Da “Gesù di Nazaret”:

Gesù assaporò tutta l’amarezza che sperimenta la maggior parte degli uomini. Alcuni cercarono di disprezzarlo per la sua nascita. Anche nell’infanzia vide sguardi sprezzanti e sentì mormorii maligni. Se avesse risposto con una parola o con uno sguardo impazienti, se avesse reagito contro i suoi fratelli con una sola azione sbagliata, non sarebbe stato più un esempio perfetto. Non avrebbe più potuto realizzare il piano della nostra redenzione. Agendo così, avrebbe ammesso che vi poteva essere qualche scusa per il peccato. Satana avrebbe trionfato e gli uomini avrebbero perso ogni possibilità di salvarsi. Per questa ragione il tentatore si impegnò per rendere la vita di Gesù più penosa possibile, perché potesse cadere nel peccato. {GN 56.2}
Ma a ogni tentazione Gesù rispondeva: “Sta scritto”. Raramente rimproverava i fratelli per i loro errori, ma sempre aveva per loro una parola da parte di Dio. Spesso fu accusato di codardia per il suo rifiuto di unirsi ad alcuni loro atti peccaminosi, ma la sua risposta era: “E disse all’uomo: Ecco, temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza”. Giobbe 28:28. {GN 56.3}
Alcuni cercavano la sua compagnia perché la sua presenza portava la pace, ma molti la evitavano perché si sentivano a disagio per la sua vita irreprensibile. I coetanei lo invitavano a imitarli. Erano lieti della sua presenza e accettavano i suoi consigli opportuni, ma non potevano sopportare i suoi timori di fare qualcosa che non fosse giusto e lo consideravano ristretto d’idee e pieno di scrupoli. Gesù rispondeva: “Sta scritto: Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola. Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te”. Salmi 119:9, 11. {GN 56.4}
Spesso gli chiedevano perché fosse così particolare e diverso da tutti. Rispondeva citando la Parola di Dio: “Beati quelli che sono integri nelle loro vie, che camminano secondo la legge del Signore. Beati quelli che osservano i suoi insegnamenti, che lo cercano con tutto il cuore e non commettono il male, ma camminano nelle sue vie”. Salmi 119:1-3. {GN 56.5}
Quando gli domandavano perché non partecipasse agli scherzi dei giovani di Nazaret, rispondeva citando la Parola di Dio: “Gioisco seguendo le tue testimonianze, come se possedessi tutte le ricchezze. Io mediterò sui tuoi precetti e considererò i tuoi sentieri. Mi diletterò nei tuoi statuti e non dimenticherò la tua parola”. Salmi 119:14-16. {GN 57.1}
Gesù non si accaniva per difendere i propri diritti. Spesso il suo lavoro era più difficile perché era conciliante e non si lamentava. Tuttavia non si lasciò andare né alla noncuranza né allo scoraggiamento. Visse al di sopra di queste difficoltà, come se fosse in presenza di Dio. Se trattato duramente, non reagiva, ma sopportava con pazienza gli insulti. {GN 57.2}
Spesso gli veniva chiesto perché accettasse questo trattamento persino dai fratelli. La sua risposta era sempre tratta dalla Parola di Dio: “Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore osservi i miei comandamenti, perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità. Bontà e verità non ti abbandonino, legatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore; troverai così grazia e buon senso agli occhi di Dio e degli uomini”. Proverbi 3:1-4. {GN 57.3}
Fin dal tempo in cui i genitori lo ritrovarono nel tempio, la condotta di Gesù apparve loro un vero mistero. Non polemizzava con loro, ma il suo esempio era una lezione continua. Sembrava vivesse in un’altra dimensione. Le sue ore di felicità le viveva solo con la natura e con Dio. Quando gli era possibile godere di questo privilegio, lasciava il lavoro, andava nei campi e meditava nelle verdi vallate; stava in comunione con Dio sui pendii dei monti o fra gli alberi del bosco. Nelle prime ore del mattino spesso lo si poteva trovare in un luogo appartato a meditare, a studiare le Scritture o a pregare. {GN 57.4}
