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Risultati da 46 a 60 di 448

Discussione: La trappola del MES

  1. #46
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    IN CHE TRAPPOLA CI HA FICCATO GUALTIERI

    #Eurogruppo conferma che il #MES potrà offrire finanziamenti per il 2% del Pil a tasso quasi zero per spese sanitarie e di prevenzione dirette e indirette legate al #COVID19. La Commissione verificherà solo questo requisito. Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive.

    MENTE SPUDORATAMENTE, perché le condizioni ci sono tutte. Nello Eurogroup Statement (la Dichiarazione dell’Eurogruppo) è scritto chiaro: “The provisions of the ESM Treaty will be followed”. Saranno seguite le regole del Trattato MES. Non quelle nella letterina di Dombrovski, che non conta nulla giuridicamente.

    Giuseppe Liturri commenta: “Considerato che l’intero Fondo Sanitario Nazionale è pari a 116 miliardi, quanto potremmo prendere dal #MES “SENZA CONDIZIONI” che non sia già ottenibile con una piccola emissione di BTP? Nulla. IL #MES, quello vero, è sul tavolo perché servirà ad altro.

    E servirà a commissariare la democrazia italiana e come strumento di pressione e coercizione nei confronti di qualunque futuro governo che non si inginocchierà ai diktat di Bruxelles. Cioè nei confronti di qualunque futuro governo che non avrà dentro il PD.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  2. #47
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    PRESTITO NAZIONALE/ Giulio Sapelli: ecco l’unica proposta che può ancora salvarci

    Le misure messe in campo dal Governo per sostenere l’economia non tutelano il tessuto produttivo. L’Italia rischia di finire in svendita.

    La proposta Tremonti consiste in un prestito irredimibile esente da imposta a lunghissimo termine e a bassissimo tasso d’interesse (BTP a lunga scadenza da proporre al popolo italiano). Essa è importante e non solo per il riferimento storico che nella proposta è contenuta nella versione presentata da Tremonti, che è veramente intelligente dal punto di vista politico. Tremonti fa un riferimento che merita molta attenzione. Si tratta della citazione del discorso a tal proposito che Palmiro Togliatti pronunciò nel 1948 invitando gli operai a investire parte del loro salario acquistando i titoli del prestito per “la ricostruzione nazionale” che il governo centrista degasperiano aveva proposto alla nazione.

    L’importanza del riferimento sta nel fatto che – come ci ha insegnato un’abbondante storiografia – in quell’anno comunisti e socialisti avevano di già abbandonato il governo per la durezza di quella guerra civile europea che iniziava a delinearsi tra Usa e Urss. Era una situazione assai diversa da quella verificatasi nel 1945, quando il governo Parri aveva lanciato con il ministro Soleri il “Prestito della Liberazione”. Esso era allora diretto ad affermare saldamente la presa del controllo del credito da parte della Banca d’Italia per arginare l’inflazione e nel contempo, anche in questo modo, ostacolare quel cambio della moneta che il ministro comunista del governo di unità nazionale Scoccimarro tentava di realizzare.

    Il riferimento storico di Tremonti evoca, invece, l’inveramento di una politica che – come fu quella esemplificata dal prestito del 1947-1948 – sia diretta ad ampliare gli spazi di manovra delle economie e delle società che hanno firmato a suo tempo i Trattati che hanno dato vita e continuano a dar vita al costrutto istituzionale europeo. Un costrutto inedito nella storia mondiale, perché non fondato su una Costituzione simile a quelle che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra e che da tutti gli studiosi sono state definite come “post liberali”, perché imperniate su un corpus di diritti sociali (dal lavoro alla pace, financo alla piena occupazione e alla salute) inediti nella storia costituzionale mondiale.

    Ma l’importanza decisiva, fondamentale, oggi, della proposta di un Prestito per la Ricostruzione dell’Italia deve essere intesa come un ridare la parola finalmente a quei popoli, e a quello italiano nello specifico, che debbono in questo momento riprendere in mano il proprio destino o ancor più modestamente la loro stessa sopravvivenza. Un Prestito Nazionale è fondato sull’unità di un popolo che si riconosce in una comunità di destino. Un proposito antitetico a quello del governo dall’alto dei popoli, esercitato da una tecnocrazia dipendente solo dal confronto di potenza tra le nazioni che continua in un gioco di specchi – come è tipico del costrutto dell’Unione economica europea che va radicalmente modificato.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  3. #48
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    IN CHE TRAPPOLA CI HA FICCATO GUALTIERI

    #Eurogruppo conferma che il #MES potrà offrire finanziamenti per il 2% del Pil a tasso quasi zero per spese sanitarie e di prevenzione dirette e indirette legate al #COVID19. La Commissione verificherà solo questo requisito. Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive.

    MENTE SPUDORATAMENTE, perché le condizioni ci sono tutte. Nello Eurogroup Statement (la Dichiarazione dell’Eurogruppo) è scritto chiaro: “The provisions of the ESM Treaty will be followed”. Saranno seguite le regole del Trattato MES. Non quelle nella letterina di Dombrovski, che non conta nulla giuridicamente.
    bravo, esattamente;
    solo che il trattato MES non dispone alcun potere sanzionatorio diverso da quello relativo all'adempimento del contratto, che prevede la spesa sanitaria;

    reiteri questa bufala, laddove il potere sanzionatorio è in capo alla Commissione, ma molto blando e INDIPENDENTE dall'accedere al MES; riguarda tutti i paesi che si discostino dalla soglia di stabilità, peraltro ora sospesa;

    Giuseppe Liturri commenta: “Considerato che l’intero Fondo Sanitario Nazionale è pari a 116 miliardi, quanto potremmo prendere dal #MES “SENZA CONDIZIONI” che non sia già ottenibile con una piccola emissione di BTP?
    piccola, che costerebbe 7 miliardi in più di interessi agli italiani

    Nulla. IL #MES, quello vero, è sul tavolo perché servirà ad altro.
    certo, perché è un escamotage per liberare quei 35 miliardi che si dovrebbero comunque investire in sanità e che saranno disponibili per altro, assistenza alle imprese, welfare, ecc...

    E servirà a commissariare la democrazia italiana e come strumento di pressione e coercizione nei confronti di qualunque futuro governo che non si inginocchierà ai diktat di Bruxelles. Cioè nei confronti di qualunque futuro governo che non avrà dentro il PD.

    sono i mercati, tra cui anche i risparmiatori italiani, a dettare le regole; prima di qualsiasi intervento di Bruxelles, le cazzate sui conti si pagano sul mercato, con tassi più alti, la rovina per le imprese e le famiglie; il servizio del debito aumenta e si devono tagliare i servizi;

    ti mancano i fondamentali, e così ti bevi tutte queste fandonie dai tuoi guru-kazzenger

    ma il tuo è un problema diffuso, a destra e a sinistra:

    gli italiani sono angosciati dalla realtà, che rimuovono con questa burla di guerra civile ideologica, in attesa di quella vera, in cui le identità ideologiche sono spiazzate
    da quelle di portafogli;

    nei paesi industrializzati "normali", c'è un conflitto destra-sinistra, liberal-liberisti - meno tasse, meno stato, più mercato - e social democratici - più tasse, politica dei redditi, redistribuzione;
    da noi no; il conflitto è tra chi produce ricchezza in modo e circostanze efficienti, e chi vive di rendite, anche piccolissime o misere, e chiede protezione dal mercato, chiede assistenzialismo, sussidi, ecc...

    gli esagitati possono blaterare di cazzate finché vogliono ma, al dunque, su quel terreno si svolgerà la battaglia; e chi non lo capisce per tempo si troverà in mezzo al campo con la divisa di quelli che vogliono farli la pelle, come dei soldati di colore con l'uniforme della Wehrmacht, convinti di essere riconosciuti come kamaraden solo perché lo desiderano;

    ha voglia ics a postare i quadretti trash del sovranismo, le vignette, ecc... tra qualche messe il cetriolo si appoggerà al posteriore degli illusi;

    certo, io non sono meglio di lui; dessi retta al portafogli, sarei elettore leghista e per la secessione fiscale e le autonomie; e nemmeno piangerei troppo per l'uscita dall'euro; purtroppo, sono dominato anche io dai sentimenti, anche contro i miei interessi materiali.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #49
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    Molinari: Noi non vogliamo diventare schiavi dell'Europa

    Noi non corriamo il rischio di diventare ancora più schiavi dell'Europa per soli 36 miliardi, una cifra che non sarebbe sicuramente risolutiva per i problemi che l'Italia deve affrontare oggi.

    https://www.facebook.com/RiccardoMol...6594477617454/
    Lo stagista.
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  5. #50
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    Claudio Borghi: non prendete un euro dal Mes, ecco perché

    Il leghista in 50 secondi asfalta il partito del "prestito senza condizioni"

    Claudio Borghi risponde al partito del Mes, ovvero a chi chiede di usare il Meccanismo europeo di stabilità per le spese sanitarie relative al coronavirus. "Chi dice che dobbiamo prendere quei soldi perché i tassi sono convenienti o è ignorante o in malafede", premette il deputato della Lega. Il motivo, spiega Borghi in un video di 50 secondi pubblicato su TikTok, è presto detto: "Innanzitutto perché sono soldi nostri e il fatto che l'Europa ce li presti con gli interessi è oltraggioso".

    Non solo, dietro c'è altro: "Poi bisogna ricordare che il Mes per statuto è un creditore privilegiato e va rimborsato prima di tutti gli altri titoli di Stato del nostro risparmio. Volete toccare con mano la differenza? Entrate in una banca e chiedete un prestito senza garanzie e uno pienamente garantito. Così vedrete la differenza di tasso di interesse. Niente Mes, vogliamo essere liberi".
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  6. #51
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    Claudio Borghi: non prendete un euro dal Mes, ecco perché

    Il leghista in 50 secondi asfalta il partito del "prestito senza condizioni"

    Claudio Borghi risponde al partito del Mes, ovvero a chi chiede di usare il Meccanismo europeo di stabilità per le spese sanitarie relative al coronavirus. "Chi dice che dobbiamo prendere quei soldi perché i tassi sono convenienti o è ignorante o in malafede", premette il deputato della Lega. Il motivo, spiega Borghi in un video di 50 secondi pubblicato su TikTok, è presto detto: "Innanzitutto perché sono soldi nostri e il fatto che l'Europa ce li presti con gli interessi è oltraggioso".

    Non solo, dietro c'è altro: "Poi bisogna ricordare che il Mes per statuto è un creditore privilegiato e va rimborsato prima di tutti gli altri titoli di Stato del nostro risparmio. Volete toccare con mano la differenza? Entrate in una banca e chiedete un prestito senza garanzie e uno pienamente garantito. Così vedrete la differenza di tasso di interesse. Niente Mes, vogliamo essere liberi".
    quindi, secondo Borghi dovremmo pagare di più ora, per interessi, buttare nel cesso 7 miliardi degli italiani, emettendo ulteriore debito, col rischio rating spazzatura;

    certo, è quello che vuole la Lega, così potrà ricattare qualsiasi governo e imporre le autonomie, più o meno camuffate; a molti la cosa può piacere; l'importante è capirlo, e non restare delusi poi, quando la frittata è fatta.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #52
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    quindi, secondo Borghi dovremmo pagare di più ora, per interessi, buttare nel cesso 7 miliardi degli italiani, emettendo ulteriore debito, col rischio rating spazzatura;


    La proposta della Lega è chiara: emettere BTP patriottici a tassi bassissimi e, le quote invendute, ce le compra la BCE col QE.

    Ora ti faccio l'ennesimo disegnino che si fa agli stupidi.
    La BCE sta comprando titoli di stato italiani dalle banche col QE (lo fa tramite la Banca d'Italia...cioè i titoli comprati dal QE per la quota italiana vengono detenuti in Banca d'ITalia). La lega propone di emettere BTP patriottici a tassi bassissimi (prossimi allo zero) e far comprare la quota invenduta alla BCE tramite il QE (passando da Banca d'Italia).

    Domanda:
    Dove finiscono gli interessi pagati alla BCE sui titoli di stato acquistati dalla BCE col QE?

    Il Bilancio della Banca d’Italia conferma un dato: gli acquisti del Quantitative easing della Banca centrale europea sono un ottimo affare per le casse pubbliche dello stato Italiano. Non solo perché lo shopping di BTP del QE ha contribuito ad affossare gli interessi dei titoli di Stato italiani. Ma anche perché alla fine dei conti gli interessi pagati dal ministero dell’Economia alla Bce ritornano nelle casse del Tesoro, sotto forma di tasse e dividendi della Banca d’Italia. E sono molti soldi.

    Gli interessi sui titoli di stato acquistati dal Quantitative easing della BCE

    Per capire questa dinamica occorre ricordare come funziona il QE, il piano con cui la Bce emette moneta per comprare titoli pubblici dei paesi della zona euro. Gli acquisti sono operati, per conto della Bce, dalle banche centrali nazionali. A fine febbraio nel bilancio della Banca d’Italia c’erano 333,8 miliardi di titoli di Stato italiani nell’ambito del QE, con una scadenza media di poco superiore agli 8 anni. Sono titoli che pagano rendimenti non trascurabili. Nel 2017, spiega Banca d’Italia nel suo bilancio, gli interessi pagati alla Banca d'Italia dal tesoro italiano sui titoli di Stato comprati per il QE sono ammontati a 2,8 miliardi di euro.

