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Discussione: L'Euro: il Nuovo Sacro Romano Impero egemonizzato da Francia e Germania

  1. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    questo "compromesso" è proprio il risultato dell'arretratezza culturale di fronte al mondo moderno, della competizione e della mobilità sociale; l'Italia democratica ha vissuto queste fasi:
    a) 1947-57, sviluppo determinato dal potenziale da ricostruire, finanziato dal Piano Marshall; finiti i soldi
    b) 1958-63, fase centrista con possibile cooptazione missina, Tambroni, ecc... rivolta di Genova;
    c) 1963; primo centro sinistra, con le minacce di golpe, il tintinnar di sciabole, De Lorenzo, ecc...
    d) 1964-75; nuovo periodo centrista, autunno caldo del 69, strategia della tensione, bombe, opposti estremismi;
    e) 1975 1979, crescita del PCI, regionalismo, compromesso storico, terrorismo;
    f) 1980-1992 neo-centrismo in versione inclusiva dei socialisti, con formula pentapartito; fine della sovranità nazionale integrale;

    sul piano marshall: fu il tentativo di innestare la "ripresa economica" in una situazione di profonda crisi ovviamente dovuta al precedente conflitto. ovviamente all'epoca si auspicava l'inizio di un ciclo economico "virtuoso" che si sarebbe "autoalimentato". e in parte fu così. se devi ricostruire finanche gli edifici, perché questi sono stati rovinati dalle bombe, ovviamente investendo quei soldi presi a prestito, un po' di movimento lo crei. ovviamente se tanto mi dà tanto, impiegare in maniera proficua quei soldi, non si poté dovunque, perché un conto sono i soldi, altro conto saperli utilizzare. un po' come accade ogni volta che si danno capitali in prestito, ad esempio quelli post terremoto o i fondi europei, perché c'è chi usa quei soldi in modo corretto e progettuale e chi se li mangia e basta.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    in nessuna di queste fasi la società e la politica italiana hanno espresso una o più ideologie e prassi - anche funzionalmente contrapposte - di modernizzazione;

    cosa intendi per "modernizzazione"?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    cioè, l'accettazione del capitalismo della produzione, con tutti i suoi portati: il premio alla capacità, quindi al merito, e la necessità di quelle capacità, da premiare con la mobilità sociale; far studiare in massa i ceti subalterni a livelli universitari e consentire loro di contendere ai ceti dirigenti l'accesso alle risorse, al credito, e al potere, alle gerarchie, coi relativi diritti e riforme;

    no. allora, io penso che l'ampliamento dell'accesso all'istruzione sia stato un fenomeno "molto" negativo, e ovviamente nei confronti proprio del premio al merito. se tu vuoi che tutti possano "laurearsi", o almeno che tutti "ne abbiano il diritto", allora devi necessariamente "abbassare" il livello del titolo. soprattutto se l'istruzione è pagata con soldi pubblici ed è quindi "alla portata" di tutti. cioè quel tipo di formazione d'eccellenza che c'era prima, non la puoi "conservare", perché sono pochi quelli a cui la puoi "somministrare" e questo proprio perché sul totale di gente, coloro che eccellono sono davvero "pochi". e allora crei un "grigiore" che toglie "validità" al titolo e al contempo "mercatizza" la laurea, quando invece un tempo questa era qualcosa di davvero "importante", anche nel sentire diffuso.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    questo è un percorso avvenuto solo in misura marginale tra gli anni 70 e 80, col diritto allo studio e l'accesso alla PA; non ha avuto però un riscontro nel mondo produttivo del settore privato, rimasto ancorato a dinamiche di sostanziale rendita "drogata" da un debito, poi esploso al momento in cui l'equilibrio politico è mutato;
    cioè, si è sempre rimandata la questione di dare regole perché il conflitto di classe trovasse una efficace rappresentazione di politiche alternative;

    se parti "da zero" come partiva l'italia di quegli anni, nonostante tutto, quello che fu realizzato in quegli anni ha in qualche modo "gettato le basi" di ciò che sarebbe avvenuto a decenni di distanza. cioè quanto meno il ravvicinamento dell'italia alle grandi potenze europee e internazionali.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non si tratta di fidarsi; delle persone ci si può, eventualmente, fidare;

    una prospettiva europeista è nata con la speranza - soprattutto di quelle forze e culture minoritarie, repubblicani, liberali e radicali - che l'integrazione economica europea avrebbe costretto il sistema italiano su binari di pragmatismo e modernizzazione, realismo economico e promozione sociale dei ceti subalterni, visto che autonomamente le dinamiche nazionali restavano incaprettate nel compromesso tra rendita - dell'industria protetta e dei settori autonomi - e mance assistenzialiste; il tutto finanziato a debito o con la rinuncia alla crescita, che è un debito implicito, perché determina un calo di PIL nel lungo periodo;

    no. mi pare che "europeisti" fossero i popolari dell'epoca di un degasperi e di uno spinelli, non certo correnti politiche minoritarie. poi sul debito, la questione mi pare abbastanza marginale. per decenni i nostri "antenati" hanno vissuto del loro lavoro, senza ovviamente comprare "titoli di stato", per il semplice fatto che il "salto" verso una economia non più solo "reale" ma anche "finanziaria" era abbastanza di là da venire. e anche oggi il concetto di debito "pubblico" mi pare venga tirato in ballo dai politici ogni volta che si vuole giustificare una scelta non "fatta" in termini di economia. un po' come attribuire il peggioramento dell'economia nazionale a situazioni "internazionali". insomma "propaganda".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    pare che non basti, perché, se da un lato il raziocinio non esprime riforme e si impalla, dall'altro il sentimento si polarizza ed elabora anche ondate di auto-lesionismo, come gli estremismi recenti; si vede che quello shock che la politica dovrebbe amministrare in modo ordinato, si avrà più probabilmente in modo caotico e di rottura; che è verosimilmente la rottura della solidarietà fiscale, cioè di ciò che rimane dell'Italia stessa;

    mah. se pensi che le leggi in vigore in italia sono circa mezzo milione, allora magari puoi verificare che tutti i provvedimenti di carattere economico vengono adottati per tempo e in maniera efficace. però pensa anche che la grande parte dei connazionali all'economia non ci pensa neanche ma ha invece altri motivi di "insoddisfazione", che esprime in maniera non relativa al benessere materiale, ma ad altre situazioni, che purtroppo devono essere tollerate perché piuttosto "diffuse". mi riferisco ovviamente ai "reati", alle "dipendenze", ai problemi nelle relazioni "familiari", alla povertà morale più che meramente "materiale". insomma se grazie a dio l'economia si può "migliorare", è però difficile risolvere allo stesso modo quegli altri problemi, e non è che ci sia molto da fare.
    Ultima modifica di sandor; 21-02-2020 alle 01:46

