Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
La logica da ragione a Cono e a Papa Francesco.
mica tanto;
questo lo si percepisce solo se si osserva una porzione limitata del "sistema Dio", e te lo dimostro subito; tu scrivi:
Puoi rifiutare il catalinplino?
Probabilmente no, perché non sai cos’è. Chi lo sa, forse ce l’hai e non lo sai...
Puoi rifiutare Dio? Prima devi essere consapevole della sua presenza nella tua vita.
in effetti, cosa accade davvero per logica ?

accade che Dio è anche per il papa stesso catalinplino, visto che si postula che quella stessa divinità sia incomprensibile e la Sua volontà imperscrutabile, proprio perché incapace di sostanziare una logica morale implicita e auto-evidente a quella presenza "intelligente";

altrimenti, la stragrande maggioranza degli osservatori converrebbe sul senso di quella presenza, che si manifesta in modo inequivoco;

si può conoscere il semaforo, perché, effettivamente, la quasi totalità delle persone capaci di intendere riconosce a quei colori un contenuto prescrittivo uniforme, che denota di per sé quanto è conoscibile e fonte di affidamento, salvo trasgressioni, che però sono consapevoli;

ma l'esperienza percettiva personale, proprio in quanto tale, non è oggetto di conoscibilità, perché manca quel legame convenzionale; infatti:

tutti parlate di "Dio", ma per ognuno quel dio prescrive comportamenti diversi; pertanto, il Suo rapporto con l'immanenza, il significato di quel nome significante, è diverso, quindi inutilizzabile; esattamente quel calinplino di cui scrivi; che oggetto è quello di cui, a buon diritto, ognuno soggettivamente possa attribuire un precetto immanente sconfessato da altri nella prassi pluralista ?

sarebbe come attribuire alla guida a destra o sinistra un valore morale assoluto, quando, attraversando la Manica, ti tocca invertire tutto, declassando il contenuto del precetto superiore a mera convenzione, relativa, funzionalista;

ora, forse la formulazione di Turbo è ingenua, nel senso che poteva sottintende una nozione diffusa della divinità con cui lui ha più spesso a che fare; ingenuità ordinaria;
ma è molto più ingenuo argomentare di "Dio" sottintendendo che si tratti di qualcosa che mostra una presenza convenzionalmente inequivocabile nell'immanente, e non una mera astrazione che non vincola nessuno a nulla, se non al proprio arbitrario;

cosa potrebbe mai importi come moralmente dovuto qualcuno che avesse una nozione diversa di "Dio" dalla tua per avvalorare quella che è sua percezione personale, pari alla la tua ?

quindi, discutere di "Dio", si può, come si può discutere in generale del senso di disciplinare il traffico stradale; ma un italiano che veda un filmato inglese in cui la gente guida al contrario e obietti a quelli l'ignoranza dalla Verità-Una - che per lui è il precetto di tenere la destra - o è molto ignorante, o idiota;

nel mondo della oggettiva pluralità, discutere di Dio contenuto, precetto, guida a destra o sinistra - come in effetti fa chi predica di vivere così e cosà - e non limitarsi al Dio contenitore, astrazione che sta per raccolta di norme variabili, atte a disciplinare la vita di una quota di persone, su base volontaria o obbligatoria, è assolutamente idiota, esattamente come parlare del catalimplino o del sarchiapone.

oppure è disonesto; perché allude alla mitopoietica di quel preteso dio - cioè, il testo sacro in questione - volendo però eludere il confronto logico sul significato del testo - il contenuto - che si pretende oggettivo;
cioè, spaccia la pretesa - legittima - di crederci, con quella - logicamente illegittima - di pretendere come un fatto, oggettivo, non l'esistenza di un ipotesi di Dio-contenitore di morale - perché indimostrabile quanto inconfutabile, del tutto arbitraria - ma proprio il significato immanente del testo in questione, quale esso sia;

e guarda che per sintesi ho dovuto esprimerla in termini filosofici, ma non è questione di lana caprina, visto che poi in effetti qui si discute di come ci si dovrebbe comportare, al punto che uno dice all'altro come secondo Dio dovrebbe regolare la sua vita coniugale, o come altri dovrebbero vivere la loro sessualità in dettaglio - sempre secondo un dio di cui non è capace di descrivere la logica - spacciando questo come Verità, oggettivata in un testo;

laddove il testo, come un semaforo rotto o una segnaletica contraddittoria o sbiadita, illeggibile, manifesta la sua inattitudine a significare qualcosa di valido nell'immanenza, per cui il rimando all'ovvio; cioè che prima di attraversare guardi attentamente e prescindi da ciò che sarebbe la norma, e che nessuna sanzione è ipotizzabile per la trasgressione, fuorché quella che si produce materialmente se no è disattento o imprudente.