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Discussione: L'Euro: il Nuovo Sacro Romano Impero egemonizzato da Francia e Germania

  1. #1
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    L'Euro: il Nuovo Sacro Romano Impero egemonizzato da Francia e Germania

    È necessario liberarsi da un equivoco politico divenuto ormai senso comune, e dal quale dipendono un’infinità di conseguenze: quello di considerare la formazione dell’ Unione Europea come un processo di unificazione politica di tutti i popoli europei e di creazione di una “comunità di diritto” che garantisca pace, diritti e libertà a tutti i “cittadini” dell’Unione. Al contrario, l’Europa è stata fin dall’inizio pensata e costruita come spazio egemonico franco-tedesco. Nel 1948 Adenauer aveva dichiarato: «Il futuro di tutta l’Europa dipende da uno stabile rapporto tra la Francia e la Germania». L’anno successivo replicava De Gaulle: «Io dico che occorre istituire l’Europa sulla base di un accordo tra francesi e tedeschi». Il trattato dell’Eliseo, firmato il 22 gennaio 1963 tra il Generale e Adenauer, segna la definitiva “riconciliazione” franco-tedesca.

    Tra i compiti del “progetto” europeo vi era dunque, anzitutto, quello della riunificazione politica della Germania. E se prima di quella realizzazione la Germania era una grande potenza economica, ma politicamente debole, le cose sono cambiate dopo il 1989. Kohl voleva la riunificazione della Germania, ma Mitterand temeva lo strapotere del Marco e la potenza economica e politica di una nuova Germania riunificata e, quindi, chiese in cambio l'adozione della moneta unica: l'Euro. La prima decisione politica della nuova Germania fu, non a caso, l’introduzione della moneta unica, la quale fu, con l’accordo tra Kohl e Mitterand, imposta a tutti gli altri Paesi, ottenendo così il massimo beneficio da quella moneta in termini economici. L’asse Kohl–Mitterand ha dettato i tempi dell’integrazione europea, dell’adozione del Trattato di Maastricht, dell’accelerazione improvvisa per la costruzione dell’Europa unita. Le altre nazioni hanno dovuto “allinearsi”: Prodi ripeteva continuamente “ce lo chiedono in Europa”.

    Ma cosa significava per l’Italia di allora entrare nella zona Euro? In una recente intervista, Vincenzo Visco, Ministro delle Finanze ai tempi del governo Prodi (1996-1998) ha rivelato: «Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché l'Italia aveva una moneta debole e, con la Lira debole, era in grado di competere a livello industriale e di export con la Germania. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso».

    Ma la Germania ha finito per chiederci molto di più: ha imposto la distruzione del nostro sistema industriale. Come ha precisato Nino Galloni, ex funzionario al bilancio (cfr “Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl”, su byoblu.com), l’accordo tra Kohl e Mitterrand «prevedeva anche la deindustrializzazione dell’Italia. Perché se l’Italia si manteneva così forte dal punto di vista produttivo–industriale, quell’accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto un accordo solo sulla carta».

    Questo è il motivo per cui Francia e Germania vedono come il fumo negli occhi il "sovranismo" italiano che vuole difendere l'industria italiana, l'economia italiana e la produzione italiana. Ed ecco perchè Francia e Germania vedono con favore il PD...il partito italiano che ha svenduto l'Italia ai progetti egemonici di Francia e Germania.

    Theo Waigel (ex ministro delle finanze tedesco): "Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco – che tornerebbe nuovamente in circolazione -. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale“.

    L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sè che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni.
    Ultima modifica di xmanx; 19-02-2020 alle 15:15
    Lo stagista.
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  2. #2
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    Certamente, ed è per questo che l' Italia fara' bene a rinsaldare una nuova rete di alleanze, come provò a fare anche Berlusconi, osteggiato da tutti.
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  3. #3
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    Certamente, ed è per questo che l' Italia fara' bene a rinsaldare una nuova rete di alleanze, come provò a fare anche Berlusconi, osteggiato da tutti.
    Già.
    Ed ecco perchè la Gran Bretagna non solo non è entrata nell'Euro....ma oggi è uscita pure dalla Unione europea. Gli inglesi non hanno di certo combattuto la Germania nazista nella seconda guerra mondiale per poi finire sudditi del Quarto Reich della Merkel.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  4. #4
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    Tra i compiti del “progetto” europeo vi era dunque, anzitutto, quello della riunificazione politica della Germania. E se prima di quella realizzazione la Germania era una grande potenza economica, ma politicamente debole, le cose sono cambiate dopo il 1989. Kohl voleva la riunificazione della Germania, ma Mitterand temeva lo strapotere del Marco e la potenza economica e politica di una nuova Germania riunificata e, quindi, chiese in cambio l'adozione della moneta unica: l'Euro.
    e questa è storia; almeno evitiamo la bufala dell'euro "tedesco"; se l'euro era un pegno da pagare, evidentemente non era voluto dai tedeschi, che si sarebbero tenuti il marco molto volentieri, senza cedere sovranità;

    La prima decisione politica della nuova Germania fu, non a caso, l’introduzione della moneta unica, la quale fu, con l’accordo tra Kohl e Mitterand, imposta a tutti gli altri Paesi,
    imposta ? come ? ad Andreotti ?
    l'Italia che veniva da decenni di inflazione a due cifre e relativo costo del denaro elevatissimo, era favorevole per il 95% dell'opinione pubblica; certo, pochi immaginavano che con la perdita della sovranità monetaria tanto bengodi a buffo non sarebbe stato più possibile; ma, con lo stesso spirito dei greci, si è continuato a fare i furbi; prendere i vantaggi e scansare le responsabilità;
    ottenendo così il massimo beneficio da quella moneta in termini economici. L’asse Kohl–Mitterand ha dettato i tempi dell’integrazione europea, dell’adozione del Trattato di Maastricht, dell’accelerazione improvvisa per la costruzione dell’Europa unita. Le altre nazioni hanno dovuto “allinearsi”: Prodi ripeteva continuamente “ce lo chiedono in Europa”.

    Ma cosa significava per l’Italia di allora entrare nella zona Euro? In una recente intervista, Vincenzo Visco, Ministro delle Finanze ai tempi del governo Prodi (1996-1998) ha rivelato: «Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché l'Italia aveva una moneta debole e, con la Lira debole, era in grado di competere a livello industriale e di export con la Germania. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso».
    l'export italiano di qualità non ha sofferto affatto con l'euro; anzi, è stato più competitivo, perché la struttura della domanda di fascia alta è rigida al prezzo; in certi casi - beni di Giffen - funziona addirittura al contrario, è funzione diretta del prezzo;

    l'export italiano che ha sofferto è stato quello drogato, sussidiato, per colpa del sistema interno, che gli ha sempre regalato quel "6 politico", che pagavano gli altri italiani, non i tedeschi; perché la Uno non la comprava chi voleva la Golf, né in Italia, né tanto meno all'estero;

    Ma la Germania ha finito per chiederci molto di più: ha imposto la distruzione del nostro sistema industriale. Come ha precisato Nino Galloni, ex funzionario al bilancio (cfr “Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl”, su byoblu.com), l’accordo tra Kohl e Mitterrand «prevedeva anche la deindustrializzazione dell’Italia. Perché se l’Italia si manteneva così forte dal punto di vista produttivo–industriale, quell’accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto un accordo solo sulla carta».
    Kazzenger-Galloni, il figlio del ras di quella DC che ha drogato l'economia per decenni col 6 politico, regalato migliaia di miliardi di lire agli Agnelli...
    l'Italia "forte", che produceva mercerie ed elettrodomestici bianchi, auto che nessuno voleva... e che faceva buffi democristiani a destra e sinistra per comprare i voti

    Questo è il motivo per cui Francia e Germania vedono come il fumo negli occhi il "sovranismo" italiano che vuole difendere l'industria italiana, l'economia italiana e la produzione italiana. Ed ecco perchè Francia e Germania vedono con favore il PD...il partito italiano che ha svenduto l'Italia ai progetti egemonici di Francia e Germania.
    cioè, proprio i due nostri maggiori partner commerciali, in equilibrio; cioè, che comprano per un valore grossomodo pari a quello che vendono; ma guarda strano...

    Theo Waigel (ex ministro delle finanze tedesco): "Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco – che tornerebbe nuovamente in circolazione -. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale“.
    già risposto: fraintendi come ostile il tentativo di questa persona lungimirante di convincere i suoi connazionali dell'inopportunità di ripercorrere la strada della Germania mercantilista; ma per intenderlo dovresti sapere; invece ignori;

    L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sè che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni.[/QUOTE]
    forse perché l'economia italiana lavora da decenni in sinergia con le altre economie europee, e chiunque abbia contatto con la realtà produttiva capisce perfettamente che tragedia sarebbe - al netto della svalutazione - essere esposti alla perdita del passaporto comunitario ed essere sostituiti da polacchi e slovacchi ancora conformi allo standard per lo sfizio di stampare i soldi del monopoli;
    vai a vendere i prosciutti e il parmigiano, o le produzioni metalmeccaniche in un area che cambia un regolamento e te li mette fuori legge dal giorno alla notte...

    Citazione Originariamente Scritto da Turbociclo Visualizza Messaggio
    Certamente, ed è per questo che l' Italia fara' bene a rinsaldare una nuova rete di alleanze, come provò a fare anche Berlusconi, osteggiato da tutti.
    sì, dai retta ics; quello andrebbe a vendere il prosciutto di Parma agli arabi

    spezzare le reni alla Grecia nel 40 è stato troppo facile; proviamo con l'India e la Cina;

    ma Berlusconi ha provato a fare che ? guarda che la Russia ha un'economia che pesa meno di quella dell'Italietta, eh...


    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Già.
    Ed ecco perchè la Gran Bretagna non solo non è entrata nell'Euro....ma oggi è uscita pure dalla Unione europea.
    eh, ora - con l'anno prossimo - vedremo che bella pensata è stata; ci sarà proprio da ridere.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
    Opinionista L'avatar di Tommaso
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    Siete patetici con le vostre ossessioni

    P.S. io sono cittadino italiano, ma con un conto corrente in una banca tedesca (ed uno anche in una inglese, peraltro), non ho problemi a lavorare con società tedesche, inglesi, francesi, ESATTAMENTE come non ho problemi a lavorare con pugliesi o lombardi, non vedo affatto quale sia la differenza...
    Vorrei che qualcuno mi spiegasse, per esempio, per quale motivo io dovrei essere più contento se l'Alitalia rimane italiana ( ma mi fa pagare di più per andare da Roma a Milano ) rispetto alla eventualità che venga acquistata da Lufthansa ( sicuramente molto più efficiente ).