  2. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    cosa intendi per "modernizzazione"?
    quello che intendono le scienze sociali; il processo di organizzazione della società secondo criteri moderni, che si è delineato e iniziato ad affermare a partire dal XVI° sec. in Europa: secolarizzazione, conseguente libertà di pensiero scientifico e politico, prima industrializzazione, primato della legge sull'arbitrio e diritti di cittadinanza, inclusione dei ceti subalterni al potere, ecc...

    nel caso italiano che citavo, la politica nazionale non esprimeva spontaneamente queste propensioni, come da tradizione; erano gli americani a costringere la DC alle riforme agrarie, perché il tessuto sociale meridionale non esprimeva una domanda sufficiente; così come sono stati i francesi e poi i pimontesi ad imporre uno stato moderno e "nazionale" ad un tessuto sociale ritroso e riottoso, da patronato feudale o teocratico; tessuto che è comunque sopravvissuto, cambiando un po' pelle;

    no. allora, io penso che l'ampliamento dell'accesso all'istruzione sia stato un fenomeno "molto" negativo, e ovviamente nei confronti proprio del premio al merito. se tu vuoi che tutti possano "laurearsi", o almeno che tutti "ne abbiano il diritto", allora devi necessariamente "abbassare" il livello del titolo. soprattutto se l'istruzione è pagata con soldi pubblici ed è quindi "alla portata" di tutti. cioè quel tipo di formazione d'eccellenza che c'era prima, non la puoi "conservare", perché sono pochi quelli a cui la puoi "somministrare" e questo proprio perché sul totale di gente, coloro che eccellono sono davvero "pochi".
    può darsi; ma lascia la mercato valutare; le possibilità per un figlio del popolo che non aveva libri a casa saranno senz'altro di più; e sarà anche maggiore l'utilità sociale di avere un pescaggio tra tutti, anziché tra pochi privilegiati per censo, poco incentivati al merito;

    meglio che il figlio del barone della medicina arrivi, eventualmente, a fare il chirurgo e aprirti il torace nella prospettiva che il figlio di un cafone sia più bravo di lui, e gli soffi il posto, piuttosto che arrivando in quella sala operatoria nella certezza di essere l'unico candidato, quali che siano le sue effettive capacità; no ?

    se parti "da zero" come partiva l'italia di quegli anni, nonostante tutto, quello che fu realizzato in quegli anni ha in qualche modo "gettato le basi" di ciò che sarebbe avvenuto a decenni di distanza. cioè quanto meno il ravvicinamento dell'italia alle grandi potenze europee e internazionali.
    beh, pare che sia avvenuto l'opposto:
    una necessità di ricostruire c'era, e questo era un plus automatico; ma l'occasione di ricostruire su basi sane è stata perduta alla grande, per i soliti difetti nazionali, cui la Guerra fredda ha consentito di sopravvivere parassitariamente;

    no. mi pare che "europeisti" fossero i popolari dell'epoca di un degasperi
    un triangolo popolare modernista, con Schuman e Adenauer, ma per niente sostenuto in Italia dagli ambienti cattolici, molto più mediterranei e conservatori;

    e di uno spinelli
    che era social-azionista, repubblicano...

    , non certo correnti politiche minoritarie. poi sul debito, la questione mi pare abbastanza marginale. per decenni i nostri "antenati" hanno vissuto del loro lavoro, senza ovviamente comprare "titoli di stato", per il semplice fatto che il "salto" verso una economia non più solo "reale" ma anche "finanziaria" era abbastanza di là da venire. e anche oggi il concetto di debito "pubblico" mi pare venga tirato in ballo dai politici ogni volta che si vuole giustificare una scelta non "fatta" in termini di economia. un po' come attribuire il peggioramento dell'economia nazionale a situazioni "internazionali". insomma "propaganda".
    dal 48 in poi, repubblicani, liberali e poi radicali, hanno rappresentato l'élite di competenti che mettevano in guardia dalle illusioni politiciste, del pasto gratis, ecc...

    era una critica pre-politica, di tenore realista; nel caso dei liberali più di "destra", con la costola libertaria dei radicali; in quello dei repubblicani-azionisti più solidarista e moraleggiante, ma comunque basata sul rigore delle cifre economiche e la critica ai bluff spendaccioni;
    col sottinteso politico: chi governa deve assumersi la responsabilità di scontentare, e farlo in modo motivato, per poi farsi giudicare dagli elettori; non valgono le scorciatoie e l'acquisto del consenso facendo buffi.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #18
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    Magaldi: Post-democratica e neoaristocratica, ecco la disunione europea

    Dal sogno di un’Europa dei popoli si è passati ben presto ad una disunione europea basata su principi post-democratici e neoaristocratici. Questa la lettura del processo di unificazione di Gioele Magaldi, ospite di «Testa o Croce» . Una storia dove la massoneria ha avuto e continua ad avere un ruolo preminente.

    Più che un Unione è una disunione europea improntata da un’ideologia post-demoratica e neoaristocratica lontana dalle esigenze dei cittadini. Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico e presidente del Movimento Roosevelt, delinea in questa nuova puntata di “Testa o Croce” il percorso di costruzione europeo. Il virtuoso progetto iniziale basato sull’Europa dei popoli, dei diritti e della pace sarebbe stato sostituito da un progetto neo-feudale con oscure finalità.

