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Discussione: Libertà religiosa o libertà dalla religione ?

  1. #1
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    Libertà religiosa o libertà dalla religione ?

    Libertà religiosa o libertà dalla religione ?

    In Italia il pensiero laicista di solito identifica la Riforma protestante e gli effetti anti-clericali della Rivoluzione francese come gli eventi che permisero all’Europa centro-settentrionale maggior sviluppo socio-economico rispetto alle nazioni dominate dalla religione cattolica. Ma fu davvero così ?

    Il protestantesimo dette la possibilità ai cristiani di leggere la Bibbia senza la mediazione del clero. Sarebbe questa una delle “ragioni” per cui “l’opinione religiosa” protestante è più libertaria di quella cattolica. Però se il fedele legge i testi sacri senza la mediazione del clero, la Bibbia crea inevitabilmente pluralità di interpretazioni e letture, discussioni e liti.

    Per evitare problemi di convivenza tra appartenenti a diverse religioni nel 1648 fu stipulata la “pace di Westfalia”, che fece finire la cosiddetta “guerra dei trent’anni”, iniziata nel 1618, e alla “guerra degli ottant’anni” tra la Spagna e i Paesi Bassi. La pace venne completata con il “trattato dei Pirenei” del 1659 che fece concludere le ostilità tra Spagna e Francia.

    Con la “pace di Westfalia” si decise che la religione di uno Stato era quella del suo sovrano. Ma quel congelamento religioso nei maggiori Stati europei fu impossibile.

    Poco più di un secolo dopo l’arciduca d’Austria Giuseppe II (1741 – 1790), imperatore del Sacro Romano Impero dal 1765, emancipò gli ebrei, i luterani, i calvinisti, i greco-ortodossi che vivevano nella più grande monarchia cattolica d’Europa.

    In precedenza erano stati pubblicati due importanti saggi sulla tolleranza religiosa.

    Il primo saggio fu quello pubblicato nel 1689 con il titolo “Lettera sulla tolleranza”, scritto dal filosofo e medico inglese John Locke (1632 – 1704) in un periodo in cui si temeva che il cattolicesimo potesse predominare in Inghilterra, e rispondeva ai problemi religiosi e di governo dell’epoca proponendo la tolleranza religiosa.

    Il secondo saggio fu quello scritto dal filosofo e scrittore francese François-Marie Arouet, che usava firmarsi con lo pseudonimo “Voltaire” (1694 – 1778): il “Trattato sulla tolleranza”, pubblicato nel 1763. E’ un testo riguardante la libertà religiosa; libertà di culto o di cambiare religione oppure di non credere in nessuna religione, conservando gli stessi diritti dei cittadini che hanno una fede differente. Comprende anche il diritto di testimoniare e diffondere il proprio messaggio religioso nella società, senza essere oggetto di disprezzo o di persecuzione.

    Giudicata senza prevenzioni religiose e considerazioni teologiche, la Riforma protestante ebbe comunque il merito di sfidare il papa e i regnanti cattolici (braccio armato della Chiesa) e di legittimare il dissenso. Però gli effetti non furono immediati.

    Martin Lutero si ribellò al Vaticano, ma la sua Chiesa non fu meno dura con gli anabattisti di quanto il “Sant’Uffizio” lo fu con i luterani.

    L’Inghilterra di Enrico VIII si ribello al papa, ma la Chiesa anglicana trattò le sette protestanti con la stessa ferocia con cui Maria “la sanguinaria”, moglie del re di Spagna Filippo II, perseguitò i suoi connazionali scismatici nel breve periodo del suo regno.

    I calvinisti, gli ugonotti, i metodisti ed altri furono perseguitati e repressi, ma non furono meno intransigenti e intolleranti dei loro oppressori.

    Nelle guerre di religione vi furono sempre motivazioni politiche, ma la contrapposizione tra le diverse fedi cristiane rese i contendenti più feroci e crudeli.

    Nel nostro tempo siamo fortunati. Il computer, Internet ed i forum ci permettono le contrapposizioni senza spargimento di sangue. Gli scontri su diversi aspetti della religione cristiana possono indurre all’offesa di chi la pensa diversamente, ma non c’è il rogo.
    Ultima modifica di doxa; 27-02-2020 alle 20:44

  2. #2
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    Nel Concilio Vaticano II i padri conciliari approvarono nel 1965 la dichiarazione titolata “Dignitatis humanae” concernente la libertà religiosa nel mondo moderno, cioè il diritto delle persone e delle comunità di poter manifestare liberamente la loro fede nell’ambito dello Stato di diritto. Quella dichiarazione, approvata in un contesto storico diverso da quello attuale, ha offerto alla Chiesa un presunto orizzonte di credibilità ed ha favorito, a suo dire, la sua testimonianza evangelica nel contesto della società contemporanea, nella quale le grandi tradizioni religiose appaiono come il residuo di epoche e culture antiche.

