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Discussione: Religioso, ateo, agnostico... definizioni

  1. #1
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    Religioso, ateo, agnostico... definizioni

    Stavo pensando che, solitamente, interpellando qualcuno sulla propria posizione in campo spirituale, queste si dividono in tre possibili risposte: essere religioso, quindi avere aderito a un credo specifico, di solito con la convinzione, non la speranza, non la scommessa personale su qualcosa che si sa potrebbe essere vero o falso. In fondo la fede significherebbe questo, non sapere ma "avere fiducia" che qualcosa sia così, scommetterci la vita. In questo senso, il religioso non dovrebbe esprimere con sicurezza le proprie idee socialmente. Ripetere è così mille volte non è fiducia in qualcosa di indimostrato, è indice di certezza assoluta, imperativa per sé e per altri che ,poverini, non capiscono.

    Del resto ateo nei fatti, a parte l'elasticità della definizione, oggi non è chi "non crede" che dio esista, ma chi ne è sicuro, come se fosse possibile.
    Certo, un dio descritto minuziosamente come quello cattolico posso darlo a un a 1000(aggiungi 48 zeri) a 1, e per questo di fatto non crederci, ma non posso estraniarmi dalla mia armatura sensoriale e vedere l'universo dall'alto, per poter escludere ogni idea di dio personale.

    Anche agnostico, da definizione, significa che si è convinti che l'uomo non possa sapere. è un'idea dogmatica perché ritiene di sapere con certezza i limiti umani e spirituali del nostro essere quando potremmo avere anche delle sorprese in merito.

    Per completezza aggiungo gnostico, che è convinto, ignorando la fallacità dei nostri sensi e dell'interpretazione, della dimenticanza usata ad arte, della capacità di focalizzarsi su un aspetto singolo dell'esistenza, ignorando a bella posta tutti gli altri, quanto bene siamo capaci e volenterosi, di ingannarci.

    Si può avere interpretazioni personali differenti, per esempio essere religiosi e sapere che è solo una scommessa, o atei ma sapendo altrettanto bene la stessa cosa, oppure agnostico, ma possibilista e pronto a essere smentito ogni giorno della settimana, perché la ricerca conta più di quello che si crede di sapere.

    In comune queste idee sono definibili in: ti sei chiuso in un'idea, o sei possibilista? Maltratti le tue idee come un cappello Borsalino, che è torchiato alla morte prima di venderlo per vedere se è davvero un gran cappello, o le difendi pretendendo che quello che sai copra tutto lo scibile presente e futuro, tenendole in una campana di vetro per proteggerle senza metterle in discussione, finché non sono più idee ma pilastri del mondo perché tu preferisci che sia così?

    Si può essere scettici sulle proprie idee? Secondo me si. Vorrei sapere il vostro pensiero in merito.
    Ultima modifica di Jerda; 19-05-2020 alle 11:55
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Arcobaleno
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    Io più che di religioso parlerei di credente. Per religiosi, in senso stretto, si dovrebbero intendere monaci e sacerdoti di tutte le religioni, chi ha dedicato l'intera sua vita in maniera preminente a Dio. Chi ha fatto della religione un lavoro con relativa retribuzione immediata, per quanto riguarda il sostentamento. Il credente può essere pure praticante le ritualità oppure no.

    Al di là di questo, è ovvio che sono possibili tutte le posizioni intermedie, ossia credenti a metà, atei a metà e agnostici a metà, e quindi si può essere possibilisti.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio
    Si può essere scettici sulle proprie idee? Secondo me si. Vorrei sapere il vostro pensiero in merito.
    beh, no; si può essere scettici sulla convinzione altrui; ma se si è scettici sulla propria, semplicemente si dubita; l'idea è il dubbio e sarebbe una contraddizione in termini essere scettici sul proprio dubbio;

    l'ateo postula l'inesistenza di una creazione intelligente; è, anche questo, un sostanziale arbitrio, quanto la fede, per quanto fondato;

    queste categorie però sono obsolete nella Modernità; la metafisica teologica è stata completamente superata, da Kant in poi;

    la questione religiosa, del credere, ecc... è tornata a fondarsi sul sentimento, perché la condizione di pluralità delle postulazioni religiose ha determinato una specie di patta a scacchi per materiale insufficiente o ripetizione di mosse;

    l'implicito è che siano le persone ad eleggere un proprio "Dio", che può essere anche un imperativo categorico kantiano, una legge, un comportamento che si sente come "doveroso", a prescindere da qualsiasi convenienza e opportunità;

    il pluralismo implica necessariamente un soggettivismo, dove il proprio sentimento verso l'imperativo dal credente viene attribuito - proprio con l'arbitrio della fede - a Dio stesso; mentre dagli altri alla cultura;
    la stessa cultura, però, è allocazione arbitraria di valori, quindi una fede sulla doverosità di certi comportamenti;
    il tutto viene proprio da Paolo, che, volendo convincere i Romani, oltre a dirne tante altre, dice a quelli che comunque anche se non fanno parte della "chiesa", non hanno legge, in loro c'è già installato il sistema operativo "giustizia", sono legge a se stessi, coi pensieri che si scusano e accusano;

    cioè, come in un pc, l'hardware è lo stesso per tutti; ma cambia l'interfaccia narrativo, le icone; una volta il mac era per chi non voleva imparare il DOS, per i tonti;

