Pagina 2 di 35 PrimaPrima 1 2 3 4 5 6 12 ... UltimaUltima
Risultati da 16 a 30 di 522

Discussione: Decamerin

  1. #16
    Citazione Originariamente Scritto da Tiberio Visualizza Messaggio
    Devi licenziosare
    Dai, licenziosa anche tu...nikkilisticamente se proprio non puoi più leopardocioranamente..

  2. #17
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
    Data Registrazione
    09/03/05
    Località
    On the road
    Messaggi
    63,956
    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    @dark
    ...é il tuo turno per il racconto...
    Oggi sono troppo nel caos col lavoro, appena ho tempo di pensarci volentieri!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #18
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
    Data Registrazione
    25/12/09
    Messaggi
    33,100
    Pardon, "a parole so' bravi tutti" a licenziosare.
    E poi sono limitata, per fortuna!
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  4. #19
    رباني L'avatar di King Kong
    Data Registrazione
    05/07/17
    Messaggi
    1,833
    Si levarono di buon'ora e dopo colazione, Anselmo prese la parola e disse:
    "Calabrino, é il quarto giorno del nostro ritiro, oggi tocca a te".
    "Bene, rispose Calabrino, questa che vi racconto é una storia vera, accaduta al mio paese qualche anno fa. Ve la racconto cosí come mi é stata riferita".
    Si misero tutti comodi sulle sdraio della terrazza e, tirato un lungo sospiro, Calabrino inizió a raccontare come se stesse leggendo un libro...