    Comunque, dovunque si ponga oggi il problema della libertà religiosa, questo concetto è discusso in riferimento ad una concezione dei diritti umani e delle libertà civili che è associata alla cultura politica liberale, democratica, pluralistica e secolare.

    La libertà religiosa è la libertà di cambiare religione o di non professarne alcuna, di manifestarla senza limitazioni o ritorsioni da parte di autorità costituite, conservando gli stessi diritti dei cittadini che hanno fede differente.

    Ovviamente la libertà religiosa comprende anche il diritto di testimoniare e diffondere il proprio messaggio nella società, senza per questo essere oggetto di disprezzo o di persecuzione. Ma la libertà vuole anche la manifestazione di pensiero di chi detesta o contesta il contenuto mitologico di una religione.

    Le Nazioni Unite hanno tutelato espressamente la libertà religiosa nell'art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

    In Italia la Costituzione tutela questo diritto agli articoli 3, 7, 8, 19, 20, 21, 117 comma 2 lettera C. Inoltre ci sono leggi apposite, come il Concordato tra Stato e Chiesa cattolica o intese con altre religioni.

    L’odierna radicalizzazione religiosa indicata come “fondamentalismo”, nell’ambito delle diverse culture politiche, è connotata spesso da una specifica reazione alla concezione liberale dello Stato moderno, a motivo del suo relativismo etico e della sua indifferenza nei confronti della religione.

    Di solito una religione è utile nella vita politica e sociale dei popoli se riesce a tutelare la qualità della convivenza e dare orientamento all’esistenza di chi ne ha bisogno.

    Le imponenti migrazioni a causa della povertà o di un permanente stato di guerra, stano creando in Occidente, società strutturalmente interreligiose, interculturali, interetniche. Papa Francesco è favorevole all’accoglienza, pur essendo consapevole che mina anche la Chiesa cattolica, la quale col tempo sarà sempre più ridimensionata, o perlomeno questa è la mia speranza.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Interessante questo excursus storico poiché dimostra che il messaggio evangelico quando viene veicolato non può far a meno, per affermarsi, della forza e della violenza sia psichica che fisica, tutto il contrario di quando tale messaggio è nato ed è partito; allora mi chiedo se nell'epoca di Internet, dove a tutti è concesso di conoscere e pensare in tutta tranquillità, tale messaggio non sia diventato un messaggio prettamente interiore.
    Cioè voglio dire che tale messaggio oggi mi sembra maturo per essere un messaggio personale che coinvolga solo chi lo fa suo per un suo continuo divenire che sia anche un essere, ossia un pensare per agire di conseguenza, a suo piacimento, senza dogmi e riti da rispettare, ossia senza religione e senza intermediari.
    Sarebbe una libertà senza paura.
    Ultima modifica di crepuscolo; 27-02-2020 alle 19:34

  4. #4
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    Crepuscolo ha scritto
    mi chiedo se nell'epoca di Internet, dove a tutti è concesso di conoscere e pensare in tutta tranquillità, tale messaggio non sia diventato un messaggio prettamente interiore.
    Cioè voglio dire che tale messaggio oggi mi sembra maturo per essere un messaggio personale che coinvolga solo chi lo fa suo per un suo continuo divenire che sia anche un essere, ossia un pensare per agire di conseguenza, a suo piacimento, senza dogmi e riti da rispettare, ossia senza religione e senza intermediari.
    Sarebbe una libertà senza paura.
    Buonasera Crep, se non sbaglio alludi alla spiritualità personale verso il trascendente senza la necessità di una religione come intermediaria, che col tempo diventa istituzione di potere politico e socio-economico. In caso affermativo sono d’accordo con te.

    Sono ateo ma necessito di spiritualità, verso cosa, verso chi ? Questo è il mio problema. Ho la convinzione che non esistono deità, allora a chi rivolgermi ? al Sole come gli Egizi ?
    Il mio anelito verso la spiritualità rimane ancorato in me come un macigno, col quale convivo senza problemi.

    E quale spiritualità ? Purtroppo non c’è il concetto di spiritualità universalmente condiviso e le definizioni sono insoddisfacenti.

    A seconda delle diverse correnti spiritualiste, la spiritualità può denotare scarso attaccamento alla materialità.

