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Discussione: Decamerin

  1. #181
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Brava Regina, Dark,Turbo, Rdc, bravi tutti.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  2. #182
    Opinionista L'avatar di Escolzia
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    Finalmente sono riuscita a leggere tutto il 3d, complimenti a tutti siete bravissimi.

  3. #183
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Brava regina bel racconto
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  4. #184
    رباني L'avatar di King Kong
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    Forse l’alcol, forse l’ennesimo eccesso d’amore con le ballerine slave e l’ossessione di dover finire il libretto che gli era stato commissionato dal editore, fatto sta che anche quella notte il sonno tardava a venire. Le ombre proiettate dall’abat jour sulla parete di fronte lo tormentavano come folletti attorno alla fiamma nella notte di Valpurga.
    Invano provava a scacciare i pensieri e le voci che punzecchiavano la sua ragione e che, se non fosse stato in guardia, lo avrebbero portato alla follia.
    “Un patto!” sibilava una di quelle voci.
    “Pacta sunt servanda!” echeggiava un folletto.
    “Non vi ho chiesto nella!” urlò mettendosi a sedere sul letto.
    Una spedizione di trepidi marinai risaliva il silenzio della notte fra le sponde del Tamigi, i fucilieri appostati dietro le paratie con le loro armi di precisione pronti a fare fuoco sulle sentinelle della torre.
    Olive verdi e olive nere, il cavaliere e la cortigiana allineavano sul tavolo di quercia, in un rosario interminabile, gli amanti e le amate che si erano alternate nei loro letti. Chi o cosa accendeva la fiamma della passione capace di bruciare ogni ragione, di incendiare in un lampo la prateria senza risparmiare il cavallo, il bufalo, un sentimento, una promessa? Il cavaliere non lo voleva sapere e la cortigiana difficilmente si sarebbe mai posta la domanda.
    “Penitengiate” andava gridando l’eremita dall’alto della colonna piantata nel deserto armeno; “Penitengiate! Che’ il giorno del giudizio è vicino!”.
    I commensali, incuranti dell’avviso del santuomo, continuavano il baccanale che aveva raggiunto il culmine con la pizzica di ballerine discinte.
    “Moderazione!” urlava inascoltata una dama di insolita bellezza e interamente vestita di nero.
    “Moderazione, o sarò costretta a bannare dal regno i trasgressori!”
    Lui restava immobile sul suo letto, con gli occhi spalancati assisteva al crescere della danza e al numero via via più grande di personaggi che venivano a far parte della scena come foglie sollevate dal turbine di un vento autunnale.
    “No Prisoners!” urlava l’ufficiale di marina nella sua uniforme bianca mentre con un balzo d’acrobata e la sciabola sguainata abbandonava la scialuppa seguito dai suoi prodi. Rapunzel dalle lunghe trecce rosse, affacciata alla minuscola finestra della sua prigione, cercava di individuare nel buio le sagome dei suoi salvatori senza poterli vedere.
    “È il prodotto nazionale lordo alla base di ogni politica che si rispetti!” sentenziava il ciambellano, aspirando lentamente il fumo dal maestoso narghilè al centro della sala.
    “Conte e Marchesa, cambiavalute e ministri, morale e ordine sociale; dobbiamo distruggere tutto se vogliamo costruire un nuova civiltà!” ribatteva fino alla noia il pirata della decima squadra d’assalto. “È necessario che i pochi eletti prendano in mano il destino del mondo e che le attuali strutture costruite per mantenere l’uomo nella peggiore della schiavitù, vengano per sempre distrutte”.
    “Quale follia è la tua!”
    La voce del gigante della foresta arrivò come un boato.
    “Un soldatino del peggior tiranno che vuole venire a farci lezione di civiltà, ecco quello che sei. Torna nell’abisso maledetto dal quale sei uscito, adepto della contro iniziazione!”
    La situazione era ben lungi da un lieto fine. Il bicchiere mezzo pieno di nettare vermiglio sul comodino, la bottiglia vuota rotolata sotto il letto, i resti della pizza sparsi sul pavimento.
    Avvolto da un turbine di nebbia e di nostalgie, il vecchio professore, dalla balaustra del Pincio, declamava i versi del sommo Vate: “Io non fui sempre come voi! Nei giorni in cui la forza armava le mie braccia cantavo le rime di Majakowski, salutavo con il segnale della rivoluzione, procedevo intrepido sotto il brillare delle bajonette del proletariato, fino al giorno in cui m’illumino’ la fiamma eterna della patria invitta. Basta con i tradimenti, basta con la schiavitù, basta con l’oppressore venuto d’oltralpe, dove una volta alzavano i loro vessilli le gloriose legioni romane. Viva l’Italia e viva la libertà!”
    Pazze e regine, principi stranieri e gran dame, lupi solitari e giullari variopinti, giovani donne in uniforme e leggiadre ballerine; la danza coinvolgeva un popolo dai caratteri sempre più vari, colori stridenti, disguise fra le più variegate, ad un ritmo sempre più veloce in una cacofonia crescente che presto sarebbe esplosa in un gran finale diabolico.
    “Siete tutti miei prigionieri!” tuonò la voce del crudele sultano.
    “Ognuno di voi racconti una storia! Ma attenzione! Il vostro racconto rallenterà la mia sentenza senza però farvi salvi”.
    La musica cessò e cessarono le danze.
    Le ballerine, i prodi marinai, eroi e regine, gran dame e cortigiane, poeti e assassini, musici e folletti; anche il sultano, tutti restarono immobili, ombre sulla parete proiettate dall’abat jour accesa sul comodino di uno scrittore confuso dai fumi dell’alcol e dagli eccessi dell’amore consumato con ballerine slave, come lui colte di sorpresa dallo scoppiare improvviso della peste in una stamberga lontana dalla grande arteria deserta altrimenti affollata di carri e cavalli.
    Restò per un lungo istante a fissare la parete prima di spegnere la luce; nelle orecchie l’eco di una musica lontana.
    Ultima modifica di King Kong; 06-04-2020 alle 06:23
    Aut hic aut nullubi

