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Discussione: L’affetto allargato

  1. #916
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Se è bacchettone anche Recalcati possiamo chiudere baracca, burattini e parlare d'altro, Laurina.
    Qua non riusciamo a comprendere la portata dei temi che stiamo trattando. Non ci rendiamo minimamente conto che c'è in ballo la nostra LIBERTA', il poter manifestare, senza essere apostrofati come retrogradi, un pensiero che vada controcorrente rispetto alla maggioranza.

    "Puntata di Lessico Civile dedicata al tema dell'ignoranza. Massimo Recalcati, con l'aiuto della filosofa Luigina Mortari, analizza questo tema che riguarda la manipolazione delle masse attraverso la distruzione della cultura. Tutti gli autoritarismi si fondano sulla propaganda e mettono al bando la libera circolazione delle idee, lo spirito critico, i libri. Ogni forma di fondamentalismo afferma l'esistenza di una sola lingua, e ciò contrasta con il principio stesso su cui si basa la democrazia che si fonda sul plurilinguismo. Citazioni cinematografiche, letture, servizi filmati segnano la punteggiatura della lezione di Recalcati."

    "Il programma va in onda su Rai3, da gennaio a marzo 2019.
    Massimo Recalcati presenta allo spettatore le fasi e le dinamiche del rapporto a due. Un discorso sull'amore, condotto dalla prospettiva psicoanalitica, che si lascia arricchire dalle parole di William Shakespeare, Roland Barthes, Philip Roth, André Gorz, Mariangela Gualtieri, Roberto Benigni e dai riferimenti al mondo del cinema e dell'arte."

    https://www.massimorecalcati.it/tv

    Una Persona così precisa, rigorosa nei riferimenti, puntuale nell'analizzare i pensieri dell'uno e dell'altro....può essere definita bacchettona?
    Cono io capisco che in tv, salvo non sia un canale dedicato, fare una lezione da università non sia il caso ma nemmeno sviolinarla troppo va bene.
    Non ho capito perché devi sempre copia-incollare recensioni e pipponi invece di discutere e poi qui non è che stiamo manipolando credo nessuno e nemmeno siamo fondamentalisti, solo chiarire quello che non torna, che tu non accetti e reagisci di conseguenza sempre in maniera un po' patetica e con la tragedia imminente. Poi saremo figli del nostro tempo ma manipolati mi sembra un po' troppo e disconosceresti così quello che è il bagaglio culturale di chi discute così come il vissuto, l'esperienza e le riflessioni maturate nel tempo.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  2. #917
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Qua non riusciamo a comprendere la portata dei temi che stiamo trattando. Non ci rendiamo minimamente conto che c'è in ballo la nostra LIBERTA', il poter manifestare, senza essere apostrofati come retrogradi, un pensiero che vada controcorrente rispetto alla maggioranza.
    Non esiste la libertà di esprimersi senza essere apostrofati, apostrofare è esprimersi, perciò se Pinco Panco può esprimersi in un senso, Panco Pinco, che la pensa all'opposto, può apostrofarlo (e così via, perché anche lui è criticabile).
    Altrimenti la libertà è solo quella di chi parla per primo. Stai togliendo la libertà di espressione se chiudi la bocca a qualcuno non se lo fai parlare e poi gli fornisci un contraddittorio, e non mi sembra proprio che dove vivi non sia concesso di esprimersi tanto a posizioni conservatrici che progressiste.

    Stai deliberatamente invocando un bavaglio in nome della libertà, assumendo che la libertà si dire quello che dici tu, e ignorando la libertà di dire quello che invece dice chi non la pensa nel tuo stesso modo, comincio a pensare che tu sappia quello che dici, ergo che tu sai in malafede, ma ti concedo ancora il beneficio del dubbio.
    Non avete ancora visto niente

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  3. #918
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    i pensatori hanno un loro orientamento; ti possono servire da protesi per capire l'articolazione del tuo, ma non è che il loro sapere possa giustificare i loro valori; sarebbe come se io citassi illustri filosofi atei per screditare tue scelte diverse: ne vuoi sapere più di Nietszche ?
    non funziona così;
    ti hanno mandato a scuola proprio perché tu fossi in grado di discernere tra un parere tecnico e un giudizio di valore;
    tutti i Bauman, Franceschi o Recalcati che puoi citare non possono controvertire il dato di fatto che la maggioranza degli abitanti del pianeta oggi gode di maggior benessere, libertà, opportunità di 30, 60 e 90 anni fa, e soprattutto i più indifesi;

    a scuola e nelle università in cui gli illustri pensatori insegnano si dovrebbe esattamente apprendere a verificare criticamente ciò che appare, e che può essere sbagliato; se gli stessi pensatori e docenti rinnegano questo metodo critico, contro ogni evidenza complessiva, pur di distinguersi nelle loro geremiadi e ritagliarsi un ruolo di visibilità, è affar loro; ma non cambia il dato di realtà; la società è permanentemente in crisi, ma questo non ha mai determinato la Fine del Mondo; solo di quello in cui le generazioni anziane si sono abituate a vivere e comandare;


    tu confondi la tua nozione di ciò che dovrebbe essere Bene comune con questo valore in assoluto; nazione, stato e popolo non sono valori in sé, visto che possono - come è avvenuto - essere adottati per imprese che tu stesso biasimeresti;

    il bene comune è già tutelato, stabilito dalla legge, esattamente definendo quei comportamenti che sono vietati a tutela di quel bene, lasciando il resto all'apprezzamento individuale;

    poi, ognuno di noi può avere opinioni diverse sull'opportunità di consentire certi comportamenti o meno; tu vorresti inibire o vietare il divorzio; un altro, spaventato dai fanatismi, potrebbe voler vietare le religioni; la società è conflitto, da sempre, come la stessa famiglia;
    scambiare la dittatura, in senso lato, una finzione di ordine per pace può essere, comprensibile, umano; ma non è quasi mai un comportamento intelligente, perché non prepara all'inevitabile crisi;

