Risultati da 1 a 15 di 144

Discussione: L'Euro: il Nuovo Sacro Romano Impero egemonizzato da Francia e Germania

Visualizzazione Elencata

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #11
    Opinionista
    Data Registrazione
    07/10/10
    Località
    Roma
    Messaggi
    3,101
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    questo "compromesso" è proprio il risultato dell'arretratezza culturale di fronte al mondo moderno, della competizione e della mobilità sociale; l'Italia democratica ha vissuto queste fasi:
    a) 1947-57, sviluppo determinato dal potenziale da ricostruire, finanziato dal Piano Marshall; finiti i soldi
    b) 1958-63, fase centrista con possibile cooptazione missina, Tambroni, ecc... rivolta di Genova;
    c) 1963; primo centro sinistra, con le minacce di golpe, il tintinnar di sciabole, De Lorenzo, ecc...
    d) 1964-75; nuovo periodo centrista, autunno caldo del 69, strategia della tensione, bombe, opposti estremismi;
    e) 1975 1979, crescita del PCI, regionalismo, compromesso storico, terrorismo;
    f) 1980-1992 neo-centrismo in versione inclusiva dei socialisti, con formula pentapartito; fine della sovranità nazionale integrale;

    sul piano marshall: fu il tentativo di innestare la "ripresa economica" in una situazione di profonda crisi ovviamente dovuta al precedente conflitto. ovviamente all'epoca si auspicava l'inizio di un ciclo economico "virtuoso" che si sarebbe "autoalimentato". e in parte fu così. se devi ricostruire finanche gli edifici, perché questi sono stati rovinati dalle bombe, ovviamente investendo quei soldi presi a prestito, un po' di movimento lo crei. ovviamente se tanto mi dà tanto, impiegare in maniera proficua quei soldi, non si poté dovunque, perché un conto sono i soldi, altro conto saperli utilizzare. un po' come accade ogni volta che si danno capitali in prestito, ad esempio quelli post terremoto o i fondi europei, perché c'è chi usa quei soldi in modo corretto e progettuale e chi se li mangia e basta.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    in nessuna di queste fasi la società e la politica italiana hanno espresso una o più ideologie e prassi - anche funzionalmente contrapposte - di modernizzazione;

    cosa intendi per "modernizzazione"?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    cioè, l'accettazione del capitalismo della produzione, con tutti i suoi portati: il premio alla capacità, quindi al merito, e la necessità di quelle capacità, da premiare con la mobilità sociale; far studiare in massa i ceti subalterni a livelli universitari e consentire loro di contendere ai ceti dirigenti l'accesso alle risorse, al credito, e al potere, alle gerarchie, coi relativi diritti e riforme;

    no. allora, io penso che l'ampliamento dell'accesso all'istruzione sia stato un fenomeno "molto" negativo, e ovviamente nei confronti proprio del premio al merito. se tu vuoi che tutti possano "laurearsi", o almeno che tutti "ne abbiano il diritto", allora devi necessariamente "abbassare" il livello del titolo. soprattutto se l'istruzione è pagata con soldi pubblici ed è quindi "alla portata" di tutti. cioè quel tipo di formazione d'eccellenza che c'era prima, non la puoi "conservare", perché sono pochi quelli a cui la puoi "somministrare" e questo proprio perché sul totale di gente, coloro che eccellono sono davvero "pochi". e allora crei un "grigiore" che toglie "validità" al titolo e al contempo "mercatizza" la laurea, quando invece un tempo questa era qualcosa di davvero "importante", anche nel sentire diffuso.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    questo è un percorso avvenuto solo in misura marginale tra gli anni 70 e 80, col diritto allo studio e l'accesso alla PA; non ha avuto però un riscontro nel mondo produttivo del settore privato, rimasto ancorato a dinamiche di sostanziale rendita "drogata" da un debito, poi esploso al momento in cui l'equilibrio politico è mutato;
    cioè, si è sempre rimandata la questione di dare regole perché il conflitto di classe trovasse una efficace rappresentazione di politiche alternative;

    se parti "da zero" come partiva l'italia di quegli anni, nonostante tutto, quello che fu realizzato in quegli anni ha in qualche modo "gettato le basi" di ciò che sarebbe avvenuto a decenni di distanza. cioè quanto meno il ravvicinamento dell'italia alle grandi potenze europee e internazionali.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non si tratta di fidarsi; delle persone ci si può, eventualmente, fidare;

    una prospettiva europeista è nata con la speranza - soprattutto di quelle forze e culture minoritarie, repubblicani, liberali e radicali - che l'integrazione economica europea avrebbe costretto il sistema italiano su binari di pragmatismo e modernizzazione, realismo economico e promozione sociale dei ceti subalterni, visto che autonomamente le dinamiche nazionali restavano incaprettate nel compromesso tra rendita - dell'industria protetta e dei settori autonomi - e mance assistenzialiste; il tutto finanziato a debito o con la rinuncia alla crescita, che è un debito implicito, perché determina un calo di PIL nel lungo periodo;

    no. mi pare che "europeisti" fossero i popolari dell'epoca di un degasperi e di uno spinelli, non certo correnti politiche minoritarie. poi sul debito, la questione mi pare abbastanza marginale. per decenni i nostri "antenati" hanno vissuto del loro lavoro, senza ovviamente comprare "titoli di stato", per il semplice fatto che il "salto" verso una economia non più solo "reale" ma anche "finanziaria" era abbastanza di là da venire. e anche oggi il concetto di debito "pubblico" mi pare venga tirato in ballo dai politici ogni volta che si vuole giustificare una scelta non "fatta" in termini di economia. un po' come attribuire il peggioramento dell'economia nazionale a situazioni "internazionali". insomma "propaganda".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    pare che non basti, perché, se da un lato il raziocinio non esprime riforme e si impalla, dall'altro il sentimento si polarizza ed elabora anche ondate di auto-lesionismo, come gli estremismi recenti; si vede che quello shock che la politica dovrebbe amministrare in modo ordinato, si avrà più probabilmente in modo caotico e di rottura; che è verosimilmente la rottura della solidarietà fiscale, cioè di ciò che rimane dell'Italia stessa;

    mah. se pensi che le leggi in vigore in italia sono circa mezzo milione, allora magari puoi verificare che tutti i provvedimenti di carattere economico vengono adottati per tempo e in maniera efficace. però pensa anche che la grande parte dei connazionali all'economia non ci pensa neanche ma ha invece altri motivi di "insoddisfazione", che esprime in maniera non relativa al benessere materiale, ma ad altre situazioni, che purtroppo devono essere tollerate perché piuttosto "diffuse". mi riferisco ovviamente ai "reati", alle "dipendenze", ai problemi nelle relazioni "familiari", alla povertà morale più che meramente "materiale". insomma se grazie a dio l'economia si può "migliorare", è però difficile risolvere allo stesso modo quegli altri problemi, e non è che ci sia molto da fare.
    Ultima modifica di sandor; 21-02-2020 alle 00:46

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato