Nello “Srimad Bhagavatam” (9):

11:2 Sri Ramacandra consegnò tutta la parte orientale al sacerdote detto
hota, tutta la parte meridionale al sacerdote brahma, l’occidente al
sacerdote adhvaryu e la parte settentrionale al sacerdote udgata, cioè
a colui che recita il Sama Veda. In questo modo Egli distribuì in carità
tutto il Suo regno.
3 Poi, pensando che i brahmana, essendo liberi da desideri materiali,
dovrebbero possedere il mondo intero, Sri Ramacandra consegnò
all’acarya il territorio situato in mezzo alle quattro direzioni.
4 Dopo aver così distribuito tutto in carità ai brahmana, Sri Ramacandra
tenne per Sé solo gli abiti e gli ornamenti che indossava, e similmente
anche la regina, madre Sita, conservò soltanto l’anello che ornava il
suo naso e nient’altro.
5 Tutti i brahmana impegnati nelle varie attività del sacrificio furono
molto compiaciuti per il comportamento di Sri Ramacandra, che era
molto affezionato e favorevole ai brahmana. Così, con il cuore
intenerito, Gli restituirono tutte le proprietà che avevano ricevuto da
Lui e pronunciarono le seguenti parole:
6 "O Signore, Tu sei il padrone dell’universo intero. Che cosa non ci hai
dato? Sei entrato nel profondo del nostro cuore e hai dissipato con la
Tua radiosità le tenebre della nostra ignoranza. Questo è il dono
supremo. Non abbiamo bisogno di donazioni materiali.”