Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la moglie Melania sono risultati positivi al Covid.
Il 26 febbraio diceva:
“Grazie a quel che abbiamo fatto, il rischio per il popolo americano è molto basso. Abbiamo 15 persone infettate e presto queste quindici scenderanno vicino allo zero. That’s a pretty good job we’ve done. Abbiamo fatto un eccellente lavoro…”.
Oggi i casi negli Usa sono 7,3 milioni, con 208.000 morti, nettamente primi al mondo sia per numero di casi che di decessi.
Il 24 aprile, quando il suo Paese viaggiava verso i 50.000 morti, invitava gli americani a proteggersi con “iniezioni di candeggina, disinfettante e raggi ultravioletti.” Evidentemente - ora è chiaro - lo ha fatto lui stesso.
Il 6 maggio visita una fabbrica di mascherine senza mascherina. Nei giorni precedenti e successivi ha rilasciato dichiarazioni come: “Al momento non la indosso. Non fa per me, ma se la gente la vuole usare non nuoce” e “Non la metto. Non volevo dare soddisfazione ai giornalisti.”
Questo è l’uomo che, poche ore fa, ha annunciato la sua positività al Coronavirus.
Questo è l’uomo che, il 3 novembre prossimo, chiederà agli americani di essere rieletto per la seconda volta come loro Presidente e uomo più potente al mondo.
Un misto di razzismo, arroganza, ignoranza, infantilismo, antiscienza a cui un Paese normale non affiderebbe neanche le chiavi di una cantina. Con l’augurio di guarire dal virus e poi sparire per sempre dalla scena politica mondiale.
Per il bene di tutti. Anche il suo.