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Discussione: Reputazione

  1. #1
    Opinionista
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    Reputazione

    Il nick Crepuscolo in un post di un topic ha scritto:
    non voglio tediarti parlandoti di me, poiché per gli altri, che sono quelli con cui di solito ci si confronta, potrei all'apparenza risultare un fallito, ma dentro di me so benissimo ciò che ho fatto e perché l'ho fatto.


    Buonasera Crep, la tua proposizione mi ha fatto riflettere e ricordare un monito di "Charlot" (il famoso attore Charlie Chaplin) coi baffetti e la "bombetta", sempre afflitto dalla malasorte, eppure nobile nella sua libertà e dignità umana:"Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te è un problema loro".



    Nessuno è del tutto indifferente al giudizio degli altri. Ci sono persone che si tormentano nel sospetto di essere giudicati negativamente.

    E' un'esperienza umana comprensibile, specie se si tiene conto dell'aggressività verbale nel web.

    A margine vale anche questo motto dei "Dialoghi di Confucio": "Non preoccuparti del fatto che la gente non ti stima. Preoccupati, invece, del perché non meriti di essere stimato"

    In ambito sociologico la reputazione è un concetto che attiene alla credibilità che un soggetto ha all’interno di un gruppo sociale, anche virtuale. Ma tu sei credibile, perciò non preoccuparti della reputazione.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Tutto giusto, ma nella pratica avere una brutta reputazione (meritata o meno che sia) può portare a conseguenze assai pesanti da sopportare, a scuola, poi sul lavoro, in ambienti sociali in genere. Non è facile essere mal sopportati, disprezzati, umiliati, occorre avere un ottimo concetto di se stessi, tale da farti affrontare con forza d'animo la cattiva accoglienza degli altri. In genere una cattiva reputazione si ha perché qualche motivo magari esiste, spesso sopravvalutato dalla gente. Se ci fai caso, Doxa, spesso tendiamo a considerare in una persona più gli aspetti per noi negativi che quelli positivi. Un mio amico diceva che vedendo passare per strada un uomo assai basso di statura quasi tutti pensano "che ridicolo nanetto". Pochi pensano, per dire, " ma che bello sguardo intelligente!". In alcuni casi la cattiva reputazione si riceve quando sei troppo avanti e la gente non ti capisce. Forse in quei casi può scattare un meccanismo di invidia.
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  3. #3
    Credo non sia facile recuperare e ripristinare la propria reputazione una volta che questa è stata danneggiata. Molte volte la perdita della reputazione non è dovuta ad una nostra mancanza ma a bugie e voci di corridoio; a volte causata da errori che abbiamo commesso da noi stessi. Ristabilire il nostro buon nome non è per niente facile, ma è una cosa che si può fare con pazienza e determinazione.
    Dobbiano imparare a riconoscere i nostri veri amici e a non difenderci da accuse che ci vengono mosse con bugie che ci possono solo fare del male, limitandoci a dire le cose come stanno. I veri amici (che ci conoscono) non crederanno mai alle cattive voci che corrono su di noi, quelli che invece non ci conoscono, potrebbero all'inizio credere a tutte quelle falsità. Dobbiamo avere pazienza e la volontà di dimostrare solo le nostre buone qualità, con il tempo anche quelli che non ci conoscono, cambieranno idea e metteranno in dubbio tutte quelle falsità su di noi.
    Altra cosa è il non difenderci dai pettegolezzi, dalle bugie, e nel contempo mantenere un totale distacco alle dicerie che riguardano gli altri, farci gli affari propri, almeno che non si tratti di qualcosa per cui si debbano giustificare le proprie azioni. Però bisogna prestare attenzione, se si inizia a dare spiegazioni, altre persone si faranno coinvolgere e prenderanno le parti di qualcuno, meglio lasciar perdere e attendere che quei pettegolezzi muoiano per conto loro, se sono fondati su delle stupidità, sarà sicuramente così.