    P.P.S. Io sarei strafelice se i tedeschi ci conquistassero e ci governassero, per quanto si possano impegnare la loro "dominazione" non potrebbe MAI essere peggiore del malgoverno praticato regolarmente dai patriottici Italiani. Purtroppo se ne guardano bene anche solo dall'ipotizzarlo.

    P.P.P.S. Storicamente il patriottismo è quel sentimento INVENTATO DI SANA PIANTA ed inculcato da chi ha il potere su menti deboli ed ignoranti, per convincerle che fare i "loro" interessi ( fino ad immolarsi sui campi di battaglia ) sia cosa buona e giusta. In pratica, il migliore e più potente strumento di controllo del popolo bue.
    Ma anche no, grazie.

  6. #6
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Siete patetici con le vostre ossessioni

    P.S. io sono cittadino italiano, ma con un conto corrente in una banca tedesca (ed uno anche in una inglese, peraltro), non ho problemi a lavorare con società tedesche, inglesi, francesi, ESATTAMENTE come non ho problemi a lavorare con pugliesi o lombardi, non vedo affatto quale sia la differenza...
    Vorrei che qualcuno mi spiegasse, per esempio, per quale motivo io dovrei essere più contento se l'Alitalia rimane italiana ( ma mi fa pagare di più per andare da Roma a Milano ) rispetto alla eventualità che venga acquistata da Lufthansa ( sicuramente molto più efficiente ).

    P.P.S. Io sarei strafelice se i tedeschi ci conquistassero e ci governassero, per quanto si possano impegnare la loro "dominazione" non potrebbe MAI essere peggiore del malgoverno praticato regolarmente dai patriottici Italiani. Purtroppo se ne guardano bene anche solo dall'ipotizzarlo.

    P.P.P.S. Storicamente il patriottismo è quel sentimento INVENTATO DI SANA PIANTA ed inculcato da chi ha il potere su menti deboli ed ignoranti, per convincerle che fare i "loro" interessi ( fino ad immolarsi sui campi di battaglia ) sia cosa buona e giusta. In pratica, il migliore e più potente strumento di controllo del popolo bue.
    Ma anche no, grazie.
    Un po' sei ridicolo eh.
    Vedi Arcelor Mittal...le multinazionali vengono in Italia, comprano il marchio e i clienti e poi chiudono in Italia e si tengono il marchio e i clienti.
    Cosa che succederebbe con Alitalia: acquisirebbero le tratte di Alitalia...il marchio Italia e i clienti di Alitalia. Poi licenziano tutti e fanno lavorare i lavoratori polacchi come hostess e gli danno due euro all'ora.

    La tua visione dell'economia mi conferma la tua scarsa preparazione e la tua attitudine anti-italiana...uguale uguale a quella deltuo compare Axe.
    Guarda...il minimo che posso augurarti è quello di finire comprato da una azienda tedesca e di essere rimpiazzato da un lavoratore polacco a un terzo del tuo stipendio. Così, vivendolo sulla tua pelle, magari impari qualcosa.
    Ultima modifica di xmanx; 19-02-2020 alle 18:29
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  7. #7
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    Un po' sei ridicolo eh.
    Vedi Arcelor Mittal...le multinazionali vengono in Italia, comprano il marchio e i clienti e poi chiudono in Italia e si tengono il marchio e i clienti.
    Cosa che succederebbe con Alitalia: acquisirebbero le tratte di Alitalia...il marchio Italia e i clienti di Alitalia. Poi licenziano tutti e fanno lavorare i lavoratori polacchi come hostess e gli danno due euro all'ora.
    magari dislocano pure Firenze, Roma e Venezia in Polonia, con tutti gli aeroporti, le tasse aeroportuali, l'indotto turistico... kazzenger kazzenger kazzenger....

    La tua visione dell'economia mi conferma la tua scarsa preparazione e la tua attitudine anti-italiana...


    dunque, Alitalia opera da oltre 25 anni in sinergia funzionale con Air France e KLM, ora gruppo consolidato;
    non è una scelta politica, ma determinata dai flussi: riempire i voli e ridurre il costo operativo per passeggero, per cui oggi prenoti il volo per Amsterdam sul sito Alitalia e paghi a questa, ma magari il volo lo opera KLM, e viceversa;
    alla prima crisi di Alitalia, la soluzione naturale sarebbe stata entrare nel gruppo, ottenendo un compenso e garanzie per il personale; non si è voluto in nome dell'"italianità";

    ora, in che consisteva questa "italianità" ? nell'idea che in un gruppo con gli "stranieri" saremmo stati troppo deboli per pesare nella distribuzione delle tratte e nell'orientare il traffico, quello intercontinentale, l'unico remunerativo;
    cosa comportava un ragionamento di questo tipo, pure lecito ?
    comportava che se vuoi fare la grande potenza del trasporto civile intercontinentale devi avere una flotta adeguata, investimenti, che costano tanti soldi;
    la questione non è portare gente da Parigi a Roma o viceversa, ma chi porta la gente da Pechino o Chicago su quale hub da cui poi si smista nel continente;