    Si può attribuire quasi esclusivamente a questo guadagno il miglioramento del risultato lordo del bilancio della banca d'Italia, che lo scorso anno si è portato a 8,4 miliardi di euro. Tolti 2 miliardi di euro di spese operative e un miliardo di interessi passivi, Banca d’Italia ha chiuso l’anno con un attivo di 5,4 miliardi. Su questi ha però dovuto pagare 1,5 miliardi di tasse allo Stato. Il bilancio si chiude quindi con un utile netto di 3,9 miliardi.

    «È il risultato più elevato mai raggiunto dall’istituto» ha spiegato soddisfatto il Governatore della Banca d'Italia davanti all’assemblea dei partecipanti alla Banca d’Italia. Un’ottima notizia per il Tesoro. Versati 218 milioni di euro ai suoi 124 "partecipanti" (banche, fondi istituzionali, fondi pensione), Banca d’Italia ha trasferito 3,4 miliardi al ministero dell’Economia. Una cifra che, sommata alle tasse, porta l’incasso complessivo del Tesoro a 4,9 miliardi di euro. Considerato che circa la metà dei profitti di Banca d’Italia sono arrivati dai titoli di Stato italiani del QE della BCE nel suo portafoglio (interessi per 2,8 miliardi per il QE), si può dire che il Tesoro alla fine si è ripreso tra tasse e dividendi tutti gli interessi versati alla BCE.

    In sostanza, sui titoli di stato acquistati dalla BCE con il QE (detenuti presso la Banca d'Italia) il tesoro italiano riceve indietro dalla Banca d'Italia tutti gli interessi pagati per il QE, sotto forma di tasse e dividendi. QUINDI SUI TITOLI ACQUISTATI DAL QE IL TESORO ITALIANO NON PAGA UN EURO DI INTERESSI
    Che significa? Significa che i famosi 7 miliardi di interessi PRESUNTI in più, ritornerebbero al tesoro dalla Banca d'Italia. E quindi questi 7 milairdi di interessi in più SEMPLICEMENTE NON ESISTONO.

    Tutte cose che sapresti se tu studiassi invece che leggere quello che dice marattin.

    E per l'ennesima volta ti ho dimostrato che parli di cose che non conosci. Esattamente come fanno renzi e marattin....due IMBECILLI a piede libero.
    Ultima modifica di xmanx; 11-05-2020 alle 14:27
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  8. #53
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    @sapientino

    quindi, secondo Borghi dovremmo pagare di più ora, per interessi, buttare nel cesso 7 miliardi degli italiani, emettendo ulteriore debito, col rischio rating spazzatura;


    La proposta della Lega è chiara: emettere BTP patriottici a tassi bassissimi e, le quote invendute, ce li compra la BCE col QE.

    Ora ti faccio l'ennesimo disegnino.
    La BCE sta comprando titoli di stato italiani dalle banche col QE (lo fa tramite la Banca d'Italia...cioè i titoli comprati dal QE per la quota italiana vengono detenuti in Banca d'ITalia). La lega propone di emettere BTP patriottici a tassi bassissimi (prossimi allo zero) e far comprare la quota invenduta alla BCE tramite il QE (passando da Banca d'Italia).

    Domanda:
    Dove finiscono gli interessi pagati alla BCE sui titoli di stato acquistati dalla BCE col QE?

    Il Bilancio della Banca d’Italia conferma un dato: gli acquisti del Quantitative easing della Banca centrale europea sono un ottimo affare per le casse pubbliche dello stato Italiano. Non solo perché lo shopping di BTP del QE ha contribuito ad affossare gli interessi dei titoli di Stato italiani. Ma anche perché alla fine dei conti gli interessi pagati dal ministero dell’Economia alla Bce ritornano nelle casse del Tesoro, sotto forma di tasse e dividendi della Banca d’Italia. E sono molti soldi.

    Gli interessi sui titoli di stato acquisti dal Quantitative easing della BCE

    Per capire questa dinamica occorre ricordare come funziona il QE, il piano con cui la Bce emette moneta per comprare titoli pubblici dei paesi della zona euro. Gli acquisti sono operati, per conto della Bce, dalle banche centrali nazionali. A fine febbraio nel bilancio della Banca d’Italia c’erano 333,8 miliardi di titoli di Stato italiani nell’ambito del QE, con una scadenza media di poco superiore agli 8 anni. Sono titoli che pagano rendimenti non trascurabili. Nel 2017, spiega Banca d’Italia nel suo bilancio, gli interessi pagati alla Banca d'Italia dal tesoro italiano sui titoli di Stato comprati per il QE sono ammontati a 2,8 miliardi di euro.