    oggi sono scelte di gente qualsiasi, per altri motivi; io non aderirei mai alla chiesa Apple, non spenderei mai per l'Iphone, né farei 5 minuti di coda; ma non è che penso che chi lo faccia sia un cretino, perché io stesso faccio tante cose prive di razionalità agli occhi altrui;
    cioè, se uno vuole abbellire le sue scelte etiche con una narrazione mitologica o poetica, a me non dà nessun fastidio; con un distinguo, nel caso che quelle narrazioni siano diffamatorie, ma presentate come "vere";

    oltre a qualche furbacchione propagandista, le persone di scarsa cultura cadono nell'equivoco di pensarsi diversi: spesso gli atei poco edotti indicano i credenti come "superstiziosi";
    a volte vero che vi sia anche un residuo di superstizione nella fede popolare, ma nell'era moderna la fede è un atto di volizione, mediato, consapevole che la scienza non avvalora davvero nulla delle narrazioni religiose;

    il credente di poca cultura, a sua volta, è convinto che chi non crede sia necessariamente amorale, mancando di un referente-giudicante; e questo genera il paradosso, perché - proprio da Kant: solo chi è libero può essere virtuoso - la fede in un Giudice onnipotente esclude la libertà, e quindi la virtù; solo un idiota disobbedirebbe;

    e per sommo paradosso, chiunque agisca con moralità non credendo, in un ottica del credente - colto - sarebbe il più potente testimone di una legge morale superiore; al punto che una gran parte delle teologie "alte" oggi tende ad assimilare alla fede la moralità del non credente, considerato uno che cerca Dio, anche se quello ti dice che non ci crede.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #4
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    La “speranza è l’ultima a morire”. Se al credente in una religione togli la speranza gli rimane la disperazione.

    Purtroppo la maggioranza dei credenti considera la religione a cui aderisce come se fosse una polizza di assicurazione: scelgono un "credo" perché in caso morte “l’assicurazione-religione” promette determinati benefici nell’aldilà.

    Non riescono a considerare la religione (o corrente eretica di una fede) come una modalità che aiuta gli individui ad accettare le iniquità sociali ed economiche, ad affrontare le sofferenze e le incertezze della vita. Nulla di più.

    Le preghiere e le invocazioni alle divinità inducono a sopportare l’esistenza, a credere nell’aldilà beatifico.

    Per molti credere ad una “religio” o a una setta significa orgoglio di appartenenza, pretesto per dimostrare da che parte stanno e con chi stanno. Il fanatismo religioso li induce allo scontro. Usano la deità in cui credono come un metaforico vessillo da far vedere nel campo di battaglia contro gli avversari ideologici.

    Una religione funziona se adatta ai contemporanei. Il cristianesimo sta perdendo seguaci perché dopo duemila anni “ha fatto il suo tempo”.

    I chierici in sacris li comprendo, cercano continuamente nuove vie per il proselitismo, per giustificare la loro presenza e la loro funzione nella società secolarizzata, che deve mantenere finanziariamente il loro pletorico apparato burocratico.

  5. #5
    L'avatar di dietrologo
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    Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio

    Si può essere scettici sulle proprie idee? Secondo me si. Vorrei sapere il vostro pensiero in merito.
    e sei mettessi in dubbio questa realtà ? e parto da una definizione di ILLUSIONE che è : "percezione alterata delle cose da parte dei sensi o errore di percezione condizionato dal prevalere dei coefficienti rappresentativi o affettivi su quelli sensoriali."

    da questa definizione si deduce che ciò che si osserva non è la realtà e rifletto che la mia percezione del mondo è diversa dalla percezione che ne può avere un insetto.

    la mente che mi contraddistingue dall'insetto, poi, produce un'interpretazione di ciò che percepisco, e mi rende cosciente di questo.

    un individuo, ipoteticamente più evoluto di me, percepirà e interpreterà lo stesso mondo, in maniera più ampia e quindi la realtà è delimitata dai sensi.

    quindi a sensi infiniti equivale una conoscenza assoluta della realtà che potrebbe comprendere le risposte che stai cercando

  6. #6
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    La “speranza è l’ultima a morire”. Se al credente in una religione togli la speranza gli rimane la disperazione.

    Purtroppo la maggioranza dei credenti considera la religione a cui aderisce come se fosse una polizza di assicurazione: scelgono un "credo" perché in caso morte “l’assicurazione-religione” promette determinati benefici nell’aldilà.
    Cara doxa, il tuo discorso reggerebbe se non si considerassero i benefici nell'al di qua del credere.
    Tu astrai e rendi vaga l'idea di Dio, non riesci a concretizzarlo nello svolgimento della realtà quotidiana come invece fa il credente, lo consideri come se Dio fosse una chimera, come se Dio non agisse.
    Credere in Dio non può essere una polizza di assicurazione, e poi per cosa? Per un mondo che forse non verrà mai? Ma che avvenga è la speranza del credente, non la certezza del superbo.
    E non c'è neanche disperazione perché l'uomo è uomo e continua ad essere uomo sia che creda o non creda.
    E' pure ovvio che se si crede in Dio lo si ami, altrimenti è veramente un obbligo, è una opprimente limitazione della propria libertà di credere di agire.
    In concerto, a chi lo ama, Dio manda dei segni, manda un modo diverso di considerare le cose, di pensare, manda la forza di amare anche chi ci odia, e tante altre cose che sono implicite i questo rapporto Dio-credente- credente Dio.
    Altro aspetto che riguarda il rapporto del credente con Dio è la pace interiore, e se questa si rompe, non c'è la disperazione ma c'è il riequilibrio.

