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Risultati da 1 a 15 di 24

Discussione: Ricordi d'infanzia

  1. #1
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Ricordi d'infanzia

    Non ho fatto in tempo a rispondere, ma mi sono venute in mente un paio di cose leggendo questa domanda su A&Q:
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Cosa vorresti cambiare della tua infanzia?
    So che mi pentirò di aver aperto questo topic, quando mi farete venire il dabete e le carie, spero che qualcuno a parte me tenga il testimone del principio secono il quale l'infanzia, al netto del filtro che ci rende più rosei i ricordi lontani, sia in realtà un momento terrificante, reso più duro dal fatto che non si conoscano le parolaccie.

    Comincio io:

    Quando ero all'asilo ci facevano fare questo "gioco" nel quale stavamo tutti in cerchio e un bambino cominciava a girare intorno cantando questa canzoncina: "questa è la danza del serpente, che vien giù dal monte, per ritrovare la sua coda che ha perduto un dì... ma dimmi un po', sei proprio tu, quel pezzettin del mio codin?" A quel punto il bambino di fronte al quale si era fermato il "serpente" rispondeva "sì", si accodava al primo e la storia si ripeteva formando un trenino, o meglio un serpente, via via più lungo.

    Ebbene ricordo che una volta stavamo facendo questo gioco e stava procedendo normalmente: filastrocca → sì → accodamento → filastrocca → sì → accodamento → ... , ma quando il convoglio si fermò davanti a me era già un po' che stavo pensando ad una cosa, e giuro che non ero mosso da un moto di ribellione precoce, un cinismo jokeriano o un desiderio di anarchia latente, ero solo sinceramente curioso di vedere come continuava il gioco in caso di risposta negativa, non avevo minimamente contemplato l'ipotesi che fosse una regola dire di sì, e così con tutta la mia innocenza risposi "no" (in effetti non mi sono mai sentito il pezzo della coda di nessuno). Inaspettatamente (se me lo fassi aspettato non lo avrei mai fatto, ero un bambino timido, non volevo certo attirare l'attenzione) ci fu un proverbiale "apriti cielo", bambini e maestre andarono nel panico cominciaro a strepitare dei "ma come?!?! ... dovevi dire sì ... non hai capito il gioco ...", evidentemente era più facile accusare me di aver violato o travisato le regole piuttosto che ammettere che l'istituzione educativa insegnava ai bimbi giochi con evidenti lacune nella stesura del regolamento. In tutto questo io, imbarazzatissimo, mi scusai e ristrattai la mia posizione, mancando della sicurezza e proprietà di linguaggio che ad oggi mi consentirebbero di rispondere: "Che è sta confidenza, stai insinuando che sono una fetta del tuo culo?"

    Via, sbizzarritevi, vale tutto ricordi belli, brutti, strani... dagli amici immaginari ai mostri sotto il letto.
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Avrò avuto 4 anni di età. Ogni volta che mio nonno indossava la giacca per uscire gli chiedevo: "Dove vai nonno?" E lui: "Da nessuna parte". "Portaci pure a me da nessuna parte!"
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

    Dostoevskij.

  3. #3
    L'avatar di dietrologo
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    All'asilo avevamo il bagno con la turca dalle dimensioni di una voragine , sono convinto che avrei potuto scivolarci dentro tutto intero molto facilmente ...e lì ebbe inizio il mio lungo calvario di stitichezza

  4. #4
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Alle elementari avevo deciso che un altro bambino, a sua insaputa, era il mio fidanzatino.
    Giuro che dopo non è più successo.
    E poi: portavo la bendina, gli occhiali che non erano esattamente da giovinetta, indossavo vestiti che mi facevano sembrare ancora più goffa.
    Ho delle foto orride di una festa di Carnevale, altre per fortuna sono andate perdute.
    Andavo sui pattini e puntualmente cascavo.
    Giocavo con maschi e femmine e mi piaceva molto prendere per la coda le lucertole, disintegrare scarafaggi e il riflesso verde dei coleotteri, chiudevo in un barattolo le farfalle che catturavo con le mani.
    Non ero particolarmente agile, cioè mai saputo arrampicarmi sugli alberi, però organizzavamo avventure in mezzo alla natura.
    Non ho avuto un'infanzia particolarmente wow.