    Si può attribuire quasi esclusivamente a questo guadagno il miglioramento del risultato lordo del bilancio della banca d'Italia, che lo scorso anno si è portato a 8,4 miliardi di euro. Tolti 2 miliardi di euro di spese operative e un miliardo di interessi passivi, Banca d’Italia ha chiuso l’anno con un attivo di 5,4 miliardi. Su questi ha però dovuto pagare 1,5 miliardi di tasse allo Stato. Il bilancio si chiude quindi con un utile netto di 3,9 miliardi.

    «È il risultato più elevato mai raggiunto dall’istituto» ha spiegato soddisfatto il Governatore della Banca d'Italia davanti all’assemblea dei partecipanti alla Banca d’Italia. Un’ottima notizia per il Tesoro. Versati 218 milioni di euro ai suoi 124 "partecipanti" (banche, fondi istituzionali, fondi pensione), Banca d’Italia ha trasferito 3,4 miliardi al ministero dell’Economia. Una cifra che, sommata alle tasse, porta l’incasso complessivo del Tesoro a 4,9 miliardi di euro. Considerato che circa la metà dei profitti di Banca d’Italia sono arrivati dai titoli di Stato italiani del QE della BCE nel suo portafoglio (interessi per 2,8 miliardi per il QE), si può dire che il Tesoro alla fine si è ripreso tra tasse e dividendi tutti egli interessi versati alla banca centrale.

    In sostanza, sui titoli di stato acquistati dalla BCE con il QE (detenuti presso la Banca d'Italia) il tesoro italiano riceve indietro dalla Banca d'Italia tutti gli interessi pagati per il QE, sotto forma di tasse e dividendi. QUINDI SUI TITOLI ACQUISTATI DAL QE IL TESORO ITALIANO NON PAGA UN EURO DI INTERESSI
    Che significa? Significa che i famosi 7 miliardi di interessi PRESUNTI in più, ritornerebbero al tesoro dalla Banca d'Italia. E quindi questi 7 milairdi di interessi in più SEMPLICEMENTE NON ESISTONO.

    Tutte cose che sapresti se tu studiassi invece che leggere quello che dice marattin.

    E per l'ennesima volta ti ho dimostrato che parli di cose che non conosci. Esattamente come fanno renzi e marattin....due IMBECILLI a piede libero.
    peccato che questa bellissima proposta sia impossibile, perché eccede dai trattati:

    come ha confermato la Corte Cost tedesca, la BCE non può impegnarsi oltre il pro-quota, e già ha in pancia il doppio dei titoli italiani consentiti dalla quota del 14 %


    proposta che tradisce l'ennesima mentalità kazzenger-Pulcinella, la vergogna della storia italiana di opportunismi: un paese che inizia le guerre da una parte e le finisce dall'altra, perché prima tenta l'azzardo velleitario, spezzare le reni a destra e sinistra e poi, di fronte alle realtà che la demagogia come quella di Borghi cerca di offrire, deve fare umilianti dietro-front col cappello in mano;

    questa tara culturale ci è costata 700,ila morti nella Prima guerra e infiniti altri nella Seconda, con la perdita di territori e sovranità politica;

    i Pulcinella assistenzialisti come te, vorrebbero fare i froci col culo degli altri: detassarsi l'ICI, imboscare i soldi evasi al fisco, finanziare caste e mafie, combriccole di amici, giocare all'italianità facendo debiti, e poi, quando mancano i soldi, pretendere che la BCE compri altri debiti - quando ne ha già il doppio del consentito - coi soldi degli altri stati, che si sono tassati per averli, hanno fatto riforme che a noi costava fatica

    il che, sarebbe pure comprensibile per un Pulcinella; quello che non si capisce è che almeno un personaggio del genere dovrebbe essere almeno abbastanza furbo da capire che quelli che lui candiderebbe a Pantalone non sono così scemi da non accorgersi del trucco;

    tu, invece, il problema non te lo poni proprio; per te è normale devi comprare l'auto nuova ? chiedi i soldi in prestito al vicino di pianerottolo; tanto, non siamo tutti condomini ?
    il guaio è che quando andiamo all'estero sono queste cose che ci fanno vergognare; ma tu, all'estero, non ci vai, perciò non lo sai e continui a vivere senza vergogna.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #54
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    La BCE ha già detto che è autonoma dalla Germania e andrà avanti con il QE.

    Lagarde alla Corte tedesca: «La Bce va avanti imperterrita, è indipendente e risponde al Parlamento europeo».
    Il presidente della Bce Christine Lagarde conferma che la Bce continuerà a fare tutto il necessario: è indipendente, risponde al Parlamento europeo sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea.