  7. #7
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    Lasagne calabresi. Non scrivi post, fai le lasagne calabresi. Ricotta, carne, peperoncino, salame, besciamella e tutto quello che ho in frigo, così se gli ingredienti stanno male, qualcosa dentro si salva e mi ricordi per quello. A me fanno venire mal di stomaco.
    Provo ad analizzare per vedere se capisco:

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, no; si può essere scettici sulla convinzione altrui; ma se si è scettici sulla propria, semplicemente si dubita; l'idea è il dubbio e sarebbe una contraddizione in termini essere scettici sul proprio dubbio;
    No... non ha senso nemmeno per come è postulato, a logica. Se non si è scettici, (che non significa non credere, ma essere consci che ogni idea nel campo è opinabile) sulle proprie idee, non si hanno dubbi. Se si è scettici, si abbraccia il dubbio ovunque qualcosa si interporrà tra noi e la nostra idea del momento, consci che si potrebbe sempre cambiarle.

    Essere scettici sul proprio dubbio non significa niente e non era affatto compreso in quel che ho detto.
    E' una pura operazione sulle parole, quando prendono il sopravvento nel discorso invece che limitarsi a essere riferimento.

    Anche per feticismo della parola e pura operazione di retorica, concludere che significhi essere scettici del proprio dubbio è un risultato sbagliato dell'equazione, se riduci tutto a come è stao formulato, proposizioni e consecutio.
    Quando la parola prende il sopravvento sulla descrizione del fatto reale si fa sempre tiranna, perché la parola è qualcosa di umano che deve servire a scoprire la realtà, ma rischia sempre se non si sta attenti a dove si era partiti e perché a diventare soliloquio retorico, con la fantasia e poca attenzione a definizioni e correttezza delle operazioni che ti fanno partire da un assunto e si stacca da quell'aderenza rispettosa al punto. Se avvolgi l'idea alle parole delicatamente le definisce e la rende più evidente, se ti fai prendere la mano modelli il contenuto che vuoi scorprire con le parole, come un prodotto alimentare di cui vuoi fare una copertura, ma poi lo strizzi e lo deformi.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    queste categorie però sono obsolete nella Modernità; la metafisica teologica è stata completamente superata, da Kant in poi
    A mio parere pensare che una qualsiasi idea che riguardi l'essenza della realtà, in un campo dove dimostrazioni non esistono, sia "superata" dalla modernità con la emme maiuscola, è completamente fuorviata. E rivela anche un certo bias per cui le idee collettive progrediscano sempre virtuosamente verso una rivelazione, come se fosse scienza. Le contraddizioni delle religioni, per come sono poste, il conseguente mettere in ridicolo, per esempio, l'animismo quando dilagano idee superstiziose anche oggi, mostra chiaramente come l'illusione che l'inconscio collettivo vada per natura, collettivamente verso una migliore comprensione e coerenza è semplicemente una nuvola di idea. Mettiamo pure l'odio feroce verso i testimoni di geova (o gli hare krsna) da parte di molti, senza avere letto cosa dicevano quasi sempre, ma ridicolizzandoli per suonare alle 6 di domenica, altro fatto di suggestione collettiva (quanto spesso sarà successo?). come diceva Thoureau, tutte le generazioni ridono delle mode vecchie per seguire religiosamente quelle nuove. Questa è la costante per cui crediamo che oltre a fare palazzi alti e macchine di chirurgia, stiamo facendo anche passi avanti in senso spirituale.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    la questione religiosa, del credere, ecc... è tornata a fondarsi sul sentimento, perché la condizione di pluralità delle postulazioni religiose ha determinato una specie di patta a scacchi per materiale insufficiente o ripetizione di mosse
    Delirio... dalla patta in poi ti sei completamente perso, o forse volevi concludere. Che la pluralità delle religioni dia più motivo ad una persona che ha delle idee radicali di dubitare delle proprie a favore di questo florilegio di aggiunte è facile vedere come sia disatteso in società, non trovi?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    l'implicito è che siano le persone ad eleggere un proprio "Dio", che può essere anche un imperativo categorico kantiano, una legge, un comportamento che si sente come "doveroso", a prescindere da qualsiasi convenienza e opportunità;
    Bella la specificazione che il dio possa anche essere altre cose, peccato che sia una considerazione del tutto sganciata dal resto, o se non indicami la consecutio per cui hai tirato fuori questa frase senza senso con dentro la variabilità del concetto di dio a impacchettarla, per non vedere che nel complesso non significa niente. Correggimi se sbaglio. Ma puntualmente, vagare tra idee sconfinando continuamente fuori da un concetto comune condivisibile perdendosi tra bella esposizione è un attimo, facendo solo richiamo dei propri argomenti forti e delle proprie speranze o di scrivere ancora "qualcosa".

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    il pluralismo implica necessariamente un soggettivismo
    Stai concentrato...anche conogelato crede a una lunga serie di pluralismi, pur nel contesto di una verità unica. Detto così ti stai di nuovo scollando dalla realtà, soprattutto da quella di una comunicazione possibile. Se volevi dire altro come possibile, spiega, sennò è uno slogan.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    dove il proprio sentimento verso l'imperativo dal credente viene attribuito - proprio con l'arbitrio della fede - a Dio stesso; mentre dagli altri alla cultura; la stessa cultura, però, è allocazione arbitraria di valori, quindi una fede sulla doverosità di certi comportamenti; il tutto viene proprio da Paolo, che, volendo convincere i Romani, oltre a dirne tante altre, dice a quelli che comunque anche se non fanno parte della "chiesa", non hanno legge, in loro c'è già installato il sistema operativo "giustizia", sono legge a se stessi, coi pensieri che si scusano e accusano;
    Troppi punti e virgola appesantiscono molto e potrebbero facilemente essere scambiati per un atteggiamento. In ogni corso di scrittura creativa viene detto come un mantra di non abusarne, chiedi a ogni scrittore di successo e ti dirà che è prezioso ma ha sempre paura ad usarlo. Tant'è. La frase che ho grassettato sembrava indicare che il soggetto implicito a cui si riferisce la parola proprio era quello di un ascoltatore generico, ma se poi dici che è attribuito a dio stesso, intendevi il proprio (del credente) sentimento verso l'imperativo (quale imperativo? Ok puoi tirare fuori una spiegazione in ogni momento, ma nella frase sopra "imperativo" buttato così ha senso come citare le piume del pavone di cristallo, bello eh, ma che c'entra?

    Provo a riformulare la frase seguente: il tutto viene proprio da "Paolo" (ok san paolo, puoi anche dirlo senza sembrare uno che viaggia a braccio con gente sveglissima) che volendo convincere i romani (anche su che cosa è stato perso, forse durante la traduzione, troppo ovvio per ripeterlo, si potrebbe pensare che frequenti gente che non deve sentirselo dire e che hai perso l'abitudine) su un'ovvietà che è scontata, che anche loro hanno un senso morale. Ma il passaggio tra avere un senso morale e il "vedi? sei religioso allora. Vieni a messa amico ritrovato" E' dai tempi di Cicerone e Seneca un mezzuccio. Non tuo, di "Paolo".

    Mi piace la frase "che si scusano e accusano", se dovessi trovare entro le prossime 100.000 vite un'occasione per usarla intelligentemente non perderò l'occasione, ma anche così la vedo dura.

    Purtroppo, mi sono perso nell'analisi dello scritto la sintesi di dove stai andando e qual è il punto. colpa mia, non riesco a vedere la figura intera.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    oggi sono scelte di gente qualsiasi, per altri motivi;
    In che senso di gente qualsiasi e per quali altri possibili motivi, se sono molti dimmene due. Non capisco a dove ti riagganci nel discorso precedente.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    io non aderirei mai alla chiesa Apple, non spenderei mai per l'Iphone, né farei 5 minuti di coda; ma non è che penso che chi lo faccia sia un cretino, perché io stesso faccio tante cose prive di razionalità agli occhi altrui;
    Forse; questa; è la spiegazione; alla frase di; prima.,; Purtroppo a parte sapere che sei spartano e fiero nel tuo essere controcorrente non riesco a riagganciare.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    cioè, se uno vuole abbellire le sue scelte etiche con una narrazione mitologica o poetica, a me non dà nessun fastidio; con un distinguo, nel caso che quelle narrazioni siano diffamatorie, ma presentate come "vere";
    Bene. Il distinguo è un deragliamento di sintassi e logica. Con la condizione, forse volevi dire, che quelle narrazioni (ma dì idee a questo punto, già è un casino seguire, se continui su una metafora che non hai specificato negli ultimi due periodi un ascoltatore già fiacco si taglia le vene) non, volevi dire non, siano diffamatorie. Nemmeno con l'uso della parola distinguo la frase regge senza il non.

    "nel caso che quelle narrazioni siano diffamatorie, ma presentate come vere".

    Non capisco il senso logico che lega la prima frase alla seconda. forse c'è, come in tutte le cose che non capisco, ma sembra un'aggiunta, delle lasagne calabresi dove ficchi tutto per farle più saporite, e comunque non spiega niente.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    oltre a qualche furbacchione propagandista, le persone di scarsa cultura cadono nell'equivoco di pensarsi diversi: spesso gli atei poco edotti indicano i credenti come "superstiziosi";
    a volte vero che vi sia anche un residuo di superstizione nella fede popolare, ma nell'era moderna la fede è un atto di volizione, mediato, consapevole che la scienza non avvalora davvero nulla delle narrazioni religiose;
    Hai preso spunto dal Finnegan's Wake di Joyce per scriverlo? Invettiva verso il furbacchione propagandista, accenno verso persone di scarsa cultura, tanto narcisisitico quanto fuori contesto, anzi l'assenza di richiami tra una frase a un'altra in questo carrozzone di suggestione verbale rivela proprio l'intenzione narcisistica a mio parere, ma è solo un'interpretazione.

    Tornando al discorso, l'atto della volizione è errato, perché volizione significa atto che esprime la volontà, la manifestazione efficiente della volontà.

    A parte essere arcaico, un motivo ad utilizzare questa parola con cautela, oltre al fatto che molti non la conoscano, ed essere specialistica, perché indica qualcosa di diverso da "volontà", come chiunque capirebbe senza andare in un vocabolario secondo te, la fa essere una parola da utilizzare vista la pesantezza con ragion più che veduta, senza scambiarla per volontà a tua volta, sennò per esclusione l'hai stata scelta perché complicata e figa.