    è strano che tu non lo capisca, perché i tuoi preti - grande merito a loro, almeno per questo aspetto - sono maestri di elasticità, magari ipocrita - si fa ma non si dice - che rimanda le crisi più traumatiche;
    però, ogni tanto, bisogna aggiornare i principi, perché poi ti ritrovi allo stadio due squadre che giocano con le regole teoriche del calcio storico fiorentino, e i conti non tornano più;


    che è esattamente quello che comunichi tu, quando pretendi di dire agli altri come dovrebbero vivere, in base ai valori che tu consideri buoni e giusti;
    tu chiami individualismo, deteriore, l'esercizio della libertà di autodeterminarsi a cui tu, però, non rinunci; così son bòni tutti...
    finché non arriva uno che chiude le chiese e vieta i culti in nome del collettivismo, o non stabilisce un figlio solo per ogni coppia, in nome del Bene comune, non la capisci;

    per questo esiste la legge, che ti consente di esprimerti ed affermare valori diversi da quelli miei, ma non di passare col rosso; questa è una definizione di Bene comune, che però a te non piace e non riconosci come tale; vedi il bicchiere mezzo vuoto;


    come sempre,in tutta la storia; l'educazione è una continua forzatura del desiderio dei bambini, che starebbero sempre a giocare, anziché andare a scuola e fare i compiti, si ingozzerebbero di dolci e schifezze davanti alla tv e diventerebbero obesi, se non li si forzasse, ruberebbero la merendina al compagno di banco se non glielo si vietasse;
    peraltro, in Occidente non c'è mai stata come oggi una tutela dell'infanzia da violenze e abusi, ordinari nelle società del passato, quelle non individualiste, dove trionfava l'autoritarismo dei padri-padroni; questo è un fatto;

    ripeto: tu confondi la fine di un ordine che piace a te con la Fine del Mondo;
    è un modo immaturo, infantile e capriccioso di vedere le cose, oltre che un fallimento dell'istruzione;

    se tu avessi tratto profitto dalla scuola, riflettuto su ciò che avresti dovuto apprendere, avresti introiettato l'idea che ogni generazione vive la crisi del suo personale ordine, perché questa è la storia; le generazioni successive trovano confacenti altri equilibri;
    il paradosso è che con questo sentirti ombelico morale del Mondo, sei proprio tu ad affermare quell'individualismo che critichi, facendo del Cono-centrismo per interposta chiesa; la cosa ti illude di esprimere un valore universale, e non ti capaciti della circostanza che la maggior parte del mondo la pensa diversamente;

    spacci come Valore la circostanza - banale - della tua incapacità di accettare che gli altri abbiano opinioni di valore diverse dalle tue;
    e io nemmeno critico questo, ché sarebbe inutile;

    l'unica obiezione che esprimo è: ma ti serve ?
    la gratificazione pissera di sentirti maestro di morale vale il fossato empatico che scavi con la sensibilità delle generazioni dei tuoi figli ? guarda che, ti piaccia o meno, quelli vivono in quel mondo che ti ostini a vedere come intriso di individualismo deteriore, e inevitabilmente ne affermeranno anche quei lati positivi che tu non vedi;

    a che ti serve invecchiare amareggiato per l'incapacità di vedere e capire le ragioni genuine degli altri, diverse dalle tue ?
    Vediamo se in poche righe riesco a spiegarmi meglio: Una cosa è l'Autorità, Axe. Altra l'autoritarismo. Se non distinguiamo bene siamo destinati a girare in tondo alla questione. Se non vediamo una sintesi...una via di mezzo fra Famiglia liquida e Famiglia patriarcale, non dipingiamo un quadro esatto e reale della Società odierna. Possibile che tutto sia solo bianco o solo nero? Possibile non possano esistere Valori condivisi fra chi crede e chi non crede? Valori di base, voglio dire, sui quali tenere unito il tessuto sociale e la Cultura di una nazione?
    Quelle due o tre cose, in altri termini, in grado di assicurare un Futuro a chi verrà dopo di noi. E la più importante di esse, è senza dubbio la Famiglia Naturale. Il Diritto Naturale dei più piccoli e indifesi a crescere, confrontarsi e maturare, circondati da affetti stabili. Non liquidi. Non passeggeri. Circondati, soprattutto, da una Mamma e da un Papà. Magari imperfetti, magari approssimativi: Ma pursempre Genitori. Punti di riferimento, stelle polari della Vita che andranno a vivere....
    Ti lascio al riguardo una riflessione apparsa oggi su Repubblica del professor Crepet. Spero tu abbia stima, del professor Crepet: Spiega mirabilmente cosa voglia dire AUTOREVOLEZZA.

    Da Colleferro a Lecce, la nostra gioventù affetta da "autismo emotivo"
    Quando una collettività non è più in grado di condannare, ha perso la propria dignità e autorevolezza. Abbiamo voluto dare tutto a una generazione di bambini e di adolescenti e sono cresciuti senza desiderio e passione, li abbiamo resi incapaci di affrontare frustrazioni e sconfitte.


    Quanto è distante Colleferro da Lecce? Nulla, rappresentano lo stesso luogo, si respira la stessa cultura là come in migliaia di altri luoghi dove cresce una gioventù indifferente, arrogante, senza futuro. Parlo di una minoranza di giovani, ovviamente, anche se molto rappresentativa.

    Da una parte una gang che per noia spacca cuore e polmoni a un ragazzo reo di aver voluto difendere un amico, dall’altra uno studente in infermeria che vibra più di quaranta coltellate a una ragazza e un ragazzo rei di sembrare, ai suoi occhi, “felici”. E non derubricateli a meri casi di cronaca, a eccezioni fortuite, non fatelo se non volete manifestare anche voi la vostra impotenza a cambiare le sorti di migliaia di giovani: i delitti di Colleferro e Lecce contengono una grande metafora che solo la cecità di molti adulti non riesce a inquadrare.

    Delitti che ci parlano e ammoniscono, ma che per comprenderli necessitano coraggio, il coraggio di non voler cercare scuse, patteggiamenti. Quando una collettività non è più in grado di condannare, ha perso la propria dignità e autorevolezza: così muore una civiltà.

    Quindi, si cominci a non concedere più il rito abbreviato per nessun caso di omicidio e di violenza sui bambini e sulle donne: se questo governo e il ministro competente vogliono dimostrare il proprio coraggio questa è l’occasione. E noi dovremmo giudicarli per la loro fermezza o la loro pavidità.

    Violenti non si nasce, ma ci si diventa quindi è una questione educativa. Ricordate come fu scoperto il delitto del Circeo? Fu una pattuglia dei Carabinieri a insospettirsi dell’acqua che usciva da una villetta: era la madre di uno degli assassini che lavava il sangue dal pavimento di due ragazze violentate e massacrate. Da quella assoluta incapacità a educare nasce un danno indelebile: è da quel malinteso senso di complicità e di amore familiare che si allevano mostri. Solo Pier Paolo Pasolini lo aveva intuito, ma borghesia e classe dirigente guardavano già da un’altra parte.

    Abbiamo voluto dare tutto -soprattutto il superfluo- a una generazione di bambini e di adolescenti e sono cresciuti senza desiderio e passione, abbiamo tutelato i più piccoli in tutti i modi possibili (arrivando anche a condannare il professore che vuole bocciare) e li abbiamo resi incapaci di affrontare frustrazioni e sconfitte. Non avendo ricevuto anticorpi educativi, si è diffuso un “autismo emotivo”, ovvero l’indifferenza.

    L’assassino di Lecce pare abbia detto che voleva vendicarsi della felicità altrui; chiediamoci: se un bambino cresce con videogame dove il sangue scorre come il punteggio di quel gioco, se preadolescenti si formano guardando famosissimi programmi trash pomeridiani dove l’amore è solo protervia e insulto alla sensibilità, perché mai dovrebbero crescere cercatori di orizzonti di serenità e di vera passione?