    Al bisogno umano di spiritualità le varie religioni istituzionali rispondono esponendo le proprie credenze tramite dogmi da credere per fede, ma non dimostrabili, di qui la graduale decadenza del loro ascendente fra le masse, in quest’epoca caratterizzata dall’esperienza scientifica.

    Pretendere che l’uomo contemporaneo assuma un’affermazione come certa, senza che gliene possa essere data una prova, una dimostrazione, appare oggi in contrasto con il sapere scientifico basato sull’esperienza.

    Nelle religioni è andato sempre più prevalendo l’aspetto rituale, sociale ed esteriore.

    Le religioni istituzionalizzate in rigide gerarchie e in dogmi spesso contrastanti, hanno cercato di imporre il proprio punto di vista e la propria egemonia sconvolgendo l’umanità con guerre e persecuzioni, invece di portare conforto, pace e amore nell’umanità. E’ questo un altro dei motivi per cui l’ateismo e l’agnosticismo sono aumentati. L’uomo del nostro tempo considera con scetticismo e diffidenza le parole Dio e religione.

    Dio è solo un’invenzione dell’uomo per non sentirsi solo nell’universo.

  5. #5
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    Al bisogno umano di spiritualità le varie religioni istituzionali rispondono esponendo le proprie credenze tramite dogmi da credere per fede, ma non dimostrabili, di qui la graduale decadenza del loro ascendente fra le masse, in quest’epoca caratterizzata dall’esperienza scientifica.

    Pretendere che l’uomo contemporaneo assuma un’affermazione come certa, senza che gliene possa essere data una prova, una dimostrazione, appare oggi in contrasto con il sapere scientifico basato sull’esperienza.

    Nelle religioni è andato sempre più prevalendo l’aspetto rituale, sociale ed esteriore.

    Le religioni istituzionalizzate in rigide gerarchie e in dogmi spesso contrastanti, hanno cercato di imporre il proprio punto di vista e la propria egemonia sconvolgendo l’umanità con guerre e persecuzioni, invece di portare conforto, pace e amore nell’umanità. E’ questo un altro dei motivi per cui l’ateismo e l’agnosticismo sono aumentati. L’uomo del nostro tempo considera con scetticismo e diffidenza le parole Dio e religione.

    Dio è solo un’invenzione dell’uomo per non sentirsi solo nell’universo.
    Ciao, doxa.
    Ho trovato molto interessante e, per questo spazio, esaustivo, il tuo primo post.
    Un po' meno interessante le parti che ho qui ripreso. Quello delle religioni istituzionale che richiedono la fede cieca nei dogmi "Non dimostrabili" mi sembra un giudizio affrettato e superficiale. É vero che abbiamo conosciuto da sempre l'obbligo di andare a messa senza capirne la ragione, é vero che ascoltavamo annoiati la predica senza sapere di cosa stesse parlando il parroco, ma, come hai accennato tu, per la Chiesa Cattolica c'é stato un Concilio Vaticano II che ha notevolmente stravolto non solo l'immagine pubblica, le relazioni con il mondo civile, i rapporti con le altre religioni (Nostra Aetate), il ruolo dei laici e tanto altro. Ma oltre a questi cambiamenti, non ancora del tutto tradotti dalle parti piú conservatrici, c'é stato, imho, un sincero tentativo di ritorno ai valori primari della spiritualitá e della solidarietà. Fenomeno che attraversa anche altre Religioni, ad esempio attraverso un diffuso dibattito interno all'Islam dopo gli attentati del 11 settembre di cui percepiamo, purtroppo, molto poco. Cosí come siamo poco informati a proposito di gruppi piú specificatamente spirituali e anche mistici all'interno delle varie correnti religiose. Che lo scetticismo, l'ateismo e l'agnosticismo siano una conseguenza della rigidità delle religioni é , permettimi, un'opinione. Rispettabile, ma che manca di un riscontro oggettivo. Io lo attribuisco piuttosto alla mancata necessità e volontà di porsi domande che turbino le nostre abitudini e convenienze.
    La tua ultima affermazione, evidenziata in rosso, é, con tutto rispetto, il tuo dogma, non dimostrabile scientificamente.
    Aut hic aut nullubi

  6. #6
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    le teologie "alte" tutto sommato si assomigliano tutte;

    le differenze sono nelle dottrine che le traducono in precetti;

    il dato più evidente è che la versione riformata del Cristianesimo, con la centralità paolina della coscienza, si presta a rappresentare il sentimento di società basate sull'iniziativa individuale, la libertà e la responsabilizzazione, ed è abbastanza vicina all'ebraismo originario;