    Poi bisogna essere tolleranti con noi stessi, se abbiamo effettivamente fatto o detto qualche sciocchezza e ora ce ne siamo accorti e pentiti (il risultato di quelle azioni è la perdita della reputazione), dobbiamo trovare una maniera per rimediare. Si può rimediare con delle buone azioni e rivolgendoci agli altri in modo gentile e premuroso, cercare di chiedere scusa (se abbiamo sbagliato è giusto chiedere scusa). Sempre, però, nel rispetto di noi stessi e non creare falsità su falsità.
    Se pensiamo di non farcela da soli la cosa migliore è chiedere aiuto. Possono essere tutte quelle persone che ci sono vicine, un consigliere (anche un terapeuta) o una persona di cui ci fidiamo, un fratello, una sorella, i genitori, un parente o un caro amico.
    Tutti commettono errori. Queste dicerie su di noi dopo un po' di tempo cesseranno, ognuno, anche i nostri accusatori, non ricorderanno più i nostri sbagli essendo troppo occupati a gestitre i loro. Concediamoci del tempo per farci perdonare (se affettivamente abbiamo sbagliato), comportiamoci al meglio anche se non è facile, (dipende dal nostro carattere) troppo spesso facciamo degli errori e vorremmo che subito fossero dimenticati, ma le cose non funzionano così, ecco perchè è una cosa intelligente proteggere la nostra reputazione comportandoci come delle persone di buon carattere. Non biasimiamoci, comunque, troppo.
    E ricordiamo che non è facile “provare” un fatto negativo. Se qualcuno dice che noi abbiamo fatto qualcosa di sbagliato ed è difficile provare il contrario, limitiamoci non a smentire le accuse ma semplicemente a dichiare la nostra innocenza, niente di più.
    Nel tempo l'opinione, specialmente di chi ci conosce, cambierà, saranno portati a valutare quelle false dicerie su di noi, saremo giustificati e le accuse ritenute infondate.
    Alla fine ci sarà pur stata una buona ragione se in qualche modo abbiamo agito così.
    Ristabilita la nostra reputazione dobbiamo proteggerla. Non dobbiamo permettere agli altri di diffondere bugie su di noi. Non prestiamo attenzione a quelli che vengono a riportarci che su di noi sono state dette delle falsità, andiamo direttamente alla fonte, da quella persona che le ha dette. Farci spiegare del perchè sta diffondendo delle falsità su di noi. Che cosa possiamo aver fatto per meritare la sua disistima, o il suo odio? Dovrà rispondere, anche se con difficoltà, ma una volta messo alle strette dovrà farlo.
    Dopo che avremo scoperto da dove proviene la falsa diceria, abbiamo la possibilità di mettere fine a questa bugia una volta per tutte.
    La buona reputazone è una cosa importante in una società come la nostra, ci aiuta a vivere meglio, quindi il nostro primo dovere è quello di mantenerla sempre in vita.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Nessuno è del tutto indifferente al giudizio degli altri. Ci sono persone che si tormentano nel sospetto di essere giudicati negativamente.
    Vero, tutti quando s'interagisce desideriamo essere accettati in un gruppo e la "reputazione" che ci si crea ha un suo peso. Giustamente bisognerebbe preoccuparsi più del giudizio che diamo a noi stessi che di quello degli altri, ma questo dipende dal ruolo che si svolge nella vita e molto dall'autostima che abbiamo, più è alta e meno ci preoccuperemo, non tutti sono(per fare un esempio) come Sgarbi che dice tutto quello che pensa senza peli sulla lingua anche a costo di querele.
    Sul web su cosa si basa? Su quello che scriviamo ed è facile che un discorso venga frainteso per una parola, una virgola al posto sbagliato. Sui pettegolezzi dietro alle quinte che contribuiscono a formare una reputazione dico che il giudizio non dovrebbe basarsi su "voci" sentite, catturate, ma solo sull'osservazione personale, anzi meno ci si presta all'ascolto dietro alle quinte e meglio è, perchè appunto possono essere falsità diffuse proprio per danneggiare.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #5
    L'avatar di Noel
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    non leggerà questo post perché non è in spiritualità , reputazione !

  6. #6
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    Le valutazioni che avete espresso sull’argomento sono di particolare interesse, meritevoli di approfondimento riguardo le opinioni, i pregiudizi e i giudizi sugli altri.

    L’opinione. Chi la manifesta esprime la propria convinzione, giusta o sbagliata, con un commento nei confronti di fatti o persone in assenza di riscontri certi per stabilire la verità. L’opinione può essere transitoria e modificabile in presenza di nuovi elementi.

    Il pregiudizio. E’ basato sulla conoscenza incompleta o su un’analisi parziale delle variabili da considerare, è fondato su convinzioni personali e prevenzioni, tali da condizionare la valutazione e da indurre in errore.
    Il filosofo Voltaire scrisse: “Il pregiudizio è un'opinione senza giudizio”. Infatti il pregiudizio è un giudizio basato su argomenti insufficienti, sull’incompleta conoscenza.

    Il giudizio. Giudicare è una funzionalità adattiva della nostra mente che ci permette di orientarci e decidere. Purtroppo ci sono persone presuntuose e arroganti che non dubitano mai dei loro giudizi.
    L’individuo giudicante emette la sua “sentenza”, mettendo a rischio le relazioni interpersonali nell’ambito lavorativo, amicale o affettivo.
    Giudicare in modo negativo significa esprimere una critica dannosa, ostile.

    Concludo con questo aforisma di Luigi Pirandello


  7. #7
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Sono rimasto meravigliato e sorpreso di essere la causa di una discussione, e poiché sono il diretto interessato vorrei chiarire alcune cose.
    Quando ho parlato di "fallito" non mi riferivo certamente ai tempi dell'infanzia o della scuola come qualcuno può aver pensato, ma al tempo del lavoro, dopo la laurea in Economia e Commercio e l'abilitazione alla professione di Commercialista.

    La prima cosa che ho fatto per iniziare a guadagnare qualcosina è stata quella di istruire i contabili di alcune aziende medio piccole e redigere il Bilancio finale ed anche dichiarazione dei redditi; da qui sono iniziate le prime crisi personali poiché i titolari non si accontentavano che io applicassi i migliori modi per farle andare bene ( per esempio istituire fondi di ammortamento o trovare il momento giusto di acquistare macchinari od immobili) ma volevano che io trovassi il modo migliore per frodare il fisco. In sostanza la mia onestà nella quale ero cresciuto e vissuto fino allora avrei dovuto gettarla alle ortiche e diventare disonesto al pari di loro.
    Poiché la veste del ladro, foss'anche verso lo stato per il quale allora avevo il massimo rispetto, non mi entrava proprio, dopo un po' ho lasciato le consegne. Da premettere che in quel periodo ero fidanzato in casa con mia moglie.
    Prima crisi esistenziale, e primo supposto fallimento poiché i miei amici laureati andavano avanti allegramente, ma io so come.
    Oggi non ho rimpianti per quello che ho deciso allora anche soffrendo, poiché sono riuscito a rimanere onesto. Comunque primo sogno infranto.
    Il seguito un'altra volta.
    Ultima modifica di crepuscolo; 29-02-2020 alle 19:06