    Quando una cultura semina grandine, non può che aspettarsi tempeste, ma tutto questo alla classe dirigente sembra non interessare o forse ha capito che crescere giovani cittadini ignoranti e frustrati è il modo migliore per renderli ricattabili togliendo loro libertà di pensiero (trasformandoli in acquirenti passivi); probabilmente non pochi adulti pensano che questa sia la via breve e meno faticosa per raccogliere facili consensi commerciali ed elettorali.

    https://www.huffingtonpost.it/entry/...QDS1JBHoRbwgr0
    amate i vostri nemici

  4. #919
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Cono io capisco che in tv, salvo non sia un canale dedicato, fare una lezione da università non sia il caso ma nemmeno sviolinarla troppo va bene.
    Non ho capito perché devi sempre copia-incollare recensioni e pipponi invece di discutere e poi qui non è che stiamo manipolando credo nessuno e nemmeno siamo fondamentalisti, solo chiarire quello che non torna, che tu non accetti e reagisci di conseguenza sempre in maniera un po' patetica e con la tragedia imminente. Poi saremo figli del nostro tempo ma manipolati mi sembra un po' troppo e disconosceresti così quello che è il bagaglio culturale di chi discute così come il vissuto, l'esperienza e le riflessioni maturate nel tempo.
    Se lo dicessi solo io, sarebbe la mia parola contro la tua e stop. Portare contributi di chi ne sa indubbiamente più di noi, può aiutarci a capire cosa sta succedendo all'intorno: E' il dibattito delle idee, che fa crescere la Società. E qua rispondo anche a te, Doppio. Si può (anzi, si deve) dibattere in modo civile e rispettoso. Non affibbiando etichette dispregiative a chi la pensa diversamente da noi. Tutto quì.
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  5. #920
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    Vediamo se in poche righe riesco a spiegarmi meglio: Una cosa è l'Autorità, Axe. Altra l'autoritarismo. Se non distinguiamo bene siamo destinati a girare in tondo alla questione. Se non vediamo una sintesi...una via di mezzo fra Famiglia liquida e Famiglia patriarcale, non dipingiamo un quadro esatto e reale della Società odierna.
    appunto: tu non capisci i termini della questione perché confondi concetti di cui non hai padronanza, che citi a casaccio;
    una libertà è o non è;
    se io ti dicessi che la tua pratica di culto è eccessiva e che sarebbe bene che si andasse a messa solo a Natale e Pasqua, e che si può essere credenti ma non educare i figli alla fede, tu considereresti quello che io ritengo una sintesi la privazione della tua libertà di culto in favore di una mi ingerenza indebita;

    Possibile che tutto sia solo bianco o solo nero? Possibile non possano esistere Valori condivisi fra chi crede e chi non crede? Valori di base, voglio dire, sui quali tenere unito il tessuto sociale e la Cultura di una nazione?
    certo che esiste; è la LEGGE; quella è già il comune denominatore, la parte condivisa della morale, pubblica;
    a te non piace e non riesci a farti una ragione della circostanza che una maggioranza di persone ha valori diversi dai tuoi;
    io non ci posso fare nulla;

    Quelle due o tre cose, in altri termini, in grado di assicurare un Futuro a chi verrà dopo di noi. E la più importante di esse, è senza dubbio la Famiglia Naturale. Il Diritto Naturale dei più piccoli e indifesi a crescere, confrontarsi e maturare, circondati da affetti stabili. Non liquidi. Non passeggeri. Circondati, soprattutto, da una Mamma e da un Papà. Magari imperfetti, magari approssimativi: Ma pursempre Genitori. Punti di riferimento, stelle polari della Vita che andranno a vivere....
    ripeto: c'è la LEGGE che prescrive anche ai genitori separati di esercitare la loro funzione affettiva anche nel caso in cui la coppia si sciolga; e questo è l'unico affetto stabile possibile;

    l'affetto stabile di coppia è un ossimoro, una contraddizione in termini, di cui l'oggi ha semplicemente preso atto; non è mai esistito;
    esisteva la stabilità, a prezzo dell'affetto, ma questo non garantiva nulla ai piccoli, come ti raccontano in tanti qui dentro;

    del resto, se tu conoscessi la storia sociale sapresti bene che la vita affettiva non è mai stata modellata efficacemente dalla legge; il patrimonio sì; ma gli affetti e la filiazione no, ed è per questo che la Costituzione parla di famiglia/società naturale, contrapposta a quella de jure; le coppie sono sempre state anche di fatto e i figli si facevano o non facevano comunque, a prescindere da qualsiasi disposizione;

    si prende atto che la coppia e la filiazione sono una condizione spontanea dei due soggetti che formano la coppia; per cui, se sorgono obblighi nei confronti dei figli, ciò non avviene in termini indissolubili come principio nei confronti del partner, proprio perché quella spontaneità non può essere condizionata al momento dello scioglimento;

    in via del tutto pragmatica, se uno desiderasse famiglie più stabili, dovrebbe educare i giovani a fare esperienza senza pressioni e sdrammatizzare l'idea di coppia indissolubile, visto che le coppie più stabili in effetti sono quelle formate tra persone che, mediante quell'esperienza, hanno appreso a vedere l'altro per quello che è davvero, a riconoscerne i bisogni e le inclinazioni al di là delle normali tappe evolutive, per cui ci si emancipa dalla famiglia di origine, si cerca un ruolo sociale, ecc...
    tutte circostanze che inducono a strumentalizzare impropriamente l'altro per quei fini, con le conseguenze che sappiamo;

    Ti lascio al riguardo una riflessione apparsa oggi su Repubblica del professor Crepet. Spero tu abbia stima, del professor Crepet: Spiega mirabilmente cosa voglia dire AUTOREVOLEZZA.
    io posso avere personale stima di Crepet, ma non per questo di tutto quello che scrive;