    L’Europa dei burocrati

    Definisco l’Ue una disunione europea, un progetto realizzato come lo conosciamo oggi da precisi circuiti massonici. L’idea di Europa unita è antica, frutto del pensiero massonico progressista di personaggi come Garibaldi, Mazzini e Spinelli. Immaginavano un’Europa democratica dei popoli, già nell’Ottocento si parlava di Stati Uniti d’Europa, come fonte di pace, equilibrio, ricchezza culturale e spirituale. Poi entra in scena Kalergi, personaggio di cui spesso si parla in termini fuorvianti: negli anni ’20 del ’900 raggruppa attorno a Paneuropa, una sua associazione che in realtà era anche il nome di una superloggia a cui apparteneva, intellettuali e politici a cui proporre un’idea vaga e generica di unione multirazziale e integrata, vista favorevolmente dai progressisti massoni dell’epoca. Kalergi si contrapponeva a personaggi come Hitler, poi emigrò e dopo la guerra trovò una sinergia con Monnet.
    Tornati in Europa, lo scenario cambierà radicalmente. Kalergi abbandona la genericità del progetto e prospetta in termini chiari un’idea quasi neofeudale dell’Europa, ispirandosi al Sacro Romano Impero. Si evoca un potere collegiale gestito da alcuni in cui a cascata ci sono dei burocrati sottratti al gioco democratico con la missione di portare avanti il progetto.
    A questa idea post-democratica e neoarisocratica dell’Europa si congiunge il progetto neoliberista di Monnet che abbandona le ispirazioni giovanili rooseveltiane e invece di partire da una costituzione politica, impone la Comunità dell’Acciaio e del Carbone (CECA), primo passo di costruzione dell’Europa.
    Da qui in avanti l’Ue viene costruita con un sottofondo neofeudale in ambito politico e con una preminenza econoministica degli strumenti effettivi con cui unificare. Il povero Spinelli, emarginato con le sue idee del manifesto di Ventotene, otterrà solo il contentino del Parlamento Europeo, che certo non rappresentava la sovranità dei popoli europei.
    Quella dell’Unione Europea è dunque un’antica idea massonico-progressista ma l’effettiva realizzazione della disunione europea e dell’eurozona è una interpretazione e costruzione massonica neo-aristocratica e post-democratica.

    Moneta senza uno Stato

    Non c’è niente di casuale in questa costruzione europea. L’Eurozona è uno strumento preciso di assoggettamento della politica alle ragioni dell’economia, le cui logiche sono decise da tecnocrati del tutto irresponsabili anche davanti alla legge. I funzionari e dirigenti della Bce per una stranissima e indigeribile decisione concordata, non rispondono infatti delle loro azioni davanti alla legge. La Bce è una struttura burocratica di diritto pubblico ma di proprietà privata che risponde alla logica neoliberista, la matrice della globalizzazione di merci e capitali senza diritti e democrazia. L’Euro è una valuta senza un sovrano effettivo, cioè uno Stato che in democrazia rappresenta gli interessi del popolo. La situazione paradossale è che l’Euro così concepito toglie qualunque autonomia monetaria ai singoli stati, non sono i politici eletti a decidere effettivamente cosa fare di questa valuta. Si tratta di una costruzione raffinata e intenzionale e del tutto incompatibile con una visione democratica della società. Questo neoliberismo pervasivo da decenni può essere combattuto solo con una ideologia di segno contrario: il socialismo liberale.

    Massoneria deviata

    Per il cittadino medio il termine massone significa qualcuno che trama nell’ombra. La massoneria in realtà è stato il soggetto rivoluzionario che ha creato la società contemporanea e abbattuto antichi ordini. All’interno della massoneria si polarizzano poi due visioni. Una progressista e democratica con l’ideale di una società liberale e democratica dove il valore della democrazia e della tolleranza è assoluto. Dall’altra parte c’è un’anima massonica minoritaria nei secoli e diventata egemone negli ultimi decenni che ritiene autenticamente umani solo gli iniziati, presunti illuminati che guardano agli altri come una sorta di bestie. In questa visuale, si avoca un dominio oligarchico della società utilizzando tutte le leve: politiche, mediatiche, militari e culturali. Dalla massoneria deriva il merito enorme della conquista di democrazia, libertà e diritti universali individuali. Dalla sua deviazione contro-iniziatica deriva questo incubo post-democratico, fondamento di questa cattiva Unione Europea.

    Il fallimento dell’austerità

    Nel 1975 l’associazione paramassonica Trilateral Commission pubblica l’elaborazione della super loggia sovranazionale Tree Eyes: “The crisis of democracy”. Da lì a poco vedremo arrivare personalità come Reagan e la Thatcher che declineranno nel concreto questa ideologia neoliberista. Celebre ed esecrabile la semplificazione verso la collettività della Thatcher che paragonava lo statista al buon padre di famiglia. Su questa narrazione semplice e innocua si è basata tutta la perversione del neoliberismo. Immaginando uno Stato non più in grado di poter fare investimenti in deficit, utilizzare la moneta ed il debito pubblico in termini utili di sviluppo. Lo stato minimo che non si occupa di economia, riduce al minimo le sue uscite per essere virtuoso in nome di una benefica austerità per le sorti della popolazione, è una grande bugia, ripetuta anche di recente.
    Dentro il laboratorio Europa c’è stata un’altra cavia, la Grecia. Bisognerebbe chiedere a questi gruppi massonici perché non si propone di delineare adeguatamente un bilancio di come le politiche di austerità l’abbiano ridotta. L’austerità in nessun luogo ha portato a miglioramenti del debito pubblico o del bilancio dello stato.
    Le nostre democrazie devono servire a venire incontro ai bisogni del popolo o devono improntarsi ad una teologia dogmatica che fa gli interessi di pochi tramite l’aumento delle disuguaglianze economiche? In tutto questo c’è anche il tema della svalutazione della politica: se non è il politico a decidere è il tecnocrate a farlo per lui, magari per conto di qualche oligarca.
    Nonostante tutto questo, siamo comunque artefici del nostro possibile destino di domani. Se la classe politica italiana decidesse di optare per la democrazia, si potrebbe prendere in considerazione altri paradigmi per gestire l’Europa e l’Ue in modo democratico, non ce l’ha prescritto una divinità inaccessibile di doverci tenere questa situazione, sono decisioni di uomini che possono essere cambiate da altri uomini.
    Ultima modifica di xmanx; 21-02-2020 alle 17:09
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  4. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Definisco l’Ue una disunione europea, un progetto realizzato come lo conosciamo oggi da precisi circuiti massonici. L’idea di Europa unita è antica, frutto del pensiero massonico progressista di personaggi come Garibaldi, Mazzini e Spinelli. Immaginavano un’Europa democratica dei popoli, già nell’Ottocento si parlava di Stati Uniti d’Europa, come fonte di pace, equilibrio, ricchezza culturale e spirituale. Poi entra in scena Kalergi, personaggio di cui spesso si parla in termini fuorvianti: negli anni ’20 del ’900 raggruppa attorno a Paneuropa, una sua associazione che in realtà era anche il nome di una superloggia a cui apparteneva, intellettuali e politici a cui proporre un’idea vaga e generica di unione multirazziale e integrata, vista favorevolmente dai progressisti massoni dell’epoca. Kalergi si contrapponeva a personaggi come Hitler, poi emigrò e dopo la guerra trovò una sinergia con Monnet.
    Tornati in Europa, lo scenario cambierà radicalmente. Kalergi abbandona la genericità del progetto e prospetta in termini chiari un’idea quasi neofeudale dell’Europa, ispirandosi al Sacro Romano Impero. Si evoca un potere collegiale gestito da alcuni in cui a cascata ci sono dei burocrati sottratti al gioco democratico con la missione di portare avanti il progetto.
    A questa idea post-democratica e neoarisocratica dell’Europa si congiunge il progetto neoliberista di Monnet che abbandona le ispirazioni giovanili rooseveltiane e invece di partire da una costituzione politica, impone la Comunità dell’Acciaio e del Carbone (CECA), primo passo di costruzione dell’Europa.
    sai, in 80 anni di storia e correnti politiche, qualsiasi demente o furbacchione può trovare elementi che confermino o si prestino ad inventare qualsiasi tesi;
    tanto, l'iter comunitario è praticamente sconosciuto a chiunque non sia uno studioso di storia professionista o non si sia laureato su quella specifica disciplina;