    "Mediato" nella frase sopra non si capisce a cosa si riferisca. "Consapevole che la scienza non avvalora davvero nulla delle narrazioni religiose" è un cazzotto nella pancia a una qualsiasi osservazione della realtà. Se pensi che i religiosi abbiano questa consapevolezza in media, ok.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    Insomma, alla fine della giornata il credente di poca cultura, a sua volta, è convinto che chi non crede sia necessariamente amorale, mancando di un referente-giudicante; e questo genera il paradosso, perché - proprio da Kant: solo chi è libero può essere virtuoso - la fede in un Giudice onnipotente esclude la libertà, e quindi la virtù; solo un idiota disobbedirebbe;
    Che la cultura serva per aggiustare il tiro delle proprie convinzioni religiose ho i miei dubbi. Religiosi di cultura? Ci sono. Ma lasciano i mondi ben separati. Ma questa è una mia opinione, evidente per alcuni e non per altri, che credo che non sia possibile determinare nè parlare in modo costruttivo e lascio.

    L'uso della motivazione che "è un paradosso perché Kant diceva diversamente", esponendo la mera frase di Kant, senza approfondimento o spiegazione di cosa significhi, a parte essere tutto tranne che una dimostrazione oggettiva come la fai chiaramente passare, viste le varie consecutio arbitrariamente poste come se il discorso precedente dimostrasse quello successivo in quello che scrivi, cosa che non appare mai nei tuoi post, infatti in questo non ne vedo, sembra un insieme di oggetti di bigiotteria malamente appiccicati con lo scotch, e questo è ben evidente quando dici proprio.

    Proprio Kant diceva, con un proprio giustificato, stai facendo finta di dire "a proposito di Kant", come se se ne parlasse e visto che ci siamo lo metti. Dove?

    Capisco che scrivere: Citando Kant, due punti eccetera, che sarebbe risultato tronfio e citazionista da parte tua, quindi fai "passare" Kant, con una parola che non spieghi, che fai passare come l'ancora del discorso quando non è, se non altro perché Kant non è dio in terra e non dimostra niente e non se ne stava parlando, ma almeno perché butti la frase lì a riprova, quando tutti potremmo discettarne ore sul vero significato. Non contrabbandare Kant, Axe. Merita più rispetto.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    e per sommo paradosso, chiunque agisca con moralità non credendo, in un ottica del credente - colto - sarebbe il più potente testimone di una legge morale superiore; al punto che una gran parte delle teologie "alte" oggi tende ad assimilare alla fede la moralità del non credente, considerato uno che cerca Dio, anche se quello ti dice che non ci crede.
    vorrei un riscontro su chi sono le "teologie alte" che tendono ad assimilare alla fede la moralità del non credente. Forse la psicologia, mi pare strano che degli eminenti teologi oggi vadano a associare la moralità al sentire del non credente. Sembra una "bomba" che si tirava alle medie, ancora inconsci che gli altri non sono molto creduloni.

    Insomma, vuoto pneumatico Axe, vuoto pneumatico, eh.
    Ultima modifica di Jerda; 19-05-2020 alle 17:14
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di Tiberio
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    Campagna autobus atei
    Ultima modifica di Tiberio; 19-05-2020 alle 17:43
    "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

  9. #9
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio
    Anche per feticismo della parola e pura operazione di retorica, concludere che significhi essere scettici del proprio dubbio è un risultato sbagliato dell'equazione, se riduci tutto a come è stao formulato, proposizioni e consecutio. Quando la parola prende il sopravvento sulla descrizione del fatto reale si fa sempre tiranna, perché la parola è qualcosa di umano che deve servire a scoprire la realtà, ma rischia sempre se non si sta attenti a dove si era partiti e perché a diventare soliloquio retorico
    sai com'è, su queste cose la precisione del linguaggio serve la chiarezza delle idee, anche se la cosa ti annoia;

    A mio parere pensare che una qualsiasi idea che riguardi l'essenza della realtà, in un campo dove dimostrazioni non esistono, sia "superata" dalla modernità con la emme maiuscola, è completamente fuorviata. E rivela anche un certo bias per cui le idee collettive progrediscano sempre virtuosamente verso una rivelazione
    non è una rivelazione, ma la storia degli ultimi 4 o 5 secoli, l'età Moderna; una serie di circostanze che hanno materialmente posto le credenze religiose di fronte ad un complesso di idee che le neutralizzava nella società; ovviamente in modo graduale;
    ma ridicolizzandoli per suonare alle 6 di domenica, altro fatto di suggestione collettiva (quanto spesso sarà successo?). come diceva Thoureau, tutte le generazioni ridono delle mode vecchie per seguire quelle nuove. Questa è la costante per cui crediamo che oltre a fare palazzi alti e macchine di chirurgia, stiamo facendo anche passi avanti in senso spirituale.
    non è certamente il mio caso; forse hai frainteso la Modernità storica con una qualche idea di modernismo che sai solo tu;