  5. #185
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    wow, bellissimo King Kong. Sei davvero un abile narratore!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  6. #186
    @King Kong
    "King" di nome e di fatto...letterario

  7. #187
    Soluzione del giochino domenicale
    « In cielo fanno economie : le candele sono tutte spente. Manco fossi in Scozia... » ed Efua si ritrasse dalla finestrella, chiudendo le imposte. Le precauzioni contro i vapori mefitici gravidi di peste che esalavano dal Tamigi non sono mai troppe. Si guardo' intorno nell'angusta cella di 915 ft², nella quale era costretta da un numero di giorni dei quali aveva perso il conto. Il letto a baldacchino dalle colonnine ioniche dorate e dai tendaggi fuxia, con la coppia di puttini ignudi con arco e frecce le sembrava ormai un sarcofago «Domani, e poi domani, e poi domani, il tempo striscia, un giorno dopo l'altro, a passetti, fino all'estrema sillaba del discorso assegnato; e i nostri ieri saranno tutti serviti ad attendere invano l'arrivo dei salvatori » borbotto' nervosamente. E ci si butto' sopra, di schianto. Le colonnine ondeggiarono, si inflessero e restarono inclinate verso il letto. « ...Come vorrei che voi foste le torri della mia città...Ah, Pisa, desiderio de le genti del bel paese là dove sì suona mandolino chitarra e tamburriello... » sospiro' socchiudendo gli occhi. Rumor di passi, stridio di catenacci. Lo sportellino si apri' cigolando. « Il pasto....hahaha...siamo di Quaresima, quindi....di magro...la sua ugola, anzi...ugolina ....ahahahahah...dovrà contentarsi...puré di patate, olive (saclà, of course...scusi, di corsa volevo dire), pavesini, grissini, formaggini Mio....un po' di penitenza le farà bene....é ingrassata tanto che mi sembra Dark....e temo per il letto....buon appetito...e il catering chiude fino a martedi..ehehehehe » Con un'ultima sghignazzata lugubre, il cuoco-carceriere Cono chiuse lo sportello e si allontano', in un clangore di catene , chiavi e chiavistelli che ricordavano le campane di Notre Dame. Nel silenzio, Efua si alzo'. Raccolse il vassoio e lo poso' sul tavolo Chippendale. Si sedette per mangiare, e la sedia dallo schienale di elaborato disegno gotico si lamento', ma resisté. « 'Sta sedia cigola che me pare l'occhio di Polifemo....speriamo che non frigga pure... » e fece per l'ennesima volta con gli occhi il giro della stanzetta. Le pareti di pietra basaltica lavorata con scalpelli a unghietto e gradina da scalpellini leccesi che apparivano tra un arazzo Gobelin ed i coloristi scozzesi erano opprimenti e nemmeno il televisore extrapiatto da 237 inch che trasmetteva un documentario su Galileo riusciva ad allietarla....Uno starnazzare di ali ed un picchiettare frenetico sulle imposte.. « Ah, finalmente...LadyEdvige, la messaggera é di ritorno. » Apri ' le imposte e un gufo, anzi, una gufessa nera entro', posandosi sul trumeau barocco decorato a foglie di acanto, graspi d'uva, guerrieri in armatura e pegasi cavalcati da giganti abbracciati a ninfe discinte suonanti la cetra. « LadyEdvige, ma non eri bianca ? ...ah, no....non sei nera, sei solo sporca....Aspetta...un po' di detersivo.... » Uno spruzzo di un liquido incolore tratto da una fiola verde e LadyEdvige torno' candida...in una nube di vapori al ginepro. « Vediamo il messaggio della mia amica Dark, prigioniera anche lei , ma in Enotria longobarda... » Apri' la pergamena contenuta in una hard-key legata alla zampa... e lesse : « È stata una bruttanotte. Dove dormivo il vento ha abbattuto i comignoli e si sentivano gemiti nell’aria, mi pâre, strane grida di morte, e voci terribili che annunciavano conflitti crudeli, eventi