    Da Colleferro a Lecce, la nostra gioventù affetta da "autismo emotivo"
    Quando una collettività non è più in grado di condannare, ha perso la propria dignità e autorevolezza. Abbiamo voluto dare tutto a una generazione di bambini e di adolescenti e sono cresciuti senza desiderio e passione, li abbiamo resi incapaci di affrontare frustrazioni e sconfitte.
    questa potrebbe essere la descrizione del tuo comportamento di non-più-giovane, ma infantile: una persona incapace di affrontare la frustrazione di vivere in un mondo che non condivide la sua visione di famiglia;

    l'autorevolezza è come il coraggio di don Abbondio: se sei autorevole, la gente ti segue; se non ti segue, puoi essere Crepet, Cono, Luigi XVIII° - quello restaurato dopo Napoleone - o il papa, vuol dire che non incarni valori sentiti dalle persone;

    e guarda che non si tratta di un mio giudizio di valore su questo o quello, ma di una mera constatazione;

    l'esercizio di autorità diventa autorevolezza se è posto al servizio di una crescita; ti ho già fatto l'esempio, ma tu non rifletti o proprio non leggi:

    se rompi gli zebbedei ai tuoi figli sullo studio, anche se a loro può dare fastidio al momento, ti perdoneranno qualsiasi cosa nella misura in cui effettivamente quella severità garantisce loro l'emancipazione e la libertà; questa diventa autorevolezza, costruzione;

    ma se ti metti di traverso nelle questioni affettive - nel senso lato di realizzazione della personalità - e sessuali, interferisci col loro desiderio, finisci nel doloroso corto circuito che finisce col privare i genitori di una parte cospicua di affetto filiale; così si genera il rancore della competizione e della castrazione;
    se non credi a me, tutto il Novecento, dalle scienze umane alla narrativa, si tratti di un film di Bergman, di Padre padrone, o di un romanzo di Roth o Moravia, descrive questi conflitti;

    anche volendo, non c'è modo di restaurare quell'idea di famiglia di cui fantastichi, esattamente come oggi - a parte qualche matto - non troveresti in Occidente masse di persone disposte a massacrarsi vicendevolmente per motivi di identità e supremazia nazionale, come 100 o 80 anni fa;

    tu parli di unità della famiglia come valore, a tutela dei piccoli, ma la generazione dei tuoi figli percepisce che il valore vero è l'interesse egoistico di uno dei due coniugi, che lo camuffa da Bene comune, quando è solo il suo;
    quelli vivono la loro quotidianità in un mondo in cui un giorno sì e uno no un uomo uccide la propria compagna, o addirittura i figli, per vendicarsi, incapace di accettare l'abbandono, come fosse una colpa; parlano coi loro coetanei, si confrontano sulle situazioni concrete con la sensibilità che condividono con la loro generazione;
    alla fine, l'effetto che produci è un po' come quello di certi anziani tedeschi un po' rintronati che negli anni 60 si rivolgevano ai 20enni, lamentandosi della mancanza di ordine, e che si stava meglio 30 anni prima, che anche gli ebrei qualche colpa l'avevano...

    guarda che se dici a una tua figlia le cose che scrivi qui, quella o pensa che tu sia del tutto rintronato - l'ipotesi migliore - oppure che tu sia più o meno consapevolmente complice di un'ideologia sessista, seppure infiorettata di belle parole, come l'anziano cripto-nazi, perché fa 2 + 2 tra carismi, indissolubilità e uomo che sopprime la compagna che lo vuol lasciare;
    tu pensi che così esprimerai un messaggio autorevole ?
    Ultima modifica di axeUgene; 30-09-2020 alle 18:09
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #921
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    Torniamo a bomba. L'affetto allargato: DOVREBBE essere sempre allargato, non confinato ai parenti stretti e agli amici, DOVREMMO essere aperti ad un vasto mondo, non confinati dentro le solide-stolide quattro mura domestiche. Ciò che guida l'uomo verso una sua evoluzione è la curiosità di conoscere, approfondire, studiare. E' tutto ciò che volgarmente viene chiamato "amore", quel qualcosa che forse abbiamo in qualche modo provato in quel mondo dei mille perché che era vivo nella nostra infanzia.
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  7. #922
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    Se lo dicessi solo io, sarebbe la mia parola contro la tua e stop. Portare contributi di chi ne sa indubbiamente più di noi, può aiutarci a capire cosa sta succedendo all'intorno: E' il dibattito delle idee, che fa crescere la Società. E qua rispondo anche a te, Doppio. Si può (anzi, si deve) dibattere in modo civile e rispettoso. Non affibbiando etichette dispregiative a chi la pensa diversamente da noi. Tutto quì.
    Ma tu vuoi dibattere? Mmmmmhhhhh…
    Non è che buttare di continuo dei copia-incolla, senza un minino di critica e discernimento faccia bene, soprattutto a te.
    Se chi ne sa più di noi cade in bias o ci mette troppo del suo, non fa bene al 100% il suo lavoro. Solo che tu prendi i nostri se e ma come un attentato, un disconoscimento totale di ciò che posti e su cui vuoi attirare attenzione.
    Ad ogni discussione poi, appena qualcuno commenta e non ti torna, non si allinea, ecco la caccia all'ennesimo articolo da postare col nome altisonante e poi, per concludere, ci metti la frase trita e ritrita che se l'ha detto lui o lei allora è oro colato.
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  8. #923
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    appunto: tu non capisci i termini della questione perché confondi concetti di cui non hai padronanza, che citi a casaccio;
    una libertà è o non è;
    se io ti dicessi che la tua pratica di culto è eccessiva e che sarebbe bene che si andasse a messa solo a Natale e Pasqua, e che si può essere credenti ma non educare i figli alla fede, tu considereresti quello che io ritengo una sintesi la privazione della tua libertà di culto in favore di una mi ingerenza indebita;


    certo che esiste; è la LEGGE; quella è già il comune denominatore, la parte condivisa della morale, pubblica;
    a te non piace e non riesci a farti una ragione della circostanza che una maggioranza di persone ha valori diversi dai tuoi;
    io non ci posso fare nulla;


    ripeto: c'è la LEGGE che prescrive anche ai genitori separati di esercitare la loro funzione affettiva anche nel caso in cui la coppia si sciolga; e questo è l'unico affetto stabile possibile;

    l'affetto stabile di coppia è un ossimoro, una contraddizione in termini, di cui l'oggi ha semplicemente preso atto; non è mai esistito;
    esisteva la stabilità, a prezzo dell'affetto, ma questo non garantiva nulla ai piccoli, come ti raccontano in tanti qui dentro;

    del resto, se tu conoscessi la storia sociale sapresti bene che la vita affettiva non è mai stata modellata efficacemente dalla legge; il patrimonio sì; ma gli affetti e la filiazione no, ed è per questo che la Costituzione parla di famiglia/società naturale, contrapposta a quella de jure; le coppie sono sempre state anche di fatto e i figli si facevano o non facevano comunque, a prescindere da qualsiasi disposizione;

    si prende atto che la coppia e la filiazione sono una condizione spontanea dei due soggetti che formano la coppia; per cui, se sorgono obblighi nei confronti dei figli, ciò non avviene in termini indissolubili come principio nei confronti del partner, proprio perché quella spontaneità non può essere condizionata al momento dello scioglimento;

    in via del tutto pragmatica, se uno desiderasse famiglie più stabili, dovrebbe educare i giovani a fare esperienza senza pressioni e sdrammatizzare l'idea di coppia indissolubile, visto che le coppie più stabili in effetti sono quelle formate tra persone che, mediante quell'esperienza, hanno appreso a vedere l'altro per quello che è davvero, a riconoscerne i bisogni e le inclinazioni al di là delle normali tappe evolutive, per cui ci si emancipa dalla famiglia di origine, si cerca un ruolo sociale, ecc...
    tutte circostanze che inducono a strumentalizzare impropriamente l'altro per quei fini, con le conseguenze che sappiamo;


