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Discussione: Una riflessione impopolare sull'aborto

  1. #1
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Una riflessione impopolare sull'aborto

    Tempo fa, durante un generico ripasso di storia della filosofia, soffermandomi sui medioevali ebbi una curiosa epifania sul mondo attuale e le sue contraddizioni. Per il mio ragionamento farò ora una cosa che normalmente aborro ovvero una divisione arbitraria basata su una generalizzazione, io non penso affatto che sia lecito semplificare tanto le sfaccettature degli individui, anzi credo che anche le persone apparentemente più dogmatiche (quale che sia la fonte dei loro dogmi) vivano interiormente un conflitto, che è poi la fecondità del pensiero, poi certo, nessuno di noi può sapere tutto di tutto ed è quindi semplicemente umano decidere alle volte di fare un passo indietro, alzare le mani e accettare un determinato pensiero per principio di autorità (e vale per tutti: l'avvocato, se si ammala andrà dal medico e a lui delegherà la sua salute, il medico se si dovesse trovare in guai legali sarà lieto di delegare la sua difesa giuridica all'avvocato); perciò, consapevole di tutti i limiti che questo comporta (e nutrendo la malcelata speranza di scontentare ambedue le fazioni), mi rifarò ad una dicotomia vecchia e ammuffita, l'eterna diatriba tra scienza e fede.

    Da un lato avremo un pensiero metafisico, indirizzato a cercare di carpire ciò che si cela dietro alle cose materiali, l'eternità, l'anima e ovviamente Dio, garante di una legge morale trascendente, il Bene si configurerà come l'assoluta volontà di questo Dio e il male come qualsiasi cosa in contrasto con tale volontà (si noti che questo presuppone che il Bene sia assoluto, il male relativo, come il vento che soffia in una direzione lo fa che io mi trovi qui o a cento metri di distanza, e se mi muovo controvento non sono il vento e nemmeno sono veramente contrario al vento, sono solo un ostacolo).
    Dall'altro lato ci sarà invece un atteggiamento empirico, concentrato sulla realtà fenomenica, osservabile, misurabile, definibile da parametri precisi e calcolabili, ma per questo non statici, anzi, ogni sapere potrà sempre essere rimesso in discussione e diventare migliore. Questo tipo di dottrina sarà necessariamente slegato da una morale assoluta, perseguirà tuttalpiù l'utile, ma a certi livelli si sottrarrà per forza di cose anche da una morale relativa come quella utilitaristica: Nobel inventa la dinamite per migliorare la vita dei minatori, ma non può sottrarsi al fatto che la vita di altre persone verrà stroncata dalla sua stessa invenzione, può risentirsene, ma si scontrerà con il limite intrinseco del suo approccio alla realtà, la scienza è per i greci Epistème ovvero quello "che sta su da se", perciò per sua natura circoscritto.

    Non dilunghiamoci troppo però, veniamo al nocciolo. L'argomento del titolo è chiaro, si parla di aborto, perciò si parla di vita umana: è opinione comune ritenere che il religioso (in questa sede non analizzo religioni che non conosco bene, prendo in esame il cattolico) consideri la vita umana sacra e inviolabile fin dal suo concepimento, mentre l'uomo di scienza abbia una definizione che consenta di determinare da quale momento in poi si possa parlare di vita umana in termini oggettivi. Ritengo che entrambe le affermazioni precedenti siano sbagliate.

    Se andiamo a scavare nelle radici culturali della chiesa cattolica, uno su tutti Agostino D'ipponia, vediamo che queste affondano sul sapere pervenutogli dalla filosofia di Aristotele, filosofia nella quale sono centrali due concetti fondamentali per operare una corretta distinzione tra tutte le cose: forma e sostanza. Le cose sono quello che sono in virtù di questi due concetti: se prendo una sedia all'ikea e la lascio smontata non ho una sedia, ne ho solo la sostanza, ma se seguo tutto il progetto decidendo di costruirne una con del fragile vetro, ugualmente non avrò una sedia, avrò del vetro a forma di sedia. Nel corso del medioevo la diatriba riguardo a quando l'anima cominciasse a risiedere nel feto fu lunga e accesa, anche a causa delle scarse conoscenze mediche (non incorriamo però nell'errore di sminuire tutto con le solite banalità sui secoli bui... il medioevo fu pieno di fini osservatori della realtà senza i quali riprendersi dalla caduta della civiltà romana non sarebbe stato possibile, non a tutti può piacere, ma nei cosiddetti secoli bui la chiesa fu davvero una luce nell'oscurità, non la forza oscurantista che taluni pensano, influenzati da ciò che è più legato al mondo contemporaneo), ma in effetti con le conoscenze attuali qualcuno che volesse professarsi ad esempio tomista, dovrebbe convenire del fatto che l'embrione comincia ad avere una forma vagamente umanoide verso il terzo mese di gestazione, ergo dovrebbe convenire del fatto che prima di allora la sostanza manchi della forma, ergo non sia propriamente un essere umano, ergo non abbia un'anima, ergo l'aborto sia quantomeno lecito, condannabile al limite solo perché interferisce con un disegno superiore, ma nell'ordine di cose per cui il male è relativo, certamente non si può parlare di omicidio: quella non è una vita inviolabile, al massimo è un progetto.
    E la scienza invece su cosa baserà la definizione di essere umano? Non certo l'anima, quella non è misurabile, pertanto esula dalle competenze anche di uno scienziato che ci volesse credere. Esiste più di una definizione ovviamente, ma direi che la biologia è il campo che maggiormente si occupa di queste cose, e, pur con diverse scuole di pensiero e sfumature, ritengo sia concorde nell'identificare una specie attraverso il criterio della capacità di generare una prole che sia a sua volta fertile, in parole povere due animali sono della stessa specie se possono avere dei nipoti; questo tipo di compatibilità è determinato dalla genetica, ergo un organismo dotato di DNA umano (e sottolineo organismo, l'obiezione che questo contempli qualsiasi cellula del corpo non si può sentire: cellula, tessuto, organo e organismo non mi risulta siano concetti molto ambigui in biologia), a rigore di logica dovrebbe essere un essere umano, anche qualora non ne avesse la forma. Si può obbiettare ovviamente che ci sono tanti livelli di sviluppo, prima di un certo momento si ha davvero a che fare con un ammasso di cellule non ancora differenziate, ma ovunque si decide di mettere l'asticella per affermare "sì, tu sei un essere umano" e "tu, no, mi dispiace ma ci devi ancora lavorare", sarà una scelta arbitraria, non certo oggettiva; sembra paradossale, ma ho la netta sensazione che un onesto aristotelico, in virtù del suo credere all'anima abbia le idee più chiare.

    Mille potrebbero essere le scelte arbitrarie per definire la scala di valore della vita umana (e possiamo anche dire che le vite sono tutte uguali, ma la realtà dice il contrario, la vita di un bambino del terzo mondo non vale come quella di un adulto occidentale), ma in questo specifico campo trovo abbastanza buffo che due fazioni contrastanti adottino una retorica che sarebbe di base più confacente alla controparte. Per conto mio, per l'appunto, non mi pongo in termini di vita umana o non vita umana, ma in termini pragmatici, perciò direi all'embrione: "ok, sei una vita umana, ma in effetti, chi ti conosce... ahh, hai una mamma, allora chiedo a lei che dobbiamo farne di te, d'altra parte non è che hai sto gran network di relazioni. La tua proposta è in fase di valutazione e vedremo se sarai promosso da membro del consorzio umano a membro della comunità umana".
    Voi che dite e soprattutto sono riuscito a scontentare sia Cono che Vega (non ce l'ho specificamente con voi due, vi prendo solo come le figure archetipiche di due tesi in conflitto all'interno di questo piccolo spaccato di umanità).
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  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ahahahahahahaha l'archetipo Cono ti risponde che, su tematiche etiche come questa, le Coscienze spesso si lacerano. E' inevitabile.
    Ho letto il tuo assunto, trovandolo per larga parte condivisibile. Ma alla domanda posta al feto "ok, sei una vita umana, ma in effetti, chi ti conosce..." la risposta è Dio. Dio ci conosce da sempre. Da subito. Appena concepiti. Da quel momento, Doppio, la tua vita è inviolabile. Altro che un semplice progetto.....
    Non è che a 2 mesi e 29 giorni l'Anima non ce l'hai e il giorno dopo si: E' assurdo!
    amate i vostri nemici