    Una mia amica, che è stata mia compagna di classe fino al liceo, un giorno, dopo anni, mi disse che il primo giorno di scuola le sembravo un maschio.
    Avevo un soprannome denigratorio per il mio aspetto esteriore e non sopportavo granché il genere umano.

    Non mi dilungo oltre, mi considero una reduce.
    Ultima modifica di Bauxite; 11-06-2020 alle 14:13
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  5. #5
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Io ho sto ricordo in 5ª elementare, quando uscivo con un gruppetto di maschi (una mia costante) e ad un certo punto si era aggiunta pure una mia compagna di scuola molto disinibita. Io che invece ero goffa, timida e imbranata, ovviamente questa non la sopportavo. Beh, ricordo che quel giorno propose un gioco, tipo telefono senza fili, ma invece che dirsi delle parole bisognava toccare una parte del corpo della persona accanto, e ovviamente potete immaginarvi cosa si finì toccare. Io ovviamente non avrei mai, allora, toccato le parti intime di un uomo, quindi mi accontentavo di toccare orecchie, braccia, capelli. Finché sta tizia mi si piazzò davanti, mi prese la mano e mi disse: "no, devi toccare qui" ficcandomela in mezzo alle gambe di uno di sti ragazzini (che ovviamente era quello che mi piaceva in gran segreto). Credo di non essermi mai vergognata così tanto. Se ci ripenso adesso però mi viene da ridere.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  6. #6
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Anch'io all'asilo e scuola elementare avevo il terrore della turca e il timore di venir risucchiata dentro al buco nero, andavo in bagno solo a casa.

    Da bambina fino all'età circa di 9 anni giocavo quasi esclusivamente con maschietti, uno più piccolo di me di un paio di anni che abitava nello stesso cortile, praticamente costretto a fare ciò che volevo io altrimenti....non gioco più
    E insieme abbiamo giocato a "marito e moglie" variante del gioco del dottore, peccato che non è stato capace di mantenere segreta la cosa e la nonna sua ci fece un cazziatone, niente più gioco.
    Amavo giocare anche alle arrampicate sui muretti e la caccia alle lucertole, che io e un altro amichetto della mia età mettevamo in un barattolo, ma io poi le liberavo mentre lui crudelmente voleva vivisezionarle e così gliele facevo scappare
    Pattini, bicicletta erano i giochi preferiti, si godeva anche di una certa libertà di poter giocare in strada.
    Dai 9 anni cambiando casa, quando ho avuto più autonomia di movimento ho cercato compagne di gioco femmine.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  7. #7
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Ero un tipo grasso e maschio. A otto anni mi innamorai di questo bambino bellissimo. Un idiota. L'ho cercato su Facebook: confermo, un idiota. Mio cugino glielo disse. Lui mi disprezzò per la mia stazza durante una partita di biliardino.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  8. #8
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Io posso definire la mia infanzia eccezionale, per il senso della vita e delle cose, che da essa ne sono derivate
    Casa in paese, dove ho vissuto in un condominio, con sei famiglie
    Cinque delle quali, sono li’ da prima che io nascessi
    In quel condominio non esistevano porte, ho mangiato e dormito a casa di tutti, ero la più piccola
    Praticamente la sorella minore di tutti
    Spesso poi ero in campagna, nella contrada dove era cresciuto mio padre, dove eravamo per lo più, tutti parenti
    E li’ era uno scorrazzare di biciclette, di biciclette abbandonate sul ciglio dei fossi e noi buttati nell’acqua, fradici, zuppi e felici
    Ci arrampicavamo ovunque (mi sono fratturata due volte la spalla sx )
    E la scoperta più grande fu quando con i miei cugini trovammo una gatta che aveva partorito i piccoli sul forno gigante a legna
    Mia nonna faceva 50 kg di farina di pane alla volta, il grano della nostra terra
    Le pizze con i nostri pomodori e l’olio dei nostri ulivi
    Potrei continuare per giorni...