    io posso avere personale stima di Crepet, ma non per questo di tutto quello che scrive;


    questa potrebbe essere la descrizione del tuo comportamento di non-più-giovane, ma infantile: una persona incapace di affrontare la frustrazione di vivere in un mondo che non condivide la sua visione di famiglia;

    l'autorevolezza è come il coraggio di don Abbondio: se sei autorevole, la gente ti segue; se non ti segue, puoi essere Crepet, Cono, Luigi XVIII° - quello restaurato dopo Napoleone - o il papa, vuol dire che non incarni valori sentiti dalle persone;

    e guarda che non si tratta di un mio giudizio di valore su questo o quello, ma di una mera constatazione;

    l'esercizio di autorità diventa autorevolezza se è posto al servizio di una crescita; ti ho già fatto l'esempio, ma tu non rifletti o proprio non leggi:

    se rompi gli zebbedei ai tuoi figli sullo studio, anche se a loro può dare fastidio al momento, ti perdoneranno qualsiasi cosa nella misura in cui effettivamente quella severità garantisce loro l'emancipazione e la libertà; questa diventa autorevolezza, costruzione;

    ma se ti metti di traverso nelle questioni affettive - nel senso lato di realizzazione della personalità - e sessuali, interferisci col loro desiderio, finisci nel doloroso corto circuito che finisce col privare i genitori di una parte cospicua di affetto filiale; così si genera il rancore della competizione e della castrazione;
    se non credi a me, tutto il Novecento, dalle scienze umane alla narrativa, si tratti di un film di Bergman, di Padre padrone, o di un romanzo di Roth o Moravia, descrive questi conflitti;

    anche volendo, non c'è modo di restaurare quell'idea di famiglia di cui fantastichi, esattamente come oggi - a parte qualche matto - non troveresti in Occidente masse di persone disposte a massacrarsi vicendevolmente per motivi di identità e supremazia nazionale, come 100 o 80 anni fa;

    tu parli di unità della famiglia come valore, a tutela dei piccoli, ma la generazione dei tuoi figli percepisce che il valore vero è l'interesse egoistico di uno dei due coniugi, che lo camuffa da Bene comune, quando è solo il suo;
    quelli vivono la loro quotidianità in un mondo in cui un giorno sì e uno no un uomo uccide la propria compagna, o addirittura i figli, per vendicarsi, incapace di accettare l'abbandono, come fosse una colpa; parlano coi loro coetanei, si confrontano sulle situazioni concrete con la sensibilità che condividono con la loro generazione;
    alla fine, l'effetto che produci è un po' come quello di certi anziani tedeschi un po' rintronati che negli anni 60 si rivolgevano ai 20enni, lamentandosi della mancanza di ordine, e che si stava meglio 30 anni prima, che anche gli ebrei qualche colpa l'avevano...

    guarda che se dici a una tua figlia le cose che scrivi qui, quella o pensa che tu sia del tutto rintronato - l'ipotesi migliore - oppure che tu sia più o meno consapevolmente complice di un'ideologia sessista, seppure infiorettata di belle parole, come l'anziano cripto-nazi, perché fa 2 + 2 tra carismi, indissolubilità e uomo che sopprime la compagna che lo vuol lasciare;
    tu pensi che così esprimerai un messaggio autorevole ?
    Ai nostri figli non abbiamo mai imposto niente, poichè i figli non ci appartengono, sono altro, da noi. Hanno pensieri, sogni, caratteristiche loro....
    Ci sono stati dati, semplicemente, in affido. Più che di parole, i figli hanno bisogno di esempi, Axe. Di testimonianza. Di vedere, giorno dopo giorno, che l'Amore è possibile, che il Rispetto è possibile, che soprattutto il Perdono, è possibile. Ebbene, qual è il luogo privilegiato dove diviene possibile vedere e sperimentare tutto questo, se non la Famiglia Naturale? Qual è la cellula fondamentale della nostra Società, se non la Famiglia Naturale? Come mai perfino la più alta personalità politica laica del paese, si prende la briga di sottoliearlo?

    «Le famiglie non sono il tessuto connettivo dell’Italia, le famiglie sono l’Italia. Perché l’Italia non è fatta dalle istituzioni ma dai suoi cittadini, dalle persone che vi vivono».

    Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale una delegazione del Forum nazionale delle associazioni familiari, guidata dal presidente Gigi De Palo.

    https://www.romasette.it/mattarella-...-sono-litalia/

    I conflitti di genere, la contrapposizione spesso feroce fra uomini e donne, la loro competitività nella scala sociale, spesso derivano proprio dall'aver accantonato (se non proprio dimenticato) che nella Coppia si è chiamati ad essere complementari. Non rivali. Che l'Uomo e la Donna sono due universi paralleli, ognuno con caratteristiche proprie. Meravigliose. Stupende.
    Invece cosa abbiamo fatto? Per rincorrere ed idolatrare una supposta e improbabile uguaglianza, abbiamo annacquato tutto: Peculiarità, sensibilità, propensioni, caratteristiche, carismi....
    Tutto affogato nell'indistinto. Col risultato di non capirci più niente, di non capirci e non riconoscerci più come partners. Ma piuttosto come competitors. Cosa che produce nei figli ferite. Visibili e invisibili.
    amate i vostri nemici

  9. #924
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    Ma tu vuoi dibattere? Mmmmmhhhhh…
    Non è che buttare di continuo dei copia-incolla, senza un minino di critica e discernimento faccia bene, soprattutto a te.
    Se chi ne sa più di noi cade in bias o ci mette troppo del suo, non fa bene al 100% il suo lavoro. Solo che tu prendi i nostri se e ma come un attentato, un disconoscimento totale di ciò che posti e su cui vuoi attirare attenzione.
    Ad ogni discussione poi, appena qualcuno commenta e non ti torna, non si allinea, ecco la caccia all'ennesimo articolo da postare col nome altisonante e poi, per concludere, ci metti la frase trita e ritrita che se l'ha detto lui o lei allora è oro colato.
    Limitiamoci allora alla Realtà. Cerchiamo almeno di capire se tutte queste 62 pagine hanno avuto ragion d'essere o se la Società attuale, in fondo, va benissimo così. Perchè altrimenti il nostro diventa un dialogo fra sordi, Laurina. Hai voglia te a lanciare segnali rossi di pericolo, a postare articoli, saggi e riflessioni di sociologi, filosofi, analisti, psicologi e psicoterapeuti che vanno per la maggiore. Se te sei convinta del contrario, ti entrano da un orecchio e ti escono immediatamente da quell'altro. Discussione e dibattito vanno a farsi benedire....
    Possiamo dunque, arrivati a questo punto, dire un SI o un NO?
    La Società in generale, i rapporti di coppia, stanno andando a gonfie vele?
    I nostri giovani sono felici? Hanno una prospettiva? Stiamo comunque assicurando loro un futuro?

