Da “Consigli sull’economato cristiano”:

I ricchi sono tentati di impiegare il loro denaro per il proprio ed esclusivo profitto, per soddisfare i loro desideri, per la cura della propria persona e per abbellire le loro case. Per raggiungere questi scopi alcuni cristiani professanti non esitano a spendere liberamente e in modo stravagante. Ma quando vengono sollecitati a offrire i loro beni al Signore, contribuire e collaborare con la sua opera, sollevano delle obiezioni. Mentre si entusiasmano per realizzare progetti puramente egoistici, non mostrano né interesse né gioia quando si fa appello alla loro generosità. Quando si rendono conto che non possono fare diversamente, offrono una piccola somma, molto inferiore a quella che offrirebbero per soddisfare inutili capricci. Essi non manifestano un amore reale per Cristo, né mostrano un interesse sincero per la salvezza degli uomini. Non c’è da stupirsi se una vita cristiana di questo genere si presenta come una serie di esperienze sterili e negative. Se queste persone non cambieranno atteggiamento, la luce ricevuta si trasformerà in tenebre. — The Review and Herald, 16 maggio 1882. {CEC 110.2}
Le ricchezze accumulate non sono soltanto inutili, ma costituiscono una maledizione. Esse rappresentano in questa vita un pericolo, perché distolgono l’attenzione dalle ricchezze celesti. Nel giorno del giudizio condanneranno il possessore, perché rappresenteranno la prova di talenti utilizzati male e di occasioni trascurate. {CEC 110.3}