  8. #8
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    @Doxa

    Giudicare la vita o il carattere mi sembra un po' eccessivo e fuori luogo.
    Direi che è necessario e sufficiente limitarsi a giudicare le idee e i comportamenti che ne derivano.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  9. #9
    Eufonista L'avatar di BiO-dEiStA
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    C'è gente che si suicida per una reputazione guastata e ingigantita dal web; soprattutto adolescenti ma non solo, pensiamo al caso di Tiziana Cantone.
    Dovremmo imparare tutti dai politici che, per quante balle raccontino e per quanto vengano puntualmente sbugiardati restano sempre in piedi, anche quando cadono in disgrazia per qualche scandalo che, chissà perché, riguarda quasi sempre la sfera privata e molto più raramente quella pubblica o istituzionale. Questa gente non arriva a certi livelli se non si fa crescere il pelo sullo stomaco, e sa benissimo che non si fa carriera dicendo ciò che si pensa.
    Scheletri nell'armadio ne abbiamo tutti, e al giorno d'oggi sono utilizzabili da chiunque ne abbia interesse. Una buona arma può essere quella di stare sulla stessa barca, e allora gli occupanti cercano di non pestarsi i piedi a vicenda; al contrario, si coalizzano bene contro qualsiasi personaggio scomodo che possa minacciare il loro sistema di potere.
    Nel nostro piccolo, per noi comuni mortali valgono regole simili. Ce ne possiamo fregare di chi ci odia ma non può causarci alcun danno, molto meno se invece ci dobbiamo vivere o lavorare. Per quanto mi riguarda, nessuno sa tutto di me; se ho bisogno di confidarmi scelgo la persona, vuoto il sacco fino in fondo, ringrazio per l'attenzione e finita lì, ma non ho dei confidenti specifici. Allo stesso modo ricevo le confidenze di altri, dico la mia e mi tengo il tutto per me, nel più basilare rapporto di correttezza.
    Posso stare antipatico a più di qualcuno, e di solito l'apprezzamento è ricambiato, ma a tutt'oggi non ci sono ancora state campagne denigratorie nei miei confronti. Forse perché tendo a farmi i cavoli miei, a non mordere senza un motivo, e forse anche perché chi volesse attaccarmi potrebbe non trovarsi nella posizione migliore. È chiaro che chi arriva a capire questo è una persona intelligente, e in effetti cerco di fuggire gli stupidi come la peste; se qualcun altro se ne vuole servire per i propri scopi si accomodi pure, io preferisco puntare su altri tavoli. Anche questa per me è una buona regola di sopravvivenza.
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    i miei post in media sono di una dozzina di righe, al più;
    Citazione Originariamente Scritto da Ned Flanders Visualizza Messaggio
    Sono stato tanto...ma tanto Laurina, lontano dal Signore: Ne ho combinate di cotte e di crude. Ti basti sapere soltanto questo....

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    C'è gente che si suicida per una reputazione guastata e ingigantita dal web; soprattutto adolescenti ma non solo, pensiamo al caso di Tiziana Cantone.
    Dovremmo imparare tutti dai politici che, per quante balle raccontino e per quanto vengano puntualmente sbugiardati restano sempre in piedi, anche quando cadono in disgrazia per qualche scandalo che, chissà perché, riguarda quasi sempre la sfera privata e molto più raramente quella pubblica o istituzionale. Questa gente non arriva a certi livelli se non si fa crescere il pelo sullo stomaco, e sa benissimo che non si fa carriera dicendo ciò che si pensa.
    soprattutto, non si fa carriera se non si è in qualche modo ricattabili, e perciò controllabili;
    basta saperlo, e usare i politici e la politica di conseguenza; in fondo, possono essere viste come "sicurezze di sistema"; sai che c'è un prezzo implicito da pagare e ti regoli in base a quello;
    certo che è difficile immaginare una carriera più infelice; per dedicarsi al potere, sia pubblico, sia privato, nelle relazioni personali, bisogna essere psicotici, sofferenti, sublimare il proprio eros, nel senso di potenziale creativo/affettivo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
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    Buongiorno xmanx: ti ringrazio per la precisazione, perché mi permette di chiarire che la frase di Crepuscolo l’ho estrapolata da un suo testo non attinente con questo tema. Mi è servita da pretesto per aprire questo topic e argomentare sulla “reputazione”. Poi nel timore di aver sbagliato e di averlo involontariamente offeso l’ho informato in via privata della mia iniziativa, alla quale ha fatto seguito il suo post in questo topic.

    Ringrazio anche Bio-dEista e axeUgene per aver nel coinvolto nella questione anche politici e faccendieri, i quali mi fanno ricordare la breve favola moraleggiante di Esòpo titolata “Le due bisacce”: “Quando il Creatore ebbe fatto l'uomo, gli mise sulle spalle due bisacce,
    una piena dei difetti degli altri e l'altra piena dei propri difetti;
    quella con i propri difetti penzolava sulla schiena mentre l'altra sul davanti.
    Ecco perché l'uomo vede subito i difetti altrui e non i propri”




    Nei social c’è sempre qualcuno che senza pietà si ostina ad evidenziare i presunti difetti, persino fisici, degli altri, continuando ad essere “ciechi” sui propri.

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