflitti di precariato". Ma il precario giustamente decide di non mettere al mondo dei figli, proprio perché è precario. Dovremmo fare più figli per evitare l'estinzione, ma nello stesso tempo non possiamo contare sul lavoro fisso, per cui fare figli non è possibile. Non so nulla di economia ma il circolo vizioso lo vediamo tutti.
    Il fatto è che c'è stata sempre lotta tra capitale e lavoro come tra ladri ed onesti, se poi consideri che il capitale accumulato spesso non veniva reinvestito ma portato all'estero è facile capire le conseguenze.

  7. #187
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Su questo non ci piove: Ricordi quante volte anch'io ho sottolineato l'importanza di riscoprire il fidanzamento? Quel periodo nella vita delle due persone così importante per capire se davvero Dio le sta chiamando a vivere insieme per sempre? Ti ripeto che non viene messa in discussione la legge, che permette separazioni e divorzi. Viene messo in discussione il fatto che ci si separa e ci si divide prestissimo, ai primi dissapori. Anche in presenza di figli. Trattandoli come cose...come oggetti....come la casa, il mobilio, l'auto....
    questo lo dici tu, perché scegli deliberatamente di aderire ad una rappresentazione che confermi la tua tesi; ma non ha alcun senso, perché i figli sono sempre stati trattati come oggetti nelle famiglie tradizionali; tu confondi i sintomi con le malattie, il divorzio col conflitto, ecc... se non vedi la manifestazione del conflitto, ti sta bene, anche se l'equilibrio è atroce;

    peraltro, il fidanzamento come lo intendi tu ti dice poco; posto che è perfettamente legittimo in via teorica, in termini pratici non può essere esperienza dell'altro, e non per questioni di pruderie sessuali; è proprio che l'idea di famiglia, la convivenza, i figli, cambiano in modo imprevedibile il carattere e le propensioni, le capacità stesse di persone che non abbiano solida esperienza, esattamente come per chi guidi un'automobile;
    se fai lezioni a tuo figlio nel parcheggio, al più gli puoi insegnare a cambiare marcia e regolare lo specchietto per l'ingegnere all'esame;
    ma quando tuo figli va in autostrada, la freddezza necessaria quando in discesa ti sbuca il TIR mentre sei in sorpasso, perché non vuole consumare i freni, la deve imparare da sé, con l'esperienza;

    tu puoi avere anche, nella migliore delle ipotesi, due coniugi assolutamente devoti a quell'ideale di famiglia cristiana che si promette e perdona; ma non credere che questo basti per far funzionare le cose, quando palesemente le vite delle persone esprimono bisogni non condizionabili dalla volontà;
    tu postuli l'abnegazione come stile di vita, pensi che questo sia buono e giusto, ma in realtà stai vivendo un tuo personale equilibrio il cui pregio - come puoi facilmente leggere qui - non è affatto riconosciuto dai figli, che "sentono" tutto;

    poi, paghi la cosa ritrovandoti senza nipoti; ti chiedi il perché e, avendo rimosso tutto, l'unica spiegazione che ti resta è che quei figli sono egoisti ed edonisti se non vogliono replicare quella tua esistenza, perché leggi l'illuminato parere del solone ottuagenario privilegiato...
    e ridalli, con Risé...
    Soffrono enormemente, i Bimbi, la separazione dei genitori. Non ne capiscono i motivi. Sono l'anello debole della catena. E purtroppo ne subiscono poi conseguenze che, crescendo, li segneranno per sempre. Lo sottolinea bene Claudio Risè nel libro che tratta la questione.
    perché questi ex-bimbi e bimbe figli di genitori non separati che ti raccontano qui, e che non hanno figli non hanno forse sofferto ? non sono la conseguenza della favoletta che piace a te, e che Risé vende alle Paoline, perché quello in origine è un nicciano miscredente, riciclato ?