  3. #3
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Infatti per me lo è, ma non conosco nemmeno Dio, quando Nietzsche, mi ha avvisato che era morto, non ho pensato a come vestimi per il funerale, e nessuno mi ha fatto le condoglianze. Cosa c'è di cosi assurdo, la sedia è una sedia se ti ci puoi sedere,anche se mancano due o tre viti, tutte le cose sono quello che sono da un certo momento in poi e non prima, se usciamo dal preteso tomismo, e ci rifacciamo alla chiesa che ha riscoperto Platone possiamo spostare l'asticella dove vogliamo, persino prima del concepimento, ma in fondo tutte queste anime eterne da sempre esistono e sempre esisteranno, la loro forma materiale e corruttibile conta poco, non è che un pallido spettro della realtà, uccidere anche un uomo fatto e finito dal punto di vista spirituale non è un danno, la sua parte più importante restera in vita e sempre vivrà, il danno al limite è sociale, ma è un problema materiale, non spirituale, e allora al nostro caro embrione non vogliamo dare la possibilità di vivere la sua materiale ed illusoria vita, dove qualcuno lo vuole e non dove sarà percepito come un ospite indesiderato?

    Edit: aggiungo una postilla, il neoplatonimo propugnato dal cristianesimo non ha mai brillato molto per cultura, aveva un livello di umanità se vogliamo superiore, specialmente in un tempo in cui la cultura era soprattutto rappresentata dall'austerità autoritaria domenicana, ma proprio per quello si trovò sempre ai limiti dell'eresia, teniamone conto: le basi a cui oggi ci si può riferire per portare avanti un certo tipo di retorica non sono state considerate completamente eretiche per un soffio. Insomma, sei io fossi un inquisitore, non avrei tutti i torti a preparare una pira per qualcuno che non dimomstra pentimento affermando che Dio ti conosce da prima che tu nascessi, se poi dicesse da sempre, la considererei una confessione in piena regola.
    Ultima modifica di Doppio; 13-05-2020 alle 13:06
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  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Provvidenzialmente la Chiesa ha superato, è andata OLTRE l'inquisizione, Doppio. Affermare che la Vita Umana è inviolabile, fin dal suo primo concepimento, non è un concetto platonico! O neo, platonico. Te non sei una sedia, voglio dire. O un mobile, o un vaso di creta. Sei PERSONA! Creata a Immagine di Dio.
    Se non crediamo questo...è ovvio, tutto passa nel tritacarne della convenienza: Un figlio? Mi conviene....non mi conviene.....
    Capisci cosa voglio dire?
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  5. #5
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Ma esattamente perché? Ieri, personaggi di tutto rispetto (perché, se Agostino per ma può essere anche solo un filosofo tra tanti, per te è un santo, Giordano Bruno, che avrebbe potuto darti ragione, invece no, questo varrà qualcosa) non si sarebbero sognati di equiparare l'aborto all'omicidio, oggi che la chiesa si è anche secolarizzata, e aggiungerei grazie a Dio (i luoghi dove la religione non ha attraversato il processo di secolarizzazione, leggasi stati islamici, nella nostra, ma credo anche nella tua narrazione, non sembrano essere i migliori) a questo punto senza nemmeno sapere esattamente a quale corrente di pensiero ci si sta riferendo, si afferma con sicurezza che il concepimento sia l'inizio della vita (quando poi l'insegnamento di Cristo è chiaro, la cosiddetta vita sono solo le prove generali, la vera vita è dopo la resurrezione), domani cosa si dirà? Potenzialmente si può andare oltre e affermare che appena giunti alla fertilità sia dovere morale avere figli, in quanto è questo il disegno di Dio, se a chi pretende di riportare il disegno questo converrà (e qui sì che si può parlare di convenienza), e allora cosa diremo? Ci saranno gli assassini potenziali come in Minority Report?

    Mi dici che "Affermare che la Vita Umana è inviolabile, fin dal suo primo concepimento, non è un concetto platonico", a me pare che lo sia, ma ti darò credito, allora dimmi da dove deriva questo concetto, perché non mi risulta sia cristologico, Gesù non si è espresso direttamente sull'argomento, mi pare. I migliori pensatori cristiani si sono impegnati per secoli a dimostrare quanto la fede fosse qualcosa di ragionevole e adesso, vogliamo gettare tutto alle ortiche stabilendo che il nuovo ordine è l'ignoranza in quanto non ci è dato di comprendere, tutto ciò è incongruo.
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  6. #6
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Mi dici che "Affermare che la Vita Umana è inviolabile, fin dal suo primo concepimento, non è un concetto platonico", a me pare che lo sia, ma ti darò credito, allora dimmi da dove deriva questo concetto, perché non mi risulta sia cristologico, Gesù non si è espresso direttamente sull'argomento, mi pare. I migliori pensatori cristiani si sono impegnati per secoli a dimostrare quanto la fede fosse qualcosa di ragionevole e adesso, vogliamo gettare tutto alle ortiche stabilendo che il nuovo ordine è l'ignoranza in quanto non ci è dato di comprendere, tutto ciò è incongruo.
    finalmente, un po' di aria viziata, che sa di legno e muffa della carta, di luoghi dove sono stipati quegli oggetti pesanti, di carta