    Il MES non ci serve a niente.
    Ultima modifica di xmanx; 11-05-2020 alle 14:47
    Lo stagista.
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  10. #55
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    La BCE ha già detto che è autonoma dalla Germania e andrà avanti con il QE.

    Lagarde alla Corte tedesca: «La Bce va avanti imperterrita, è indipendente e risponde al Parlamento europeo».
    Il presidente della Bce Christine Lagarde conferma che la Bce continuerà a fare tutto il necessario: è indipendente, risponde al Parlamento europeo sotto la giuristizione della Corte di giustizia europea.
    ma, scusa: non eri tu a dire che l'UE è una creatura "tedesca", asservita a Berlino ?

    ora testimoni il contrario, che la BCE è autonoma di fronte alle posizioni tedesche fai pace col cervello, va'...

    peccato davvero che comunque la BCE non possa imporre alla BuBa di comprare quei titoli; se quella non compra più della sua quota, ma anzi vende, in ottemperanza a quanto prescritto dal trattato - seguita da tutti le altre banche centrali eurozona che hanno comprato quel 19% eccedente di titoli italiani - che fa la BCE ? fa pippa perché la BCE ha un patrimonio ridicolo; compra per interposta banca, per conto di quelle banche centrali;

    il tutto, perché non siamo Stati Uniti d'Europa;

    poi, la rottura probabilmente non avverrà, perché questa è tutta una trattativa da suk, in cui è interesse di tutti venirsi incontro e si sta solo preparando un compromesso.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #56
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    peccato davvero che comunque la BCE non possa imporre alla BuBa di comprare quei titoli; se quella non compra più della sua quota, ma anzi vende, in ottemperanza a quanto prescritto dal trattato - seguita da tutti le altre banche centrali eurozona che hanno comprato quel 19% eccedente di titoli italiani - che fa la BCE ?

    Tu parli a vanvera. La Buba compra titoli tedeschi. La banca centrale spagnola compra titoli spagnoli. La banca d'Italia compra titoli italiani.
    Non è che la Bundesbank compra titoli italiani e la Banca d'Italia compra titoli francesi.
    Ogni banca centrale nazionale compra i titoli di stato della propria nazione. Sciocchino. E' così che funziona il QE.

    La Bundesbank non comprerà la sua quota di titoli tedeschi? Oppure venderà i titoli tedeschi che ha in pancia? ECHISENEFREGA.

    Ho sempre detto che la BCE deve fare la Banca Centrale come fanno tutte le banche centrali del mondo. E il QE è l'unico strumento oggi disponibile che sia equiparabile a quanto hanno fatto la FED, BoE e BoJ.
    La Bundesbank non ci sta e non comprerà più titoli di stato tedeschi? Ce ne faremo una ragione.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  12. #57
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    Bce, insignificante l'impatto tasso cambio euro su inflazione - ricerca Bce

    FRANCOFORTE (Reuters) - L’impatto dei movimenti del tasso di cambio dell’euro sull’inflazione è calato e il suo effetto sui prezzi al consumo della zona euro è quasi insignificante.

    Lo dimostra una nuova ricerca pubblicata dalla Banca centrale europea.

    Dopo aver mancato per gli ultimi sette anni il proprio target d’inflazione, la Bce ha mantenuto una strategia monetaria eccezionalmente accomodante, subendo diverse critiche, anche da parte del presidente Usa Donald Trump, secondo le quali la banca centrale sta cercando un vantaggio commerciale sleale attraverso una moneta debole.

    Anche se un euro debole fa aumentare i prezzi delle importazioni, l’impatto sulla misura chiave della banca, il cosiddetto indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), è quasi insignificante, secondo la Bce.

    “Un deprezzamento dell’1% dell’euro comporta per i prezzi complessivi delle importazioni nella zona euro e nei Paesi membri un rialzo, in media, dello 0,30% nel corso di un anno”, secondo il bollettino Bce.

    “Nello stesso periodo, l’Ipca aumenta circa dello 0,04%, anche se le stime non sono sempre significativamente diverse dallo zero”, aggiunge lo studio, notando che i dati riportati sono inferiori a molte stime precedenti.

    La ricerca aggiunge che le sue stime di trasferimento del tasso di cambio ai prezzi al consumo sono “statisticamente insignificanti”, per gli anni analizzati.

    La Bce ha fissato il target d’inflazione leggermente sotto il 2%, ma ora dovrà fare i conti con la possibilità di una crescita negativa dei prezzi (DEFLAZIONE), in seguito al crollo dei prezzi del petrolio.