    L'Occidente contemporaneo è definito dalle scienze sociali "una società senza padri". Alcuni vi vedono la fine, positiva, di ogni "patriarcato"; altri, come l'autore, notano con preoccupazione il vuoto lasciato dall'assenza paterna. Per Claudio Risé, psicoanalista di formazione junghiana e docente di scienze politiche e sociali, il padre è la figura psicologica che collega la biografia individuale al piano trascendente e consente così l'integrazione del dolore e della perdita attraverso l'insegnamento esemplare del suo senso. La "società senza padri" appare, quindi, come un mondo che ha smarrito il senso religioso e, con esso, la capacità di dare significato alle prove della vita, cui l'individuo reagisce infantilmente attraverso il rifiuto e la negazione o con la depressione. Il libro entra nel vivo della cronaca di oggi mostrando come l'assenza paterna non nasca da fumosi processi psico-sociologici, ma dalla diffusione di separazioni e divorzi, che si concludono quasi sempre con l'espulsione dei padri da casa e con la rottura (o il grave indebolimento) del loro rapporto con i figli.
    sticazzi;
    se ha smarrito il senso religioso - cosa non vera, peraltro; quel senso è andato altrove, dove tu e Risé non lo vedete - vuol dire che quel senso è stato incapace di fare da guida;
    se tu sei un ufficiale cretino, i soldati in battaglia si fidano del sergente, e la stelletta non conta una cippa quando c'è da salvare le chiappe, nonostante le lagne di Risé;
    semmai, è proprio questo piagnucolare delle generazioni di esimi pensatori ad essere testimonianza della loro inanità e incapacità; se sei Churchill o Roosevelt non ti trovi a commentare che i tuoi figli o il tuo popolo non ti seguono; questo succede ai re fannulloni, pavidi o semi-criminali quando arrivano sul patibolo;
    infatti, quale fu il commento di Hitler negli ultimi giorni ? il popolo tedesco merita di scomparire, perché non si è dimostrato capace...

    tutti gli autocrati e satrapi detronizzati, mediocri o inetti, incolpano l'immoralità del popolo e delle nuove generazioni, da sempre;
    tutti i grandi leader, al contrario, hanno motivo di essere orgogliosi della loro gente, anche nelle ore più buie;
    domandati il perché quando citi i soloni dell'egoismo ed edonismo...
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #188
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    Il fatto è che c'è stata sempre lotta tra capitale e lavoro come tra ladri ed onesti, se poi consideri che il capitale accumulato spesso non veniva reinvestito ma portato all'estero è facile capire le conseguenze.
    magari !
    il problema italiano è esattamente che questa lotta tra capitale e lavoro non si è mai fatta, per la fragilità del tessuto politico-ideologico, che ha solo recepito dall'esterno l'impianto liberal democratico, il quadro in cui quei conflitti si gestiscono senza spaccare tutto;
    lo stato liberale, la tripartizione dei poteri, è arrivato con le baionette di Napoleone, tramite i piemontesi; ma non era frutto di maturazione della società, e siamo rimasti un paese autoritario;
    poi è arrivato il Fascismo, esattamente a soffocare quei conflitti di classe; e, infine, il regime del debito, tarallucci, vino e 'nt'o culo ai posteri che pagheranno...

    peraltro, il vero travaso di capitale in Italia non è stato verso l'estero, ma dal rischio d'impresa alla rendita, che è il vero scandalo nazionale, trasversale, pre-politico;

    infatti, se i grandi gruppi che dovevano trainare - come la Fiat - prima si prendevano i sussidi e poi disinvestivano dove c'era rischio, competizione, per comprare utilities garantite, assicurazioni, bancari, servizi privatizzati, i piccoli imprenditori hanno sempre fatto questo: tutti, dall'ex-operaio messosi in proprio al commerciante, invece di consorziarsi, perdendo il controllo esclusivo di famiglia, dopo essersi fatti finanziare da banche pubbliche e amiche nei periodi di magra, compravano immobili; la fabbrica di lampadari o divani andava maluccio ? incassavi i contributi statali, e investivi i profitti nel palazzotto in centro città, che affittavi al notaio o all'avvocato; poi, crisi, chiusure e licenziamenti erano cazzi dei governi e del contribuente; tu stavi col culo parato dal patrimonio;