    negli anni 50, la guerra era talmente vicina che un progetto politico ideale era impensabile; troppo hanno fatto quei grandi dell'epoca;

    la CECA non era affatto un progetto neo-liberista, come i furbastri di oggi sostengono, ma tentava di affrontare proprio la questione secolare di conflitto tra Francia e Germania in un modo diverso dall'occupazione del 19, e cioè le risorse di carbone e ferro della Ruhr e partire da lì, per poi procedere sulle questioni doganali, che sono da sempre il primo passo nei processi di unificazione, come la stessa Zollverein tedesca del 1866;

    la Grecia... la Grecia ha per decenni truccato i conti a coprire un assetto ridicolo: 70 % di impiegati pubblici, esenzione totale dalle tasse per gli armatori - era persino in costituzione - e per gli operatori turistici; l'altro paese che soffre siamo noi, pure massicciamente assistenzialisti;

    ma è sempre colpa delle demo-giudo-plutocrazie, delle massonerie, ecc... e chi lo nega odia la Patria !
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quello che intendono le scienze sociali; il processo di organizzazione della società secondo criteri moderni, che si è delineato e iniziato ad affermare a partire dal XVI° sec. in Europa: secolarizzazione, conseguente libertà di pensiero scientifico e politico, prima industrializzazione, primato della legge sull'arbitrio e diritti di cittadinanza, inclusione dei ceti subalterni al potere, ecc...
    mah. direi che XVI secolo è un po' troppo. diciamo XVIII. e anche che non si può interpretare la storia sulla base dell'assunto che i mutamenti socio/economici siano un qualcosa di "progressivo" e privo di "costi umani". quando l'economia "cresce", allora le classi che ne ottengono un beneficio "materiale" sono le stesse che rivendicano diritti. ma un conto è contribuire all'economia del sistema con i soldi. altro conto con la propria "forza lavoro". da cui il conflitto tra capitale e lavoro. ora io ovviamente non conosco il modo per conciliare detto conflitto, ancora oggi presente. però penso che lavorare "autonomamente" e senza l'intermediazione di partiti e sindacati, sia in un modo o nell'altro un bel traguardo.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    nel caso italiano che citavo, la politica nazionale non esprimeva spontaneamente queste propensioni, come da tradizione; erano gli americani a costringere la DC alle riforme agrarie, perché il tessuto sociale meridionale non esprimeva una domanda sufficiente; così come sono stati i francesi e poi i pimontesi ad imporre uno stato moderno e "nazionale" ad un tessuto sociale ritroso e riottoso, da patronato feudale o teocratico; tessuto che è comunque sopravvissuto, cambiando un po' pelle;
    si. penso sia un po' il "carattere italiano". ma grazie a dio anche la "delinquenza" che accompagna ogni tipo di sviluppo socio/economico, col tempo si affievolisce e "riassorbe" nell'ambito dell'operare della macchina statale, se è vero che "millantare" serve a "capire" chi hai di fronte e la sua propensione più o meno "marcata" a intraprendere un tipo di condotta "contraria" se non altro all'ordine pubblico e al buon costume. insomma "prevenire" anziché "curare".


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    può darsi; ma lascia la mercato valutare; le possibilità per un figlio del popolo che non aveva libri a casa saranno senz'altro di più; e sarà anche maggiore l'utilità sociale di avere un pescaggio tra tutti, anziché tra pochi privilegiati per censo, poco incentivati al merito;
    non è il mercato e non sono i libri. è il tipo di formazione "spirituale", della quale non puoi "beneficiare" se non hai determinate "qualità". e ovviamente tali capacità sono distribuite a livello "popolare" in modo assai diseguale. e non è mancanza di educazione, dovuta all'appartenenza "di classe". è proprio, come dire "questione di statistica". e non è che ci sia molto da fare...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    meglio che il figlio del barone della medicina arrivi, eventualmente, a fare il chirurgo e aprirti il torace nella prospettiva che il figlio di un cafone sia più bravo di lui, e gli soffi il posto, piuttosto che arrivando in quella sala operatoria nella certezza di essere l'unico candidato, quali che siano le sue effettive capacità; no ?
    ti dico solo questo: in definitiva decide lo stato. è questo che i "figli del sessantotto" non avevano e forse "non hanno capito": la selezione, la meritocrazia ecc., esistono. se riesci a interiorizzare la "realtà" per cui sono pochi coloro che possono "lavorare" come "professionisti intellettuali", allora finita la scuola dell'obbligo magari scegli "un altro lavoro". e questo perché servono delle qualità che hanno in pochi. insomma ne va della vita, come certo saprai.

