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è la Fiat ad aver "salvato" Chrysler, non vice-versa, anche se è una regola generale che i gruppi auto si fondano, per diverse economie di scala;
si. esattamente. però tra un unico mercato nazionale, con un unico produttore, cioè fiat, e il mercato mondiale con le multinazionali, diciamo che la differenza è quantitativa, quanto meno. cioè se chrysler si compra la fiat perché questa ha interessi in mercati a più produttori, tipo sudamerica, e quindi può rappresentare un "ostacolo" alla allocazione di investimenti in quei mercati, allora quanto meno la fiat "in italia" non può fare riferimento agli stessi "aiuti" che riceveva nel passato. e questo mi pare per due motivi: primo che l'economia del sistema non è, come giustamente dici, quella di 50 anni fa. secondo che ci sono auto a costo ridotto che fanno le veci delle prime "utilitarie" fiat negli anni d'oro.

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beh, no; gli incentivi si sono potuti adottare fino al 92; non più sotto Maastricht; questi fondamentali devi averli ben presenti, altrimenti leggi un mondo fittizio, che non esiste;
no, guarda. degli incentivi sulle auto "catalitiche" da acquistare in osservanza alle norme europee "sullo smog" se ne è parlato fino all'ingresso nel sistema di moneta unica. cioè quanto meno '99.

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in linea col capitalismo italiano medio, la Fiat ha scelto un bassissimo profilo, tirare a campare, disinvestendo dall'auto per comprare rendite, assicurazioni, utilities, ecc... i consumatori sono testimoni;
si. allora sulla composizione delle attività "fiat", a parte quelle del mercato dell'auto, ne sai molto più di me. però se permetti le "rendite" e le assicurazioni, specialmente quelle "obbligatorie" sulle auto, che ovviamente sono un elemento "di civiltà" al pari del codice della strada, direi che i benefici "diffusi" di quei tipi di prodotto si debbano proprio a quel sistema economico di cui la fiat era il "traino". mi permetterei di dire che anche la "creazione" di un ceto di "risparmiatori" sia attribuibile alla fiat. ovviamente a titolo di "merito".

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fanno auto più affidabili, anche nei dettagli; se non hai fisime di moda e modelli nuovi, con un po' di manutenzione le porti anche a 3/400mila km, il benzina intendo;
si. direi che mi basta un auto "che cammini". possibilmente a più di cinquanta all'ora. ovviamente a livello "potenziale" e non effettivo.


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quello che valeva 70 anni fa non vale più oggi;
la percezione dell'euro che descrivi è frutto di una mentalità da Pulcinella, che dimentica il tasso bassissimo a cui lo stato si finanzia, quelli dei mutui e dei fidi bancari;
ma, guarda. io di soldi ne ho sempre visti abbastanza "pochi". non mi pare vi siano differenze sostanziali, sempre per quello che riguarda me, tra euro e lira. poi i tassi di interesse, che io ricordi, non erano molto diversi tra "fissi" e "variabili", anche perché i "fissi" incorporavano già un aumento dei tassi futuro, mentre i variabili acquisivano gradatamente quel tipo di incremento. tutto qua.

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se hai un negozio di ortofrutta, un conto è far fruttare la tua attività al 6 % dell'investimento, pagando questo il 3%; altro farlo al 18 pagando il 15% che ti costerebbe il denaro fuori dall'euro; idem per i dipendenti; la casa non te la compri e lo stato che si finanzia al 15% di interessi sui BTP difficilmente ti può dare quei servizi e quelle pensioni;
l'euro ha generato povertà solo per chi campava di sussidi - a buffo - e si illude di poter replicare un contesto di 40 o 50 anni fa, in cui i cinesi non sapevano fare le lavatrici;
no, guarda. sull'ortofrutta mi pare che all'epoca ci fossero le "licenze". questo consentiva un profitto "abbastanza buono" perché con poca concorrenza. e ovviamente la frutta e gli ortaggi non sono "titoli", e fai anche conto che per vendere, sempre la frutta, devi comunque aggiungere l'IVA, che all'epoca, come per altro da sempre, si aggirava intorno al 20%.


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tu voli lo stesso, a prezzi bassi; ma perché lo devi fare con una compagnia di bandiera fallimentare che, oltre al biglietto, fa pagare al contribuente un biglietto occulto anche a chi non viaggia, come se si trattasse della scuola, della sanità o della giustizia ? il volo è un bene commerciale, una facoltà, non un diritto, se non in casi particolari, tipo la Sardegna;
anche la scuola è una "facoltà" da un certo punto in poi. lo è anche la sanità, perché si possono "rifiutare" le cure. anche la giustizia civile da art.24 è un diritto che però sta sempre al soggetto interessato esercitare. e non è un dovere cioè qualcosa che devi fare "per forza". poi sulla sardegna ti direi la mia, ma insomma...


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ai sensi di legge, l'Europa è "casa nostra", dovresti capirlo; quello che ti distingue da un tedesco in base alla sola residenza, che puoi cambiare, è solo il fisco e la spesa per i servizi, non la cittadinanza; se non parti da questo dato - di legge - fraintendi tutto il discorso, perché immagini un ambiente di un secolo fa, che non c'è più;
si, però ostacoli come "lingua", "costumi", "etica sociale", "sistema di norme", "mentalità", "convenzioni", sono diversi da un secolo a questa "parte", o sono sempre gli stessi da millenni?


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sì, che sono amici dei potenti e vogliono continuare a lucrare su quei privilegi; falliscono e prendono buonuscite milionarie, dov'è che si firma ?
si. allora tu mi stai dicendo che lo stato "corrompe" le aziende semi/private con la sua presenza azionaria. ma se fossero in mano "solo" a privati, non sarebbe "peggio"? almeno con lo stato sai con chi hai a che fare...



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non è un buon affare: esportano poco e principalmente servizi finanziari, che fanno gola a tutti in UE; si sono messi nella condizione di non partecipare alle decisioni del loro principale mercato, quindi alla decisione dell'UE; se domani a Bruxelles si decide che le garanzie assicurative britanniche non valgono più in UE, l'Unione perderà 60 milioni di consumatori, ma UK ne perde 500; chi l'ha preso nel posto sono gli operai britannici della Toyota, che se ne va; e i campagnoli che smettono di prendere i sussidi UE, oltre a tanti altri…
questo vallo a dire a francesi e tedeschi, che "l'ue è mercato UK"...


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tanti, senza saperlo; ma non è questo il punto; la questione è che la legge ha creato una nazione europea, esattamente come l'Italia era effettiva dopo l'Unità, anche se un bracciante della Daunia poco o nulla sapeva della sua possibilità di andare a Torino o Roma, o che il Banco di Napoli potesse comprare attività a Venezia o Palermo;
si. qualcuno anche oggi dice che, nonostante "garibaldi", l'italia ancora non c'è. io ovviamente dissentirei, ma grazie a dio non conto niente, per cui "come non detto".