    Cattolicesimo e Islam trovano più facilmente radicamento in società rurali e tradizionaliste, dove vige una mentalità autoritaria, patronale, di tipo para-feudale, della rendita;
    protestanti ed ebrei sono tenuti da sempre a saper leggere e scrivere, e questo è diventato determinante a farne dei borghesi, e anche a valorizzare l'elemento femminile; l'apostolato universale dei riformati include anche le donne, e tutti gli storici sono concordi a considerare questo come un prodromo importantissimo dell'ideologia democratica e ugualitaria;
    la Riforma, non va dimenticato, nasce contro l'autorità; per quanto poi possa essere divenuta dominante, tutte le società governate da un ceto dirigente riformato sono divenute democrazie, con l'eccezione tedesca, divisa nelle due confessioni.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
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    King Kong ha scritto:
    “La tua ultima affermazione, evidenziata in rosso, é, con tutto rispetto, il tuo dogma, non dimostrabile scientificamente.
    Buonasera king, la mia affermazione evidenziata in rosso:
    “Dio è solo un’invenzione dell’uomo per non sentirsi solo nell’universo”, va completata con la frase: “E’ l’uomo che ha creato Dio e non Dio l’uomo.

    Infatti numerosi studiosi concordano che l’uomo preistorico si convinse della possibilità dell’esistenza di “qualcosa dopo la morte” circa 90 mila anni fa, ma ce ne vollero altri 60.000 perché il concetto di “Dio” apparisse nella cultura umana, e quel Dio era femmina! La “Grande Madre” o “Dea Madre”, divinità femminile primordiale, presente in diverse culture fin dal periodo paleolitico, circa 35 mila anni fa coinvolgendo le civiltà dei cacciatori-raccoglitori, e poi nel periodo neolitico, interessando civiltà già centrate sull’agricoltura e sull’allevamento del bestiame.

    La Dea Madre esprime il ciclo della nascita, sviluppo-maturità, declino, morte e rigenerazione della Natura.

    In Europa l’orizzonte temporale di questa divinità è compreso tra il 35 mila a. C. al 3 mila a. C. circa. Nell’isola di Creta è presente fino al II millennio a. C..

    Le numerose figure femminili steatopigie (ipertrofia adiposa) rinvenute in tutta Europa, simboleggiano la Dea Madre, potenza generatrice dell’universo: creava la vita per partogenesi.

    Il culto verso di lei fu la prima forma di religione comparsa sulla terra.

    La Grande Madre è figura mitologica matrifocale di origine paleolitica, diffusa nell’Europa dell’epoca neolitica, poi obliterata dall’emergente “Dio Padre” e padrone, adatto alla cultura patriarcale.

    Può suscitare perplessità il culto verso la “Dea Madre” in società sicuramente patriarcali in epoca neolitica. Ma se pensiamo che questa divinità rappresentava il ciclo della nascita, sviluppo-maturità, declino, morte e rigenerazione della Natura, allora come ipotesi di prima dea (creata dall’immaginazione dell’uomo antecedente al culto verso il Dio Padre) è accettabile.

    Mi sembra interessante l’idea della Dea Madre come l’altra metà del Dio Pater.

  8. #8
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ciao, doxa.
    Ho trovato molto interessante e, per questo spazio, esaustivo, il tuo primo post.
    Un po' meno interessante le parti che ho qui ripreso. Quello delle religioni istituzionale che richiedono la fede cieca nei dogmi "Non dimostrabili" mi sembra un giudizio affrettato e superficiale. É vero che abbiamo conosciuto da sempre l'obbligo di andare a messa senza capirne la ragione, é vero che ascoltavamo annoiati la predica senza sapere di cosa stesse parlando il parroco, ma, come hai accennato tu, per la Chiesa Cattolica c'é stato un Concilio Vaticano II che ha notevolmente stravolto non solo l'immagine pubblica, le relazioni con il mondo civile, i rapporti con le altre religioni (Nostra Aetate), il ruolo dei laici e tanto altro. Ma oltre a questi cambiamenti, non ancora del tutto tradotti dalle parti piú conservatrici, c'é stato, imho, un sincero tentativo di ritorno ai valori primari della spiritualitá e della solidarietà. Fenomeno che attraversa anche altre Religioni, ad esempio attraverso un diffuso dibattito interno all'Islam dopo gli attentati del 11 settembre di cui percepiamo, purtroppo, molto poco. Cosí come siamo poco informati a proposito di gruppi piú specificatamente spirituali e anche mistici all'interno delle varie correnti religiose. Che lo scetticismo, l'ateismo e l'agnosticismo siano una conseguenza della rigidità delle religioni é , permettimi, un'opinione. Rispettabile, ma che manca di un riscontro oggettivo. Io lo attribuisco piuttosto alla mancata necessità e volontà di porsi domande che turbino le nostre abitudini e convenienze.
    La tua ultima affermazione, evidenziata in rosso, é, con tutto rispetto, il tuo dogma, non dimostrabile scientificamente.
    Parafrasando la grande Patty Pravo....Pensiero stupendo, il tuo!

    Comunque la si pensi, qualunque sia il nostro status di credenti o di non credenti, essere convinti che Dio sia solo un'invenzione dell'uomo, farebbe di un San Francesco, di un Mahatma Gandhi, di un Dalai Lama, di una Madre Teresa, di un Massimiliano Kolbe, di un Papa Francesco eccetera, soltanto dei poveri illusi. Dei poveri sognatori fanatici....
    Te la senti Doxa?
    amate i vostri nemici

  9. #9
    رباني L'avatar di King Kong
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    King Kong ha scritto:

    Buonasera king, la mia affermazione evidenziata in rosso:
    “Dio è solo un’invenzione dell’uomo per non sentirsi solo nell’universo”, va completata con la frase: “E’ l’uomo che ha creato Dio e non Dio l’uomo.

    ...
    Grazie per la precisazione e per la tua ricostruzione storica dello sviluppo della religione (sulla quale avrei molto da ridire, ma al momento non ha importanza).

    Amplifico il mio concetto.
    La visione secondo la quale il credente é uno sprovveduto che ha paura del buio e dei temporali e quindi si crea un Dio che gli stia accanto a fargli compagnia la ritengo piuttosto infantile.
    Il mio punto di vista fa il percorso esattamente inverso. Cioé, a monte vedo un universo infinito, eterno, incomprensibile nella sua totalità e dall'altra un piccolo essere vivente relegato su un pianeta del tutto insignificante che diventa consapevole della sua nullità e cerca nelle parole uno strumento per comunicare la sua impotenza. A secondo del luogo, del tempo e delle proprie capacitá intellettuali, la descrizione passerà dal grande serpente che sputa il cosmo dalla bocca, a Shiva che con la sua danza crea l'universo, alla Dea Madre e feconda, a Dio Padre creatore.. e perchè no, un Dio Padre e una Dea Madre che copulano e generano, il principio del Tre di Gurdjieff, il vuoto del brahman alle spalle di tutte le divinità, l'eterno divenire di Eraclito, l'immobilità del Principio di Platone e l'origine delle Idee nell'iper-Urano, nessuna divinità all'infuori di Dio dell'Islam, la verità che non é possibile esprimere del Tao... e via via attraverso i secoli.
    Per dire, non é la metafora o la parabola il problema in questione. Non é la vivisezione del dito che ci spiega la luna. Non ha importanza stabilire se esiste una legge fisica che abbia fatto crollare le mura di Gerico al suono delle trombe (Giosuè 6). Non importa se sia veritá storica il matrimonio di Maria, madre di Gesú, a dodici anni (Protovangelo di Giacomo, VIII, 2) o se davvero Giosuè fermò il sole e la luna in mezzo al cielo (Giosuè 10). Il mistero di fondo é sempre lo stesso, la narrazione varia a secondo degli strumenti di chi racconta e di chi ascolta.
    Per questo terrei separate le due cose, la narrazione in un certo senso arbitraria, e ciò che resta impossibile da descrivere.
    L'esercizio di indicare al prete pedofilo o al jihadista sanguinario, all'inquisitore domenicano o al suicida talebano per discreditare o relativizzare i percorsi spirituali di singoli o di gruppi, é un gioco di prestigio di pessima qualità.
    Non mi riferisco a nessuno in particolare, ma mi ricorda la favola della volpe e l'uva.
    Aut hic aut nullubi

  10. #10
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Grazie per la precisazione e per la tua ricostruzione storica dello sviluppo della religione (sulla quale avrei molto da ridire, ma al momento non ha importanza).

