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Discussione: L'Euro: il Nuovo Sacro Romano Impero egemonizzato da Francia e Germania

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    L'Euro: il Nuovo Sacro Romano Impero egemonizzato da Francia e Germania

    È necessario liberarsi da un equivoco politico divenuto ormai senso comune, e dal quale dipendono un’infinità di conseguenze: quello di considerare la formazione dell’ Unione Europea come un processo di unificazione politica di tutti i popoli europei e di creazione di una “comunità di diritto” che garantisca pace, diritti e libertà a tutti i “cittadini” dell’Unione. Al contrario, l’Europa è stata fin dall’inizio pensata e costruita come spazio egemonico franco-tedesco. Nel 1948 Adenauer aveva dichiarato: «Il futuro di tutta l’Europa dipende da uno stabile rapporto tra la Francia e la Germania». L’anno successivo replicava De Gaulle: «Io dico che occorre istituire l’Europa sulla base di un accordo tra francesi e tedeschi». Il trattato dell’Eliseo, firmato il 22 gennaio 1963 tra il Generale e Adenauer, segna la definitiva “riconciliazione” franco-tedesca.

    Tra i compiti del “progetto” europeo vi era dunque, anzitutto, quello della riunificazione politica della Germania. E se prima di quella realizzazione la Germania era una grande potenza economica, ma politicamente debole, le cose sono cambiate dopo il 1989. Kohl voleva la riunificazione della Germania, ma Mitterand temeva lo strapotere del Marco e la potenza economica e politica di una nuova Germania riunificata e, quindi, chiese in cambio l'adozione della moneta unica: l'Euro. La prima decisione politica della nuova Germania fu, non a caso, l’introduzione della moneta unica, la quale fu, con l’accordo tra Kohl e Mitterand, imposta a tutti gli altri Paesi, ottenendo così il massimo beneficio da quella moneta in termini economici. L’asse Kohl–Mitterand ha dettato i tempi dell’integrazione europea, dell’adozione del Trattato di Maastricht, dell’accelerazione improvvisa per la costruzione dell’Europa unita. Le altre nazioni hanno dovuto “allinearsi”: Prodi ripeteva continuamente “ce lo chiedono in Europa”.

    Ma cosa significava per l’Italia di allora entrare nella zona Euro? In una recente intervista, Vincenzo Visco, Ministro delle Finanze ai tempi del governo Prodi (1996-1998) ha rivelato: «Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché l'Italia aveva una moneta debole e, con la Lira debole, era in grado di competere a livello industriale e di export con la Germania. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso».

    Ma la Germania ha finito per chiederci molto di più: ha imposto la distruzione del nostro sistema industriale. Come ha precisato Nino Galloni, ex funzionario al bilancio (cfr “Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl”, su byoblu.com), l’accordo tra Kohl e Mitterrand «prevedeva anche la deindustrializzazione dell’Italia. Perché se l’Italia si manteneva così forte dal punto di vista produttivo–industriale, quell’accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto un accordo solo sulla carta».

    Questo è il motivo per cui Francia e Germania vedono come il fumo negli occhi il "sovranismo" italiano che vuole difendere l'industria italiana, l'economia italiana e la produzione italiana. Ed ecco perchè Francia e Germania vedono con favore il PD...il partito italiano che ha svenduto l'Italia ai progetti egemonici di Francia e Germania.

    Theo Waigel (ex ministro delle finanze tedesco): "Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco – che tornerebbe nuovamente in circolazione -. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale“.

    L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sè che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni.
    Ultima modifica di xmanx; 19-02-2020 alle 14:15
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

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