    specularmente, i sindacati hanno fatto lo stesso; siccome negoziare una vera modernizzazione - come avvenuto in Germania - implicava la perdita di peso propagandistico "rivoluzionario", quelli si sono accodati al bengodi del debito: gli operai chiedono lavoro ? vai con l'Alfasud, anche se nessuno compra le auto; tutti contenti, tanto i buffi li paga pantalone, tra 30 anni; perché se sei pieno di debiti non puoi imporre le tue regole ai grandi gruppi che smobilitano o fanno i cazzi loro, tanto hai bisogno di qualcuno che investa: Taranto, Gioia Tauro, le tante crisi come Whirlpool sono la conseguenza di quel passato rinunciatario;
    solo che l'uomo della strada non ha gli strumenti per fare 2+2 tra eventi così distanti nel tempo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #189
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Di motivi ce ne stanno tanti come ad esempio la svalutazione galoppante tra i '75 e l'80 che serviva per esportare o peggio la mancanza di fondi di ammortamento per rimodernare i macchinari; ma quello più importante, ed illustrato negli scritti dei migliori economisti erano i piani a lungo termine, vi era solo piani di breve periodo.
    Ma, e qui subentra l'aspetto morale di una società, l'onestà di un nazione che ha sempre teso a tirare a campare ed è stata sempre individualista; sai che cosa comporta ciò? Che chi ha il senso del gruppo ed in questo caso sente l'italianità, il rapporto interpersonale del contesto in cui abita, si è chiuso in sé stesso ed ha iniziato a strafegarsene coltivando solo il suo orticello; lì non c'è disonestà, corruzione, ipocrisia ed arrivismo ma solo rapporto amorevole con piante ed animali, nessuno ti comanda ma tutti aspettano il tuo intervento come le mollichine per gli uccelli di passaggio.
    Anche se in fondo la mia tendenza è sempre quella di essere disponibile verso tutti non credo più ad un prossimo che assieme ad altri prossimi può costruire qualcosa di buono.
    Ecco perché, e qui posso ribattere a cono che imputa lo star solo alla mia solitudine; sto solo perché non trovo di meglio ma non mi sento mai solo perché sono a posto con la mia coscienza e quando mi va, esco e trovo chi voglio perché sono generoso, allegro e gli altri stanno bene con me, aiuto le vecchiette a salire nel bus offro da fumare a chi me lo chiede e quando mi va di bere pago io.
    Scusa se ho mischiato economia spicciola, psicologia e spirito di adattamento con un pizzico di fede, perché se non ci fosse quella il mio castello crollerebbe come un mucchio di carte, allora si che mi sentirei solo.

  10. #190
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    No, non vuol dire annullarsi. Morire per l'Altro significa mettere il Bene della Persona amata prima del nostro. I suoi desideri prima dei nostri. Rispettarlo per quello che è nel profondo, non per quello che vorremmo che fosse....
    Quel che ha detto Arcobaleno risponde a verità: Se non si è disposti a questo, meglio non sposarsi. Almeno...non sposarsi davanti a Dio.
    "Rispettare l'altro per quello che è nel profondo e non per quello che vorremmo che fosse", è una bella frase su cui riflettere.Quanti ne sono capaci?

    Siccome spesso le coppie sono sbilanciate se il bene dell'altro contrasta con il nostro cosa si fa?
    Cioè se l'altro, facciamo un esempio,e seguendo il ragionamento, dovesse innamorarsi di un'altra persona (perchè può anche succedere, non credo nell'amore eterno, come qualunque sentimento può cambiare) e quello è il suo bene significa che dobbiamo essere capaci di lasciarlo andare per il suo bene, anche se probabilmente cozza contro il nostro desiderio, ovvero quello che riteniamo il nostro bene.
    Oppure se lei minaccia il suicidio se lui la lascia, per il bene di lei lui deve sacrificare la sua vita, il suo bene, la sua felicità per l'altra, magari non amandola più?

    Sono esempi estremi naturalmente ma accadono e non è che tutte le coppie preventivano che un giorno si lasceranno, o che un giorno si innamoreranno di altri.
    Ci sono conflitti che possono essere risolti se entrambi amano l'altro e non vogliono buttare una relazione alle ortiche,giusto aiutarle con una consulenza come fai tu nel tuo volontariato, ma quando le fratture sono troppo gravi non c'è 'l'intenzione di entrambi di riaprire un dialogo, costringere una coppia a restare "uniti" ad ogni costo credo sia sbagliato anche se questi magari si sono sposati religiosamente con tutte le migliori intenzioni.
    Certo che se si potesse conoscere il futuro magari farebbe meglio a non sposarsi, difatti oggi molte coppie prima convivono per un certo periodo e poi eventualmente decidono di sposarsi, il fidanzamento non lo considero perchè si conosce veramente l'altro vivendoci insieme, condividendo non solo il letto ma anche le bollette da pagare, il mutuo, le mutande da lavare, cucinare ecc.
    Durante il fidanzamento tutto è bello, si è innamorati, si notano poco i difetti, ci si incontra e poi ognuno a casa sua ma è la vita insieme e il tempo che mettono alla prova.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  11. #191
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    La cosa giusta per i figli è crescere in un ambiente dove ci si perdona, Lady. Dove dopo una litigata papà e mamma fanno pace. Questo li educa alla Vita molto più di una casa dove non vola mai una mosca.
    Cono non esiste la famiglia del mulino bianco dove non vola mai una mosca, a meno che forse due si sono talmente allontanati e chiuso il dialogo e che portano avanti la propria vita separatamente pur vivendo sotto lo stesso tetto.Non pensare che i figli non se ne accorgano.
    Tutti discutono e litigano qualche volta, ma poi normalmente si riappacificano, appunto ma se i rancori si accumulano e ogni pretesto è un litigio violento, non credo sia un buon esempio per i figli, meglio due genitori, abbastanza intelligenti di non usare i figli come pretesto, e separati, che due che litigano continuamente o non si caccano proprio di striscio, secondo me.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  12. #192
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    Di motivi ce ne stanno tanti come ad esempio la svalutazione galoppante tra i '75 e l'80 che serviva per esportare o peggio la mancanza di fondi di ammortamento per rimodernare i macchinari; ma quello più importante, ed illustrato negli scritti dei migliori economisti erano i piani a lungo termine, vi era solo piani di breve periodo.
    Ma, e qui subentra l'aspetto morale di una società, l'onestà di un nazione che ha sempre teso a tirare a campare ed è stata sempre individualista; sai che cosa comporta ciò? Che chi ha il senso del gruppo ed in questo caso sente l'italianità, il rapporto interpersonale del contesto in cui abita, si è chiuso in sé stesso ed ha iniziato a strafegarsene coltivando solo il suo orticello; lì non c'è disonestà, corruzione, ipocrisia ed arrivismo ma solo rapporto amorevole...
    ma questa è la scusa tipica proprio degli individualisti, che ti dicono: sono individualista perché la società è disonesta e tutti si fanno i caxxi loro...

    il limite di questi ragionamenti che antropomorfizzano gli aggregati, la società, il popolo è così e cosà... per evincerne qualità morali - l'onestà di una nazione - è che danno rappresentazioni ingenue e scorrette di quel che accade;

    vista la tua formazione, dovresti avere la nozione di vettore di forze, che producono un risultato complessivo non corrispondente all'intenzione di ognuna, come la nazione onesta, i Valori, ecc... dove c'è una pluralità di individui e agglomerati di interessi, continuamente fluidi a seconda della composizione degli insiemi;
    la prima onestà, che è una qualità dell'individuo, dovrebbe essere quella intellettuale di valutare ciò che razionalmente si può intendere dei fatti, senza rimuovere ciò che non piace o smentisce il nostro desiderio di affermare una tesi o un'altra.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #193
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    "Rispettare l'altro per quello che è nel profondo e non per quello che vorremmo che fosse", è una bella frase su cui riflettere.Quanti ne sono capaci?