    c'erano i soldi ? c'era un progetto ? no; anche perché una guerra tra Parigi e Malpensa per la clientela intercontinentale è un suicidio, come da sempre tutte le guerre europee;
    infatti, cosa è successo ?
    è successo che questa difesa dell'italianità altro non si è tradotto che nella solita barzelletta del paga Pantalone: ai tempi dei sussidi alla Fiat, i contribuenti italiani pagavano per mantenere i profitti agli Agnelli e le loro brutte auto, che nessuno voleva, in nome dell'auto "italiana"; invece di farli fallire, gli si è regalato tanti di quei soldi che se le stesse cifre fossero state erogate direttamente agli operai, i loro nipoti ancora camperebbero di rendita;

    con Alitalia si è fatto lo stesso: ogni tot anni, inevitabilmente fallisce, perché la struttura della flotta e del mercato è quella; ma, invece di pensare ai dipendenti, cerchiamo una finzione di azienda, che guarda caso remunera la proprietà e la dirigenza, come nel caso Fiat e tanti altri
    nel frattempo però si è persa l'opzione di una collocazione di mercato, quando era possibile, in cambio di un nulla costosissimo, che periodicamente chiede un prezzo;

    questo è il sovranismo de 'sta ceppa: redistribuzione di soldi di italiani, contribuenti, ad altri italiani, furbi e inetti, ma ammanicati; ma tu te lo bevi, e pure contento; tanto, la tua remunerazione sta solo nel fare polemiche come queste, che ti offrono l'illusione di esprimere un'idea potente e minacciosa, che si può urlare in maiuscolo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #8
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    @xmanx

    Arcelor Mittal, secondo te, avrebbe investito miliardi e miliardi di Euro per "comprarsi il marchio" ( l'ILVA, no dico, il marchio dell'ILVA..... ).e portarselo via?... E dell'acciaieria di Taranto, che se ne facevano? La smontavano pezzo pezzo, come i Lego, e se la portavano via per rimontarla in India?
    Ma parlare ogni tanto, almeno ogni tanto, SOLO di cose che conosci ti sarebbe proprio impossibile?

    P.S. parli della Polonia come se fosse un Paese del Terzo mondo... Ma ci sei mai stato?... Hai mai visto le città polacche come Danzica, Stettino, Wroclav, per non parlare di Varsavia? Hai mai visto le autostrade che hanno appena costruito in 4-5 anni, roba da far vergognare gli Italiani che ci avrebbero messo dieci volte tanto?
    Mi piacerebbe che ti trovassi faccia a faccia con un Polacco, poi vediamo se avresti il coraggio di parlare così del suo Paese...

  9. #9
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    L'accordo fatto dal governo Prodi (PD) con AirFrance-KLM prevedeva che Alitalia NON AVREBBE MAI POTUTO espandersi sulle rotte intercontinentali.
    Questa è sempre stata la funzione del PD in Italia: affossare le aziende italiane e l'economia italiana e renderla subalterna allo strapotere franco-tedesco.
    E Alitalia rientrava perfettamente in questo disegno.

    c'erano i soldi ? c'era un progetto ? no; anche perché una guerra tra Parigi e Malpensa per la clientela intercontinentale è un suicidio, come da sempre tutte le guerre europee;

    Di fatto il PD non voleva fare nessuna guerra e non aveva nessun progetto. Visto che l'accordo con AirFrance-KLM prevedeva il fatto di rendere Alitalia una compagnia LOCALE SENZA ALCUNA POSSIBILITA' di espandersi sulle rotte intercontinentali.
    Non c'era proprio la guerra. Il PD aveva lo scopo di SMANTELLARE l'industria italiana e di marginalizzarla...di renderla periferica e minoritaria per non disturbare Francia e Germania.

    Bene ha fatto Berlusconi, all'epoca, a opporsi al disegno FOLLE del PD di smantellare l'industria italiana e renderla una realtà LOCALE e INSIGNIFICANTE (come da progetto franco-tedesco).
    Male ha fatto Berlusconi a creare la famosa cordata di capitani coraggiosi....una accozzaglia di avventurieri incapaci.

    Adesso vedremo come va a finire.
    Sono proprio curioso di vedere cosa farà il PD....anche se lo so benissimo.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  10. #10
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    Arcelor Mittal, secondo te, avrebbe investito miliardi e miliardi di Euro per "comprarsi il marchio" ( l'ILVA, no dico, il marchio dell'ILVA..... ).e portarselo via?... E dell'acciaieria di Taranto, che se ne facevano? La smontavano pezzo pezzo, come i Lego, e se la portavano via per rimontarla in India?
    Ma parlare ogni tanto, almeno ogni tanto, SOLO di cose che conosci ti sarebbe proprio impossibile?