    Delirio... dalla patta in poi ti sei completamente perso, o forse volevi concludere. Che la pluralità delle religioni dia più motivo ad una persona che ha delle idee radicali di dubitare delle proprie a favore di questo florilegio di aggiunte è facile vedere come sia disatteso in società, non trovi?
    infatti, non ho affermato questo;
    qualsiasi fanatico può essere tale; ma non rimuovere il fatto che ha una concorrenza e che e che l'uditorio conteso è consapevole di questo; tu puoi vendere la Coca Cola, ed essere intimamente convinto che è l'unica bevanda che valga la pena bere; ma - a meno di non essere psicotico - non puoi rimuovere la circostanza che la gente sugli scaffali vede anche la Pepsi, il chinotto, ma pure la birra e il vino;

    Bella la specificazione che il dio possa anche essere altre cose, peccato che sia una considerazione del tutto sganciata dal resto, o se non indicami la consecutio per cui hai tirato fuori questa frase senza senso con dentro la variabilità del concetto di dio a impacchettarla, per non vedere che nel complesso non significa niente. Correggimi se sbaglio. Ma puntualmente, vagare tra idee
    ti ho citato l'imperativo categorico di Kant; dovresti sapere che è, ma in caso contrario cerchi su wiki, la critica della ragion pratica e in 5 minuti risolvi il problema;

    Stai concentrato...anche conogelato crede a una lunga serie di pluralismi, pur nel contesto di una verità unica. Detto così ti stai di nuovo scollando dalla realtà, soprattutto da quella di una comunicazione possibile. Se volevi dire altro come possibile, spiega, sennò è uno slogan.
    te l'ho spiegato: pluralismo, vuol dire che ognuno sceglie, Coca, Pepsi, vino o nulla; la decisione è individuale, contrapposta a quella di chi nasceva in un contesto pre-moderno, di scarsa o nulla accessibilità o praticabilità di opzioni diverse;
    La frase che ho grassettato sembrava indicare che il soggetto implicito a cui si riferisce la parola proprio era quello di un ascoltatore generico, ma se poi dici che è attribuito a dio stesso, intendevi il proprio (del credente) sentimento verso l'imperativo (quale imperativo? Ok puoi tirare fuori una spiegazione in ogni momento, ma nella frase sopra "imperativo" buttato così ha senso come citare le piume del pavone di cristallo, bello eh, ma che c'entra?
    oh nini... tu voi ragionà di veste 'ose, non conosci Kant, poi nemmeno ti periti di capì cosa dice Paolo, che ho citato:

    per il credente, il sentimento di giustizia che può orientare la persona, che sia credente o meno, è opera di Dio, built in;

    Mi piace la frase "che si scusano e accusano", se dovessi trovare entro le prossime 100.000 vite un'occasione per usarla intelligentemente non perderò l'occasione, ma anche così la vedo dura.
    non te lo auguro, perché la circostanza ordinaria e quotidiana si verifica nelle aule dei processi penali di tutto il mondo

    In che senso di gente qualsiasi e per quali altri possibili motivi, se sono molti dimmene due. Non capisco a dove ti riagganci nel discorso precedente.
    culturali, sociali, identitarie, con tutti i motivi diverse a partire dalla diversa percezione; chi è cattolico perché è una cosa "italiana", chi perché gli sta simpatico il papa, chi per abitudine famigliare...



    Tornando al discorso, l'atto della volizione è errato, perché volizione significa atto che esprime la volontà, la manifestazione efficiente della volontà.

    "Mediato" nella frase sopra non si capisce a cosa si riferisca. "Consapevole che la scienza non avvalora davvero nulla delle narrazioni religiose" è un cazzotto nella pancia a una qualsiasi osservazione della realtà. Se pensi che i religiosi abbiano questa consapevolezza in media, ok.[/quote]
    significa che chiunque ha una media percezione che la propria fede è un'opinione, non confortata da alcun elemento della realtà, perciò si impone di credere, lo sceglie attraverso un processo di mediazione ideologica, catechismi vari, filosofie, ecc... laddove il credente di prima mano, arcaico, credeva davvero reali le narrazioni;


    Capisco che scrivere: Citando Kant, due punti eccetera, che sarebbe risultato tronfio e citazionista da parte tua, fai "passare" Kant, con una frase che non spieghi, che fai passare come l'ancora del discorso quando non è, se non altro perché Kant non è dio in terra e non dimostra niente, ma almeno perché butti la frase lì a riprova, quando tutti potremmo discettarne ore sul vero significato. Non contrabbandare Kant, Axe. Merita più rispetto.
    ho citato esplicitamente: si può essere virtuosi solo potendo scegliere, essendo liberi; con tutti i problemi che questa idea pone a chi creda in un dio come quello testamentario;

    vorrei un riscontro su chi sono le "teologie alte" che tendono ad assimilare alla fede la moralità del non credente. Forse la psicologia,
    mi pare strano che degli eminenti teologi oggi vadano a associare la moralità al sentire del non credente. Sembra una "bomba" che si tirava alle medie, ancora inconsci che gli altri non sono molto creduloni.
    se scrivo teologie, forse non sono psicologi;
    sono quei religiosi che si confrontano coi non credenti, tipo il papa con Scalfari, da cui si fa intervistare e pubblicare; è abbastanza "alto" o rappresentativo il papa ?

    Insomma, vuoto pneumatico Axe, vuoto pneumatico, eh.
    grazie
    c'� del lardo in Garfagnana

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio
    - Si può essere scettici sulle proprie idee? Secondo me si. Vorrei sapere il vostro pensiero in merito. -




    Come ben si sa _ l' ambiente ove si nasce e si cresce è quanto mai determinante per un credo religioso.