    Grazie.
    amate i vostri nemici

  10. #925
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    Ai nostri figli non abbiamo mai imposto niente, poichè i figli non ci appartengono, sono altro, da noi. Hanno pensieri, sogni, caratteristiche loro....
    questa è una stupidaggine;
    ai figli si impone l'esistenza stessa; e poi l'educazione, di necessità; non è una critica, eh... si tratta di un fatto di necessità, che vale per tutti;
    Ci sono stati dati, semplicemente, in affido. Più che di parole, i figli hanno bisogno di esempi, Axe. Di testimonianza. Di vedere, giorno dopo giorno, che l'Amore è possibile, che il Rispetto è possibile, che soprattutto il Perdono, è possibile.
    beh, se l'esempio è buono, lo imiteranno; se non lo imitano, vuol dire che si è testimoniato un sottotesto negativo, respingente, quale che sia la retorica;

    anche questa storia del perdono che ripeti ogni due per tre è una grande sciocchezza;
    il perdono si accorda ad un nemico sconfitto e in ginocchio, che si arrende e si emenda; tu, con questa parola, già sottintendi un determinato assetto, che però non è condiviso dalla maggioranza delle persone;

    se una donna decide di lasciarmi, oppure di cambiare i termini di una relazione e, così facendo determina un contrasto, non c'è niente da perdonare, poiché non c'è nessuna colpa; sta solo esercitando un suo sacrosanto diritto, che non può essere sacrificato al mio desiderio che le cose vadano diversamente;

    forse nel tuo sistema di valori è così, e non riconosci quel diritto; ma nella morale comune no; infatti la legge, che la morale comune sostanzia e rappresenta, non si intromette nelle relazioni e consente lo scioglimento di quelle ufficializzate;

    Ebbene, qual è il luogo privilegiato dove diviene possibile vedere e sperimentare tutto questo, se non la Famiglia Naturale? Qual è la cellula fondamentale della nostra Società, se non la Famiglia Naturale? Come mai perfino la più alta personalità politica laica del paese, si prende la briga di sottoliearlo?
    ti risulta che Mattarella metta in discussione la libertà di interrompere una relazione o rompere un matrimonio, di crearsi una nuova famiglia ?

    visto che sembri avere poco chiaro il concetto, i costituenti parlano di famiglia come società naturale - non la famiglia naturale come la intende Pillon, anche perché in natura, fatti salvi i pinguini e altri uccelli, non esiste unione indissolubile; sei un pinguino tu ? - proprio in contrapposizione alla pretesa dell'ordinamento di condizionare le scelte affettive delle persone, in un senso o nell'altro; e questa linea non si deve a qualche femminista americana degli anni '60, ma ad Aldo Moro;

    I conflitti di genere, la contrapposizione spesso feroce fra uomini e donne, la loro competitività nella scala sociale, spesso derivano proprio dall'aver accantonato (se non proprio dimenticato) che nella Coppia si è chiamati ad essere complementari. Non rivali. Che l'Uomo e la Donna sono due universi paralleli, ognuno con caratteristiche proprie. Meravigliose. Stupende.
    Invece cosa abbiamo fatto? Per rincorrere ed idolatrare una supposta e improbabile uguaglianza, abbiamo annacquato tutto: Peculiarità, sensibilità, propensioni, caratteristiche, carismi....
    Tutto affogato nell'indistinto. Col risultato di non capirci più niente, di non capirci e non riconoscerci più come partners. Ma piuttosto come competitors. Cosa che produce nei figli ferite. Visibili e invisibili.
    questa è solo la descrizione dell'ordine che piacerebbe a te; anche un possidente potrebbe affermare che padrone e servo siano chiamati ad essere complementari; è avvenuto per secoli;
    se questo modello viene respinto, vuol dire che non è buono, non offre stabilità, non è condiviso; e infatti la legge stessa prende atto di questa lacuna;

    le ferite dei figli sono tante; può ferire una separazione, così come una famiglia fondata sull'ipocrisia e la rassegnazione in nome di un patto fondato su presupposti iniqui, o venuti meno; così come le tare psicologiche dei genitori;

    ma poi, le tue scelte sono affari tuoi; se tu in famiglia ti farai portatore del valore secondo cui lasciare un partner o un coniuge è una colpa, poi, malgrado le formule zuccherose e i cuoricini, ti farai necessariamente carico della responsabilità di aver ideologicamente armato la mano del femminicida o del rancoroso vendicativo;
    perché è così che alla fine vieni letto da tutti; altro che perdono...
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #926
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Limitiamoci allora alla Realtà. Cerchiamo almeno di capire se tutte queste 62 pagine hanno avuto ragion d'essere o se la Società attuale, in fondo, va benissimo così. Perchè altrimenti il nostro diventa un dialogo fra sordi, Laurina. Hai voglia te a lanciare segnali rossi di pericolo, a postare articoli, saggi e riflessioni di sociologi, filosofi, analisti, psicologi e psicoterapeuti che vanno per la maggiore. Se te sei convinta del contrario, ti entrano da un orecchio e ti escono immediatamente da quell'altro. Discussione e dibattito vanno a farsi benedire....
    Possiamo dunque, arrivati a questo punto, dire un SI o un NO?
    La Società in generale, i rapporti di coppia, stanno andando a gonfie vele?
    I nostri giovani sono felici? Hanno una prospettiva? Stiamo comunque assicurando loro un futuro?

    Grazie.
    Qui c'è qualcun altro qui che avrebbe bisogno dell'otorino ed anche dell'oculista.

    Come ti dicevo, tu prendi certe osservazioni e critiche per totale insensibilità ed incomprensione di chi interviene. Continui sempre a ripetere le stesse cose ed a presentarti in ogni discussione con questo atteggiamento di cacca.
    Tu presenti l'apocalisse, i nomi altisonanti e noi ti diciamo che c'è qualcosa da prendere con le pinze. E vai di tragedia per te e di infiniti copia-incolla. Ecco dove va a finire la discussione.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  12. #927
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    Ai nostri figli non abbiamo mai imposto niente, poichè i figli non ci appartengono, sono altro, da noi. Hanno pensieri, sogni, caratteristiche loro....
    Presa così sembrerebbe in apparenza una bella cosa, ma considerando che sei qui, unto che più unto non si può, a bacchettare tutto e tutti, diventa difficile credere che tu possa conciliare la bacchettoneria che ci presenti ogni giorno con quest'apertura da figlio dei fiori. Qualcosa non torna Cono e c'è qualcosa che stona e sa di finzione.