    qualche giorno fa, l'amico Cono ha iscritto persino lui tra i sapienti della Chiesa:

    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Secondo te, Nietzsche e Shakespeare, quando parlano dei nemici, dicono anche loro assurdità?

    Ama i tuoi nemici perché essi tirano fuori il meglio di te.
    (Friedrich Nietzsche)
    assieme alle invocazioni alla "naturalità" come ispirazione etica, si può intravvedere un nuovo corso teologico;

    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Edit: aggiungo una postilla, il neoplatonimo propugnato dal cristianesimo non ha mai brillato molto per cultura, aveva un livello di umanità se vogliamo superiore, specialmente in un tempo in cui la cultura era soprattutto rappresentata dall'austerità autoritaria domenicana, ma proprio per quello si trovò sempre ai limiti dell'eresia, teniamone conto: le basi a cui oggi ci si può riferire per portare avanti un certo tipo di retorica non sono state considerate completamente eretiche per un soffio. Insomma, sei io fossi un inquisitore, non avrei tutti i torti a preparare una pira per qualcuno che non dimomstra pentimento affermando che Dio ti conosce da prima che tu nascessi, se poi dicesse da sempre, la considererei una confessione in piena regola.
    un bell'impiccio la storia del libero arbitrio, eh…
    si sono messi nelle mani di quel matto di Saulo, che ha fatto loro un bello scherzo
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Volevo solo dire a Doppio che ho capito tutto e mi è piaciuto.
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  8. #8
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Ma esattamente perché? Ieri, personaggi di tutto rispetto (perché, se Agostino per ma può essere anche solo un filosofo tra tanti, per te è un santo, Giordano Bruno, che avrebbe potuto darti ragione, invece no, questo varrà qualcosa) non si sarebbero sognati di equiparare l'aborto all'omicidio, oggi che la chiesa si è anche secolarizzata, e aggiungerei grazie a Dio (i luoghi dove la religione non ha attraversato il processo di secolarizzazione, leggasi stati islamici, nella nostra, ma credo anche nella tua narrazione, non sembrano essere i migliori) a questo punto senza nemmeno sapere esattamente a quale corrente di pensiero ci si sta riferendo, si afferma con sicurezza che il concepimento sia l'inizio della vita (quando poi l'insegnamento di Cristo è chiaro, la cosiddetta vita sono solo le prove generali, la vera vita è dopo la resurrezione), domani cosa si dirà? Potenzialmente si può andare oltre e affermare che appena giunti alla fertilità sia dovere morale avere figli, in quanto è questo il disegno di Dio, se a chi pretende di riportare il disegno questo converrà (e qui sì che si può parlare di convenienza), e allora cosa diremo? Ci saranno gli assassini potenziali come in Minority Report?

    Mi dici che "Affermare che la Vita Umana è inviolabile, fin dal suo primo concepimento, non è un concetto platonico", a me pare che lo sia, ma ti darò credito, allora dimmi da dove deriva questo concetto, perché non mi risulta sia cristologico, Gesù non si è espresso direttamente sull'argomento, mi pare. I migliori pensatori cristiani si sono impegnati per secoli a dimostrare quanto la fede fosse qualcosa di ragionevole e adesso, vogliamo gettare tutto alle ortiche stabilendo che il nuovo ordine è l'ignoranza in quanto non ci è dato di comprendere, tutto ciò è incongruo.
    Dio è amante della Vita. E' necessario partire da qua, Doppio. Ne troviamo traccia continuamente nella Bibbia. La sacralità della Vita Umana deriva unicamente dalla Parola di Dio rivelata...