    Lo scetticismo e la "ribellione" (e forse.. il conseguente Gran rifiuto) sorge quando, con molta fatica (ripeto: molta fatica..), si riesce a "sganciarsi" del quel ferreo credo che ti è stato imposto nella tua mente _ come un trapano a percussione..

    Solo quando ti rendi conto di esserti finalmente Liberato DA quel condizionamento _ allora, e solo allora, respiri in piena liberta' _ non sei piu' schiavo e succube di alcunchè.

    Scopri cosi' quante "frignacce".. sulle quali, questi furbiacchioni, hanno abusato della tua ingenuita' per tenerti legato al loro guinzaglio (il loro "sapere") _ come un cagnolino ammaestrato.. che fa la pipi' a comando !

    L' esperienza piu' negativa (in assoluto) per un ragazzino è quella di aver vissuto in un collegio gestito da questa pretaglia.

    Da quella nefasta esperienza sul campo (!) ecco che quella (sedicente) fede "percepita" .. inizia a vacillare _

    Cominci a porti domande _ dubiti, subentra lo scetticismo, fino a quando "quelle" (pseudo)granitiche certezze / quindi ben piu' di "idee" _ Ma convinzioni (meglio: pseudo-convinzioni) si sciolgono.. come lo spessissimo ghiacciaio esposto al "Sole" -

    E arrivi alla mèta _ alla conclusione che fede NON era ! Sembrava...

    Era solo l' obbedienza, il bastone, la punizione.. il "comando" e nulla piu' !! Questo "era quel": dio !!

    Forse forse tra i tanti semi.. "uno" è stato gettato in un campo Pietroso e si è "atrofizzato" ??

    E comunque ognuno ha una "propria" storia personale _ non paragonabile ad un altro....

    -

  11. #11
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    doppione

  12. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    sai com'è, su queste cose la precisione del linguaggio serve la chiarezza delle idee, anche se la cosa ti annoia;
    Non c'è analisi né spiegazione e questo è un dato, non un'opinione. Per motivare devi fare come me sopra. Poi magari lo fai male, o io, ma il metodo di argomentare è uno.

    Hai scritto che il dubbio è sinonimo di idea, quindi essere scettici sulle proprie idee significa essere scettici sui propri dubbi. Voli metafisici personali, mettere quest'idea di dubbio come sinonimo da usare in un ragionamento logico non ha uno straccio di senso. Puoi farlo passare per una metonimia dell'idea, dato che i dubbi si hanno sulle idee.

    Questo è un ragionamento.

    non è una rivelazione, ma la storia degli ultimi 4 o 5 secoli, l'età Moderna; una serie di circostanze che hanno materialmente posto le credenze religiose di fronte ad un complesso di idee che le neutralizzava nella società; ovviamente in modo graduale;
    Queste maiuscole autoreferenziali... poi scrivete le iniziali dei nomi propri minuscole perché il maiuscolo è di destra e chic... ok, come? Ti sei dimenticato di scrivere come. Quindi la modernità ha sancito un concetto universale valevole per sempre della bontà di leggi morali rispetto alle altre? Qualcuno è riuscito a parlare con dio e non lo so? Qualche riferimento a supporto? Ripeti e basta.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non è certamente il mio caso; forse hai frainteso la Modernità storica con una qualche idea di modernismo che sai solo tu;
    Dimmi la differenza e citami un libro dove si veda questa definizione e come c'entri con un concetto oggettivo di progresso spirituale. Per ora ripeti e basta.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    infatti, non ho affermato questo;
    qualsiasi fanatico può essere tale; ma non rimuovere il fatto che ha una concorrenza e che e che l'uditorio conteso è consapevole di questo; tu puoi vendere la Coca Cola, ed essere intimamente convinto che è l'unica bevanda che valga la pena bere; ma - a meno di non essere psicotico - non puoi rimuovere la circostanza che la gente sugli scaffali vede anche la Pepsi, il chinotto, ma pure la birra e il vino;
    Cioè? Non posso analizzare tutto di nuovo ma apprezzo lo sforzo. Puoi spiegare e poi usare la metafora per contestualizzare o precisare, invece che usarla ad abrupto senza che abbia cantato il gallo?