    P.S. parli della Polonia come se fosse un Paese del Terzo mondo... Ma ci sei mai stato?... Hai mai visto le città polacche come Danzica, Stettino, Wroclav, per non parlare di Varsavia? Hai mai visto le autostrade che hanno appena costruito in 4-5 anni, roba da far vergognare gli Italiani che ci avrebbero messo dieci volte tanto?
    Mi piacerebbe che ti trovassi faccia a faccia con un Polacco, poi vediamo se avresti il coraggio di parlare così del suo Paese...
    Te vivi proprio sulla Luna.
    Il progetto prevedeva di comprarsi il marchio....CHIUDERE GLI STABILIMENTI IN ITALIA e licenziare tutti. E tenersi solo i clienti e le commesse...e farle fare nei suoi stabilimenti in India.
    Così funziona la globalizzazione neoliberista che a te piace tanto.
    E chi ideò queto piano? il PD ovviamente (Calenda)...tanto per fare un nome a caso.
    Come ho già detto e ridetto, il PD non fa altro che attuare il disegno franco-tedesco di SMANTELLARE pezzo dopo pezzo l'industria italiana. Ed è per questo che Francia e Germania vogliono il PD in Italia.

    Hai forse sentito la Commisione europea fare minacce di procedure di infrazione sulla finanziaria del PD-M5S? No. Eppure mi sembra che dallo scorso anno ad oggi la situazione del debito eccessivo (che aveva innescato la procedura di infrazione contro il governo giallo-verde) non è affatto cambiata.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  11. #11
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    L'accordo fatto dal governo Prodi (PD) con AirFrance-KLM prevedeva che Alitalia NON AVREBBE MAI POTUTO espandersi sulle rotte intercontinentali.
    era una fusione; la nascita di un nuovo soggetto; che volevi espandere a nome di Alitalia ?
    Questa è sempre stata la funzione del PD in Italia: affossare le aziende italiane e l'economia italiana e renderla subalterna allo strapotere franco-tedesco.
    E Alitalia rientrava perfettamente in questo disegno.

    c'erano i soldi ? c'era un progetto ? no; anche perché una guerra tra Parigi e Malpensa per la clientela intercontinentale è un suicidio, come da sempre tutte le guerre europee;

    Di fatto il PD non voleva fare nessuna guerra e non aveva nessun progetto. Visto che l'accordo con AirFrance-KLM prevedeva il fatto di rendere Alitalia una compagnia LOCALE SENZA ALCUNA POSSIBILITA' di espandersi sulle rotte intercontinentali.
    Non c'era proprio la guerra. Il PD aveva lo scopo di SMANTELLARE l'industria italiana e di marginalizzarla...di renderla periferica e minoritaria per non disturbare Francia e Germania.

    Bene ha fatto Berlusconi, all'epoca, a opporsi al disegno FOLLE del PD di smantellare l'industria italiana e renderla una realtà LOCALE e INSIGNIFICANTE (come da progetto franco-tedesco).
    Male ha fatto Berlusconi a creare la famosa cordata di capitani coraggiosi....una accozzaglia di avventurieri incapaci.

    Adesso vedremo come va a finire.
    Sono proprio curioso di vedere cosa farà il PD....anche se lo so benissimo.
    tutto questo sproloquio, prima di tutto insiste su una rappresentazione delle realtà sovrane adatta al quadro di 80 anni fa, è semplicemente idiota;
    a parte questo, la questione è semplice:
    tu hai un azienda, statale; il suo fine è quello di offrire ai cittadini un servizio nei termini di maggiore efficienza possibile; ma l'azienda è in perdita; cioè, sottrae risorse ai contribuenti, italiani;
    hai due opzioni:
    a) risanarla e renderla competitiva, ma questo implica: investire soldi e affrontare un rischio d'impresa, sempre dei contribuenti, direttamente o garantendo capitali privati, dei presunti "corraggiosi", col culo nostro...
    b) vendere, tagliare il costo a carico del contribuente e tutelare le maestranze, evitando di accollarsi i rischi dei privati;

    è una cazzata propagandistica l'accusa di smantellare, quando si tratta di settori che implicano costi per i contribuenti; perché dietro la bandierina tricolore che ci metti, c'è il solito cetriolo, per cui si socializzano perdite dei privati, come con la Fiat, ecc...
    questo non è fare gli interessi dell'Italia, cioè dei cittadini contribuenti;
    anche perché è pieno di imprese italiane che operano all'estero; ATM gestisce settori di metropolitane in giro per il mondo e in quei paesi nessuno si lamenta di avere italiani che operano un servizio;

    per un paese che esporta e non ha materie prime, né è una superpotenza geopolitico, la chiusura al mercato dove non ci sono essenziali fini strategici è un'idiozia;
    se decidi che un settore è strategico, devi enunciare chiaramente il perché e destinare risorse, dicendo dove e a chi le prendi tra i tuoi cittadini;
    perché, altrimenti, la bandierina tricolore è il solito trucco per avvantaggiare alcuni italiani a danno di altri italiani, come al solito;
    chi va in trincea o in Russia ? lo zotico; chi si avvantaggia ? l'industriale che produce armi, se ne resta a casa e a fine guerra torna in pista, lindo come un coniglietto bianco.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #12
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    @xmanx
    Adattando, edulcorandola, una celebre frase di Oscar Wilde, potrei concludere, dopo questa discussione, che non si dovrebbe mai polemizzare con un incompetente: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza.
    Mi dichiaro, appunto, battuto.

