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Discussione: Milano ai tempi della Peste Nera.

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Milano ai tempi della Peste Nera.

    San Carlo Borromeo (1538-1584), cardinale di Santa Romana Chiesa e arcivescovo di Milano dal 1565 al 1583, fu definito, nel decreto di canonizzazione, come «un uomo che, mentre il mondo gli sorride con le maggiori blandizie, vive crocifisso al mondo, vive dello spirito, calpestando le cose terrene, cercando continuamente le celesti, emulo in terra, nei pensieri e nelle opere, della vita degli Angeli». Uhhhh...che paroloni.

    San Carlo era convinto che l’epidemia fosse «un flagello mandato dal cielo» come castigo dei peccati del popolo e che contro di essa fosse necessario ricorrere ai mezzi spirituali: preghiera e penitenza. Egli rimproverò le autorità civili per aver riposto la loro fiducia nei mezzi umani piuttosto che in quelli divini. «Non avevano essi proibito tutte le riunioni pie, tutte le processioni durante il tempo del Giubileo? Per lui, ne era convinto, erano queste le cause del castigo» (Chanoine Charles Sylvain, Histoire de Saint Charles Borromée, Desclée de Brouwer, Lille 1884, vol. II, p. 135). I magistrati che governavano la città continuavano a opporsi alle cerimonie pubbliche, per timore che l’assembramento di persone potesse dilatare il contagio, ma Carlo, «che era guidato dallo Spirito divino» – racconta un altro biografo – li convinse adducendo diversi esempi, tra cui quello di san Gregorio Magno che aveva fermato la peste che devastava Roma nel 590 (Giussano, op. cit. p. 266). Mentre la pestilenza dilagava, l’arcivescovo ordinò dunque tre processioni generali da svolgersi a Milano il 3, 5 e 6 di ottobre, «per placare l’ira di Dio».

    Ma quelle tre grandi processioni non fecero altro che produrre l'effetto opposto. Aumentarono il contagio e la diffusione della Peste. E per fortuna che Carlo era guidato dallo spirito divino.

    Del tutto opposta era la convinzione di suo cugino, il cardinale Federigo Borromeo, qualche decennio dopo. L'idea di organizzare una grande processione per le vie di Milano per chiedere la grazia di suo cugino, San Carlo, e liberare la città dalla peste, gli pareva pericolosa. Ma la politica spingeva per un gesto che tranquillizzasse la popolazione. Alla fine Federigo Borromeo cedette. I suoi timori erano fondati. La solenne processione dell'11 giugno 1630 ammassò migliaia di persone e contribuì a diffondere il contagio.

    E tutto questo mentre il dio "amorevole" di Cono se la rideva sotto i baffi....opppsss...la barba volevo dire.

    Per fortuna poi arrivò Pasteur. Se aspettavamo la chiesa cattolica nessuno di noi sarebbe qui ora.
    Ultima modifica di xmanx; 12-03-2020 alle 12:18
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

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