    I conflitti di genere, la contrapposizione spesso feroce fra uomini e donne, la loro competitività nella scala sociale, spesso derivano proprio dall'aver accantonato (se non proprio dimenticato) che nella Coppia si è chiamati ad essere complementari. Non rivali. Che l'Uomo e la Donna sono due universi paralleli, ognuno con caratteristiche proprie. Meravigliose. Stupende.
    Invece cosa abbiamo fatto? Per rincorrere ed idolatrare una supposta e improbabile uguaglianza, abbiamo annacquato tutto: Peculiarità, sensibilità, propensioni, caratteristiche, carismi....
    Tutto affogato nell'indistinto. Col risultato di non capirci più niente, di non capirci e non riconoscerci più come partners. Ma piuttosto come competitors. Cosa che produce nei figli ferite. Visibili e invisibili.
    Ecco, ora dal figlio dei fiori sei tornato al bacchettone è giù di tiritera sui carismi e gli stereotipi fra uomo e donna.

    Guarda Cono che oggi stiamo messi meglio di ieri. Non siamo più decenni addietro che potevamo uscire accompagnate da mamma, babbo o fratelli alla festa o a ballare. Son caduti tanti tabù sessuali ed in buona parte vecchie mentalità. Oggi trovi classi miste a scuola, abbiamo amicizie dell'altro sesso, parliamo di tutto con voi, ci confrontiamo, non ci sposiamo per forza giovani solo per uscire dalla casa dei genitori, non c'è il matrimonio combinato come una volta.
    Purtroppo la perfezione non esiste ed in tutto questo ci son sempre le delusioni, le difficoltà di relazione fino ad eventi tragici. Siamo umani. Ma vuoi mettere ieri con oggi?
    Quella che tu chiami rivalità a me pare che sia semplicemente la nostra uscita dall'ombra. Non so dove tu veda questa orda di barbare che inneggia a mettersi sul piedistallo rispetto al maschio.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  13. #928
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    questa è una stupidaggine;
    ai figli si impone l'esistenza stessa; e poi l'educazione, di necessità; non è una critica, eh... si tratta di un fatto di necessità, che vale per tutti;

    beh, se l'esempio è buono, lo imiteranno; se non lo imitano, vuol dire che si è testimoniato un sottotesto negativo, respingente, quale che sia la retorica;

    anche questa storia del perdono che ripeti ogni due per tre è una grande sciocchezza;
    il perdono si accorda ad un nemico sconfitto e in ginocchio, che si arrende e si emenda; tu, con questa parola, già sottintendi un determinato assetto, che però non è condiviso dalla maggioranza delle persone;

    se una donna decide di lasciarmi, oppure di cambiare i termini di una relazione e, così facendo determina un contrasto, non c'è niente da perdonare, poiché non c'è nessuna colpa; sta solo esercitando un suo sacrosanto diritto, che non può essere sacrificato al mio desiderio che le cose vadano diversamente;

    forse nel tuo sistema di valori è così, e non riconosci quel diritto; ma nella morale comune no; infatti la legge, che la morale comune sostanzia e rappresenta, non si intromette nelle relazioni e consente lo scioglimento di quelle ufficializzate;


    ti risulta che Mattarella metta in discussione la libertà di interrompere una relazione o rompere un matrimonio, di crearsi una nuova famiglia ?

    visto che sembri avere poco chiaro il concetto, i costituenti parlano di famiglia come società naturale - non la famiglia naturale come la intende Pillon, anche perché in natura, fatti salvi i pinguini e altri uccelli, non esiste unione indissolubile; sei un pinguino tu ? - proprio in contrapposizione alla pretesa dell'ordinamento di condizionare le scelte affettive delle persone, in un senso o nell'altro; e questa linea non si deve a qualche femminista americana degli anni '60, ma ad Aldo Moro;



    questa è solo la descrizione dell'ordine che piacerebbe a te; anche un possidente potrebbe affermare che padrone e servo siano chiamati ad essere complementari; è avvenuto per secoli;
    se questo modello viene respinto, vuol dire che non è buono, non offre stabilità, non è condiviso; e infatti la legge stessa prende atto di questa lacuna;

    le ferite dei figli sono tante; può ferire una separazione, così come una famiglia fondata sull'ipocrisia e la rassegnazione in nome di un patto fondato su presupposti iniqui, o venuti meno; così come le tare psicologiche dei genitori;

    ma poi, le tue scelte sono affari tuoi; se tu in famiglia ti farai portatore del valore secondo cui lasciare un partner o un coniuge è una colpa, poi, malgrado le formule zuccherose e i cuoricini, ti farai necessariamente carico della responsabilità di aver ideologicamente armato la mano del femminicida o del rancoroso vendicativo;
    perché è così che alla fine vieni letto da tutti; altro che perdono...
    La Verità, il Bene Comune, il Bene dei Figli non vanno in cerca dei likes e dell'approvazione della maggioranza.....
    Non è che siccome una legge è votata a maggioranza, allora diviene automaticamente giusta, voglio dire.
    Il Perdono poi, non si dà certo solo ai nemici e agli sconfitti. Nella Famiglia e nelle Unioni Civili, senza Perdono reciproco non si va avanti, Axeugene. Si dà e si riceve ogni giorno altrimenti (e qua dici bene) si finge e si maschera tutto di ipocrisia. Altrimenti (come purtroppo accade spessissimo) si passa da un affetto a un altro, da un uomo a un altro, da una donna a un'altra, senza mai trovare riposo e stabilità. Senza mai trovare la Felicità. Proprio perchè la si cerca in modo sbagliato. Essere felici dipende essenzialmente da noi, infatti. Non dagli altri. Dalla nostra capacità di amare il partner o la partner per quello che è, con tutti i suoi limiti e con tutti i suoi pregi. Non per quello che vorremmo che fosse. Se non chiariamo questo, siamo destinati ad essere "liquidi" per sempre. Noi e la Società.
    amate i vostri nemici

  14. #929
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    Presa così sembrerebbe in apparenza una bella cosa, ma considerando che sei qui, unto che più unto non si può, a bacchettare tutto e tutti, diventa difficile credere che tu possa conciliare la bacchettoneria che ci presenti ogni giorno con quest'apertura da figlio dei fiori. Qualcosa non torna Cono e c'è qualcosa che stona e sa di finzione.



    Ecco, ora dal figlio dei fiori sei tornato al bacchettone è giù di tiritera sui carismi e gli stereotipi fra uomo e donna.