  13. #13
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    @axe: sulla fiat, che mi pare già di suo, abbastanza tartassata di invettive, sempre però ex/post, mi pare che negli anni del c.d. "boom", quando offriva "il posto sicuro" a più generazioni di operai, quando il vostro pci ne ricattava i proprietari per accaparrarsi voti in cambio di assunzioni, e ovviamente per il miglioramento delle condizioni "di lavoro" dei dipendenti, che come il ragazzo della via gluck, venivano dalla "aperta campagna", nessuno avesse "da obiettare". ricorda che se la fiat era "in perdita", perché in perdita lo è sempre stata, il merito e il demerito credo, e so di dire il già detto, fossero da attribuire, come detto al pci delle lotte "operaie", ma anche alla dc delle "opere pie", che premeva su quei disgraziati allettandoli con il miraggio del "posto in paradiso". insomma l'indebitamento della fiat non dipese dalla dirigenza ma da altre "cause", e cioè in sostanza pensare da parte di operai e acquirenti del prodotto "finito", che si potesse "imparare" l'economia di mercato, e tutto ciò che tale economia "comporta", soltanto con la decuplicazione degli stipendi, quando invece in germania le cose andavano "molto" diversamente. lì era ed "è" lo stato a pareggiare i bilanci, ma non quelli della fiat: quelli tra "lavoratori capaci" e no, tra aziende in pareggio e aziende no. tra gente utile e "gente no", ecc. vedi, io non credo che i tedeschi avessero il "bisogno" di una moneta unica, e per il semplice fatto che i propri interessi economici erano già "al riparo" da qualsiasi tipo di fenomeno economico "deteriore". non a caso la germania, e lo sai, è stata "anche comunista", da cui la conseguenza che non avrebbe avuto, in caso di crisi, nessun problema a rispolverare le precedenti "norme sociali", ripristinando i vecchi sistemi. quindi al tedesco non gliene frega nulla dei "parametri internazionali di mercato": gliene frega di ridurre le "differenze economiche" tra i paesi dell' area euro, e ovviamente una tale pretesa la deriva dall'aver subito sulla propria economia i benefici e soprattutto i sacrifici, di due opposti "sistemi economici", quello nazionalista e quello socialista. puoi anche parlare di "colonizzazione", ma questa c'è già stata e il regime dell'euro ne è una conferma. quando ti dicevo che i tedeschi hanno "di fatto" realizzato quelle finalità "imperialistiche" da metà/900, non è che dicevo male. e i fatti lo stanno "confermando". ti ricordo anche che la germania ha sempre, anche in assenza di moneta comune, sostenuto la crescita italiana. quando c'era il marco torme di italiani emigrati in germania nei decenni del boom tornavano in paese, ad esempio dove sto io, e compravano molto anche nei piccoli negozi, perché "indirizzati" a ciò dalla "politica economica" tedesca di allora. io dei tedeschi mi fiderei alla grande. se hanno deciso a suo tempo che l'italia era "pronta" per la moneta unica, allora io fossi in ics non mi lamenterei, anzi ne sarei più che "felice".

  14. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    era una fusione; la nascita di un nuovo soggetto; che volevi espandere a nome di Alitalia ?

    tutto questo sproloquio, prima di tutto insiste su una rappresentazione delle realtà sovrane adatta al quadro di 80 anni fa, è semplicemente idiota;
    a parte questo, la questione è semplice:
    tu hai un azienda, statale; il suo fine è quello di offrire ai cittadini un servizio nei termini di maggiore efficienza possibile; ma l'azienda è in perdita; cioè, sottrae risorse ai contribuenti, italiani;
    hai due opzioni:
    a) risanarla e renderla competitiva, ma questo implica: investire soldi e affrontare un rischio d'impresa, sempre dei contribuenti, direttamente o garantendo capitali privati, dei presunti "corraggiosi", col culo nostro...
    b) vendere, tagliare il costo a carico del contribuente e tutelare le maestranze, evitando di accollarsi i rischi dei privati;

    è una cazzata propagandistica l'accusa di smantellare, quando si tratta di settori che implicano costi per i contribuenti; perché dietro la bandierina tricolore che ci metti, c'è il solito cetriolo, per cui si socializzano perdite dei privati, come con la Fiat, ecc...
    questo non è fare gli interessi dell'Italia, cioè dei cittadini contribuenti;
    anche perché è pieno di imprese italiane che operano all'estero; ATM gestisce settori di metropolitane in giro per il mondo e in quei paesi nessuno si lamenta di avere italiani che operano un servizio;

    per un paese che esporta e non ha materie prime, né è una superpotenza geopolitico, la chiusura al mercato dove non ci sono essenziali fini strategici è un'idiozia;
    se decidi che un settore è strategico, devi enunciare chiaramente il perché e destinare risorse, dicendo dove e a chi le prendi tra i tuoi cittadini;
    perché, altrimenti, la bandierina tricolore è il solito trucco per avvantaggiare alcuni italiani a danno di altri italiani, come al solito;
    chi va in trincea o in Russia ? lo zotico; chi si avvantaggia ? l'industriale che produce armi, se ne resta a casa e a fine guerra torna in pista, lindo come un coniglietto bianco.
    Febbraio 2013
    La Francia può. La Commissione europea ha appena dato il via libera a un cospicuo aiuto di Stato, pari a 1,2 miliardi di euro, alla casa automobilistica Psa-Peugeot-Citroen. E, siccome, di norma, pratiche di questo tipo vengono sanzionate dalla medesima Commissione, si è escogitato un artificio: i soldi non vengono erogati direttamente all’azienda, ma a Banque Psa Finance, braccio finanziario di Psa. Insomma, cambia ben poco. Una sorta di partita di giro. L’organismo europeo, dopo aver imposto a Parigi di comunicare il provvedimento a Bruxelles, sembra aver chiuso un occhio. Il via libera pare temporaneo. Eppure, l’ha dato. L’aiuto, volto in particolare a erogare finanziamenti a chi intende acquistare vetture del gruppo, rappresenta soltanto la prima tranche di un pacchetto che potrebbe ammontare addirittura a 7 miliardi. Abbiamo chiesto a Bernardo Bertoldi docente di creazione d’impresa alla Facoltà di Economia dell’Università di Torino, il significato dell’operazione.