Dopo queste ore tranquille, tornava a casa per assolvere i suoi doveri e offrire un esempio di pazienza nel lavoro. Gesù aveva rispetto e amore per sua madre. Maria credeva fermamente che quel bambino, nato da lei, fosse il Messia promesso da tanto tempo, tuttavia non osava esprimere la sua fede. Durante tutta la vita del Figlio, partecipò alle sue sofferenze. Assistette con dolore alle prove che egli dovette affrontare nell’infanzia e nella gioventù. Poiché difendeva ciò che riconosceva giusto nella condotta del Figlio, venne spesso a trovarsi in situazioni difficili. Considerava d’importanza vitale per la formazione del carattere la piena unità della famiglia e l’amorevole vigilanza della madre. I figli e le figlie di Giuseppe sapevano tutto ciò e, facendo appello a questa sua preoccupazione, cercavano di modificare la condotta di Gesù secondo il loro punto di vista. {GN 57.5}
Maria spesso esortava Gesù a conformarsi agli usi dei rabbini. {GN 57.6}
Ma egli non poteva rinunciare a contemplare le opere di Dio e ad alleviare le sofferenze degli uomini e degli animali. Quando i sacerdoti e i maestri chiesero l’aiuto di Maria per controllare meglio Gesù, ella rimase turbata, ma le tornò la pace nel cuore quando il Figlio le presentò le dichiarazioni delle Scritture a sostegno della sua condotta. {GN 58.1}
Ogni tanto esitava tra le posizioni di Gesù e dei suoi fratelli, che non credevano che egli fosse l’inviato di Dio. Ma era chiaro che Gesù possedeva un carattere divino. La madre lo vedeva sacrificarsi per il bene degli altri. La sua presenza creava un’atmosfera di santità in casa e la sua vita rappresentava per la società un esempio di trasformazione. Sereno e senza peccato camminava tra gli uomini sconsiderati, tra quelli dai modi rudi o sgarbati, tra i pubblicani ingiusti, gli scialacquatori, i samaritani, i soldati pagani, i contadini rozzi e la gente di ogni tipo. Rivolgeva parole di simpatia agli uomini stanchi, costretti a portare pesanti fardelli. Condivideva i loro pesi e ripeteva le lezioni che aveva imparato dalla natura sull’amore, la benevolenza e la bontà di Dio. {GN 58.2}
Insegnava a tutti che dovevano considerarsi dotati di talenti preziosi, che, se impiegati diligentemente, avrebbero assicurato loro le ricchezze eterne. Eliminava dalla vita ogni cosa inutile. Insegnava con l’esempio che ogni istante è ricco di risultati eterni, che dev’essere considerato prezioso come un tesoro e usato per scopi santi. Non pensava che esistessero uomini privi di valore, ma offriva a ognuno il rimedio adeguato. A ciascuno presentava una lezione adatta al tempo e alle circostanze. Cercava di infondere speranza nelle persone più rozze e incapaci, convincendole che potevano diventare giuste e irreprensibili, acquisendo un carattere che avrebbe manifestato le loro qualità di figli di Dio. Spesso incontrava uomini che erano caduti sotto il dominio di Satana e non erano capaci di liberarsene. A questi uomini scoraggiati, ammalati, tentati e caduti, Gesù rivolgeva parole di affetto, parole di cui avevano bisogno e che potevano capire. Ne incontrava altri impegnati in una lotta corpo a corpo con l’avversario. Li incoraggiava a perseverare, assicurando loro che avrebbero vinto, che gli angeli erano al loro fianco e avrebbero assicurato loro la vittoria. Tutti coloro che aiutava si convincevano che c’era qualcuno in cui potevano confidare completamente. Egli non avrebbe tradito i segreti che essi, fiduciosi, gli rivelavano. {GN 58.3}
Gesù guariva il corpo e lo spirito. Si interessava a ogni tipo di sofferenza con cui veniva a contatto e a ogni sofferente portava sollievo. Le sue parole gentili erano come un balsamo. Nessuno poteva dire che egli avesse compiuto un miracolo, ma la potenza guaritrice dell’amore si trasmetteva da lui a chi era ammalato o scoraggiato. In questa maniera discreta operò per il popolo fin dalla sua infanzia. Per questa ragione, quando iniziò il suo ministero pubblico, molti lo ascoltarono volentieri. {GN 58.4}
Tuttavia, durante l’infanzia, la gioventù e la maturità Gesù camminò da solo. Puro e fedele affrontò da solo e senza aiuto le difficoltà. Portò il terribile peso della responsabilità della salvezza degli uomini. Sapeva che, senza un radicale cambiamento dei princìpi e degli ideali dell’umanità, si sarebbero persi. In questo consisteva il peso che gravava su di lui e nessuno poteva comprendere il carico che portava. Con profonda convinzione realizzò nella sua vita l’obiettivo di essere la luce degli uomini. {GN 59.1}