    “Un giorno salgo su una nave e non torno più”.
    “Ma che dite, signor Andrea? Che vi manca qui da noi?”
    “Niente, Mario”.
    “E allora? Non vi sta bene?”
    “Ma tu non ci hai mai pensato?”
    “A cosa?”
    “A salire su una nave e andare via”.
    “Lo volete proprio sapere, signor Andrea?”
    “Certo”.
    “Mi è successo da ragazzo…”
    “Racconta”.
    “Ero innamorato”.
    “Ah! Mario! Signor Mario! Accidenti a te! Accidenti a voi”.
    “Perché? Voi non siete mai stato innamorato?”
    “Su, raccontate”.
    “Niente, io ero un ragazzetto, figlio del calzolaio…”
    “Ma chi? Franceschetto?”
    “Come conoscete mio padre? Chi vi ha raccontato?”
    “Non ricordo, forse un pettegolezzo al bar”.
    “Beh, lei invece una ragazza di cui non posso fare il nome”. Sfregò il pollice all’indice.
    “Ricca?”
    “Ricca e di una famiglia importante. Insomma, per farla breve, ci incontriamo di domenica ad una festa e restiamo insieme tutto il pomeriggio. Cose da ragazzi, signor Andrea, ma da far balzare il cuore fuori dal petto. Per qualche settimana usciamo insieme, al cinema, a ballare, un’altra festa… insomma, la cosa diventa seria”. Gli occhi di Mario si facevano più lucidi mano a mano che questi proseguiva nel suo racconto.
    “Signor Andrea, non mi faccia ricordare…”.
    “Va bene, vi siete innamorati. E poi?”
    “E poi la famiglia lo venne a sapere”.
    “Il paese è piccolo”.
    “Già. Lei non volle più uscire con me. Nessuna spiegazione. La faccia scura, gli occhi a terra, il passo svelto. Non mi volle nemmeno dire una parola, ma quando ci incrociavamo per strada a me saliva il sangue alla testa, non vedevo più, le gambe mi tremavano. Non ho più dormito per settimane e mesi, ho smesso di uscire con gli amici e la sera venivo qui, sulla duna, a sentire il mare. Vedevo le luci delle navi che passano al largo…”.
    “E volevi partire. Com’è finita?”
    “È finita. Mio padre mi lasciò qualche soldo sufficiente per mettere in piedi questa baracca e da allora sono sempre rimasto qui. Nella stagione mi ammazzo di lavoro e non ho il tempo per pensare. L’inverno faccio qualche commissione in paese, riparo questo e quello, tinteggio dove c’è bisogno e la sera torno qui, vicino al mare e mi sembra di respirare con le onde”.
    Restarono a lungo in silenzio.
    “L’avete più rivista”.
    Gli occhi di Mario si inumidirono abbondantemente, fece un cenno con il capo.
    “Almeno una volta l’anno viene qui, sola, nascosta dietro a degli enormi occhiali da sole. Mi fa aprire un ombrellone, si stende sul lettino, ordina una bibita e con un filo di voce mi dice ‘grazie, Mario’. E pronuncia il mio nome con lo stesso tono di voce di quando, ragazzi, stavamo soli al buio”.
    “E voi?”
    “Signor Andrea, mi vergogno a dirlo, la sua voce è la lama di un coltello che entra piano, ma senza esitare, fino in fondo al cuore. Muoio, eppure questi momenti li conservo stretti a me come fossero la medicina che mi tiene in vita fino al prossimo affondare della lama”.
    Seguì un nuovo lungo silenzio.
    “Perché lo fa? È una provocazione?”
    “No. Lo so, voi ora penserete che sono uno stupido…”
    “Niente affatto, racconta”.
    “Siamo ancora innamorati, signor Andrea, e me lo viene a dire, a modo suo, almeno una volta l’anno. Lei stesa sul lettino e io indaffarato a sistemare ombrelloni, servire le bibite, ridere con gli altri bagnanti, ma è come se passassimo la giornata insieme, su un’isola io e lei da soli, senza testimoni, senza ricordi. Non ci diciamo nulla che possa richiamare i momenti della nostra felicità, non un gesto compromettente, nemmeno una stretta di mano. Eppure, signor Andrea… voi non potete capire, siete giovane, ma questa è l’unica possibilità, l’unica occasione per vivere la nostra storia d’amore che non è mai finita, nemmeno dopo il suo matrimonio. Prima i genitori le proibirono di vedermi, poi si sposò e vennero i figli, due, ma in questi ultimi anni mi ha sempre fatto visita come le ho detto, qualche volta d’estate direttamente in spiaggia, altre volte, d’inverno, ferma la macchina su al parcheggio e si affaccia alla duna. Non ci crederete, ma senza esserci dati appuntamento, so’ sempre quando lei c’è. Esco dalla baracca, un rapido sguardo verso l’alto e mi metto a sedere bene in vista senza far nulla di particolare. Sento il suo sguardo addosso come una carezza, un brivido che noi soli conosciamo e resto lì, fino a quando la sento avviare il motore. È l’aria che abbraccio, il vento che bacio e il niente ha il suo sapore, il suo profumo … Per questo non sono salito sulla nave. Resto qui, senza nessuna aspettativa, senza un piano, senza una speranza, ma qui c’è lei e il nostro legame è più forte di ogni altro legame. Lo sappiamo noi due e questo mi basta”.
    Marco restò a lungo a testa bassa, gli occhi fissi all’imboccatura della bottiglia stretta nella mano. Quando finalmente alzò lo sguardo per guardarsi intorno, sul lettino più lontano, una donna sconosciuta, il volto nascosto dietro ad enormi occhiali da sole e alla tesa larga del cappello di paglia con un nastro rosso, sorseggiava una bevanda. Mario si muoveva rapido fra ombrelloni e lettini con bottiglie e bicchieri in equilibrio sul vassoio di latta sollevando ad ogni passo uno sbuffo di sabbia.
    Lasciò la spiaggia che era già buio dopo un piatto di pesce fritto e un’insalata di pomodoro. L’immagine della sconosciuta con gli enormi occhiali da sole e Mario che si destreggiava come un giocoliere fra i bagnanti petulanti e invadenti lo tenne sveglio a lungo.
    “Della realtà non vediamo che una parte insignificante” pensò “Rumori, colori, odori, ma niente di ciò che veramente conta. Accidenti a te Mario!”. Chiuse finalmente gli occhi e si lasciò scivolare nel mondo dei giusti.


    P.S.: Andrea e Marco sono la stessa persona... anche se qui sarebbe lungo spiegare perchè...
    Ultima modifica di King Kong; 14-03-2020 alle 21:56
    Aut hic aut nullubi

  5. #20
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
    Data Registrazione
    25/12/09
    Messaggi
    33,100
    Perché uno è il giovane e l'altro no?
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  6. #21
    Opinionista L'avatar di follemente
    Data Registrazione
    22/12/09
    Località
    Al mare
    Messaggi
    10,855
    Molto bravi, tutti, il racconto di King Kong poi è splendido!