  6. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, pare che sia avvenuto l'opposto:
    una necessità di ricostruire c'era, e questo era un plus automatico; ma l'occasione di ricostruire su basi sane è stata perduta alla grande, per i soliti difetti nazionali, cui la Guerra fredda ha consentito di sopravvivere parassitariamente;
    si. ma questa "guerra fredda" gli italiani, quelli di sordi mettiamo, l'hanno vissuta oppure l'hanno "seguita" a distanza con radio e tv? e ovviamente anche all'epoca chi sapeva la "verità" ovviamente non poteva "raccontarla al popolo" perché quest'ultimo non l'avrebbe capita.


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    un triangolo popolare modernista, con Schuman e Adenauer, ma per niente sostenuto in Italia dagli ambienti cattolici, molto più mediterranei e conservatori;
    e de gasperi che era, prete?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    che era social-azionista, repubblicano...

    era un "tecnico", come si direbbe oggi...


    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    dal 48 in poi, repubblicani, liberali e poi radicali, hanno rappresentato l'élite di competenti che mettevano in guardia dalle illusioni politiciste, del pasto gratis, ecc...

    si. contrari al pci quanto bastava per non dover ammettere di essere alla sinistra dei comunisti...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    era una critica pre-politica, di tenore realista; nel caso dei liberali più di "destra", con la costola libertaria dei radicali; in quello dei repubblicani-azionisti più solidarista e moraleggiante, ma comunque basata sul rigore delle cifre economiche e la critica ai bluff spendaccioni;

    bluff che grazie a dio servivano a motivare una nazione di "lavoratori" e a infondere un modo di credere nella propria forza e anche di tirare avanti, con una buona dose di "propaganda"...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    col sottinteso politico: chi governa deve assumersi la responsabilità di scontentare, e farlo in modo motivato, per poi farsi giudicare dagli elettori; non valgono le scorciatoie e l'acquisto del consenso facendo buffi.
    si. questo nella società "ideale". l'italia da parte sua è "paese reale", come dicevano gli "after hours". e quindi oltre a tutto, ha anche e soprattutto il "diritto di lamentarsi", quanto meno. dal '68 è cambiato poco. molto poco.

  7. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    mah. direi che XVI secolo è un po' troppo. diciamo XVIII.
    stabilire date nei processi sociali è sempre arbitrario;
    ma, in questo caso, abbiamo un marcatore efficace, che è la controriforma e i suoi effetti, in raffronto a quanto avveniva in Nord-Europa;
    il binomio Chiesa-Spagna, cioè autoritarismo ideologico e fiscale, ha soffocato qualsiasi spirito d'iniziativa, e con quello la stessa borghesia, produttrice di ricchezza;
    per oltre un secolo, diffidenza, paura della delazione timore di tutto hanno inibito ogni progresso; dalla ricerca scientifica, alla semplice sperimentazione pratica; un tessitore cavese che provava a una nuova tintura da piante o frutta, poteva essere denunciato da un vicino invidioso come "stregone" e passare guai... tutta la bibliografia scientifica era all'Indice, testi di viaggio, geografia, navigazione, ottica, fisica, astronomia, chimica...
    inglesi e olandesi ci hanno costruito imperi;

    ti dico solo questo: in definitiva decide lo stato.
    lo stato non è niente; è un semaforo, impostato per dirigere un traffico; puoi programmarlo per far aspettare 3 minuti una direttrice e 10 l'altra ad un incrocio, ma non per decidere se le auto transiteranno o meno, e quanto saranno bravi o disciplinati gli automobilisti;

    a me non interessa lo spiritualismo; so, per legge scientifica, che se il chirurgo che mi opera ha sbaragliato una concorrenza di dieci colleghi è più probabile che sia bravo rispetto al caso in cui fosse l'unico candidato; poi, può essere anche bravissimo, benché unico; e che bravi professionisti sono figli di contadini o pastori; spesso particolarmente bravi, proprio per la spinta a dimostrare il loro valore; la regola di utilità attesa, se si valuta il quadro complessivo delle occupazioni, che determina la qualità complessiva del lavoro, è che più sono i competitori, maggiore la qualità di chi vince;

    lo stato non crea ricchezza, così come un motore non crea energia; anzi, fisiologicamente, nel tentativo di convogliarla, una parte di energia si disperde nel processo; in alcuni casi un motore può essere congegnato per rimediare a determinate disfunzioni, come per la rigenerazione dei filtri o difetti di carburazione, ecc...
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  8. #23
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    Intervista ad un massone neoaristocratico e neoliberista sul disegno della Unione Europea

    Domanda: Qual è il vero scopo dell'Unione Europea e dell'Euro?

    Vorrei concludere un certo tipo di ragionamento: la costruzione europea, sin dagli anni Cinquanta, ha seguito una precisa traiettoria. Un percorso edificativo confermato nei decenni a seguire, fino al Trattato di Maastricht del 1992 e a quello di Lisbona del 2007. Una traiettoria che prevedeva costitutivamente due cose fondamentali. Primo: la gestione tecnocratica, postdemocratica e dunque sostanzialmente oligarchica della res publica europea. Secondo: la certezza matematica che, in caso di crisi finanziaria dei vari Stati dell'eurozona, la BCE avesse potere di vita e di morte sui sistemi economici delle varie nazioni, senza dover rispondere delle sue azioni ad alcun potere europeo politico democraticamente fondato.

    Perciò, era altrettanto prevedibile e cristallino che, qualora il fratello Draghi non avesse provveduto (all'inizio della cosiddetta crisi degli spread) ad acquistare i Buoni del Tesoro dei paesi in difficoltà, questi avrebbero visto schizzare i loro tassi di interesse a livelli proibitivi. E il buon Draghi si è guardato bene, nel 2011, dal fare o anche solo dall'annunciare un banale ruolo di prestatore di ultima istanza tipico di qualsivoglia banca centrale. E' intervenuto solo dopo che le varie nazioni da destrutturare erano ormai in balia di commissariamenti diretti o indiretti da parte della cosiddetta Troika. Cioè da parte di coloro che lavorano al nostro servizio, da decenni, come cortigiani servizievoli e ubbidienti. Un piccolo capolavoro. Il fratello Draghi è intervenuto quando i buoi erano ormai usciti dalla stalla e quando era stata assimilata l'idea che per superare la crisi occorresse mettere mano alle cosiddette riforme strutturali. Che vuol dire sempre la stessa cosa: rigore suicida nei conti pubblici attraverso l'imposizione della mistica antidebito pubblico e antideficit, aumento delle tasse e dell'età pensionabile, diminuzione del costo del lavoro e sua precarizzazione, privatizzazioni/dismissioni a nostro favore, contrazione del welfare e dei servizi pubblici, realizzazione del cosiddetto "Stato minimo".

    Ma per far inghiottire simili riforme idiote e antipopolari alla cittadinanza, la devi spaventare come si fa con i bambini. Perchè di bambini si tratta, in fondo. Altrimenti gli italiani, se non fossero stati dei bambinoni deficienti, non avrebbero accolto con le fanfare i tre "commissari" dissimulati che abbiamo inviato loro in successione: il fratello Mario Monti, il parafratello Enrico Letta, l'aspirante fratello Matteo Renzi. A qualcuno sembrerà cinico e ignobile questo mio modo di ragionare, ma voi sapete che ho ragione a proposito del basso quoziente di intelligenza delle masse. Solo che voi massoni progressisti pensate che comunque la sovranità appartenga al popolo, a tutti e a ciascuno dei suoi componenti in quanto tali, prescindendo da intelligenza e qualità animico-spirituali. Io invece sono convinto che, anche se non possiamo abolire la democrazia formalmente - non più, almeno, o non ora -, dobbiamo però rivendicare il potere e la sovranità sostanziale per coloro che sono ai massimi gradi del raffinamento spirituale e intellettuale e per coloro che siano disposti a servirli senza discutere, anche se non dovessero brillare per intelligenza e raffinatezza dell'anima.

    Il nostro scopo di massoni neoaristocratici e neoliberisti è quello di costruire il nostro "Project for the New European Century", un piano dove l'Europa potrà essere trasformata nel prototipo di un nuovo feudalesimo postmoderno, governato da una nobiltà massonica priva di lignaggio del sangue, ma ricca di blasone iniziatico-spirituale e di talento alchimistico-finanziario. Un prototipo che facilmente potremo poi esportare ovunque ed esporteremo tale prototipo giovandoci anche del similare modello oligarchico cinese, dove la penetrazione massonica di segno elitario, neoaristocratico e antidemocratico nel Partito comunista saldamente al potere è ormai un fatto acquisito e consolidato.

    Domanda: Come mai questa strategia soft finalizzata al predominio sulle masse-animali e schiave ottenuta mediante la leva economica e la sottomissione del potere politico? Un tempo non eri, non eravate, più perentori e imperiosi nel pretendere obbedienza da amici e nemici, anche a costo di minacce fisiche e perfino di attentati e omicidi?

    Almeno per me, quel tempo è passato. Io sono a metà strada fra gli ottanta e i novant'anni. E adesso mi piace giocare in modo leale, distaccato, elegante. Da vero iniziato. Io desidero la realizzazione di un Nuovo ordine mondiale postmoderno dalla governance feudale e oligarchica, certo. Ma voglio che tutto si realizzi senza spargimenti di sangue, senza guerre, stragi, omicidi politici, tragedie collettive troppo cruente. Anche perchè sono convinto che nuove forme di governo globale gerarchiche e demo-aristocratiche saranno un bene persino per le bestie umane, per gli esseri "ilici". Questi, in un simile scenario, perderanno un po' di prerogative sovrane e di benessere materiale, ma potranno acquistare una più pacifica e armoniosa accettazione di un'esistenza modesta, sobria e senza velleità, più adeguata al loro status ontologico.

    Sono desideroso di realizzare un nuovo Sacro e Globale Romano Impero massonico senza fisime democratiche ed egualitaristiche dove i nuovi servi della gleba - gli "ilici" - vivano secondo il loro status ontologico di bestie sottomesse. E l'Europa è il laboratorio dove realizzare questo Nuovo ordine mondiale.
    Ultima modifica di xmanx; 22-02-2020 alle 11:11
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  9. #24
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    Intervista ad un massone neoaristocratico e neoliberista sul disegno della Unione Europea

    Domanda: Qual è il vero scopo dell'Unione Europea e dell'Euro?
    ...
    Sono desideroso di realizzare un nuovo Sacro e Globale Romano Impero massonico senza fisime democratiche ed egualitaristiche dove i nuovi servi della gleba - gli "ilici" - vivano secondo il loro status ontologico di bestie sottomesse. E l'Europa è il laboratorio dove realizzare questo Nuovo ordine mondiale.[/B]
    procedimento identico a quello dei Protocolli... un falso che attribuisce intenzioni;

    un secolo fa, serviva come propaganda;

    oggi, con gli algoritmi e la tracciatura, a chi scarica e diffonde queste narrazioni comiche arrivano offerte di intrugli strabilianti per ingrandire il pene, sistemi miracolosi per guadagnare un mucchio di soldi stando comodamente seduti sul divano, o per dimagrire restando sedentari, ma mangiando il doppio

    tutte imprese finanziate da Soros, s'intende
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  10. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    procedimento identico a quello dei Protocolli... un falso che attribuisce intenzioni;
    tutte imprese finanziate da Soros, s'intende
    Non è che tutto quello che non ti piace, o che non capisci, sia necessariamente falso.
    Non funziona così.
    Lo stagista.
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  11. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Non è che tutto quello che non ti piace, o che non capisci, sia necessariamente falso.
    Non funziona così.
    non ci vuol niente a scrivere un'intervista come quella, inventandosi di sana pianta uno o più personaggi anonimi, e nemmeno, volendo, trovare un poveraccio che si presti e dei gonzi che non verificano;

    posto che se io fossi un massone con propensione ad esercitare quel potere occulto, metterei in giro proprio rappresentazioni come queste; sono talmente idiote che una persona normale che le legga si convince immediatamente della farsa e dismette la questione come fantasia per paranoici e psicolabili;
    una pubblicità a contrario perfetta;