    Si conferma che il problema oggi NON E' L'INFLAZIONE ma è la DEFLAZIONE che porterà abbassamento dei prezzi, e quindi licenziamenti di massa e una recessione senza precedenti.
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  13. #58
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    Bce, insignificante l'impatto tasso cambio euro su inflazione - ricerca Bce

    FRANCOFORTE (Reuters) - L’impatto dei movimenti del tasso di cambio dell’euro sull’inflazione è calato e il suo effetto sui prezzi al consumo della zona euro è quasi insignificante.

    Lo dimostra una nuova ricerca pubblicata dalla Banca centrale europea.

    Dopo aver mancato per gli ultimi sette anni il proprio target d’inflazione, la Bce ha mantenuto una strategia monetaria eccezionalmente accomodante, subendo diverse critiche, anche da parte del presidente Usa Donald Trump, secondo le quali la banca centrale sta cercando un vantaggio commerciale sleale attraverso una moneta debole.

    Anche se un euro debole fa aumentare i prezzi delle importazioni, l’impatto sulla misura chiave della banca, il cosiddetto indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), è quasi insignificante, secondo la Bce.

    “Un deprezzamento dell’1% dell’euro comporta per i prezzi complessivi delle importazioni nella zona euro e nei Paesi membri un rialzo, in media, dello 0,30% nel corso di un anno”, secondo il bollettino Bce.

    “Nello stesso periodo, l’Ipca aumenta circa dello 0,04%, anche se le stime non sono sempre significativamente diverse dallo zero”, aggiunge lo studio, notando che i dati riportati sono inferiori a molte stime precedenti.

    La ricerca aggiunge che le sue stime di trasferimento del tasso di cambio ai prezzi al consumo sono “statisticamente insignificanti”, per gli anni analizzati.

    La Bce ha fissato il target d’inflazione leggermente sotto il 2%, ma ora dovrà fare i conti con la possibilità di una crescita negativa dei prezzi (DEFLAZIONE), in seguito al crollo dei prezzi del petrolio.

    Si conferma che il problema oggi NON E' L'INFLAZIONE ma è la DEFLAZIONE che porterà abbassamento dei prezzi, e quindi licenziamenti di massa e una recessione senza precedenti.
    sei proprio un Pulcinella che bluffa: copi e incolli quello che trovi e ti sembra confortare le tesi dei tuoi kazzenger, ma siccome non capisci una cippa di economia, citi a sproposito:
    l'inflazione importata, da cambio, è una cosa diversa da quella che sarebbe prodotta dall'immissione permanente di liquidità circolante; te l'ho spiegato una dozzina di volte, ma sei duro di comprendonio;

    l'inflazione importata dipende in grande misura da circostanze esterne: il prezzo del petrolio e le politiche delle altre banche centrali;

    l'inflazione presuppone la domanda; se il ciclo è di sfiducia, stagnante o recessivo, la moneta si tiene sotto il materasso;

    che la deflazione porti ai licenziamenti è una cazzata mondiale, buttata lì a naso, senza sapere; di per sé, basterebbe adeguare le retribuzioni al contrario per sterilizzare l'effetto strettamente monetario;

    il vero problema della deflazione è quello dei debiti, stipulati ad un tasso nominale; quando si deflaziona il debito è un guaio, perché il debitore deve restituire un 100 nominale stipulato a suo tempo, che ora vale 110 in potere d'acquisto, spiazzando tutti i calcoli, a partire dal debito pubblico;
    come ti avevo già spiegato, con un inflazione - purché sterilizzata, tipo scala mobile, adeguamento delle retribuzioni o dei prezzi degli autonomi - i debitori, al contrario, sono favoriti, perché restituiscono lo stesso valore nominale inflazionato, un equivalente di minor potere d'acquisto;

    il punto è che se la maggior liquidità viene percepita come permanente - e non ci sono adeguamenti di cambio dei sistemi esterni, come la FED che potrebbe a sua volta neutralizzare il cambio - è la domanda esterna al sistema a corre per spendere la moneta che ha in cassa, prima che perda il potere d'acquisto;

    se importo le Ferrari negli Emirati e oggi ho un capitale che mi basta per 100, ma so che verranno immessi euro in più, tra 6 mesi lo stesso capitale mi basterà per comprarne solo 95; perciò mi affretto, pago, mi prendo le auto e conservo il valore; ma in eurozona rientra quella moneta, che fa alzare il livello dei prezzi ad una velocità maggiore;