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ti ho citato l'imperativo categorico di Kant; dovresti sapere che è, ma in caso contrario cerchi su wiki, la critica della ragion pratica e in 5 minuti risolvi il problema;
    Lo so perfettamente, e mettevo in ridicolo che hai fatto citazioni a caso di fronte a un gruppo eterogeneo di persone, ed ho spiegato perché non è una dimostrazione di niente, e non lo sarà finché non butteremo via tutti i libri di filosofia perché tanto c'è Kant. Strano che anche qui non hai risosto punto punto. Salti il grosso e il poco che dici non spiega niente.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    te l'ho spiegato: pluralismo, vuol dire che ognuno sceglie, Coca, Pepsi, vino o nulla; la decisione è individuale, contrapposta a quella di chi nasceva in un contesto pre-moderno, di scarsa o nulla accessibilità o praticabilità di opzioni diverse;
    Pluralismo non significa niente del genere necessariamente, è solo una applicazione tra mille della parola, che sfido che tiri subito fuori, dopo che hai sentito la risposta. Rispondi su tutto e concretamente.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    oh nini... tu voi ragionà di veste 'ose, non conosci Kant, poi nemmeno ti periti di capì cosa dice Paolo, che ho citato:
    Ahia. Hai toppato da terza elementare. Chi ti ha detto che non conosco Kant? Perché ho detto che lo tiri fuori a caso senza dire altro per contrabbandare la tua aura, e senza contesto tanto se ti si chiede dopo ti riprendi comunque, con tutto quello che ha scritto?
    No, non l'ho proprio detto. Dimmi perché hai scritto che non conosco Kant e ti rispetto. Non chiedermi cosa diceva Kant, lo hai scritto prima. Allora, perché hai scritto che non conoscerei Kant? Ho scritto quello?
    Svicoli, metafore e supercazzole e prendo atto che non sai. risposte non punto per punto e chiare e reali e prendo atto che non sei nemmeno la metà di cosa credi di riuscire a vendere. Esci con l'amico speleologo, l'architetto, l'assessore e fatti vedere assente dal forum, sennò non si capisce se ci banchetti nella testa insieme alla marmotta della cioccolata o se davvero sei socio del country club e nonostante questo sei sempre qui ad ogni ora.

    Perché prima hai detto che non conosco Kant? Mi rifiuto di parlarne ti dico subito, non è sfida di ego, voglio sapere con che evidenza lo hai scritto prima. Se rispondi dove l'ho scritto, ti porto i post dove svicoli da domande dirette con i link e le evidenze, io.
    Poi mi spieghi perché hai usato la parola volizione e tutto il resto che hai saltato. Se non hai notato ti ho risposto punto per punto proprio per evitare attacchi alle fronde dell'idea, invece che smentire il nulla.
    Ultima modifica di Jerda; 19-05-2020 alle 18:09
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da esterno Visualizza Messaggio
    Come ben si sa _ l' ambiente ove si nasce e si cresce è quanto mai determinante per un credo religioso.

    Lo scetticismo e la "ribellione" (e forse.. il conseguente Gran rifiuto) sorge quando, con molta fatica (ripeto: molta fatica..), si riesce a "sganciarsi" del quel ferreo credo che ti è stato imposto nella tua mente _ come un trapano a percussione..

    Solo quando ti rendi conto di esserti finalmente Liberato DA quel condizionamento _ allora, e solo allora, respiri in piena liberta' _ non sei piu' schiavo e succube di alcunchè.

    Scopri cosi' quante "frignacce".. sulle quali, questi furbiacchioni, hanno abusato della tua ingenuita' per tenerti legato al loro guinzaglio (il loro "sapere") _ come un cagnolino ammaestrato.. che fa la pipi' a comando !

    L' esperienza piu' negativa (in assoluto) per un ragazzino è quella di aver vissuto in un collegio gestito da questa pretaglia.

    Da quella nefasta esperienza sul campo (!) ecco che quella (sedicente) fede "percepita" .. inizia a vacillare _

    Cominci a porti domande _ dubiti, subentra lo scetticismo, fino a quando "quelle" (pseudo)granitiche certezze / quindi ben piu' di "idee" _ Ma convinzioni (meglio: pseudo-convinzioni) si sciolgono.. come lo spessissimo ghiacciaio esposto al "Sole" -

    E arrivi alla mèta _ alla conclusione che fede NON era ! Sembrava...

    Era solo l' obbedienza, il bastone, la punizione.. il "comando" e nulla piu' !! Questo "era quel": dio !!

    Forse forse tra i tanti semi.. "uno" è stato gettato in un campo Pietroso e si è "atrofizzato" ??

    E comunque ognuno ha una "propria" storia personale _ non paragonabile ad un altro....

    -
    D'accordo con te. Penso che tutti abbiano avuto esperienze negative con le istituzioni religiose. L'istruzione impone un'idea, e difficilmente posso credere che uno poi arrivi casualmente a tutte quelle idee da piccolo imposte dal monopolio dell'istruzione dentro il cuore, sinceramente, accettando anche tutti gli annessi e connessi, inclusi sacramenti e paramenti. Non è molto credibile.
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

  14. #14
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    Buona sera=Crepuscolo (nomen omen)

    Se non si può dimostrare l'esistenza/non-esistenza di Dio, allora è un'ipotesi. Per chi ha fede Egli è realtà, perchè il credente vive come se ci fosse Dio. Sia che esista e sia che non esista.
    Ultima modifica di doxa; 20-05-2020 alle 10:40

  15. #15
    No Excuses L'avatar di Jerda
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    E' giusto vivere come se dio ci fosse, libertà di ognuno, ma si può farlo anche sapendo che è una scommessa ed essendo liberi di ascoltare le idee altrui.

    Perché, anche senza abbandonare le proprie idee, ascoltare pone sempre la condizione di prendere in considerazione la verità, o una sua parte nell'ascoltatore. Quindi il religioso che non ha dubbi dentro di sé non può davvero ascoltare gli altri, e non può cambiare idea di conseguenza.
    Citazione Originariamente Scritto da BiO-dEiStA Visualizza Messaggio
    Questa sì che è vita, altro che la marea di boiate pseudoscientifiche con cui una mandria di dilettanti pagati a peso d'oro continua a riempirci la testa e a mandare a puttane il paese.
    Ben ritrovati.

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