confusi che sbocceranno a fare i tempi infausti. L’uccello del buio ha gridato tutta la notte. Mi é parsoche la terra avesse la febbre e tremasse. Forse, pero' sono le conseguenze del bidone di Campari sbagliato di ieri sera. Faccio partire, raccomanadata espresso, LadyEdvige e vado a farmi un orient express di cisterne di caffé »...Poso' la pergamena. LadyEdvige, per i vapori del detergente, dormiva . Russando. Efua comincio' a passeggiare in tondo, come zio Paperone nella stanza delle preoccupazioni, imprecando all'indirizzo dei terroni e delle loro promesse da marinaio « Si, ti vengo a prendere...devo armare una nave con un equipaggio scelto, stai tranquilla, arrivo subito : la puntualità sicula é proverbiale e quella degli aretusei....non ne parliamo. Uomo d'onore, sono....mica uno sbattiporte di Vigata.... diceva, 'sto terronaccio....tutti uguali....tutte chiacchiere...E' sanguinario, libidinoso, avaro, falso, sleale, violento e maligno, putrido d’ogni peccato che ha un nome. Ma al mio desiderio di ritorno sul lungarno non c’è fondo, no. E il mio appetito di riveder Piazza de' Miracoli travolgerebbe ogni freno di continenza che s’opponesse alla foia. Ma meglio andarmene su un turbociclo che su una nave con uno così...Nave...seee...pattino riminese, forse...Ma ...cosa succede ? Un suono stridente, ma non privo di melodia... » Ando' alla finestra e scruto' la strada dalle gelosie. Sotto il verone, un giovin signore. Biondo era e bello e di gentil aspetto. Alla luce della luna, risplendevano gli alamari in spighetta di filo dorato della marsina di velluto smeraldino . La gorgiera sul giustacuore impreziosito da nastri e bottoni di lapislazzuli indiani, ben intonata allo jabot ricamato con motivi floreali, faceva risaltare il nobile pallore del viso, il mento appoggiato allo Stradevari (Made in Bangladesh), dal quale traeva struggenti melodie. « Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensierii ? Folle è l'uomo che suona alla luna. Stolta chi gli presta ascolto.” » gli urlo' Efia dal verone. Il gentiluomo rispose « Se l'amore è cieco, non arriverà mai a bersaglio. Kanyu sarà seduto sotto il tuo verone, a sognare che tu, sua bella gli dia quel frutto che le fanciulle quando sole ridono tra loro chiamano nespola: oh, Kanyu, fosse lei una nespola aperta e tu il suo cetriolo!D'ora in avanti tu chiamami “Amore”, ed io sarò per te non più Kanyu, perché m'avrai così ribattezzato » « Come é un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita , cosi' é cattivo menestrello (anche se fichissimamente abbigliato e di lezioso aspetto)chi poetizza a sproposito. Tu parli d'amore quando non c'è mondo per me aldilà delle mura di Pisa: c'è solo purgatorio, c'è tortura, lo stesso inferno; bandita da Pisa, è come fossi bandita dal mondo. Oltre al violino, hai un mezzo per portarmi a rivedere lari e penati pisani ? Hai uno yacht ? Un cabinato oceanico?Un clipper ? Un ghiozzo per allontanarci dalle bianche scogliere di Dover? » Il nobil (e di gentile aspetto) signore smise di strimpellare...Si attardo' a riflettere prima di rispondere « Non, Madonna Efia, non sono armatore, ma (s)violinista....come mezzo di trasporto avrei una mula....con una lettiga a baldacchino. .» « Seeee, la mula de Parenzo...senza nemmeno il baccalà. » « No, non di Parenzo...razza moscovita, la migliore... »Efia non si attardo' oltre ad ascoltarlo. Sbatté gli scuri esclamando in lacrime « Kanyu Kanyu ! Perché sei tu Kanyu ! Ah, fossi quel fituso siculastro di Bumble che mi compromise, con mille promesse...E vabbé....mi rimettero' a tessere per far passare il tempo. Ci fossero almeno i Proci.... Proci, ho detto, che avete capito ?»