    tutto sta a capire il motivo per cui ciò non è accaduto finora, e cioè l'odiata austerità tedesca: siccome tutti sanno il peso dei tedeschi nelle decisioni eurozona, la loro avversione all'inflazione è una garanzia per chi detiene capitali denominati in euro: i tedeschi non permetteranno mai che si inflazioni fino a svalutare, stanno sempre a cazzo rittissimo;
    ma, non appena l'eurozona dovesse cambiare linea - cosa che in qualche modo avverrà, per volere degli stessi tedeschi, pure loro restii ad avere una moneta troppo forte per le capacità di assorbire le loro produzioni - ecco che l'inflazione riprenderebbe, alimentata dalla domanda estera;

    ora, in un regime teoricamente davvero nazionale, tipo anni 30 del secolo scorso, in cui non si possono esportare ad libitum i capitali e le produzioni sono autarchiche, l'effetto selettivo delle svalutazioni/inflazione potrebbe essere compensato: chi esporta, se guadagna davvero di più per le elasticità incrociate, pagherà più tasse per compensare il minor reddito di chi non esporta e si vede ridotto il potere d'acquisto dalle componenti importate;

    nel mondo di oggi non funziona, perché i capitali sono dappertutto, incontrollabili, e se aumenti le tasse ci sono competitori pronti ad offrire di più.
    c'� del lardo in Garfagnana

  14. #59
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    Pensa che strano. Mentre gli altri mettevano in campo miliardi a pioggia con il supporto delle loro banche centrali, noi, per farci impiccare al MES, l'unica cosa che abbiamo fatto sono due spiccioli per i 600 euro e mezzo spicciolo per i buoni pasto. Chissà come mai i nostri dati sono disastrosi rispetto a tutti?
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

  15. #60
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    Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
    Pensa che strano. Mentre gli altri mettevano in campo miliardi a pioggia con il supporto delle loro banche centrali, noi, per farci impiccare al MES, l'unica cosa che abbiamo fatto sono due spiccioli per i 600 euro e mezzo spicciolo per i buoni pasto. Chissà come mai i nostri dati sono disastrosi rispetto a tutti?
    ti sfugge il dettaglio che gli altri non hanno il nostro stesso debito, o le stesse carenze strutturali; i giapponesi possono permettersi un altissimo debito, perché sono industrialmente molto più avanti e organizzati; gli USA perché sono una superpotenza; i tedeschi perché hanno grandi risorse in cassa;

    ma già i britannici inondano, ma a fine anno vanno restituiti, proprio perché non si possono permettere di rischiare inflazione;

    i nostri dati sono disastrosi perché in 30 anni non si è fatta una riforma della spesa, né investimenti; senza dare la colpa a questo o quello, destra o sinistra, è tutto il sistema italiano ad essere rimasto zavorrato da una quota di spesa pubblica a buffo, che serviva a tenere buoni tutti e aiutare gli "amici" potenti;

    Alitalia è un paradigma: invece di vendere, con utile e far parte di Sky-Team con AF e KLM, come è naturale e organico, visto che ci sono accordi da 40 anni per l'operatività delle tratte - oggi, compri un biglietto Alitalia per Amsterdam e ti ritrovi su un volo operato da KLM, e viceversa, per non mandare due voli semi-vuoti a mezz'ora di distanza - si è ripianato il debito, oramai tre volte; soldi degli italiani, andati ai dirigenti, per fallire di nuovo, prevedibilmente;

    con quei soldi si sarebbero garantiti tutti gli eventuali esuberi; ma qualcuno ci doveva guadagnare; ci sono caduti tutti: D'Alema, coi capitani coraggiosi e Berlusconi, i gialloverdi e i giallorossi…
    in Italia non è possibile riformare nulla, perché si mettono sempre di mezzo corporazioni; fisco facile, dove ognuno può compilare la dichiarazione in un ora on-line, a meno che non si tratti di una SPA o di situazioni complesse ? non si può perché i commercialisti e i burocrati bloccano tutto: perdono soldi e potere;

    idem per la giustizia; solo a Roma ci sono tanti avvocati quanto in tutta la Francia, 7mila; il contenzioso è un'industria a sé conviene non pagare e farsi chiamare civilmente in giudizi; tanto, male che vada, passano una dozzina d'anni prima di una sentenza, e intanto gli avvocati - ben rappresentati in Parlamento - campano; e così via dappertutto, con le banche che hanno azzardato e per coprire i NPL vendono titoli tossici ai clienti sprovveduti o troppo furbi; ci sono caste che lucrano sull'inefficienza in ogni settore;

    dopo decenni, è ovvio che arriviamo al disastro; non ci voleva la palla di vetro.
    c'� del lardo in Garfagnana

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