    "Crescete e moltiplicatevi, siate fecondi" non è semplicemente un "dovere morale". E' la Via che Dio, fin dall'inizio, propone all'Uomo per raggiungere la sua piena realizzazione e la sua piena felicità. Se Dio chiama alla Vita, chi siamo noi per distruggerla? Anche se misura solo pochi millimetri nel grembo materno?

    "Poiché tu ami tutte le cose esistenti
    e nulla disprezzi di quanto hai creato;
    se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
    Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
    O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
    Tu risparmi tutte le cose,
    perché tutte son tue, Signore, amante della vita!" (Sapienza 11)

    La Vita è un Bene indisponibile: Non siamo noi, i padroni della Vita. La Vita appartiene a Dio.
    amate i vostri nemici

  9. #9
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Possiamo disporre liberamente della vita animale e vegetale non solo per sopravvivenza, ma anche per benessere, stando alle parole che citi non potremmo.
    Su chi siamo noi per distruggere la vita umana puoi leggere il versetto 6:

    1 Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. 3 Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l'erba verde; 4 ma non mangerete carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. 5 Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell'uomo alla mano dell'uomo, alla mano di ogni suo fratello. 6 Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell'uomo sarà sparso dall'uomo, perché Dio ha fatto l'uomo a sua immagine. 7 Voi dunque crescete e moltiplicatevi; spandetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa».


    Sembra che possiamo per vendetta, perciò le vite umani non sono uguali e inviolabili allo stesso modo, tra l'altro il fatto che si sottolinei che sia proprio l'uomo a dover spargere il sangue di chi ha saprso sangue in quanto fatto ad immagine di Dio sembra suggerire che invece sì, siamo i padroni della vita, o almeneo ne abbiamo la piena responsabilita manageriale.

    E dato che continuia girare intorno alla patristica fingendo che non si sia mai espressa, soffermiamoci su questo concetto di "immagine e somiglianza", non sono questi riferimenti a quella forma in senso aristotelico di cui sopra? Dire che a 2 mesi e 29 giorni l'Anima non ce l'hai e il giorno dopo si forse è assurdo, meno assurdo è dire che non sei umano finche non hai forma umana.
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  10. #10
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    No...no...no...la forma viene dopo, Doppio! L'Anima è istantanea. Prende dimora immediatamente nel nostro Corpicino. Te, fin dal primo istante del concepimento, eri Doppio: In pienezza!
    Riguardo poi al rapporto Uomo-Animali, è un fatto, incontestabile, sia che il primo domini sui secondi e sia che Dio chiede innanzitutto il Rispetto verso ogni Vita, anche animale. La scelta di essere vegetariani, per dire, è essenzialmente una scelta etica.
    amate i vostri nemici

  11. #11
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    Prendo la palla al balzo su ambedue i concetti, quello che manca sempre da parte tua è di dirmi perché... ce ne sarebbero un sacco di perché in sospeso, ma partiamo da uno: perché l'uomo ha l'anima e gli animali no? Se si trattasse di livello di coscienza, oltre ad un evidente problema con alcuni animali, tra tutti, i primati e i cetacei, sui quali il discorso coscienza non è liquidabile senza discussioni, verrebbe automaticamente a cadere l'assunto secondo il quale l'anima esiste fin da subito, non mi spreco nemmeno a spiegare perché, mi pare lapalissiano, se ci sono obiezioni accomodatevi. Resta la sola cosa che ci contraddistingue come specie, ovvero il DNA. È plausibile, da qualche parte nei nostri 46 cromosomi c'è l'anima... prodotta in esclusiva per la specie homo (non che questo non sia problematico, troverei molto più coerente considerare il DNA, qualunque DNA, a certi livelli come l'anima, alla fine è quello che conferisce una certa pretesa di "eternità" alla vita stessa, ma allora non saremmo certo speciali, lo sarebbe la vita, e lo è, ma l'umanità è un accidente), non siamo comunque esenti da problemi, ad esempio, delle mutazioni? Uno con la sindrome di down, è un umano dotato di anima? Probabilmente sì, de facto fa parte della specie, infatti può riprodursi con un altro essere umano e dare vita ad una prole fertile, ma c'è per esempio un caso documentato in Cina di una persona che conta solo 44 cromosomi, ne ha fusi due, come è successo al nostro antenato comune con le scimmie, a tutti gli effetti quell'uomo, nonostante sia perfettamente sano, non è biologicamente un essere umano, non può fecondare una donna con i regolari 46 cromosomi, se trovasse una femmina che avesse fuso gli stessi cromosomi potrebbero dare inizio ad una specie completamente nuova, quell'uomo ha un anima? Se sì perché?

    Capisco che esiste la fede, e a certi livelli la fede può anche rispondere "perché sì!", e anche se mi considero agnostico, per alcune cose, le più trascendenti e metafisiche, posso anche accettarlo (non vuol dire che ci creda, ma non contesterò qualcuno che ci crede "perché sì"), ma lo stesso non posso fare con quella che Kant definisce Ragion Pratica, essenzialmente la morale. La morale deve avere una base razionale, o al limite una base trascendente, ma sul quale sia possibile uno sviluppo razionale; deve poter essere messa in discussione: in astratto si può anche dire che il valore della vita umana è assoluto, ma poi esistono solo le situazioni concrete e in concreto non è affatto assoluto, conoscerai il dilemma del carrello ferroviario (sono davanti a uno scambio, se non lo tocco il treno investe cinque persone, se lo faccio scattare ne investe una sola... ci sono delle varianti, ma il succo è questo), potrei persino concordare con te sul fatto che interrompere una vita nascente sia un peccato (e uso volutamente il termine conservandone un ambiguità di significato), ma non posso accettare che questo sia sempre e comunque un male assoluto, anche perché un male assoluto non può esistere (rileggiti il primo post, mi pare di averlo spiegato bene), e sostenere il contrario, questo puoi chiederlo a qualsiasi sacerdote con un minimo di cultura, è veramente eresia, si chiama manicheismo e non c'è nessuna discussione in merito nella dottrina cristiana, mi dispiace anche dirtelo, perchè se non lo sapevi eri perdonabile da Dio (questa è un 'altra peculiarità del peccato, se non sai di compierlo sei innocente agli occhi di Dio), ma ora che lo sai, mi spiace, ma se sei manicheo sei condannato (scherzo... non mi dispiace... sto cercando di guadagnarmi una reputazione con la controparte, se salta fuori che c'è un Diavolo voglio avere potere contrattuale quando saremo faccia a faccia). Se in vece non è un male assoluto dovrà per forza essere un male relativo e come tale bisognerà pur tener conto della situazione.

    Mannaggia, volevo dire un paio di cose davvero impopolari, ma se mi contesti solo tu mi tocca essere proprio mainstream.

    Vabbé, ne dico una: presupponendo la situazione sociopolitica attuale, considerando pertanto la famiglia come una Istituzione (e si badi bene, nella costituzione italiana la famiglia è una Istituzione, non un contratto, le due cose sono molto differenti), concetto che ci deriva da Hegel, o che quantomeno ha trasposto nella società urbanizzata da quella rurale (in maniera secondo me scorretta, ma la realtà è quella che è), e assumendo per quantificare il valore di una vita rispetto ad un altra il parametro relazionale (inteso come di relazioni interpersonali, perciò il grado di inserimento nel contesto sociale, in parole semplici: se X sparisce, chi ne avrà a soffrire? Questo è un parametro che ho scelto io arbitrariamente, perciò è più che contestabile, chi lo contesta però dovrebbe anche dirmi quale potrebbe essere migliore), non avrei problemi a considerare l'aborto come legittimo per sola scelta della madre fintanto che non è visibile, il padre potrebbe opporre il veto al momento che questo diventa visibile (naturalmente se i due sono in disaccordo sarà lui a doversi prendere carico del nascituro e in più rifondere la madre del disagio creatole dall'aver portato a termine una gravidanza indesiderata) e infine fino al raggiungimento del terzo anno di età con il consenso unanime dell'intero clan familiare il bambino potrà ancora essere abortito (anche in questo caso il mancato consenso porterà con se l'onere di provvedere: se tutti ritengono che X sia solo un problema, tranne lo zio, bene, allora che lo allevi lo zio). Altrimenti dobbiamo dedurre che la famiglia è un'istituzione che ha troppi doveri rispetto ai diritti, se non può nemmeno decidere per i suoi membri che non hanno ancora alcun contatto con la società.
    Prima che mi linciate (ma quanto sono vile) sottolineo che la mia è una provocazione atta a criticare l'istituzionalizzazione della famiglia, nondimeno allo stato attuale delle cose riterrei assolutamente coerente una regolamentazione del genere.
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  12. #12
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Non si lincia (nemmeno metaforicamente) nessuno sui Forum: Si dibatte, ci si confronta....
    Ne hai messa di carne al fuoco, cercherò di rispondere a tutto.

    1) L'aborto è un tema etico, normale che le Coscienze si lacerino.
    2) La Vita appartiene a Dio, non all'Uomo.
    3) La Famiglia è la cellula fondamentale della Società.
    4) Il Bambino è Persona da subito, anche se ancora non è iscritto all'anagrafe.
    5) Il suo diritto di venire al mondo è superiore al diritto degli adulti di sopprimerlo per legge. Poichè è il soggetto più debole.

    Alla tua provocazione, rispondo con la mia Fede.
    Compito del legislatore è fare sintesi, trovare il modo di coniugare le diverse sensibilità, laiche e religiose.
    Come vedi, non ti ho risposto "perchè si" come temevi.
    Si tratta di concepire l'esistenza partendo dal punto di vista che Dio esista o che Dio non esista. In quest'ultimo caso, è chiaro che sarà l'Uomo, a farsi Dio, a credersi Dio. E pertanto libero di manipolare la Vita a suo piacimento. Come, ahimè, tantissime volte accade. La situazione sociopolitica attuale della quale parli, ci dice che l'Uomo (come sempre, fin dal tempo di Adamo) anela a prendere il posto di Dio.
    Sta rinnegando Dio, sta apostatando a Dio. Con gli sfaceli che vediamo tutti i giorni intorno a noi.
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  13. #13
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    Sfaceli.

    Puoi elaborare?

    Sfacelo è una parola che richiama a qualcosa di costruito che crolla rovinosamente, da quello che so della storia, non definirei affatto oggi "sfacelo".
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  14. #14
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Doppio Visualizza Messaggio
    Sfaceli.

    Puoi elaborare?

    Sfacelo è una parola che richiama a qualcosa di costruito che crolla rovinosamente, da quello che so della storia, non definirei affatto oggi "sfacelo".
    spoiler:
    sono anni che chiedo a Cono di indicarmi un'epoca moralmente migliore della presente, e svicola sempre; potrebbero interessarti due letture, autori che magari conosci già: Eric Hobsbawm: L'invenzione della tradizione; Furio Jesi: Cultura di destra, e altri testi, sulla mitopoiesi e l'elaborazione di un passato aureo nella cultura tradizionalista e della Reazione;

    quando scrive di mettere Dio al centro della vita civile, intende il suo dio, quello del Magistero cattolico; perché se tu fossi, poniamo, protestante - stessa religione, confessione diversa - e ammettessi il divorzio o la contraccezione - alcune chiese i matrimoni dei ricchioni - quello non va bene, benché tu sia fervido credente;

    nella società, individuata come corpo unitario e non come somma di individui, deve prevalere la sua idea di Bene comune; quindi, si è liberi, ma di aderire a quella; non gli basta la libertà di vivere secondo il suo Magistero; ha bisogno che tutta la società si conformi integralmente a quello;

    postula che la facoltà altrui di avere una vita famigliare, sessuale, valoriale diversa, benché la morale pubblica, sostanziata nella legge, la stabilisca come lecita, costituisce un degrado sociale, cioè anche per lui; ma non ti spiega come e perché;

    se, nel discutere, osi contestare le premesse del suo discorso, ti inibisce in quanto "esterno alla fede";

    metti tutto a sistema, e avrai; io credo nella Chiesa e nella sua Verità; pertanto ho il diritto sacrosanto di giudicare i tuoi comportamenti e tu non hai il diritto di contestare questo giudizio, dato che si fonda su una mia intangibile libertà religiosa; perciò devi obbedire a(l mio) Dio;

    però, potresti divertirti vedendo incorporato il giusnaturalismo nella dottrina cattolica o altre idee interessanti, da sottoporre al card. Bellarmino;

    con me si è stizzito, perché mi ostino a non essere d'accordo e a fargli presente che dopo qualche secolo di pluralismo delle idee - anche religiose - l'autorità è argomento inefficace

    buon divertimento
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #15
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Il mio punto di vista è a favore della responsabilità personale (con o senza Dio), una considerazione verso me così come sono; non mi interessa oggettivare un processo che, a mio avviso, in quanto pensiero di massa toglie a me ogni responsabilità o quanto meno attutisce gli effetti sulla mia coscienza riguardo un eventuale fatto.
    Ecco la domanda che per me è fondamentale: io che farei se succedesse a me?

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