    Come giudica gli aiuti di Stato concessi dalla Francia a Peugeot?

    L’intervento dello Stato francese va letto in un contesto più ampio. Se noi guardiamo a quel che succede nelle principali case automobilistiche europee, scopriamo che, in qualche misura, sono quasi tutte partecipate dallo Stato. La Francia è il primo azionista di Renault, con circa il 20%; la stessa quota ce l’ha la Bassa Sassonia in Volkswagen, con poteri molto forti; in Mercedes sono presenti alcuni fondi nazionali nel capitale. Le uniche due aziende interamente private sono Bmw e Fiat.

    Perché, in ogni caso, Peugeot ha bisogno di aiuti?

    Perché è in crisi, come sono in crisi tutte le case europee che sono scese nei segmenti di categoria, mentre competitor come i coreani sono saliti di qualità, mantenendo prezzi molto scontati. Si tratta di concorrenti agguerriti che producono a costi competitivi e che le aziende europee non sono in grado di fronteggiare.

    Qual era l’alternativa di Peugeot agli aiuti di Stato?

    Nel primo semestre del 2012 si ipotizzò di tagliare i costi, sia dal punto di vista degli stabilimenti produttivi che da quello degli investimenti nei nuovi modellli. Probabilmente, l’azienda si è resa conto che non sarebbero riusciti a tagliare in tempi sufficientemente rapidi da bloccare l’emorragia di cassa.

    L’Europa ci avrebbe consentito di fare altrettanto?

    Ho la sensazione che non ce l’avrebbero concesso. La vicenda, d’altro canto, riflette come la continua denuncia del fatto che la Fiat sia sopravvissuta grazie allo Stato, è una fissazione italiana. La realtà dimostra come gli altri Paesi sostengono la propria industria dell’auto in maniera più convinta e sistematica di noi. Ci riescono in ragione di una forte volontà politica nazionale e di una certa capacità di lobbing nei confronti dell’Europa di cui, evidente, noi non disponiamo.

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    Ci riescono in ragione di una forte volontà politica nazionale e di una certa capacità di lobbing nei confronti dell’Europa di cui, evidente, noi non disponiamo.

    E perchè noi non disponiamo di una certa capacità di lobbing nei confronti dell'Europa? Lo dico io: perchè abbiamo il PD e gente come te che è DICHIARATAMENTE ANTI-ITALIANA e ABORRA IL SOVRANISMO ITALIANO....e AL TEMPO STESSO APPLAUDE E GIUSTIFICA IL NAZIONALISMO FRANCESE E TEDESCO. Si può essere più fessi di così? No.

    La situazione di Peugeot dimostra come lo stato Francese interviene per salvare le proprie aziende nazionali.
    Lo stesso POSSIAMO E DOBBIAMO fare noi.
    Alitalia va salvata e RILANCIATA con soldi pubblici e messa in mano a imprenditori SERI, con un chiaro piano industriale. Certo che finchè continuiamo ad affidarla a gente come Benetton, Colaninno o Montezemolo CHE CAZZO VOGLIAMO OTTENERE? Montezemolo riuscirebbe a mandare in perdita anche la gestione di una miniera d'oro e Benetton riuscirebbe a far crollare anche la Torre eiffel. Questi BASTARDI PRENDITORI amici di tutti...ma in primo luogo AMICI DEL PD prima di tutto.
    ILVA va salvata e rilanciata.
    Mercatone UNO va salvata e rilanciata.
    Whirpool, bisogna prendere la multinazionale e rompergli il culo.
    E invece cosa accade?
    Abbiamo il PD (vedi Prodi-Bersani) che svende Alitalia alla AirFrance-KLM facendo diventare Alitalia una compagnia locale per non disturbare AirFrance che vola sulle tratte intercontinentali.
    Abbiamo il PD (vedi Calenda) che svende ILVA ad Arcelor Mittal (regalando a Arcelor Mittal anche lo scudo penale come se fossimo in Bangladesh o come se l'Italia fosse un fantoccio regime fascista sudamericano). Ovvio che il piano di Arcelor Mittal era quello di chiudere gli impianti e licenziare tutti...tenersi i clienti e le commesse e farle fare in India. E questo è proprio ciò che voleva il PD con la svendita ad Arcelor Mittal.
    Abbiamo il PD (vedi Calenda) che vende Mercatone Uno a una azienda cipriota che ha un capitale sociale di 100K euro. Obiettivo finale? Fare in modo che Mercatone UNO venga chiusa e i lavoratori licenziati.