    Le citazioni/interpolazioni sono da Macbeth, Romeo e Giulietta, Divina Commedia, Odissea, Hanry Potter, Montalbano,Ariel pubblicità....ed una canzone istriana (per far piacere a folle).
    Bonus:Il libro col paragrafo di 40 pagine é Ulisse. Di Joyce naturalmente. Ultimo capitolo.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 06-04-2020 alle 10:27

  8. #188
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    In un incantevole paese della regione dei trulli
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    Ciao a tutti e grazie dei complimenti! Non è detto che mi fermi qui... Può esserci anche un seguito!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

  9. #189
    Citazione Originariamente Scritto da ReginaD'Autunno Visualizza Messaggio
    Può esserci anche un seguito!

    anche se l'avvocato sta sudando freddo

  10. #190
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Cono, rimembri ancora
    quel tempo che tu eri chierichetto
    facevi ancora la pipì a letto
    ma il sol splendea sulla parrocchia antica
    e il tuo sogno recava un simbol celestiale
    pace ed amor, unione universale?
    Portavi in tasca il tuo picciol breviario,
    il tuo conforto di abitudinario,
    salivi lento i gradini della chiesa
    dopo aver fatto già anche la spesa.
    Che sollievo allo spirito, o Cono mio!
    L'anima volgevi lieta al tuo buon Dio.
    E mentre intorno si faceva sera
    la tua preghiera si innalzava austera.
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  11. #191
    La navigazione continuava lenta e monotona, senza intoppi. Le caldaie andavano ai massimi regimi, permettendo alla “Regina dei Mari” di raggiungere i 20 nodi.
    Macchinisti, fuochisti e ufficiali di macchina si alternavano nei locali caldaie, sottoposti a temperature di quasi 50°, pur di mantenere costante la velocità.

    Ma non appena giunti nei pressi del Golfo di Biscaglia, una violenta tempesta li colse, in tutta la sua temibile violenza. Forti raffiche di vento, proveniente da Nord-Ovest,
    sollevavano onde alte fino a dieci metri, che investivano la fiancata di sinistra, facendo inclinare pericolosamente la nave. La furia dell’oceano si abbatte senza riguardi sulla
    “Regina dei Mari”. Il timore peggiore del capitano, una tempesta invernale di grossa portata, che avrebbe potuto compromettere la missione e mettere a rischio l’equipaggio,
    era puntualmente arrivata.

    La Regina dei Mari ballava pericolosamente. II mobilio, veniva spostato da una parte all’altra, i suppellettili, cadevano, andando in frantumi, causando grossi fragori. Tutto a
    bordo sembrava andare in rovina. Il capitano, diede ordine di cambiare rotta, ordinando al timoniere di virare la barra verso Nord-Ovest, in modo da posizionare la prua contro
    la marea ed evitando il pericoloso ondeggiamento orizzontale, che avrebbe potuto far capovolgere la nave.

    Ciò non voleva dire evitare la tempesta, piuttosto, mantenere la nave in una posizione migliore. La “Regina dei Mari” ora poteva assecondare le forze dirompenti dell’oceano,
    ondeggiando in maniera verticale e limitando i possibili danni. Il prezzo da pagare però era quello di dover deviare la rotta, con conseguente ritardo sui tempi di arrivo, previsti.

    Navigarono verso Nord-Ovest per quasi un giorno. La prua della nave sembrava sparire tra le onde, per poi riapparire nuovamente alta e imponente verso il cielo. Se non fosse
    per il momento tragico, se ne sarebbe potuto apprezzare la maestosità e l’eleganza, che accompagnava questa bellissima nave, nel suo lento e costante ondeggiare.