    poteva funzionare un secolo fa, che è più o meno l'epoca in cui vivono le tue fantasie; oggi, nessuno vuole sentirsi assimilato a quelle modalità, a prescindere dai contenuti di merito, intendo; è proprio che certe narrazioni oramai sono associate ad una condizione di marginalità culturale deprimente, cui nessuno aspira;

    anche per il falso e la manipolazione ci vuole tecnica e competenza; non è roba che si improvvisa senza cultura.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    stabilire date nei processi sociali è sempre arbitrario;

    si. ma grazie a dio esiste anche tra gli storiografi una "regola di massima" per la quale esistono delle date "convenzionali" cui si fa risalire l'inizio dei periodi storici. ad esempio il XVI secolo, che tu citi, è indicato come inizio della fase "accumulativa" di quel capitale che, nei secoli successivi determinerà lo sviluppo economico diffuso derivante proprio dall'investimento in attività imprenditoriali, con conseguente impiego massivo della forza lavoro.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ma, in questo caso, abbiamo un marcatore efficace, che è la controriforma e i suoi effetti, in raffronto a quanto avveniva in Nord-Europa;
    il binomio Chiesa-Spagna, cioè autoritarismo ideologico e fiscale, ha soffocato qualsiasi spirito d'iniziativa, e con quello la stessa borghesia, produttrice di ricchezza;

    no. la chiesa non c'entra. e neanche la spagna ad essa asservita. si parla di altri modi di concepire la convivenza sociale e le dinamiche di sviluppo. e la differenza è solo quantitativa, cioè tra "sussistenza" e "altri bisogni". i paesi che si protesero in avanti durante la rivoluzione industriale erano si, meno legati alle prescrizioni della religione, ma al contempo avevano anche essi un'etica che gli consentiva di percepire il successo negli affari come conseguenza di quel tipo di "etica". ovviamente col risultato implicito di concepire la equivalenza "denaro/paradiso" come regola "fondamentale", soprattutto nel lavoro.


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    per oltre un secolo, diffidenza, paura della delazione timore di tutto hanno inibito ogni progresso; dalla ricerca scientifica, alla semplice sperimentazione pratica; un tessitore cavese che provava a una nuova tintura da piante o frutta, poteva essere denunciato da un vicino invidioso come "stregone" e passare guai... tutta la bibliografia scientifica era all'Indice, testi di viaggio, geografia, navigazione, ottica, fisica, astronomia, chimica...
    inglesi e olandesi ci hanno costruito imperi;

    si. ma quante persone potevano "leggere" i libri messi all'indice? il problema scientifico non è relativo allo sviluppo economico, almeno a quell'epoca, mentre invece oggi se la ricerca scientifica ha applicazioni pratiche allora è "utile". poi, ovviamente se la chiesa poteva permettersi di proibire determinati libri vuol dire che il tipo di ordine secolare che essa appoggiava ne traeva beneficio. e che soprattutto la gran parte della gente interessata era favorevole a quel tipo di ordine.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    lo stato non è niente; è un semaforo, impostato per dirigere un traffico; puoi programmarlo per far aspettare 3 minuti una direttrice e 10 l'altra ad un incrocio, ma non per decidere se le auto transiteranno o meno, e quanto saranno bravi o disciplinati gli automobilisti;

    no. questo in altri paesi del mondo. e ci sono degli effetti collaterali, ad esempio che il 10% della popolazione detiene il 90% della ricchezza. tipo paraguay.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    a me non interessa lo spiritualismo; so, per legge scientifica, che se il chirurgo che mi opera ha sbaragliato una concorrenza di dieci colleghi è più probabile che sia bravo rispetto al caso in cui fosse l'unico candidato; poi, può essere anche bravissimo, benché unico; e che bravi professionisti sono figli di contadini o pastori; spesso particolarmente bravi, proprio per la spinta a dimostrare il loro valore; la regola di utilità attesa, se si valuta il quadro complessivo delle occupazioni, che determina la qualità complessiva del lavoro, è che più sono i competitori, maggiore la qualità di chi vince;
    la concorrenza da sola produce ricchezza, ma non ne distribuisce. poi esistono purtroppo forme di privilegio, tipo l'avere un parente nell'ambiente. ci sono cmq residui di mentalità "borghese" duri a morire. e a volte lo stato li favorisce.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    lo stato non crea ricchezza, così come un motore non crea energia; anzi, fisiologicamente, nel tentativo di convogliarla, una parte di energia si disperde nel processo; in alcuni casi un motore può essere congegnato per rimediare a determinate disfunzioni, come per la rigenerazione dei filtri o difetti di carburazione, ecc...
    si. ovviamente esistono motori che utilizzano "carburanti diversi" e funzionano in modi diversi. con tutte le relative conseguenze.

  13. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    si. ma grazie a dio esiste anche tra gli storiografi una "regola di massima" per la quale esistono delle date "convenzionali" cui si fa risalire l'inizio dei periodi storici...

    no. la chiesa non c'entra. e neanche la spagna ad essa asservita. si parla di altri modi di concepire la convivenza sociale e le dinamiche di sviluppo. e la differenza è solo quantitativa, cioè tra "sussistenza" e "altri bisogni". i paesi che si protesero in avanti durante la rivoluzione industriale erano si, meno legati alle prescrizioni della religione, ma al contempo avevano anche essi un'etica che gli consentiva di percepire il successo negli affari come conseguenza di quel tipo di "etica". ovviamente col risultato implicito di concepire la equivalenza "denaro/paradiso" come regola "fondamentale", soprattutto nel lavoro.
    è comune e consolidata opinione che la dittatura ispano-clericale della Controriforma abbia segato le gambe al paese potenzialmente più ricco, e allo stesso impero austro-spagnolo e a tutto il modello della rendita;

