Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
se mi permetti...a quanto mi risulta, l'operazione di "acquisto titoli" tanto vituperata e sminuita, credo sia stata "capita male". allora: la bce compra parte del debito nostro, italiano, cioè compra una certa percentuale del debito, cioè titoli. ora l'acquisto di quella percentuale di titoli da parte della bce serve, se non nominalmente, di fatto, ad aumentare la "nostra base monetaria", cioè M1, cioè denaro. questo vuol dire che a parità di massa monetaria, comprendendo nell'insieme non solo il denaro ma anche i titoli, se acquisti questi ultimi ci sono più soldi "immediatamente spendibili" nelle tasche di coloro che prima detenevano i titoli. cioè l'effetto sull'economia non è lo stesso che "stampare moneta", ma sostituire moneta non spendibile, cioè "titoli", con moneta immediatamente spendibile, cioè denaro contante. ora, perché mi dirai, fare questa operazione? se la bce compra titoli e immette liquidità, la differenza sta nella "spendibilità" della percentuale di massa monetaria immessa nel sistema, ovviamente senza creare inflazione, perché la massa monetaria rimane "costante".
quello che cambia è ripeto, la "spendibilità" dell'aggregato. non capisco cosa non ti è chiaro o chi dovrebbe "pagare" il maltolto e "perché"...
allora, l'intervento della banca centrale è una distorsione nel mercato del debito sovrano e, a cascata, di tutta l'economia, che viene comunque registrata dai mercati:

opera come un sussidio al prezzo del bene "titolo di stato", esattamente come i sussidi al latte consentono di tenere un livello del prezzo che crollerebbe con un'offerta eccessiva; ci sei ?
se tu producessi 100 lt di latte che vendi ad 1 euro al litro, ma solo perché sul mercato quel prezzo si realizza per 50 lt, e altri 50 te li compra lo stato, quei soldi che ricevi da quest'ultimo, e che spendi per vero pane e vera frutta, qualcuno li paga; o li pagherà;

una banca centrale può pure stampare moneta, ma non produce pane e frutta; questi si producono col lavoro di persone che in cambio vogliono soldi con cui comprare il latte;

quindi, lo stato cui fa capo quella banca centrale, per finanziare il pane e la frutta del produttore di latte deve prelevare ricchezza vera, con le tasse, a chi ce l'ha;
se non vuole far questo, creerà nuova moneta "dal nulla", come piace a ics;

ma i mercati questo lo capiscono nel giro di qualche ora; perché se l'impressione è che lo stato non tasserà e non toglierà dalla circolazione quella moneta, restituirà il capitale stampando moneta e non tassando la ricchezza che c'è già, quella moneta verrà spesa immediatamente per ovviare alla svalutazione e i prezzi cresceranno ad una velocità esponenziale, tipo Germania 1923;

esattamente come il privato che chieda un prestito, uno stato può farsi prestare soldi per due motivi:

a) per una spesa urgente di natura corrente - come nel nostro caso, un soccorso, comprare il pane - e allora il sacrificio è certo; oppure

b) per investimenti, piantare il grano e produrre il pane; una quota di quel prezzo andrà al fisco, neutralizzando il costo del debito; esattamente come un privato che ha un negozio di ortofrutta chiede un fido alla banca, contando che guadagnerà di più degli interessi che dovrà pagare;

nella finanza, come nell'energia, non esistono "trucchi"; a meno di quelli di potenza; cioè, sei in grado di farti prestare i soldi e poi unilateralmente decidere di non restituirli, senza che i creditori siano capaci di farteli cacciare lo stesso; non sono stati capaci nemmeno gli USA, nonostante le loro capacità di "persuasione" e la loro potenza;

quando, dato uno stock di ricchezza dato - pane da comprare - qualcuno ottiene un vantaggio, una gratuità, fosse anche solo un prestito a tasso zero, c'è sempre aritmeticamente qualcun altro che rinuncia a qualcosa per quella gratuità;

se è "lo stato", per una partita di giro tra Tesoro e banca centrale, significa semplicemente che questo riduce la spesa - quindi, meno servizi, meno commesse, meno gente che lavora - oppure tassa di più la ricchezza privata; se non tassa o riduce la spesa, allora aumenta la moneta e la tassa è l'inflazione.