    Guarda Cono che oggi stiamo messi meglio di ieri. Non siamo più decenni addietro che potevamo uscire accompagnate da mamma, babbo o fratelli alla festa o a ballare. Son caduti tanti tabù sessuali ed in buona parte vecchie mentalità. Oggi trovi classi miste a scuola, abbiamo amicizie dell'altro sesso, parliamo di tutto con voi, ci confrontiamo, non ci sposiamo per forza giovani solo per uscire dalla casa dei genitori, non c'è il matrimonio combinato come una volta.
    Purtroppo la perfezione non esiste ed in tutto questo ci son sempre le delusioni, le difficoltà di relazione fino ad eventi tragici. Siamo umani. Ma vuoi mettere ieri con oggi?
    Quella che tu chiami rivalità a me pare che sia semplicemente la nostra uscita dall'ombra. Non so dove tu veda questa orda di barbare che inneggia a mettersi sul piedistallo rispetto al maschio.
    Noi e voi. Voi e noi. Ieri e oggi. Oggi e ieri. Guarda quante volte lo hai ripetuto, Laura.
    Quando invece i Recalcati, i Galimberti, i Gramellini, i Bauman, i Bergoglio e il piccolo Conogelato parlano di complementarietà, sussidiarità, condivisione e collaborazione fra Uomo e Donna, te prendi e (toucort) li definisci tutti "bacchettoni" !!!
    Mi dici quanto spazio rimane per dialogare? Passi per gli ultimi 2, che sono credenti. Ma gli altri 4 sono tutti atei e di estrazione culturale eterogenea. Eppure, tutti, sono concordi nel parlare di emergenza educativa, del ruolo fondamentale del Padre, che oggi va recuperato, di "tramonto di una cultura", di edonismo e individualismo dilagante eccetera. Non si tratta, in altri termini, di raggiungere un'improbabile perfezione. Si tratta di rendersi conto che inseguendo e idolatrando una presunta liberazione, parità, progresso e via discorrendo, abbiamo distrutto e ridotto in cenere tutta una Scala di Valori. Col risultato che vediamo continuamente sotto i nostri occhi: Solitudine, paura, infelicità, assenza di prospettive che vadano oltre l'immanente, orizzonte appiattito, senza Futuro. E soprattutto Gioventù bruciata, Bimbi e minori costretti a vivere in modo innaturale, a rimorchio delle volubili pretese dei grandi.
    amate i vostri nemici

  15. #930
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    La Verità, il Bene Comune, il Bene dei Figli non vanno in cerca dei likes e dell'approvazione della maggioranza.....
    Non è che siccome una legge è votata a maggioranza, allora diviene automaticamente giusta, voglio dire.
    e dici male, perché procedi nel tuo caos mentale;
    qui non si discuteva di cosa sia giusto, visto che le opinioni, i valori, possono essere divergenti;
    tu mi hai chiesto: cosa tiene insieme una Nazione, lo stato, insomma la comunità ?
    e io ti ho risposto: la Legge, che in democrazia corrisponde generalmente alla sensibilità diffusa: questo si può fare, quest'altro no; io potrei ritenere giusto rubarti l'auto o importi di avere un solo figlio, se la ritengo una cosa sensata; non posso perché me lo vieta la legge, a tutela della convivenza pacifica e del tuo diritto alla libertà, che è individuale;

    se non ti piace, non ci posso far nulla;

    Il Perdono poi, non si dà certo solo ai nemici e agli sconfitti.
    beh, invece sì; si perdona un comportamento doloso, oppure colposo, una negligenza; questo implica che vi sia la trasgressione di una norma, di un precetto;
    nel nostro mondo, la legge rispecchia la sensibilità diffusa per cui la famiglia è il prodotto naturale, nel senso di spontaneo, non condizionato, del sentimento, che non può essere coartato;

    quella di sentirsi legati in coppia ad una determinata persona o ad un altra non è una norma, non viene riconosciuta come condizione pregiata, e perciò non implica alcuna trasgressione, né perdono;
    se un partner non ama più, non è una colpa, quindi non c'è nulla da perdonare, né altro da fare, se non rispettare quella divergenza di percorsi;
    non è una mia opinione di valore; è la sensibilità diffusa, oramai da molto tempo, che si traduce nella legge;

    restano obblighi di cura dei figli, ma non di unione di coppia; la cosa può non piacerti, ma questo è il nostro mondo, i nostri valori;

    Nella Famiglia e nelle Unioni Civili, senza Perdono reciproco non si va avanti, Axeugene. Si dà e si riceve ogni giorno altrimenti (e qua dici bene) si finge e si maschera tutto di ipocrisia. Altrimenti (come purtroppo accade spessissimo) si passa da un affetto a un altro, da un uomo a un altro, da una donna a un'altra, senza mai trovare riposo e stabilità. Senza mai trovare la Felicità. Proprio perchè la si cerca in modo sbagliato. Essere felici dipende essenzialmente da noi, infatti. Non dagli altri. Dalla nostra capacità di amare il partner o la partner per quello che è, con tutti i suoi limiti e con tutti i suoi pregi. Non per quello che vorremmo che fosse. Se non chiariamo questo, siamo destinati ad essere "liquidi" per sempre. Noi e la Società.
    la felicità è una questione privata; ognuno la persegue come può e come sente; non è oggetto della morale, dei precetti; non si può imporre a chi la persegua diversamente;

    altrimenti io verrei a ficcare il naso nei fatti tuoi, magari giustificando l'intrusione con la missione di renderti più felice; non credo tu accetteresti la cosa;
    posso farti presenti alcuni aspetti, di tua eventuale opportunità, per esempio nel dialogo con le generazioni dei tuoi figli; ma mi fermo lì;
    non è che se tu la pensi diversamente ti accuso di immoralità, di contribuire al degrado morale della società, ecc... il modo in cui tu cerchi la tua felicità riguarda solo te stesso e non mi deve interessare;
    se io mi allineassi alla tua dialettica di giudizio delle scelte private e legittime altrui, finiremmo a farci la guerra, accusandoci reciprocamente di veicolare il degrado sociale, ecc...

    giustamente, tu pretendi il rispetto della tua buona fede nell'affermare determinati valori; ma questo implica che tu faccia lo stesso, nella sostanza, non a salamelecchi e frasi di forma, coi valori altrui;

    se uno ti dice che trova cosa buona e giusta la nuova famiglia, gli affetti allargati o altro, tu puoi essere in disaccordo, ma non accusare quella persona di malafede o vizio, peccato, ecc... perché in questo modo viene meno il rispetto, il principio di parità, delegittimi l'interlocutore, oltre a denunciare una carenza di argomenti "forti", convincenti;
    non è che basta la citazione estemporanea di filosofi e sapienti;

    infatti, poi ti devi lagnare che la società non segua certe osservazioni; se non riesci ad argomentarle su un piano di parità, per una loro forza intrinseca, come pretendi di farle valere ?
    parli di testimonianza, e va bene; ma poi, a fronte del dissenso, ti ritrovi a squalificare l'idea difforme come posseduta, peccaminosa, e questa è esattamente la sconfitta dell'idea di testimonianza;

    perché se la tua idea è giusta, devi convincere con l'esempio, trascinare; uno, alle prese con la tua testimonianza, dovrebbe convincersi, perché gli trasmetti un sentimento nobile, al quale chiunque vorrebbe essere associato: ecco, è così che voglio essere e vivere !
    nessun bambino che abbia imparato a nuotare tornerà a mettersi la ciambella o i braccioli, solo perché glielo dici tu che hai paura di affogare o, peggio, che la mamma ti rimproveri.
    Ultima modifica di axeUgene; 02-10-2020 alle 09:50
    c'� del lardo in Garfagnana

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