    Siccome spesso le coppie sono sbilanciate se il bene dell'altro contrasta con il nostro cosa si fa?
    Cioè se l'altro, facciamo un esempio,e seguendo il ragionamento, dovesse innamorarsi di un'altra persona (perchè può anche succedere, non credo nell'amore eterno, come qualunque sentimento può cambiare) e quello è il suo bene significa che dobbiamo essere capaci di lasciarlo andare per il suo bene, anche se probabilmente cozza contro il nostro desiderio, ovvero quello che riteniamo il nostro bene.
    difficile che Cono accetti questa spiegazione; io la pongo da anni...
    lui postula esattamente l'annullamento netto dell'individualità in favore del patto, retto anche dai "carismi": l'uomo l'autorità, le regole, la donna la cura, l'accudimento, ecc...
    non è contemplato che si cambi, che accada niente di altro; non è contemplato il valore della felicità o del desiderio personale divergente da quel patto; non è contemplato l'individuo; nel suo modo di argomentare è rimossa completamente l'auto-determinazione dell'individuo;
    ovviamente, è una cosa artificiosa visto che pure lui vive nella Modernità; ma è una finzione necessaria per collocare certe difese psicologiche tipiche di tante ideologie che riproducono realtà fittizie, e che altrimenti non potrebbero essere fantasticate;

    nel suo caso è più evidente, ma rimozioni di questo tipo si leggono quotidianamente, a proposito delle circostanze più diverse.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #194
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ma questa è la scusa tipica proprio degli individualisti, che ti dicono: sono individualista perché la società è disonesta e tutti si fanno i caxxi loro...

    il limite di questi ragionamenti che antropomorfizzano gli aggregati, la società, il popolo è così e cosà... per evincerne qualità morali - l'onestà di una nazione - è che danno rappresentazioni ingenue e scorrette di quel che accade;

    vista la tua formazione, dovresti avere la nozione di vettore di forze, che producono un risultato complessivo non corrispondente all'intenzione di ognuna, come la nazione onesta, i Valori, ecc... dove c'è una pluralità di individui e agglomerati di interessi, continuamente fluidi a seconda della composizione degli insiemi;
    la prima onestà, che è una qualità dell'individuo, dovrebbe essere quella intellettuale di valutare ciò che razionalmente si può intendere dei fatti, senza rimuovere ciò che non piace o smentisce il nostro desiderio di affermare una tesi o un'altra.
    Si, probabilmente sono diventato individualista forse perché sono molto intransigente con me stesso e vorrei che gli altri fossero come me, però sono disponibile; lascio aperta la mia porta anche se so a priori che chi entrerà non penserà a me ma penserà a se stesso; la ragione è un modo come un altro per non risolvere le cose poiché non ritrovo in esse il corrispondente sentimento; la ragione od il ragionamento rappresentano per me abiti di moda, come se il ragionare voglia nascondere la nudità del sentimento che, nonostante venga celato, traspare al primo agire.
    Questa per me è ipocrisia, perdita di tempo.

  15. #195
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    difficile che Cono accetti questa spiegazione; io la pongo da anni...

    .
    Cono dev'essere un credente osservante e praticante convinto, non si può pretendere che cambi il suo punto di vista da cattolico osservante, ma di cattolici osservanti come lui ce ne sono sempre meno, come ho già detto molti si sposano in chiesa magari credendo anche al Dio cristiano, per fede e non tanto per religione, ma anche per tradizione, per non scontentare parenti o persino la sposa che vuole mentre lui preferirebbe il comune. Come una giovane nipote lo scorso anno s'è sposata in chiesa anche se il marito non ne era convinto ma per farla felice ha accettato.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

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