    Amplifico il mio concetto.
    La visione secondo la quale il credente é uno sprovveduto che ha paura del buio e dei temporali e quindi si crea un Dio che gli stia accanto a fargli compagnia la ritengo piuttosto infantile.
    sotto il profilo della rappresentazione, questo ha un senso; cioè, non necessariamente il credente è uno sprovveduto;
    tuttavia:
    Il mio punto di vista fa il percorso esattamente inverso. Cioé, a monte vedo un universo infinito, eterno, incomprensibile nella sua totalità e dall'altra un piccolo essere vivente relegato su un pianeta del tutto insignificante che diventa consapevole della sua nullità e cerca nelle parole uno strumento per comunicare la sua impotenza.
    tu non affermi affatto l'inverso del concetto espresso da Doxa, ma esattamente un punto di vista soggettivo del credente, cioè una cosa che parte dalla stessa necessità dell'individuo, non un Dio "oggettivo";

    del resto, se esistesse un dio, e a questo si intendesse attribuire un precetto morale - il senso di ogni religione; le religioni non sono training autogeno - si dovrebbe supporre che questo Ente supremo comunichi il Suo volere in modo inequivoco; e allora non dovrebbero esservi diverse dottrine, ma occasionali trasgressori di un solo corpus precettizio generalmente recepito come "autentico", come chi passi col rosso al semaforo;

    chi eventualmente sostenga come deliberata l'ambiguità, o incomprensibile il volere divino, poi deve anche astenersi da qualsiasi postura precettizia; perché se n0on mi sai argomentare il volere divino come coerente, non puoi nemmeno dirmi cosa Egli vorrebbe che io facessi.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Ciao, doxa.
    Ho trovato molto interessante e, per questo spazio, esaustivo, il tuo primo post.
    Un po' meno interessante le parti che ho qui ripreso. Quello delle religioni istituzionale che richiedono la fede cieca nei dogmi "Non dimostrabili" mi sembra un giudizio affrettato e superficiale. É vero che abbiamo conosciuto da sempre l'obbligo di andare a messa senza capirne la ragione, é vero che ascoltavamo annoiati la predica senza sapere di cosa stesse parlando il parroco, ma, come hai accennato tu, per la Chiesa Cattolica c'é stato un Concilio Vaticano II che ha notevolmente stravolto non solo l'immagine pubblica, le relazioni con il mondo civile, i rapporti con le altre religioni (Nostra Aetate), il ruolo dei laici e tanto altro. Ma oltre a questi cambiamenti, non ancora del tutto tradotti dalle parti piú conservatrici, c'é stato, imho, un sincero tentativo di ritorno ai valori primari della spiritualitá e della solidarietà. Fenomeno che attraversa anche altre Religioni, ad esempio attraverso un diffuso dibattito interno all'Islam dopo gli attentati del 11 settembre di cui percepiamo, purtroppo, molto poco. Cosí come siamo poco informati a proposito di gruppi piú specificatamente spirituali e anche mistici all'interno delle varie correnti religiose. Che lo scetticismo, l'ateismo e l'agnosticismo siano una conseguenza della rigidità delle religioni é , permettimi, un'opinione. Rispettabile, ma che manca di un riscontro oggettivo. Io lo attribuisco piuttosto alla mancata necessità e volontà di porsi domande che turbino le nostre abitudini e convenienze.
    La tua ultima affermazione, evidenziata in rosso, é, con tutto rispetto, il tuo dogma, non dimostrabile scientificamente.
    Cosa vuoi che turbino esseri invisibili ed indimostrati o fenomeni/energie sempre indimostrati?
    Quali domande, di grazia, il non credente non si fa, secondo te, e dovrebbe farsi?
    Pensi che chi non crede non abbia maturato il suo non credere solo per non pensare e stare tranquillo? Forse che cultura e uso della testa siano un optional?
    O forse chi non vuole porsi due domande e conoscere, ampliando gli orizzonti del sapere, restando nella fantasia e speranza consolatorie di fenomeni ed esseri immateriali, sarà in realtà il credente o chi simpatizza per questi genere di cose?
    Perché fino a prova contraria è sempre stata una stampella, un tappabuco alle insicurezze umane ed alle incertezze della vita ricorrere a certe credenze.

    Se c'è da stare meno tranquilli o temere qualcuno, qui c'è da pararsi dal bipede, coronavirus a parte.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  12. #12
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    E quale spiritualità ? Purtroppo non c’è il concetto di spiritualità universalmente condiviso e le definizioni sono insoddisfacenti.
    A seconda delle diverse correnti spiritualiste, la spiritualità può denotare scarso attaccamento alla materialità.


    Spiritualità: Ricerca dell'ordine invisibile delle cose e dell'ordine invisibile che governa e determina la Realtà.
    La Spiritualità è, prima di tutto, "ricerca". Una ricerca che parte da domande ben precise: Che cos'è la Realtà? Che cosa è ciò che noi definiamo "Reale"? Qual è l'"ordine invisibile" che sta dietro la Realtà e per cui la Realtà è ciò che è? E quali sono le leggi che regolano questo "ordine invisibile" per cui le cose, cioè la Realtà, è quella che è?
    Dalla ricerca dell' "ordine invisibile" che determina ciò che noi chiamiamo Reale, ne scaturisce poi la ricerca sul rapporto che esiste tra questo "ordine invisibile" e la mia personale vita...il mio personale ruolo di individuo in questa Realtà e in questo "ordine". Ne scaturisce quindi la ricerca e la definizione di cosa è "bene" e cosa è "male".

