questa la inventi tu, posto che gente come Recalcati ha più o meno la mia età; non è proprio il mio modo di ragionare;
io ti ho fatto notare un mero fatto; e cioè che da che mondo è mondo ci sono alcuni intellettuali delle generazioni anziane che puntualmente vaticinano la decadenza irreversibile dei costumi delle nuove generazioni; se tu leggessi altro dalle encicliche, che sfogli pure distrattamente, capendo fischi per fiaschi, sapresti bene che che questo sentimento lo possiamo osservare in tutte le epoche storiche; eppure, la società va avanti; l'idea cristiana a cui aderisci tu era percepita dai ceti dirigenti anziani di Roma come molle e pecorile, niente affatto virtuosa; e così per tutto il resto di ciò che è nuovo agli occhi degli anziani;
ecco, questa idea - vuoi per ingenuo romanticismo, vuoi per propaganda di livello discutibile, è esattamente la fregatura;Non stiamo giocando a chi ha torto e chi ragione: Stiamo cercando, attraverso un confronto civile, di capire che tempo stiamo attraversando Axe. Cosa possiamo fare per preparare alle nuove generazioni un mondo sostenibile, apprezzabile e vivibile. La vera malattia sociale è l'egoismo. Vedere in chi non la pensa come noi, un nemico e non un interlocutore. Vedere nel Marito o nella Moglie qualcuno che ci limita e non qualcuno che ci completa. Vedere in un Figlio un costo e non un Dono immenso.
innanzitutto, ti sfugge che pensare ad un coniuge come proprio "completamento" è esattamente una manifestazione di quell'egoismo che vorresti censurare, e che invece torna a galla non appena si scrosta un po' la vernice delle belle parole;
siccome sono incompleto, mi serve una persona che faccia da protesi a ciò che mi manca; questa è proprio una rappresentazione della vita di coppia che predispone alle peggiori modalità di relazione;
ma, mettendo da parte l'aspetto morale, c'è anche una fregatura funzionale: un coniuge, in effetti, ci limita, per definizione; è stupido educare ai sentimenti senza rendere esplicita questa circostanza;
stupido perché poi ti ritrovi proprio nella situazione di cui ti lagni:
i partner si scelgono - egoisticamente - per "completarsi", cioè in vista di un proprio bisogno, che difficilmente coincide in toto con quello dell'altro, il quale è ancor più raramente percepito lucidamente;
e, non contemplando che la circostanza di coppia è naturalmente limitante, si valuta male la sostenibilità di quel limite, ritrovandosi poi nelle barbe, quando la realtà dell'altro che non si è stati educati a vedere, presenta il suo conto;
preferenze a parte, non c'è niente da fare; quell'idea di famiglia è finita, perché rispondeva ad un'antropologia che non esiste più e non esisterà più nemmeno in futuro; questo perché siamo immersi - che tu te ne renda conto o meno, è lo stesso - da almeno un paio di secoli in una mentalità totalmente differente, che per prima si è diffusa nelle classi agiate, e poi nella massa;
Dante poteva essere sposato con la moglie e raccontare del suo amor cortese per Beatrice, che sua moglie non era; Manzoni - che se la faceva con le servette di casa - raccontava del sentimento ingenuo di due poveretti analfabeti;
ma la cultura degli ultimi secoli, dai romanzi romantici alla psicanalisi, fino ai film, le canzoni e le rivistine di gossip del parrucchiere - la cultura "popolare" - è ridondante dell'affermazione dell'individualità dello spontaneismo dei sentimenti;
anche solo pensare di ignorare questa circostanza è stupido; sarebbe come pensare di poterti convincere a sparare ad un tuo collega francese o far massacrare i tuoi figli per restituire Nizza e Savoia alla Patria perché un intellettuale si rammarica che non esista più il sentimento nazionale di uno o due secoli fa, e vede in questo una decadenza, laddove tu leggi Fratelli tutti;
beh, per la famiglia la cosa funziona esattamente allo stesso modo; non c'è più egoismo di prima, ma solo la consapevolezza dell'altro come soggetto, e quindi la prudenza; così come un ragazzino nato nel 1930 ha visto il papà accorrere festante sotto il balcone, plaudendo all'Ora Fatale, per poi vedersi sepolto sotto le bombe dei B29, le generazioni attuali sono cresciute nelle famiglie tradizionali e scansano come la peste certi destini tristi che hanno osservato nei genitori, sacrificati per qualcosa che non vale; che ci vuoi fare ?
sicuramente le ultime generazioni sono disorientate, perché siamo in una fase di transizione tra una cultura imbevuta di miti romantici e un realismo quotidiano, spesso puntellato da circostanze di necessità, almeno per i più; spesso c'è la tentazione o l'esigenza di sistemarsi, e si accetta quello che passa il convento, sperando o illudendosi che le cose vadano decentemente, ma anche rimuovendo i segnali in senso divergente, con le conseguenze che vedi;
volendo porsi l'obiettivo di famiglie più stabili, nella realtà di oggi l'unica strada realistica è quella di un'educazione alle responsabilità che esoneri il più possibile le persone giovani dalle finzioni di impegno, per essere capaci di un approccio ponderato e consapevole delle criticità;
in parole povere, si tratta di dire ai giovani: divertitevi, fate esperienza in modo rispettoso e leale, senza menzogne e finzioni di impegno, abituatevi alla realtà, a vedere i difetti e le esigenze dell'altro, che non è al vostro servizio;
imparate che una relazione può finire, e non è una colpa non amare più; quando sarete consapevoli di tutto questo, sarete in grado di gestire i pro e i contro di una relazione stabile, e anche di reggere la circostanza della fine di quella, senza prendere a martellate il coniuge perché ha smesso di essere lo strumento, il puntello alle vostre insicurezze e nevrosi;
capisco che l'idea possa non piacerti; ma non c'è alternativa; non puoi fare autodafé di due secoli di cultura popolare ridondante ovunque, nemmeno volendo; non puoi ricreare Renzo e Lucia, che già erano fittizi di loro, perché il popolo ne ha sempre fatte di ogni, visto che la genetica ha appurato che quasi un 30 della popolazione non discende da chi si suppone essere l'antenato legittimo
io ho rispetto di qualsiasi pensatore sociale e politico e di qualsiasi tesi questi espongano; purché ad una critica corrisponda una soluzione, concreta ed agibile nella realtà;
quindi, che siano Bauman, Recalcati, il papa, o Conogelato, nel momento in cui si indica un problema si deve indicare anche la soluzione, che deve in qualche modo essere normativa; questo si fa, questo non si fa, per legge, per questo e quest'altro motivo di ordine pubblico; e poi si vede se la cosa ha un senso morale e sociale e una praticabilità;
le doléances sui diversi sentimenti altrui non sono cose da intellettuali onesti, ma espressioni di narcisismo o, spesso, marchette per qualche entità reazionaria che ha potere economico e politico di garantire apparizioni tv e promozioni editoriali.