    La maggior parte dell’equipaggio, soffriva. Coloro che non erano coinvolti nella navigazione, rimasero sdraiati nelle loro cuccette. Chi semi svenuto, chi buttando l’anima, vomitando,
    chi pregando Dio, sperando di uscirne vivi, tutti impotenti, di fronte alla violenza della natura. Altri invece, fumavano e bevevano, come se niente stesse accadendo, i pochi fortunati
    che non soffrivano il mare. Veri e propri eletti da Dio!

    In genere, quando si soffre il mal di mare, la cosa migliore da fare è vomitare subito, in modo da liberarsi lo stomaco. Appena ci si è liberati, si avverte un senso di sollievo. Il viso, la
    fronte, pallidi e freddi, al tatto, pian piano ritrovano il normale colorito e la giusta temperatura. Il respiro, profondo e all’aria aperta, aiuta l’organismo a reagire. Il dondolio del mare,
    non ha più l’effetto devastante, anche se il disturbo non cessa del tutto, ma rimane fino a quando il mare cessa di ondeggiare.

    Il problema si ha, invece, quando si è a stomaco vuoto. In quel caso, è difficile liberarsi quando non si ha niente da rimettere. In questo caso, l’agonia è infinita. Le pillole aiutano,
    tuttavia, chi va per mare, sa che non è possibile eliminare del tutto, questo problema. Anche il comandante era pallido e aveva nausea, ma non poteva certo lasciarsi andare, aveva
    una missione da compiere.

    Per chi lavorava in sala macchine, era addirittura peggio. Chiusi, al caldo, senza poter respirare aria fresca e con l’odore nauseante della naphta che penetrava i polmoni, soffrire il mal di
    mare era una condanna degna di uno dei gironi infernali danteschi.

    Navigarono per ventiquattro ore, prima che la tempesta si placasse e permettesse di riprendere la rotta iniziale. All’alba, un pallido sole illuminò il cielo. le acque, seppur ancora agitate per
    effetto del mare lungo, permisero di riprendere la rotta iniziale vesto nord. Avevano accumulato un forte ritardo, pertanto, il capitano, ordinò ai fuochisti si andare a pieno regime, per
    recuperare il tempo perduto.

    brest.PNG

    Diario del capitano - 21 Marzo 2020
    Ore 06:00. Finalmente la tempesta è terminata. Ho ordinato di riprendere la rotta iniziale e di andare alla massima velocità per recuperare tempo perduto. Se non ci saranno ulteriori ritardi
    saremo al largo di Brest tra dodici ore. A quel punto inizieremo a inviare il messaggi in codice per comunicare la nostra rotta, velocità e posizione, comunicando anche ETA (Estimate time of
    arrival) previsto alla nostra destinazione finale.

    ….

    Intanto a Londra, Gaspare, aveva appreso la notizia dal fratello che Capitan bumble lo avrebbe coinvolto in una missione di salvataggio cui gli sarebbero giunti maggiori dettagli.
    Era una missione pericolosa per lui. Risiedeva a Londra sotto falso nome e non poteva certo esporsi, compromettendo la sua permanenza. I Sicari di don Vito Genovese, boss della
    “mala” sicula, erano sempre alle sue calcagna.

    Certo si era pentito di ciò che aveva fatto. Ma oramai il dato era tratto… o per meglio dire… il “fagiolo” era stato seminato e… aveva dato anche il suo spiacevole “frutto”. Non era
    nuovo a questo tipo di esperienza. In passato aveva già “profanato” vagine che non gli appartenevano. Una volta fu anche sfidato a duello, che, suo malgrado, dovette affrontare.



    In quel caso, Capitan Bumble gli fece da “Secondo”… e fu in ragione di questo favore ricevuto che accettò il rischio. Il suo amico aveva bisogno di lui e non poteva certo rifiutarsi di aiutarlo.
    In quel momento sapeva solo che un’imbarcazione avrebbe risalito il Tamigi. Ciò che non sapeva, era, quando, dove e soprattutto chi , avrebbe dovuto scortare presso il luogo stabilito.

    Attese notizie con trepidazione.
    Ultima modifica di bumble-bee; 06-04-2020 alle 11:04
    Bambol utente of the decade

  12. #192
    Molto bravi ragazzi, simpaticissimi racconti e bella la composizione poetica

  13. #193
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Molto bello, King Kong.

    Turbo, dovresti scrivere versi più spesso.

    Bumble, hai una fantasia sbrigliata!

  14. #194
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Bravi tutti
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  15. #195
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Grande capitano Bumble!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

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