    Questa è la "spiritualità".

    Le religioni cercano di dare una risposta a queste domande. Ma sono risposte NON oggettive. E proprio in questo sta il limite delle religioni.
    La Spiritualità, invece, cerca risposte OGGETTIVE...cioè cerca la Verità. Ed è per questo che la Spiritualità si può avvalere, nella sua ricerca, delle risposte parziali date dalle religioni, ma non solo. La Spiritualità si avvale anche della Scienza...e direi SOPRATTUTTO della Scienza, proprio perchè la Spiritualità cerca risposte OGGETTIVE e NON SOGGETTIVE...o dipendenti da una cultura o da una tradizione o da un "pensiero dominante".

    La Spiritualità non c'entra NULLA con lo scarso attaccamento alla materialità.
    E' vero, piuttosto, che alcune correnti spirituali, nella loro ricerca della Verità sono arrivate a individuare nel non attaccamento alla materialità un aspetto della Verità. Il che è, evidentemente, un grossolano errore per il semplice motivo che noi siamo anche materia e quindi l'attaccamento alla materialità è una caratteristica intrinseca del nostro essere. Non si può far finta che non esista.

    La Spiritualità è, quindi, uno spazio APERTO che si avvale di qualunque strumento purchè sia finalizzato alla ricerca e alla definizione della Verità OGGETTIVA sulla Realtà.
    Perchè è uno "spazio APERTO"? Perchè molte cose, sul funzionamento della Realtà, ancora non le conosciamo. Molte le conosciamo. Ma molte altre no.
    Nella Spiritualità non esistono DOGMI. Esiste solo ciò che è OGGETTIVO (Verità oggettiva) e, per la parte di Realtà che ancora non conosciamo, esiste solo ciò che è RAGIONEVOLE.
    Nella Spiritualità i DOGMI non esistono.

    Possiamo vivere senza Spiritualità? Certo che si. Molti lo fanno. Sono coloro che vivono senza farsi domande...senza un lavoro di ricerca individuale....e si limitano a recepire e a praticare le "visioni del mondo" che hanno assorbito dal pensiero dominante. Qualunque esso sia.
    Per la persona Spirituale NON ESISTE nessun pensiero dominante. Esiste solo la ricerca personale. Una ricererca in cui, ciascuno, è soggetto attivo e protagonista. E la ricerca indaga tutto...non ha limiti nè barriere...nè tabù...nè, tantomeno, dogmi.
    Ultima modifica di xmanx; 28-02-2020 alle 10:07
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  13. #13
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Crepuscolo ha scritto

    Buonasera Crep, se non sbaglio alludi alla spiritualità personale verso il trascendente senza la necessità di una religione come intermediaria, che col tempo diventa istituzione di potere politico e socio-economico. In caso affermativo sono d’accordo con te.

    .[/COLOR][/B]
    Si

  14. #14
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Crepuscolo ha scritto

    Buonasera Crep, se non sbaglio alludi alla spiritualità personale verso il trascendente senza la necessità di una religione come intermediaria, che col tempo diventa istituzione di potere politico e socio-economico. In caso affermativo sono d’accordo con te.

    Sono ateo ma necessito di spiritualità, verso cosa, verso chi ? Questo è il mio problema. Ho la convinzione che non esistono deità, allora a chi rivolgermi ? al Sole come gli Egizi ?
    Il mio anelito verso la spiritualità rimane ancorato in me come un macigno, col quale convivo senza problemi.

    E quale spiritualità ? Purtroppo non c’è il concetto di spiritualità universalmente condiviso e le definizioni sono insoddisfacenti.

    A seconda delle diverse correnti spiritualiste, la spiritualità può denotare scarso attaccamento alla materialità.

    Al bisogno umano di spiritualità le varie religioni istituzionali rispondono esponendo le proprie credenze tramite dogmi da credere per fede, ma non dimostrabili, di qui la graduale decadenza del loro ascendente fra le masse, in quest’epoca caratterizzata dall’esperienza scientifica.

    Pretendere che l’uomo contemporaneo assuma un’affermazione come certa, senza che gliene possa essere data una prova, una dimostrazione, appare oggi in contrasto con il sapere scientifico basato sull’esperienza.

    Nelle religioni è andato sempre più prevalendo l’aspetto rituale, sociale ed esteriore.