    Cosa fa il PD? Svende le aziende in difficoltà a delle aziende straniere che hanno l'unico scopo di chiuderle e licenziare tutti. In questo modo il Pd può dire: mica è colpa mia! E' l'azienda straniera che ha chiuso e licenziato.
    Come se noi tutti italiani avessimo tutti l'anello al naso.
    Sul caso Whirpool che fa il PD? Nulla. Nulla di nulla. Lascia che la mutinazionale chiuda gli impianti in Italia e tanti saluti.
    Politiche del PD CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI? ZEROVIRGOLAZERO PERIODICO.
    E perchè?
    Perchè compito del PD è quello di ESEGUIRE il DIKTAT che viene dai tiranni franco-tedeschi, e cioè: SMANTELLARE PEZZO DOPO PEZZO L'INDUSTRIA ITALIANA.
    Per eseguire il piano che a suo tempo fecero Mitterand e Kohl....cioè quello di DEINDUSTRIALIZZARE l'Italia per ELIMINARE lo scomodo avversario industriale della Germania...e per fare in modo che la Germania assuma la leadership industriale europea...con qualcosina lasciata alla Francia....e a noi italiani cosa è riservato? Pizza e mandolini...e le spiagge per far venire i tedeschi a fare le vacanze.
    Ultima modifica di xmanx; 20-02-2020 alle 12:11
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  15. #15
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    @axe: sulla fiat, che mi pare già di suo, abbastanza tartassata di invettive, sempre però ex/post, mi pare che negli anni del c.d. "boom", quando offriva "il posto sicuro" a più generazioni di operai, quando il vostro pci ne ricattava i proprietari per accaparrarsi voti in cambio di assunzioni, e ovviamente per il miglioramento delle condizioni "di lavoro" dei dipendenti...
    questo "compromesso" è proprio il risultato dell'arretratezza culturale di fronte al mondo moderno, della competizione e della mobilità sociale; l'Italia democratica ha vissuto queste fasi:
    a) 1947-57, sviluppo determinato dal potenziale da ricostruire, finanziato dal Piano Marshall; finiti i soldi
    b) 1958-63, fase centrista con possibile cooptazione missina, Tambroni, ecc... rivolta di Genova;
    c) 1963; primo centro sinistra, con le minacce di golpe, il tintinnar di sciabole, De Lorenzo, ecc...
    d) 1964-75; nuovo periodo centrista, autunno caldo del 69, strategia della tensione, bombe, opposti estremismi;
    e) 1975 1979, crescita del PCI, regionalismo, compromesso storico, terrorismo;
    f) 1980-1992 neo-centrismo in versione inclusiva dei socialisti, con formula pentapartito; fine della sovranità nazionale integrale;

    in nessuna di queste fasi la società e la politica italiana hanno espresso una o più ideologie e prassi - anche funzionalmente contrapposte - di modernizzazione; cioè, l'accettazione del capitalismo della produzione, con tutti i suoi portati: il premio alla capacità, quindi al merito, e la necessità di quelle capacità, da premiare con la mobilità sociale; far studiare in massa i ceti subalterni a livelli universitari e consentire loro di contendere ai ceti dirigenti l'accesso alle risorse, al credito, e al potere, alle gerarchie, coi relativi diritti e riforme;
    questo è un percorso avvenuto solo in misura marginale tra gli anni 70 e 80, col diritto allo studio e l'accesso alla PA; non ha avuto però un riscontro nel mondo produttivo del settore privato, rimasto ancorato a dinamiche di sostanziale rendita "drogata" da un debito, poi esploso al momento in cui l'equilibrio politico è mutato;
    cioè, si è sempre rimandata la questione di dare regole perché il conflitto di classe trovasse una efficace rappresentazione di politiche alternative;

    io dei tedeschi mi fiderei alla grande. se hanno deciso a suo tempo che l'italia era "pronta" per la moneta unica, allora io fossi in ics non mi lamenterei, anzi ne sarei più che "felice".
    non si tratta di fidarsi; delle persone ci si può, eventualmente, fidare;

    una prospettiva europeista è nata con la speranza - soprattutto di quelle forze e culture minoritarie, repubblicani, liberali e radicali - che l'integrazione economica europea avrebbe costretto il sistema italiano su binari di pragmatismo e modernizzazione, realismo economico e promozione sociale dei ceti subalterni, visto che autonomamente le dinamiche nazionali restavano incaprettate nel compromesso tra rendita - dell'industria protetta e dei settori autonomi - e mance assistenzialiste; il tutto finanziato a debito o con la rinuncia alla crescita, che è un debito implicito, perché determina un calo di PIL nel lungo periodo;

    pare che non basti, perché, se da un lato il raziocinio non esprime riforme e si impalla, dall'altro il sentimento si polarizza ed elabora anche ondate di auto-lesionismo, come gli estremismi recenti; si vede che quello shock che la politica dovrebbe amministrare in modo ordinato, si avrà più probabilmente in modo caotico e di rottura; che è verosimilmente la rottura della solidarietà fiscale, cioè di ciò che rimane dell'Italia stessa;

    altro, di concreto e verosimile, non vedo nelle corde dell'opinione diffusa, delle abitudini e degli interessi e capacità delle persone in carne ed ossa.
    c'� del lardo in Garfagnana

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