    No voi adesso ditemi che cazzo c’entro io con Londra?!
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  9. #9
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Poi però per riportare i valori glicemici nella norma, ho anche tutto il mio repertorio fatto di: asilo dalle suore, dove mancai la fascia da sindaco, traumi dei primi innamoramenti protratti negli anni, lotte con la professoressa di inglese negli anni del liceo, in cui scoprii l’ignavia dei compagni e che, essere Giovanna D’Arco di sto ca, in quegli anni non mi era servito a niente
    Insomma dispongo di un variegato palinsesto
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  10. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Io sono un miracolato: Cresciuto praticamente per strada (babbo e mamma dovevano lavorare), chiavi di casa a 6 anni, accendevo anche il gas e mettevo la pentola sui fornelli.
    amate i vostri nemici

  11. #11
    Opinionista L'avatar di Turbociclo
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Io sono un miracolato: Cresciuto praticamente per strada (babbo e mamma dovevano lavorare), chiavi di casa a 6 anni, accendevo anche il gas e mettevo la pentola sui fornelli.
    Bevevi già il vino del sacerdote da usare a messa?
    " L' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."

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  12. #12
    L'avatar di dietrologo
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    a proposito di bere , mio cugino pirla che poi per forza ha fatto il carabiniere ha succhiato le tette di mia zia fino a 6 anni...io vojo pappa mamma...ho chiesto a mia madre che volevo anch'io invece di prepararmi rosette di pane col buco sopra ripiene di fagioli in umido ma si è messa a ridere

  13. #13
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Io sono un miracolato: Cresciuto praticamente per strada (babbo e mamma dovevano lavorare), chiavi di casa a 6 anni, accendevo anche il gas e mettevo la pentola sui fornelli.
    Stessa cosa Cono
    Moschettone rosa, sorpresa di un uovo di Pasqua, con le chiavi di casa, nell’astuccio con i colori e le penne
    A sei anni
    Evidentemente a te la tua infanzia ha insegnato poco
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  14. #14
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    La mia infanzia è stata complicata. Orfana di padre e italiana solo a metà, ho vissuto i momenti peggiori all'asilo. La suora mi discriminava perché, a suo dire, ero una "senza Dio" in quanto, si presume, un prodotto di lombi sovietici. I miei compagni, ovviamente, andavano dietro alla suora e si sa quanto crudeli possano essere i bambini. Il culmine fu raggiunto il giorno in cui la suora mi disse che tutti russi avevano la coda e che sarebbe cresciuta ben presto anche a me. Naturalmente tornai a casa piangendo e raccontai tutto a mia madre. Mia madre parlava un italiano perfetto, senza inflessioni, tranne quando si infuriava. Così, il giorno dopo,quando davanti alla direzione mi disse "Tu aspettami fuori" con un fortissimo accento russo, capii che la madre superiora delle Rosminiane stava per vivere un momento assai difficile. Da quel giorno le cose andarono un po' meglio, anche se la suora continuò a guardarmi con diffidenza e, direi, con disgusto. Per fortuna dalle elementari in poi non ho più vissuto sulla mia pelle discriminazioni così imbecilli e il resto dell'infanzia e l'adolescenza li ho vissuti serenamente, anche se la storia della coda ogni tanto mi perseguita ancora.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  15. #15
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Molte suore sono degli esseri orribili
    Sempre frutto della frustrazione caratteristica di quegli ambienti
    A me si limitarono a non dami MAI la fascia, quella tipo sindaco, da portare a casa per un giorno, per il disegno più bello della giornata
    I miei disegni non erano propriamente da Canaletto, piuttosto da Mirò
    Ma che c’entra, ero una bambina!
    Per non parlare di quella che si occupava del coro in chiesa, allungava le mani con schiaffi e pizzichi
    Quindi non andai al coro
    La ebbi per un anno e fui felicissima quando se ne andò in Africa a fare la missionaria e che Dio se la tenga ancora stretta
    Ovviamente asilo dalle suore perché allora non era nemmeno contemplato l’asilo di altra natura
    Fortunatamente in me non ha attecchito nessun malsano germe
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