    Le religioni istituzionalizzate in rigide gerarchie e in dogmi spesso contrastanti, hanno cercato di imporre il proprio punto di vista e la propria egemonia sconvolgendo l’umanità con guerre e persecuzioni, invece di portare conforto, pace e amore nell’umanità. E’ questo un altro dei motivi per cui l’ateismo e l’agnosticismo sono aumentati. L’uomo del nostro tempo considera con scetticismo e diffidenza le parole Dio e religione.

    Dio è solo un’invenzione dell’uomo per non sentirsi solo nell’universo.
    La spiritualità è un sentimento che dura tutta la vita, non puoi mai dire sono arrivato, al massimo puoi dire, sempre a te stesso, sono sulla strada giusta; infatti è una strada personale, nessuno può regalartela se tu non la regali prima a te stesso, casomai può confortarti quando trovi un'anima gemella.
    Io ho trovato nel Vangelo la strada su cui incamminarmi e, anche se ho lottato molto nella mia vita, con tutto ciò che la lotta comporta, per rimanerci, ora sono soddisfatto. Ho lottato soprattutto con me stesso, cioè con quella parte di me che voleva arrendersi all'evidenza del mondo, dei fatti, ma come ho già detto, mi ritengo contento più per ciò che non ho fatto o non sono stato che per quello che ho fatto. In sostanza posso dire che la mia è stata una lotta al contrario.
    Ora non voglio tediarti parlandoti di me, poiché per gli altri, che sono quelli con cui di solito ci si confronta, potrei all'apparenza risultare un fallito, ma dentro di me so benissimo ciò che ho fatto e perché l'ho fatto; però posso insegnarti il metodo che ho seguito: leggere il Vangelo, un passo qui od un passo là, soffermarti su ciò che ti colpisce in relazione alla vita che stai vivendo ( per questo ritengo il Vangelo attuale), rifletterci e stare un po' con quel pensiero osservando che cosa succede intorno a te e dentro di te; da questo potrai capire la tua forza o la tua debolezza di fronte agli eventi che ti coinvolgono; la forza può dare un senso quasi di appagamento specialmente nelle avversità, mentre se ti riscopri debole puoi sempre migliorarti, sarà per la prossima occasione.
    Avrei altro da dire ma concludo avvalorando che avere la mente scientifica, cioè ragionare, non disturba affatto con l'avere sentimenti profondi, magari celati in te come un tesoro sepolto dal quale ogni tanto puoi attingere qualche moneta per sapere di più su di te e sugli altri.
    Ciao doxa....e se anche Dio fosse un'invenzione inventala tu.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-02-2020 alle 14:12

  15. #15
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    del resto, se esistesse un dio, e a questo si intendesse attribuire un precetto morale - il senso di ogni religione; le religioni non sono training autogeno - si dovrebbe supporre che questo Ente supremo comunichi il Suo volere in modo inequivoco; e allora non dovrebbero esservi diverse dottrine, ma occasionali trasgressori di un solo corpus precettizio generalmente recepito come "autentico", come chi passi col rosso al semaforo;
    Qui si ha la riproposizione di un'argomentazione inconcludente, più volte contestata con citazioni testuali che vanno oltre lo steccato rappresentato da Lutero, eretto come ultimo baluardo in difesa di teologie che rinnegano rivelazioni divine successive alla Bibbia.
    Il forum deve farsi carico di questo: Axe è fermo a Lutero, come Crep è fermo al Cristo del primo avvento e Cono all'ordine iniziale di Dio "crescete e moltiplicatevi". Quando mai Gesù invitò a mettere al mondo molti figli e a sposarsi? Lui non si sposò e non ebbe figli. Chi lo seguì si lamentò di aver dovuto lasciare la famiglia. E Cono ci viene a dire che non c'è nulla di più anticristiano del non avere figli.
    Ciò che dicono i testi è che la precettistica dipese dai tempi e dalle popolazioni alle quali fu imposta. Inutile insistere con l'esempio del codice della strada, quando ancora non era stata inventata la ruota.
    Praticamente ciò che ci dice Axe, a prescindere dall'invenzione del motore e degli aerei, è che per fare un viaggio tra Europa e America occorrono almeno 21 giorni di viaggio, perché i suoi studi su Colombo e sulle caravelle questo gli dicono.
    Axe fa affermazioni a prescindere dalla realtà attuale.
    Lo stesso Buddha, come abbiamo letto, fece predicazioni diverse a seconda del livello degli interlocutori.
    Krishna indicò diverse vie per raggiungere il traguardo dell'uscita dal circolo vizioso delle continue reincarnazioni.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

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