    si. ma quante persone potevano "leggere" i libri messi all'indice?
    quelle che contavano;
    il problema scientifico non è relativo allo sviluppo economico, almeno a quell'epoca,
    dici ? senza scienza non hai tecnologia, e senza tecnologia non aumenti e migliori la produzione, navighi peggio, combatti con armi peggiori; hai popoli impauriti dall'inquisizione, che non studiano e non esprimono idee, innovazioni;
    ancora oggi, in Italia, la burocrazia - novella inquisizione - basta da sé a scoraggiare tanti potenziali imprenditori, e il nepotismo mafioso della rendita potenziali studiosi, che vanno all'estero.
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  14. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    è comune e consolidata opinione che la dittatura ispano-clericale della Controriforma abbia segato le gambe al paese potenzialmente più ricco, e allo stesso impero austro-spagnolo e a tutto il modello della rendita;
    ma scusa, non ho capito perché pensi che la rendita abbia pregiudicato lo sviluppo di italia e spagna. sarebbe come dire che tabacco cacao e coca abbiano pregiudicato lo sviluppo economico delle civiltà precolombiane. ti domando: è possible giudicare l'efficienza di un sistema economico "dal di fuori", cioè prescindendo dalle regole interne al sistema stesso? meglio usa o italia? dipende da dove ti trovi. se stai in usa o in italia. in economia non esiste niente di "assoluto", come d'altra parte nelle "matematiche".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    quelle che contavano;
    quelle che contavano invece erano proprio loro a leggere quel tipo di opere, il che era un po', se mi permetti, come leggere i libri di "fantascienza" oggi.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    dici ? senza scienza non hai tecnologia, e senza tecnologia non aumenti e migliori la produzione, navighi peggio, combatti con armi peggiori; hai popoli impauriti dall'inquisizione, che non studiano e non esprimono idee, innovazioni;
    si. ma mi spieghi cosa c'entra la "caduta dei gravi" con le tecnologie dell'epoca? quelli che andavano per mare utilizzavano conoscenze vecchie di secoli, se non di millenni. stessa cosa per i produttori di armi, di moneta, di utensili, di macchine, ecc. la tecnologia non è causa di sviluppo, ma è effetto dello sviluppo economico anche se ad esso in qualche misura "contribuisce". imho.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ancora oggi, in Italia, la burocrazia - novella inquisizione - basta da sé a scoraggiare tanti potenziali imprenditori, e il nepotismo mafioso della rendita potenziali studiosi, che vanno all'estero.
    si. se per burocrazia intendi l'attività degli enti pubblici, allora mi sa che essa "serve" a non "licenziare" tutti i pubblici dipendenti. questo ovviamente spiegherebbe perché servizi come SPID di Poste Italiane o la dichiarazione dei redditi "on-line" non vengono implementati. ma ci sarebbe di peggio, dico se la burocrazia non ci fosse.

  15. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    ma scusa, non ho capito perché pensi che la rendita abbia pregiudicato lo sviluppo di italia e spagna. sarebbe come dire che tabacco cacao e coca abbiano pregiudicato lo sviluppo economico delle civiltà precolombiane.
    beh, infatti quelle civiltà sono state annientate, così come poi chi le ha annientate;
    se hai un contadino/servo che ti porta il grano e il pollame, le uova e il burro, non devi essere particolarmente intelligente; se puoi pagare dei mercenari, ti puoi fidare finché hai soldi; se hai cittadini liberi, cambia la musica; la piccola Olanda ha sconfitto la grande Spagna e fondato un impero;
    ti domando: è possible giudicare l'efficienza di un sistema economico "dal di fuori", cioè prescindendo dalle regole interne al sistema stesso? meglio usa o italia? dipende da dove ti trovi. se stai in usa o in italia. in economia non esiste niente di "assoluto", come d'altra parte nelle "matematiche".
    ovvio; la misurazione è convenzionale e parte dalla quantità di prodotto e opportunità pro-capite;

    se il fine del "sistema" è la sua sopravvivenza e conservazione di status, finché una modalità "feudale" consente la conservazione di quella performance, puoi dire che "funziona"; ma se un impero, come quello spagnolo, crolla in pochi decenni da centro del mondo a potenza periferica in via di depauperamento, la misura ti indica inefficienza di sistema;
    poi, che un ceto di aristocratici sia riuscito a vivere relativamente "bene" sulle spalle degli impoveriti è una questione interna al sistema; un padre può smettere di lavorare e far prostituire le figlie, mantenendo lo stesso tenore di vita;

    quelle che contavano invece erano proprio loro a leggere quel tipo di opere, il che era un po', se mi permetti, come leggere i libri di "fantascienza" oggi.
    ti permetto, ma è una cazzata; sono i risultati a testimoniarlo; prima della Controriforma l'Italia era fucina di idee e innovazione; dopo un feudo di gente spaventata e immeschinita, prigioniera;

    si. ma mi spieghi cosa c'entra la "caduta dei gravi" con le tecnologie dell'epoca? quelli che andavano per mare utilizzavano conoscenze vecchie di secoli, se non di millenni. stessa cosa per i produttori di armi, di moneta, di utensili, di macchine, ecc. la tecnologia non è causa di sviluppo, ma è effetto dello sviluppo economico anche se ad esso in qualche misura "contribuisce". imho.
    mica vero; nel XVII* sec il Giappone era il primo produttore di armi da fuoco de mondo; la casata dei samurai non amava l'idea che un contadino potesse disporre di un arma più letale della sua katana, e l'industria è stata smantellata; col che, il paese è diventato periferico tra le potenze mondiali; in quella posizione avrebbe potuto contendere il continente americano a spagnoli, inglesi e olandesi;
    il feudalesimo francese con gli ugonotti a perso la spina dorsale dell'industria tessile, che ha fatto la fortuna dell'Inghilterra, inclusiva; ma ha solo posticipato la rivoluzione, che di fatto è scoppiata in seguito ad una carestia; se ci fosse stato quel valore aggiunto, lo scambio avrebbe potuto facilmente compensare comprando generi alimentari e impedendo la crisi di consenso;

    per questo l'output stabile di ricchezza è un indicatore efficiente di solidità di un sistema di consenso, se riesce a distribuire i sacrifici e la redistribuzione in modalità tali da garantire un consenso; il crollo dell'esercito borbonico di fronte ai garibaldini è un buon esempio di consenso debole che spiega l'esito, apparentemente assurdo e inspiegabile; e così le successive inefficienze militari italiane, tipiche di un popolo di sudditi, anziché di cittadini; quello è un "effetto rendita" tradotto in politica; un cittadino combatte per una democrazia che è "sua"; un suddito per il sovrano, ma solo finché quello garantisce il pane, che il cittadino si fa da sé; il suddito ragionerà da mercenario e si squaglierà non appena avrà visto che il sovrano è caduco.
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