  7. #22
    E fu così che Jerda, nobile cavaliere fiorentino dedito, tra le altre, alla blasonata arte della caccia, un giorno nei pressi di Peretola (in quei remoti anni non vi era ancora il noto areoporto, ma invece bellissimi stagni ricchi di selvaggina da piuma) cacciò una gru che consegnò al suo cuoco veronese Kanyu.
    Mentre costui era dedito alla cucina del volatile arrivò dark (buona amica di Kanyu) che attratta dal profumo invitante della gru messa a rosolare, minacciò l'amico di negarle in futuro la sua amicizia se non le avesse regalato una coscia della gru medesima. Kanyu terrorizzato di questo (che dark era donna piuttosto testarda) decise di regalarle il saporito boccone.
    Quando, tempo dopo, Kanyu arrivò con la gru cucinata e posta su di un grande vassoio alla grande tavola dove il suo padrone Jerda era seduto con altri nobili commensali: Lilia, Folle, LadyHawke, ReginaD'autunno, Vega, Efua, Bauxite, Pazza di A., e qualcun' altra ancora, assieme ai nobiluomini: Resto d.C., Bumble, Cono, Axe, Turbo, King Kong, Mistelrikx, Tiberio, Crep e altri ancora (di cui in questo momento non mi sovviene il nome ma ben altrettanto coinvolti nello svolgimento della vicenda), venne immediatamente redarguito dal nobile cavaliere che gli chiese del perchè alla gru mancasse una coscia. Kanyu svelto di lingua (forse un po' meno di cervello) rispose che si meravigliava della domanda in quanto il suo padrone era abile ed espertissimo cacciatore, e che fosse cosa risaputa che le gru se ne stanno su di una zampa e così solitamente determinano il loro dormire, momento nel quale il volatile era stato colto dalla freccia.
    Jerda arrabbiatosi della sfrontatezza di Kanyu gli chiese che avrebbe dovuto dimostrare quello che aveva appena detto e decise quindi che sarebbero andati a Peretola (luogo della caccia) il mattino seguente. Poi la cena riprese normalmente.
    Così il mattino del giorno dopo montati a cavallo, Jerda, Kanyu (unico a piedi) e buona parte della compagnia della serata arrivarono sul luogo di caccia, e lì videro motissime gru stazionare su du una zampa e beatamente dormire. Kanyu fu felicissimo di questo e quindi disse al padrone che in questa maniera era stato dimostrato che quanto lui aveva affermato corrispondesse al vero.
    Jerda da buon nobiluomo fiorentino decise di sbugiardare il cuoco e avvicinatosi alle gru sbattè violentemente le mani al che gli uccelli spaventati mostrarono la seconda gamba e si alzarono in volo gracchiando, ma Kanyu (svelto di lingua) rispose che se il nobilissimo Jerda avesse sbattuto le mani in quella stessa maniera alla gru cucinata la sera precedente anche lei avrebbe mostrato la seconda zampa.
    Fu così che Jerda ebbe una reazione di ilarità e di allegria nel sentire la risposta pronta di Kanyu e decise quindi di perdonarlo.
    Ancora per una volta Kanyu, merito la sua lingua veloce, salvò la pelle, in quanto è risaputo di come i nobiluomini fiorentini siano altrettanto svelti nel mettere a segno ottimi colpi di stocco.
    Ultima modifica di Kanyu; 15-03-2020 alle 15:07

  8. #23
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
    Data Registrazione
    25/12/09
    Messaggi
    33,100
    La parte licenziosa è "svelto di lingua"?
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  9. #24
    رباني L'avatar di King Kong
    Data Registrazione
    05/07/17
    Messaggi
    1,833
    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Perché uno è il giovane e l'altro no?
    Il nome in cui si riferisce a sé stesso é Marco, ma a causa di alcuni avvenimenti del passato, si presenta sotto mentite spoglie con il nome di Andrea...
    Aut hic aut nullubi

  10. #25
    رباني L'avatar di King Kong
    Data Registrazione
    05/07/17
    Messaggi
    1,833
    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Molto bravi, tutti, il racconto di King Kong poi è splendido!
    Grazie, follemente.
    Aut hic aut nullubi

  11. #26
    Opinionista L'avatar di follemente
    Data Registrazione
    22/12/09
    Località
    Al mare
    Messaggi
    10,855
    Mi hai proprio divertito, Kanyu!

    E di questi tempi non è facile...

  12. #27
    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    D e quindi il castello Menace
    Assassino... si chiama Castello Maniace. Per questo sarai legato all'albero maestro dove riceverai venticinque frustate!!!
    Bambol utente of the decade

  13. #28
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
    Data Registrazione
    09/03/05
    Località
    On the road
    Messaggi
    63,956
    Bravi Kanyu e King, mi sono piaciute assai entrambe!
    Ma ci sono regole particolari o dobbiamo inventare storie a piacere?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  14. #29
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Ma ci sono regole particolari o dobbiamo inventare storie a piacere?
    una sola: nessuna regola

    ...e divertitevi con questo paradosso zenoniano...

  15. #30
    Citazione Originariamente Scritto da bumble-bee Visualizza Messaggio
    Assassino... si chiama Castello Maniace. Per questo sarai legato all'albero maestro dove riceverai venticinque frustate!!!

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato